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Gli attacchi al Papa: un chiarimento
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Il lettore Mario P. scrive:

«Se effettivamente c’è un attacco giudaico contro questo Papa, la cosa mi risulta incomprensibile, cos’ha fatto questo Papa per essere attaccato in questo modo? E’ forse un Papa antiebraico? E’ forse un Papa antiamericano? Non mi sembra proprio, non ha mai condannato ad esempio le guerre americane nel mondo, cosa che Woitila fece apertamente, e con forza; ricordate la condanna della guerra contro la Serbia? Ricordate la condanna della guerra contro l’Iraq?».

Cerchiamo di capire la «loro» mentalità:

Questo Papa viene attaccato più degli altri proprio perchè è filo-ebraico e filo-americano: per gli eletti, questo atteggiamento è interpretato come debolezza, e per di più come l’avvicinarsi della Promessa yahvista, che è il loro dominio sugli altri gruppi umani. Un dominio totale e senza limiti legali nè mortali, perche gli altri esseri umani sono «animali parlanti», che «non avranno parte nel mondo a venire» se non come servi-pastori della razza padrona (così, letteralmente, nel Talmud).

Sentono, o credono, che questo Pontefice sia vulnerabile all’intimidazione. Inoltre, essi esercitano il potere che hanno fino in fondo, senza limiti; più ne hanno, più gliene si concede, e più spietatamente lo esercitano. E’ proprio sull’animale ferito che si accaniscono gli sciacalli, nella savana come nei media, che sono di natura sciacallesca.

Costoro sono estranei ad ogni idea di carità e anche solo di umana cordialità, perciò vedono nella carità degli altri uomini una debolezza di cui approfittare.

Infine, di questo Papa detestano le deboli tendenze restauratrici: adombra il rabbino Di Segni il solo fatto che cerchi (inefficacemente) di tornare alla liturgia latina, «la lingua dell’impero che ha distrutto due volte Gerusalemme».

Ancora più odio eccita il fatto che abbia riportato in vigore la preghiera perchè Cristo illumini gli ebrei. Di Segni vorrebbe che non si pregasse in latino, specie il Venerdì Santo, «il giorno più funesto della storia del rapporto tra cristiani ed ebrei».

Vogliono un Papa che non celebri la Crocifissione, e realmente ci sperano, visto che hanno ottenuto già tanto dai Papi precedenti.

Varrà la pena di ricordare che il mondo anglo-americano voleva fortemente, e promosse con tutti i mezzi, l’elezione al soglio di monsignor Martini. Colui che, facendosi intervistare dai giornali inglesi, alla domanda: «A quando il sacerdozio per le donne?» rispose: «Mai in questo millennio». Era il 1998, e al millennio restavano due anni.

Dunque sanno di avere alleati dentro la Chiesa.

Maurizio Blondet



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