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Il sogno di Veltroni
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Forse non è inutile rendere noto ai lettori l’esternazione del candidato premier Veltroni, riguardante la volontà di veder realizzato, proprio nella città eterna, un centro multireligioso e superecumenico.

«Mi piacerebbe che a Roma nascesse un palazzo, uno ‘United religions’, dove possano stare insieme tutte le religioni del mondo, per dialogare e comprendersi » (1).
Non è inutile per il lettore cattolico, meglio, per il cattocomunista che pensi o possa pensare il PD come possibile alternativa di rappresentanza degli ideali della Fede cattolica, sottolineare quanto già scritto riguardo l’improponibile ipotesi conciliativa tra l’ideale progressista (e modernista) e la verità cattolica, ed evidenziare come il pensiero manifestato dall’ex sindaco di Roma sia effettivamente una perfetta riproduzione dell’ideale massonico, specchio del profondo relativismo ideologico e morale di cui è pervaso, pertanto assolutamente anticattolico.

Il dialogo e la comprensione possono e devono pensarsi tra le persone, ma non nei confronti della dottrina; una verità negoziabile perde tutto il tenore che le è proprio: per essere vera, la verità deve essere assoluta ed immune da errore.
Altrimenti non parliamo di verità, ma di «quasi-verità», che è come dire menzogna.
Si conosce il detto: «mezza verità è una bugia», appunto.

Quello che invece il «filosuperecumenista» Veltroni propone è addirittura che una sorta di nuova Torre di Babele al contrario, dove si tenti, con l’abilità della «squadra e compasso», nonostante l’irriducibile riduzionismo di una evidente non comunicatività, di far parlare tra loro lingue al prossimo ignoto, in assenza dell’unica fiamma (dello Spirito Santo) in grado di far comprendere e proferire davvero l’unica unione possibile: in Cristo e nella Chiesa cattolica.
In altre parole, se non è lo Spirito di Cristo effuso sugli apostoli in Pentecoste e presente sulla
e nella Santa Chiesa a portare la vera carità negli uomini e tra gli uomini, mediante il riconoscimento dell’unica Verità rivelata, le riunioni politiche o pseudo-religiose non servono a nulla.
Questa è anche la posizione di Benedetto XVI che invocava la verità come sostegno e fondamento della carità vera.

Ciò che appare importante sottolineare è da un lato una nuova conferma della perfetta omologazione di Veltroni, che, sembrerebbe non perdere occasione per schierarsi a favore di tutti e di tutto e dall’altro l’assurda contraddizione interna a questa stessa posizione.
Schierarsi a favore di tutti è in realtà schierarsi per nessuno.
La «coincidentia oppositorum», piatto tipico della trattoria massonica, vive di queste ambiguità.
Ma è lo stesso senso comune a dover far dubitare della possibilità materiale di «conciliare capre e cavoli».

Ci si domanda come farà Veltroni a contentare famiglie cattoliche e PACS (o DICO, che dir si voglia?); come mettere insieme il diavolo e l’acqua santa?
Eppure Gesù ammonì: nessuno può servire due padroni!
Ed allora, chi si sta servendo in questo momento con questa proposizione di relativismo assoluto?

Certamente non Cristo né la sua Chiesa.
Non è forse altresì inutile ricordare che i martiri cristiani rifiutarono di vedere inserito il proprio credo al fianco di tutti gli altri componenti l’ecumenico pantheon romano: meglio la morte che tradire la Verità!
Il cattocomunista dovrebbe ricordare che l’inconciliabilità assoluta deriva proprio dalla impossibilità sincretista del cristianesimo.

Tutte le religioni, in un modo o nell’altro accettano Gesù: perfino correnti interne al giudaismo fanno di Lui un maestro male interpretato; l’islam lo riconosce profeta; l’induismo ed il buddismo un avatar o un maestro illuminato; tutte, in un modo o nell’altro non ne possono prescindere.
Ma tutte sono costrette a vederlo come non è!
Riducendolo a «misura d’uomo» (nella fattispecie, a misura della propria credenza): Gesù (nella loro ottica) non è più Dio né l’unico Messia né il Salvatore.

Gesù non è quindi la Verità assoluta.
Al massimo ne costituisce una parziale manifestazione.
Il cristiano non può accettare tale riduzionismo, perché ciò equivarrebbe ad accettare la menzogna e a sbugiardare Cristo stesso.

Stefano Maria Chiari


1)
Da www.papanews.it

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