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Coincidenze sporche
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«Un’atomica sporca in giro per l’Europa», strilla La Stampa.
Il fatto lo sapete già perché i «grandi» media ci hanno battuto la grancassa, segno che vogliono farcelo notare.

«Due cittadini ungheresi e un ucraino sono stati arrestati dalla polizia slovacca mentre tentavano di vendere per un milione di dollari almeno mezzo chilo di materiale radioattivo composto al 98,6% da uranio 235. E’ stata la polizia di Bratislava a rendere nota la confisca, spiegando che l’uranio era sotto forma di polvere, proveniente dal territorio dell’ex URSS e avrebbe dovuto essere venduto entro la giornata di ieri ad acquirenti ancora non precisati.
Poche settimane fa nella confinante Repubblica Ceca erano stati arrestati altri tre individui - incluso uno slovacco - intenti in una simile operazione e ora emerge la possibilità che si sia trattato di due gruppi di mediatori intenti a portare a termine la stessa transazione».
La prosa è quella di Maurizio Molinari, elemento della nota lobby e neocon gelidamente bellicoso, e perciò spessissimo intervistato da Giuliano Ferrara.

Molinari continua: «Nel corso dell’ultimo anno tali ‘furti’ sono aumentati, secondo quanto afferma Richard Hoskins che all’AIEA gestisce la relativa banca dati, fino a toccare quota 252, con un incremento del 358% rispetto a quanto avvenuto nel 2002.
Da qui la preoccupazione dei servizi di intelligence occidentali per i ripetuti appelli di Al Qaeda ai militanti jihadisti - attraverso i siti internet - per realizzare delle bombe sporche al fine di mettere a segno devastanti attentati contro grandi centri urbani.
La bomba sporca resta una delle maggiori preoccupazioni dell’intelligence USA per via della facilità con cui si può far esplodere del materiale radioattivo sprigionando radiazioni che potrebbero obbligare a evacuare città come New York, Washington o Londra.
La quantità di uranio sequestrata al confine fra Slovacchia e Ungheria era sufficiente per confezionare proprio un simile rudimentale ordigno radioattivo e l’uranio era arricchito in misura tale da poter essere adoperato a fini militari».

Dunque, cari europei, abbiate paura.
C’è una minaccia di strage atomica, ed è «Al Qaeda» che vi minaccia.
Guarda la coincidenza.
Il giorno prima, un messaggio audio di Osama bin Laden «avverte» proprio l’Europa.
Lo dirama Al-Jazira, ma il messaggio era stato preannunciato col consueto anticipo, il 26 novembre, dal SITE della ben nota Rita Katz.
La quale dice di averlo trovato su «un sito islamista»: siti che solo lei trova, non gli altri fanatici del WEB, e nemmeno la CIA e le altre agenzie d’intelligence con 52 miliardi di dollari di fondi pubblici.

La Rita al-Mossad il messaggio lo ha probabilmente prodotto, come tutti gli altri: il messaggio è solo audio (più facile: nell’ultimo, l’immagine di Osama a barba tinta non era ben sincronizzata con la voce) ed è sicuramente un falso, basta dire che bin Laden si auto-accusa dell’11 settembre.
E lo fa in modo stranissimo: il «vero Osama» si incolpa per scagionare dell’attentato alle Twin Towers i talebani, che nessuno - nemmeno Bush o Wolfowitz - hanno mai avuto la faccia di accusare.
LA NATO non ha invaso l’Afghanistan per questo motivo, e il «vero Osama» dovrebbe saperlo ormai da sei anni.

Ora, la smentita di una cosa che nessuno ha detto è un trucco tipico contro noi «complottisti».
Il TG2 per esempio, ha «smentito» che quel fatale 11 settembre 2001 «migliaia di ebrei» non fossero andati al lavoro: cosa che nessun complottista ha mai affermato, essendo la fonte un giornale libanese ritenuto non credibile, e la notizia incontrollabile.
Mai che smentiscano gli israeliani danzanti (1), il contratto d’affitto che Giuliani ha accordato a Larry Silverstein un mese prima dell’attentato e che ha fruttato a Silverstein un risarcimento miliardario.
Mai che smentiscano le speculazioni profetiche al ribasso sulle due compagnie aeree, o i laghi di metallo fuso che resistevano ancora settimane dopo sotto le macerie…

No, smentiscono ciò che non abbiamo mai detto.
E’ proprio come questo «vero Osama».
Il quale (lo nota Massimo Mazzucco) non parla come il principe del terrore, ma come un sindacalista della UIL o un volontario di Emergency: «…Chiedo quindi agli europei di fare pressioni sui politici, affinchè finisca l’aggressione all’Afghanistan, dove sono stati bombardati anche donne e bambini».
«Fare pressioni sui politici»?
E da dove viene mai ‘sto linguaggio mansueto, anzi ovino?
Rita Katz dovrebbe rendere un po’ più coerente il personaggio con la sua fantastica immagine truce…

E’ un errore?
Ma no, ma no.
I «grandi media ufficiali» in mano alla nota lobby aggiungono ciò che manca: «Torna la voce dello sceicco del terrore», annuncia così RAINews24 l’ultima Katz-production, «un messaggio che appare particolarmente cupo perchè diffuso ad appena due giorni dai funerali di un altro militare italiano morto in Afghanistan».

Sarà per questa coincidenza, ma insomma il messaggio tipo-UIL appare particolarmente cupo, terroristico.
Così ce lo dobbiamo far parere.
E’ una manifestazione di potenza, in fondo.
Come dicessero: non occorre che ci danniamo l’anima con la video-elettronica e con la psicologia, in modo da far apparire almeno plausibile «il vero Osama»; abbiamo i media che vi manipolano, vi dovrete bere anche questo trucco mal confezionato, questo fondale di cartapesta, questa incoerenza. Infatti tutti i TG hanno parlato del falso messaggio, frullando bene il cupo e il terrore che non ci sono.

«Terrore», «Cupo messaggio», lo dice 24 Ore, lo dice il Corriere, lo dice La Stampa: Maurizio Molinari il neocon di ghiaccio.
Tanto deve bastarvi.
C’è una minaccia in quel messaggio.
La minaccia no, ma un avvertimento sì.
Il vero-Osama nomina i leader europei: «Non è un segreto che Blair, Brown, Berlusconi, Aznar e Sarkozy e gli altri come loro amano stare all’ombra della Casa Bianca. E non c’è una grande differenza tra loro e altri leader del terzo mondo».

Ma no, non è davvero un segreto, lo sapevamo.
Osama se n’è accorto solo adesso?
Fa un po’ ridere.
Se non fosse per la «minaccia» implicita nell’elenco nominativo dei governanti o ex governanti di Italia, Francia, Spagna e Gran Bretagna.
La minaccia non è nel testo del solo, autentico Osama (diffidate delle imitazioni).
E’ in Molinari, che spara: «Un’atomica sporca in giro per l’Europa».
Voi europei pacifisti, mollacchioni, poco intenzionati a mandare altre truppe in Afghanistan dove gli americani stanno perdendo e i talebani avanzano alle porte di Kabul, imparerete cosa vuol dire il terrorismo nucleare, una bomba sporca radioattiva in uno dei vostri metrò…

Infatti Molinari mena il torrone da tempo, sull’attentato atomico in Europa.
Basta cercare su Google, e si vede quanto volte ha battuto sul tema.
Vi ricorda qualcosa?
A noi ricorda Michael Levi del CFR, che non pensa ad altro: terrorismo nucleare, il prossimo attentato sarà atomico, occhio, attenti, tremate.
Ha scritto dei libri, ci tiene un blog, sul terrorismo atomico di «al Qaeda».
«Vogliono fare quattro milioni di morti».


E’ ancora Molinari che scrive, a dar forza alla notizia degli arresti dei due ungheresi con mezzo chilo di polvere d’uranio.
In realtà non lo dice in prima persona, ma intervistando «Lorenzo Vidino, esperto di terrorismo della NBC TV ed autore del recente libro ‘Al Qaeda in Europa’ ».
Questo Vidino non l’avevamo mai sentito.
Non pare proprio un esperto, è un giornalista della NBC TV, forse un praticante.
Ma certo, ha scritto «Al Qaeda in Europa», come Michael Levi, anche lui praticante al CFR, che ha scritto «On nuclear terrorism» (del novembre 2007, guarda l’altra coincidenza) e come Rita Katz, che ha scritto «Terrorist Hunter» (sarebbe lei, la cacciatrice di terroristi).

E’ così che si fa per diventare esperti degni di intervista: battere sul pericolo nucleare che «Al Qaeda» fa pendere sull’Europa. in mancanza di seri esperti, che evidentemente Molinari non ha trovato, ha dovuto rivolgersi a Vidino, un italiano che vive in USA magari con una borsa di studio.
Sentiamo, allora, ‘sto Vidino.

Da dove nasce la corsa alla bomba sporca?
«Risale al 1994 la prima volta che bin Laden tentò di averla. Avvenne in Sudan ma non ci riuscì. Da allora predicatori e terroristi jihadisti più volte vi hanno fatto riferimento».

Perché?
«Per capire il motivo bisogna leggere quanto ha scritto Abu Musab Al Suri, oggi a Guantanamo, nel libro ‘Una bomba sporca per un Paese sporco’. La sua tesi è che i musulmani hanno il diritto legale di causare in Occidente un numero preciso di vittime, calcolato sulla base dei morti subiti dall’Islam».

Di quante vittime parla Abu Musab Al Suri?
«Quattro milioni».

Dove vogliono far esplodere la bomba sporca?
«Il primo obiettivo sono sicuramente gli Stati Uniti».

E in Europa?
«Forse la Gran Bretagna».

Come spiega la cattura dei tre contrabbandieri di uranio arricchito al confine fra Slovacchia e Ungheria?
«Con il fatto che nei territori dell’ex URSS, soprattutto in Russia e in Ucraina, c’è a disposizione una grande quantità di materiale radioattivo poco controllato. E vi sono anche, soprattutto in Ucraina, scienziati che guadagnano molto poco e non hanno molti scrupoli. Una recente indagine americana ha appurato con quanta facilità è possibile in questi Paesi entrare in possesso di materiali adatti a confezionare una bomba sporca».

Quanto è alto il pericolo?
«Non servono gli allarmismi. Avere uranio radioattivo non significa saper far esplodere una bomba sporca. Ma dobbiamo sapere che i terroristi jihadisti tentano di riuscirci».

Capito?
Mettiamo in fila le coincidenze.
Rita Katz annuncia un prossimo audio di bin Laden, l’autentico, l’unico.
Obbediente, Osama bin Laden parla e «avverte» gli europei.
Molinari frulla ben bene l’arresto dei due ungheresi con l’uranio, sicuramente trafugato dalla Russia (alla fine sarà colpa di Putin, due piccioni con una fava); Molinari trova un tizio che giura: Al Qaeda vuol fare quattro milioni di morti in Europa.

La sola coincidenza mancante è che l’attentato all’uranio avvenga davvero.
Così si può cominciare la terza guerra, quella all’Iran.
Ma forse no.
Forse tutto questo è il lavoro volontario di «sayanim» pieni di zelo ma dilettanti, e sull’orlo di una crisi di nervi.
Speriamo.

Certo è almeno questo: una bomba sporca, esplosivo convenzionale con uranio da disperdere, non dovrebbe fare quattro milioni di morti.
Almeno questa non la bevete.

Contrordine, c’è un’altra coincidenza: in serata, il senatore democratico Joe Biden, candidato presidenziale, ha minacciato Bush: attacca l’Iran, e avvio la procedura di impeachment.
«Il presidente non ha l’autorità di attaccare unilateralmente l’Iran… Se lo fa, io come presidente della commissione Esteri farò i passi per il suo impeachment».

Già, perché si torna a parlare molto a Washington, della sorpresa che Bush vuol fare al suo successore, lasciandogli un’altra guerra da trattare prima di decadere (2).
Una bomba sporca, in Europa magari, può essere l’opportuna «nuova Pearl Harbour».


1) A proposito, su Youtube circola un ottimo video «Five dancing israelis arrested on 9/11», dove è intervistata la senora Maria, la messicana che li vide festeggiare la caduta delle Towers, e il poliziotto che li fermò. Appaiono anche tre dei «danzanti», ospiti di una trasmissione alla TV israeliana, che dicono: eravamo là solo per documentare l’evento… Dei facchini della ditta di traslochi Urban Moving Systems (il cui proprietario israeliano è scomparso e ricercato dall’ FBI) volevano «documentare l’evento». Come lo sapevano prima, i facchini? Vedere per credere http://www.youtube.com/watch?v=tRfhUezbKLw.
2) «L’ipothèse de Lind: la calme en Iraq avant la tempete par l’Iran», Dedefensa, 29 novembre.

 
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