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Alchimia
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«Attraverso il velo di tutte le allegorie ieratiche e mistiche degli antichi dogmi, attraverso le tenebre e le prove strane di tutte le iniziazioni, sotto il sigillo di tutte le sacre scritture, nelle rovine di Ninive e
di Tebe, sotto le pietre corrose degli antichi templi e sotto il volto annerito delle sfingi d’Assiria e d’Egitto, nelle pitture mostruose e meravigliose che per i credenti dell’India traducono le pagine sacre dei Veda, negli emblemi strani dei nostri vecchi libri di alchimia, nelle cerimonie di accoglienza praticate da tutte le società misteriose, si trova sempre una stessa dottrina. La filosofia occulta sembra essere la matrice o la madrina di tutte le religioni, la leva segreta di tutte le forze intellettuali, la chiave di tutte le scritture divine
» (1).

La filosofia occulta.
Questo misterioso veicolo sapienziale attraversa il tempo e lo spazio e giunge fino ai nostri giorni; impernia di sé costumi, modi di pensare e di vivere, mentalità e comportamenti.
L’alchimia è parte integrante di tale sistema di pensiero e lungi dall’essere materia estinta è fervente laboratorio sperimentale di scienza occulta; oggetto di studio da parte del mago/sacerdote (2).
«Il termine alchimia deriva dall’arabo al-kimiya o al-khimiya (الكيمياء o الخيمياء), che è probabilmente composto dall’articolo al - e la parola greca khymeia (χυμεία) che significa ‘fondere’, ‘colare insieme’, ‘saldare’, ‘allegare’, ecc. (da khumatos, ‘che è stato colato, un lingotto’). Un’altra etimologia collega la parola con Al Kemi, che significa ‘l’arte egizia’, dato che gli antichi egiziani chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico. Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa ‘succo per fare l’oro’» (3).

La finalità dell’alchimia (branca della Cabala) in apparenza molteplice (trasmutazione di metalli in oro; onniscienza; creazione della pietra filosofale, talismano di immortalità), è in realtà in sintesi quello di una appropriazione delle forze occulte del creato (macrocosmo) da parte dell’uomo, che ne costituisce monisticamente microcosmo significativamente rappresentativo.
Si tratta di una operazione teurgica, che poco dista dall’illusione satanica dell’autodivinazione. L’alchimista non è soltanto uno scienziato d’altri tempi che arrabatti artigianalmente ampolle e fiale, ma è essenzialmente uno studioso dell’occulto (4).
Che l’affermazione sia provata è evidente dalla lettura dei presupposti filosofici che ammantano l’ideologia alchemica.
L’ideale panteista suppone un’omogeneità di sostanza tra l’artefice mago e la materia oggetto di esperimento.
La trasmutazione rappresenta il cambio di status della persona; un processo soteriologico volto a sublimare il «lato oscuro» della natura celato nelle apparenze dell’umanità e del creato intero.

Emergono alcuni tratti di evidente matrice gnostica: la dimensione bipolare, la fiducia della creatività dell’uomo nel forzare i segreti della natura al fine di far precipitare i ritmi temporali per il raggiungimento della perfezione «a-temporale»; il contesto evolutivo cosmologico e globale che si attua in un tempo irreversibile, in cui tutto cambia eccetto il mutamento, in modo guidato da una natura complessivamente intelligente di cui l’uomo e integralmente partecipe; l’idea cosciente della necessità di conoscere esteriormente ed interiormente all’uomo per penetrare della scoperta progressiva del mistero della natura, così da realizzare l’evoluzione delle conoscenze umane, in seguito al miglioramento delle due componenti dell’«ego» interiore dell’uomo, la cui intelligenza è correlata a due fattori:
1°) «l’intuito» che è simbolizzato dal sole e dalla rarità e purezza dell’oro;
2°) «la ragione», quest’ultima ha come simboli alchemici Saturno ed il Piombo (5).

La matrice esoterica si palesa anche all’esame della complessa simbologia utilizzata (6) e dalla imperscrutabile lettura del linguaggio corrente negli scritti.

«Fin dalle origini l’alchimia, o scienza ermetica, utilizza discorsi a doppio senso per occultare le proprie cure; questo modo di procedere è conosciuto sotto il nome di diplomazia, o linguaggio diplomatico. Un testo contiene al tempo stesso un discorso essoterico, destinato al ‘grande pubblico’, e un discorso esoterico, destinato agli iniziati. Il discorso essoterico, il cui senso è già figurato, ha qui un senso essenzialmente morale mentre il discorso esoterico è assai più prossimo a un certo concetto
di retto senso evocante il processo operativo della Grande Opera. […] il tema alchemico può essere dissimulato da un doppio senso attribuito a espressioni che presentano un carattere interpretativo filosofico immediato, libri che studiamo possono presentare un senso essoterico evidente, rappresentato dal libro aperto, e un senso esoterico accessibile solo a coloro che sono capaci di leggere i libri chiusi, vale a dire codificati e perciò preclusi alla maggior parte dei comuni mortali. […] Gli ermetisti, e non solo loro, hanno preferito ricorrere a un altro processo che prende il nome di steganografia, termine che non ricorre nei normali dizionari e che si può tradurre con l’espressione ‘scrittura involuta’. Esso si distingue dai classici processi di crittografia (scrittura occulta) dato che non è necessario ricorrere a un algoritmo di codifica più o meno complesso; è sufficiente ammantare un testo esoterico avvalendosi di un testo esoterico maggiormente interpretabile
» (7).

«Il simbolismo alchemico è stato occasionalmente utilizzato nel XX secolo dagli psicanalisti, il primo dei quali, Carl Jung, ha riesaminato la teoria ed il simbolismo alchemico ed ha iniziato a mettere in luce il significato intrinseco del lavoro alchemico come ricerca spirituale. L’esposizione junghiana della teoria dei rapporti intercorrenti tra alchimia ed inconscio si trova in varie sue opere che abbracciano un arco di tempo che va dai primi anni 1940 a praticamente fino alla sua morte» (8).

Si consulti in merito l’opera di Jung, «Risposta a Job», nella quale è possibile evincere una teogonia a dir poco inquietante: una divinità contraddittoria, ingiusta ed iraconda, che deve «versare» il lato oscuro di sé nell’atto del creare: il male, insito nella creazione, che, come il suo autore, è peccaminoso e immorale.
L’Incarnazione è il mezzo che Dio utilizzerebbe per trasformare la propria «essenza cattiva».
L’idea della metamorfosi è in linea con quella del superamento dell’illusione dell’esistenza; in certo senso, somiglia al concetto indù di maya, postulando un effimero apparente ed impermanente ed una omnipervadente sostanza divina.

La conclusione non può che essere devastante per lo spirito umano: la pretesa di dominare il creato, asservendolo ad un potere magico è la porta dell’inganno spirituale; principio della superbia e causa
di ogni perverso male morale, del quale non si riesce neppure lontanamente ad intuire l’esistenza.

Stefano Maria Chiari



1) Eliphas Levi, «Dogme et rituel de la haute magie», Paris, G. Baillière, 1856, 2 volumi, T.I., Intr.
2) Da non confondere con i maghi ciarlatani o fattucchieri; si tratta di un «sacerdozio pontificale» di alto livello; una sorta di episcopato «nero», rovesciato, satanico.
3) Da wikipedia
4) Per questo ha ragione il professor Infante a scrivere dell’esoterismo di Newton, dal momento che questi spese di sè la miglior parte proprio dedicandosi alla Grande Opera; tuttavia (da bravo alchimista) non pubblicò nulla; le opere postume (alcuni manoscritti) videro la luce ad opera di Keynes (nel 1936)
5) Confronta (http://www.ips.it/scuola/alchimia/alchi_fr.html)
6) Alcuni simboli alchemici:

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Molta della simbologia alchemica ha anche espliciti riferimenti astrologici.
Leggiamo in wikipedia: «Gli elementi cosmici avevano grande importanza non solo per la loro influenza sui processi alchemici, ma anche per il parallelismo che li legava agli elementi naturali,
in base alla credenza che ‘ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto’.
Tradizionalmente, ognuno dei sette corpi celesti del sistema solare conosciuti dagli antichi era associato ad un determinato metallo. La lista del dominio dei corpi celesti sui metalli è la seguente:
Il Sole governa l’Oro
La Luna è connessa con l’Argento
Mercurio, Mercurio
Venere, Rame
Marte, Ferro
Giove, Stagno
Saturno, Piombo

Sia i metalli che i corpi celesti erano in relazione con l’anatomia umana e le sette viscere dell’uomo.
Nelle illustrazioni dei trattati medievali e di epoca rinascimentale compaiono spesso figure animali e fantastiche. I tre principali stadi attraverso i quali la materia si trasformava, la nigredo, l’albedo e
la rubedo erano rispettivamente simboleggiati dal corvo, dal cigno e dalla fenice.
Quest’ultima, per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri, incarna il principio del ‘nulla si crea e nulla si distrugge’, tema centrale della speculazione alchimistica.
Inoltre, era sempre la fenice a deporre l’uovo cosmico, che a sua volta raffigurava il contenitore in cui era posta la sostanza da trasformare.
Anche il serpente ouroboros, che si mangia la coda, ricorre spesso nelle raffigurazioni delle opere alchemiche, in quanto simbolo della ciclicità del tempo e del ‘Uno in Tutto’ (‘En to Pan’)».

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Uroboro:
«Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell’eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine.
In alcune rappresentazioni il serpente è rappresentato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando
il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro. Pare che il simbolo si ispiri alla forma della Via Lattea, dal momento che in alcuni antichi testi era considerata un enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la Terra». Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Uroboro
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7) Da (http://www.zen-it.com/ermes/studi/Dutriauxit.htm)
8) Da wikipedia.


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