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Gli angeli e la natività
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Trascendere la quotidianità ricorrente e sempre identica, per tuffarci nella dimensione celeste, in attesa del santo Natale; non è una questione soltanto di ricordi né di sentimenti, di nostalgie infantili o di sogni da cui mai ci si vorrebbe destare; si tratta di amore autentico, quello che non scherza, non tradisce, non passa, non banalizza, non si stanca dietro le vicissitudini che percorrono le vie degli uomini e fiaccano la loro vigilanza, addormentandoli nella tristezza; quello che non revoca promesse, che non dorme in attesa di un ritorno; che non si rifugia al caldo delle comodità o che indugia nel lassismo dei piaceri; quello che non muore, quando la vita finisce e che non si arrende alla «spina» di un moribondo; quello che non cambia idea né dottrina; che non dimentica gli ultimi, i primi del Regno, i piccoli - quasi invisibili -, le solitudini di un mondo inverosimile, ma reale; le malattie che gonfiano gli occhi e logorano o marciscono il corpo; l’Amore di Chi non vuole vedere l’uomo abbandonato a se stesso e alla sua cattiveria e rifiutato dal Padre. Amore che rigenera e ricrea cieli nuovi e terra nuova; amore delle schiere angeliche.

Il peccato dell’angelo - poi Satana, probabilmente l’angelo che presiedeva alla nostra creazione materiale - ha avuto ripercussioni su tutto il creato che noi conosciamo. Le schiere angeliche infatti presiedono alla creazione materiale, non nel senso che contribuiscano alla realizzazione della stessa - come amano sostenere molte correnti dell’esoterismo sempre identico nelle sue diverse versioni e vesti - ma per la funzione di custodire e governare a loro assegnata, riportando tutto il creato a Dio stesso. Il fine del creare infatti è la Gloria di Dio; Dio non può fare una cosa diversa che agire per la sua gloria e glorificazione; in questo consiste la sua medesima Perfezione infinita; non c’è perfezione fuori dell’Essere eterno ed onnipotente ed ogni cosa buona tende a manifestare «verso l’esterno» (senza possibilità di «uscire da Dio») tale magnifica ed imperitura gloria!

Questa glorificazione logicamente coincide e corrisponde con la felicità assoluta dell’uomo e la sua piena e completa realizzazione; ma la cosa non riguarda soltanto l’uomo, concerne ogni creazione, in misura ed attitudine differente. L’angelo presiede, è incaricato di intercedere potentemente affinché si operi questo «ritorno al Padre», libero, da parte delle creature razionali e condizionato (per quelle irrazionali) dalla scelta delle prime. Lo spiega San Paolo ai Romani.

La creazione attende la sua liberazione dalle doglie del parto, sottoposta ad una corruzione che non le appartiene (1) per volontà divina di compiacenza, ma per mera permissione divina. Dio permette che il peccato dell’angelo e poi quello dell’uomo abbiano un effetto «fisico» (semmai si possa davvero distinguere fisico da spirituale; ma in qualche modo dobbiamo spiegarci senza dover negare la realtà di quel che davvero è ed esiste) sul creato privo dello spirito partecipativo del Divino.

La creazione dell’uomo - lo attesta Genesi - è differente da ogni altra creazione materiale, per l’insufflare dell’alito di vita che percorre ogni cellula della persona umana; cosa che è assente nelle altre creature. L’uomo - immagine e somiglianza di Dio - può conoscerLo ed amarLo, partecipandolo in chiave osmotica, in modo da essere trasformato di gloria in gloria in quel che contempla, per l’opera della potenza dello Spirito del Signore. Ogni fibra del suo corpo e del suo spirito deve diventare Dio, per partecipazione; ma in questa ascesa cosmica e totale, il re del creato, assume, quale microcosmo onnicomprensivo ogni essere creato per lui e per il suo diletto; ogni energia presente nell’universo, ogni movimento fisico o spirituale appartiene al cuore dell’uomo d’origine, per essere interiorizzato ed offerto a Gloria del Padre Pantrocrator. Non resta fuori nulla.

L’angelo doveva concorrere a questa salita in Dio; ma la sua azione è stata «disturbante», traviante, tentatrice. Non tutti gli angeli caddero; però, probabilmente (questo è attestato sin dai tempi apostolici) cadde proprio colui che doveva contribuire a questa glorificazione massima dell’Eterno e forse cadde perché non volle vedersi detronizzato, di fronte al vero centro di ogni creato: Cristo Gesù. Il rifiuto dell’uomo-Dio fu rifiuto di Dio e della sua volontà ed odio per l’uomo e la sua felicità. Il peccato di impurità, a volte così irrazionale ed eccessivo, così bestiale ed inverosimile, è niente altro che la prova e la conferma dell’odio viscerale dell’angelo caduto, che scatena contro l’Incarnazione tutta la sua rabbia e la sua bassezza e crudeltà (2).

Con la nascita di Gesù, le schiere angeliche rimaste fedeli (sembrerebbe numericamente molto superiori non soltanto agli angeli caduti, ma anche agli uomini che mai esisteranno: si ricordi su tutti l’interpretazione dei Padri della Chiesa delle parabola del Buon Pastore, le 99 pecore, gli angeli, e quella smarrita, l’uomo), alle quali ogni uomo è affidato da Dio, alla sua nascita (l’angelo custode), che presiedono ad ogni cosa, dalle costellazioni alle nazioni, esultano di gioia indicibile, per vedere ripristinato in Gesù, l’impero di Dio, che l’angelo supremo del creato - la più astuta tra tutte le bestie, dice Genesi - aveva sottratto e rapito al suo illegittimo dominio (3).

E’ una esultanza liberatoria anche per loro, che finalmente possono agire in libera e piena conformità al potere che Dio gli ha conferito. Per questo l’Alleluia risuona festoso ed universale, pervasivo e liberatorio. L’uomo è informato e chiamato a questa comunione universale. In Cristo Gesù, unico Signore e Sovrano dell’universo e di ogni creato, risuoni anche la nostra personale e comunitaria adorazione, a Lui che è, che era e che viene.

Buon Natale

Stefano Maria Chiari



1) L’evoluzionismo non tiene conto di questa verità attestata dai Padri della Chiesa: il creato, uscito dalle mani di Dio, fu perfettamente ordinato, privo di quella «dinamica» morte/vita e sopravvivenza che è sotto i nostri occhi; la «corruzione», presupposto di ogni evoluzione, fu solo un effetto del peccato.
2) Il peccato contro l’Incarnazione, che è il Mistero del Natale, che è il Centro del creato - fisico e spirituale - è il peccato che viene punito maggiormente; abbiamo numerosi esempi nella Sacra Scrittura e nella storia recente e non dell’uomo; la punizione è permessa da Dio, perché Egli, che resiste ai superbi, lascia agire il creato stesso; questi, che riconosce, anche implicitamente, in Cristo il suo unico e definitivo sovrano, al veder leso l’equilibrio e l’ordine eterno, si abbatte su chi viola tale ordine, per ripristinarlo secondo giustizia e cercare di salvare in qualche modo - per Provvidenza - l’anima del peccatore medesimo.
3) Si badi: non abbiamo prove che Satana sia la creazione angelica più elevata; si tratta, probabilmente di un arcangelo; quindi di una schiera angelica inferiore, preposta alla creazione materiale; certamente fu il più grande degli arcangeli del suo rango. Il suo posto fu però preso da colui che gridò «Chi come Dio?», e a cui fu dato, perché possedeva secondo la volontà Divina, anche ciò che fu tolto a chi pensò di avere. Il posto che compete a San Michele Arcangelo è quello del patronato di tutta la Chiesa (come lo fu del popolo di Israele); il posto di sovrano da cui ogni cosa ed ogni essere dipende spettò e spetta sempre a Cristo Gesù.


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