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E poi parliamo di fondamentalismo islamico…
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Grande, indignata mobilitazione di media, partiti e politici in tutto l’Occidente per salvare una iraniana di nome Sakineh Ashtiani dalla lapidazione per adulterio. I media progressisti in prima linea contro l’oscurantismo. Giusto.

Ma nessuna indignata mobilitazione progresista si intravvede per il seguente fatto, avvenuto nella sola democrazia del Medio Oriente, e descritto da Jerusalem Post:

Un cantante di nome Erez Yechiel ha subìto 39 nerbate da un tribunale rabbinico auto-costituitosi. La sua colpa: aver cantato davanti a un pubblico misto di uomini e donne. Il tribunale era composto da rabbini del gruppo Shofar,che si è dato il sacro compito di «riportare gli ebrei alla religione» (hazara betshuva). Il gruppo Shofar si dedica con zelo speciale a combattere gli spettacoli in cui donne e uomini ballano assieme, oppure recitano insieme, o anche solo guardano assieme lo spettacolo.

Rabbi Amnon Yitzhak, il fondatore di Shofar, ha decretato: coloro che inducono altri a peccare (mahtiei rabim) «non hanno parte del mondo a venire». L’organizzazione ha un proprio sito (chiuso il sabato, anzi già da venerdì sera) che ha postato anche un video sull’esecuzione. Vi appare rabbi Ben Zion Mutsafi – il capo del tribunale talmudico autonominatosi – il quale mostra la cinghia, fatta da suo padre – spiega – con pelle di asino e di toro, secondo i sacri dettami. Poi spiega che il condannato è stato legato a un palo di legno, con la faccia a nord («la direzione da cui vengono le inclinazioni cattive», le mani legate con una corda azzurra («il colore della misericordia»). Il colpevole ha dichiarato di accettare la pena «per essere liberato dal mio peccato» e aver così parte del mondo a venire. (‘Sinner’ singer given 39 lashes by rabbis)

Rabbi  Ovadia Yosef
   Rabbi Ovadia Yosef
Altra notizia che non susciterà indignati commenti mediatici: rabbi Ovadia Yosef, fondatore del potente partito religioso Shas, ha detto la sua riguardo ai negoziati diretti che, su pressione di Obama, Israele si appresta a tenere con l’Autorità Palestinese, riferendosi in particolare a Mahmoud Abbas e ai suoi negoziatori: «Tutta questa gente malvagia deve perire da questo mondo... Dio deve colpirli con una peste, loro e tutti questi palestinesi», ha detto il sant’uomo, 89 anni.

In qualunque salotto o talk show, provate a fare il nome di Ahmadinejad, e qualcuno vi ricorderà subito, con la voce soffocata d’indignazione, che Ahmadinejad ha espresso il proposito di cancellare Israele dalla carta geografica, il che non è vero. Qui abbiamo un rabbino molto vicino al governo Netanyahu che auspica la cancellazione dalla vita – ossia il genocidio – di tutti i palestinesi. Si attende indignazione bipartisan. Senza contarci troppo.

Non basta. La setta dei Chabad Lubavitcher ha organizzato pattuglie che controllino la regolarità delle mezuzah, quegli oggetti rituali a forma di astuccio che i pii ebrei affiggono alla porta di casa. Le mezuzah dovrebbero contenere un cartiglio di pergamena con la formula dello Shemà Ysrael. Ebbene, con orrore i pattugliatori Chabad hanno scoperto che, delle 15 mila mezuzah da loro controllate, «solo il 38% erano kosher»: le altre contenevano pezzi di giornale, scatole vuote di plastica, persino croci (spaventevole a dirsi), il che le rendeva impure da baciare, come devono fare i pii ebrei. Ma la pattuglia dei controllori di mezuzah si sono astenuti dal frustare i proprietari con le mezuzah irregolari. Non è colpa loro, infatti. Risulta che a svuotare gli astucci dai sacri cartigli con la preghiera per sostituirli con sacrileghi oggetti, sono comunissimi ladri: una mezuzah media costa sui 150 shekel (30 euro) ma arriva fino a 600 (150 euro) se di lusso: il mercato delle iscrizioni su pergamena – per mezuzah, ma anche per filatterii e rotoli della Torah – vale milioni di shekel. Una Torah in rotolo si vende sui 500 euro, per esempio. Il che spiega un certo mercato nero degli oggetti di devozione, con tanto di pii ricettatori. Ma i Chabad hanno notato con consolazione che almeno il mercato delle false mezuzah, ossia fotocopiate o stampate su carta, è diminuito: un segno che sempre più israeliani ritornano alla religione. (Chabad's Mezuzah Patrol)

Il fenomeno è così travolgente, da allarmare gli israeliani secolarizzati, che si sentono minoranza e si sentono addosso gli occhi dei rabbini e dei guardiani della fede inviati da questi in pattuglia.

«Per esempio, un ebreo non praticante che voglia sposarsi con rito diverso da un matriimonio ebraico ortodosso, deve andare allestero per farlo», dice Jafar Farah, il direttore del centro Mossava, l’associazione che difende i diritti civili degli arabi con cittadinanza israeliana. Farah calcola che il 30% della popolazione d’Israele sta affrontando diversi problemi pratici dovuti alla crescente religiosità della popolazione; i secolarizzati e laici sono visti come non abbastanza ebrei dai più, specie gli immigrati dall’ex URSS per lo più ignari che, se hanno portato in Israele la loro moglie non-ebrea, nè essa nè i figli nati da loro avranno la cittadinanza e dunque il passaporto (i rabbini pretendono il ripudio delle mogli goym); per non parlare degli ebrei etiopici, dai quali il Rabbinato Centrale pretende una formale conversione; e si taccia del 20% di arabi che, benchè dotati della cittadinanza, non hanno parità reale di diritti. A loro è vietato ad esempio, fra l’altro, pronunciare la parola nabka (Catastrofe), la parola con cui si evoca la prima espulsione in massa di palestinesi dai loro villaggi, col terrore, nel 1948.

Lo storico Shalom Boguslavsky, lui stesso emigrato dalla Russia ed ora docente alla Hebrew University di Gerusalemme, segnala con allarme l’evoluzione paranoico-delirante dei gruppi più religiosi, e l’ostilità che manifestano verso la parte secolarizzata della società.

«Vi è unala ultra-ortodossa che chiamerei separatista, che ha superato persino la destra talmudica tradizionale, quella rappresentata dalla dirigenza del movimento dei coloni: questi ultimi credono che gli ebrei israeliani laici avranno un ruolo nel piano divino in quanto saranno lasino su cui cavalcherà il Messia’»...

Bontà loro; ma «lala ultra-ortodossa ha smesso di vedere lo Stato sionista come linizio della redenzione’; convinta che il sionismo abbia esaurito il suo compito, proclama che adesso è venuto il tempo di una rivoluzione di fede’. Seguono le idee di Rabbi Kook, secondo cui la nazione ebraica è una delegazione diretta della divina presenza nel mondo...».

Ne consegue che gli ebrei atei o non-praticanti  non sono più tollerati in quanto asini del Messia, ma incolpati di aver contaminato la divina presenza incarnata da Israele con il loro secolarismo; essi annacquano lo zelo messianico del popolo eletto nel suo complesso. E secondo gli zeloti dell’ultima ora, «fautori di un nazionalismo post-sionista», solo quando «tutta la nazione di Israele è impegnata nella visione messianica i limiti della realtà non hanno più significato», ossia tutti i nemici saranno vinti, perchè YHVH farà trionfare l’ebreo in modo assoluto e totale. Da qui gli sforzi rabbinici di riportare alla fede i tiepidi.

Ma c’è di più, secondo Boguslavsky questi gruppi usano i più moderni mezzi di convinzione di massa per reclutare «quei secolarizzzati che non sono interessati al messianismo teologico, ma si sentono sionisti e tendono a credere che i problemi di Israele nel mondo non siano dovuti alla stupidità politica, ma alla sovversione interna».

C’è dunque un nemico interno da battere, che i fanatici hanno identificato negli universitari aperti, nei media liberal, negli ebrei aperti al dialogo coi palestinesi, tutti visti come «traditori di sinistra», «ebrei che odiano se stessi», ma soprattutto come sabotatori del piano divino.

«Costoro volgono i loro attacchi alle istituzioni della società civile, al sistema giudiziario non ancora completamente identificato con la halacha (la legge ebraica, ndr), e in definitiva contro il pluralismo democratico. Temo molto per le prossime elezioni», conclude lo storico. (The Israeli right’s secret strategy to promote ‘Greater Israel’)

Già. Qualche tempo fa Netanyahu incitò Obama a distruggere le installazioni iraniane con queste parole testuali: «Non vorrai che una setta messianico apocalittica abbia il controllo su bombe atomiche. Quando il credente fanatico dallocchio sbarrato prende le redini del potere e mette le mani su armi di morte di massa, il mondo intero deve preoccuparsi, ed è esattamente questo che sta avvenendo in Iran».

Iran? Sta avvenendo in Israele. (Netanyahu to Obama: Stop Iran—Or I Will)



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