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Programmazione Neuro Linguistica
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Un lettore ci chiede di esprimere un parere in ordine alla programmazione neuro linguistica (PNL), una sorta di nuovo metodo psicoterapeutico, in grado, si dice, di migliorare sensibilmente la vita di coloro che di essa si avvalgono.

Lo slogan che appare su uno dei siti internet di questa corrente di pensiero, recita: «Migliorare il controllo delle emozioni, avere più sicurezza e motivazione. Usare il linguaggio con precisione ed efficacia. Rendere più produttivi i nostri comportamenti e le nostre azioni. Rimuovere paure indesiderate. Aumentare la capacità di comprendere come pensano e decidono le altre persone. Da 35 anni la PNL fornisce idee, strumenti, tecniche e modelli di evoluzione che hanno aiutato e continuano ad aiutare ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo a risolvere problemi e migliorare la loro vita, sia personale che professionale» (1).

O ancora altrove: «Vuoi sentirti più sicuro di te? Vuoi imparare a motivare te stesso e gli altri? Scopri come migliorare la tua comunicazione, motivazione, autostima con le strategie della Programmazione Neuro-Linguistica!... Impara anche tu come entrare in sintonia istantanea con chiunque, come motivare gli altri e te stesso e come aumentare la tua autostima con le migliori strategie per lo sviluppo personale!» (2).

O, in ultimo, in via esemplificativa: «TUTTO QUEL CHE POTETE DESIDERARE nelle discipline più moderne in modo semplice, rapido, efficace!» (3).
Ma di cosa si tratta?

Leggiamo da Wikipedia: «La Programmazione Neuro Linguistica è un sistema di sviluppo personale sviluppato nei primi anni ‘70 da Richard Bandler e dal linguista John Grinder, con il contributo di Gregory Bateson (e con la collaborazione di un gruppo di studiosi che comprendeva David Gordon, Robert Dilts, Leslie Cameron Bandler e Judith De Lozier). Si tratta di una metafora di lettura della realtà che costituisce un modello non solo analitico, ma anche operativo, ovvero che facilita il cambiamento, e che utilizza un insieme di strumenti costituito da un insieme di tecniche, assiomi e postulati (frutto anche dell’integrazione tra psicologia, linguistica, cibernetica e teoria dei sistemi) relativi alla comunicazione, alla percezione umana e all’esperienza soggettiva. L’idea centrale della PNL è che i pensieri, i gesti e le parole dell’individuo interagiscono al fine di creare la percezione del mondo. Modificando la propria visione (detta mappa del mondo, ovvero sistema di credenze relativo a ciò che è la realtà esterna e a ciò che è la realtà interna), la persona può migliorare le proprie attitudini e le proprie azioni. La percezione del mondo e la risposta ad esso possono essere modificate attraverso l’applicazione di alcune tecniche. La PNL insegna che una persona può sviluppare abitudini/reazioni di successo amplificando i comportamenti facilitanti e diminuendo quelli indesiderati. Il cambiamento può avvenire riproducendo con attenzione comportamenti e credenze delle persone di successo (modellamento). La PNL asserisce anche che le persone possiedono in sé tutte le risorse per avere successo». […]

«Il nome fu scelto dai creatori della disciplina per sintetizzare queste componenti: Neuro: ogni comportamento umano è fatto di processi neurologici. Il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso (vista, tatto, udito, olfatto e gusto) e li rielabora come percezioni e rappresentazioni. Linguistica: i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio. Le parole sono ponti che collegano le rappresentazioni interne del mondo con quel che accade nell’esperienza. Il linguaggio è l’espressione individuale della nostra percezione soggettiva. Programmazione: le modalità umane di comportamento sono diverse e si fondano sulla percezione e sull’esperienza individuali. C’è una gamma predefinita di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo inconsapevole ed automatico.
Ed al successivo ‘modellamento’ su noi stessi di esse, per raggiungere il medesimo […]
Oltre alle risorse esterne che si ottengono con il modellamento di altre persone che hanno già raggiunto l’obiettivo che ci sta a cuore, esistono anche alcune risorse interne che già possediamo ed abbiamo utilizzato con buoni risultati in passato di fronte a determinate situazioni».

«I presupposti base di tale metodologia psicoterapeutica sono:
1) Ogni comportamento è comunicazione, ovvero non si può non comunicare
2) La mappa non è il territorio
3) Il buon comunicatore è responsabile al 100% dei risultati che ottiene o che non ottiene
4) Le rappresentazioni fornite dai sensi sono la base dell’esperienza soggettiva
5) E’ possibile individuare le ragioni del successo o dell’insuccesso di una strategia comportamentale
6) Se c’è una persona capace di fare una cosa, se ne può studiare la strategia ed insegnarla ad altre persone
7) Il significato della comunicazione è il risultato che si ottiene. Non è mai giusta o sbagliata, ma efficace o non efficace in relazione all’obiettivo che ci si pone
8) L’eccellenza è limitata dalla nostra percezione di ciò che è possibile e di ciò che non lo è
9) L’esperienza soggettiva ha una struttura che è possibile analizzare
10) Il comportamento fornisce informazioni su quel che sta accadendo all’interno della persona
11) Se qualcosa accade in una parte del sistema (cibernetico/umano), influenzerà tutte le altre parti
del sistema
12) La flessibilità, intesa come capacità di adattare il comportamento per ottenere il risultato voluto, è una delle doti più preziose degli individui e delle organizzazioni
13) L’esperienza interna (immagini/ricordi) produce sul cervello gli stessi effetti di un’esperienza realmente vissuta». […]

«Gli esseri umani possiedono le risorse di cui hanno bisogno. Talvolta non le hanno sviluppate o non le hanno ancora esplorate, ma sta a loro dire cosa funziona e cosa invece non funziona per raggiungere i loro obiettivi. Se si osserva il linguaggio del corpo e se si ascoltano con attenzione le parole, si può comprendere qual’ è il problema, qual è il sintomo, in quali modi si manifesta e come può essere affrontato. Un programmatore (operatore di PNL) competente usa le sue abilità per aiutare la persona ad esplorare la sua mappa del mondo (percezioni e convinzioni). Le domande hanno l’obiettivo di aumentare le possibilità di pensiero e di azione della persona e lavorano sulla visione del mondo che c’è, senza mai suggerire o sovrapporre quella del programmatore. La programmazione neuro linguistica, infatti, insegna a comunicare con l’altro in modo efficace, accogliendo e rispettando la sua visione del mondo» (4).

I presupposti filosofici sui quali si fondano tali convinzioni hanno radice nel pragmatismo americano: già dall’etimo possiamo intuire di cosa si tratti.
E’ una corrente di pensiero che sostiene una stretta correlazione tra verità ed esperienza, verità ed attività dell’uomo sull’ambiente; elementi che interagendo tra di loro danno vita all’impressione ed alla percezione della verità sul mondo stesso.
L’uomo non resta spettatore, ma protagonista del mondo che lo circonda, non vi sono limiti o paletti alla ricerca se non quelli della conversazione - nessun limite generale imposto dalla natura degli oggetti, o della mente, o del linguaggio, ma solo quei limiti particolari che sorgono nella discussione.

Il rischio di questa prospettiva è quella di centralizzare troppo il discorso sulla «persona», relativizzando ogni altro concetto di vero e di bene, cedendo quasi all’ideologia personalista ed in ultima analisi materialista.
Che possa apportare aiuti ed utilità a coloro che abbiano bisogno di sostegno e fiducia, può anche darsi, ma attenzione a non idolatrare una pratica che comunque espone il fianco all’emulazione disordinata (se non all’invidia del «modello» prescelto) ed all’idolatria del successo volgarmente inteso in ogni settore della vita.

Il cristianesimo insegna ben altro: mortificare quello che appartiene alla carne, cercare il Regno di Dio, prima di tutto, il resto è promesso in aggiunta; morire al mondo, crocifiggere quello che sembra buono e giusto, per cercare ciò che in apparenza è stolto e storto agli occhi dell’uomo.
In pratica, si tratta di comprendere la qualità ed il valore delle cose, a prescindere dalla loro mera apparenza formale.

La PNL invece sembra suggerire comunque un ideale di vita, volto necessariamente a perseguire il benessere come una sorta di affermazione di sé, una specie di egocentrismo, mascherato da amore per il bene della propria persona.
Sappiamo che tale via conduce all’abisso, se non è temperata dalla virtù cristiana dell’abnegazione e del sacrificio.
Che posto c’è, poi, in tutto questo, per una visione trascendente?
Resta davvero poco spazio.

Chi scrive è convinto che la PNL, come la maggior parte dei metodi psicoterapeutici, sia soltanto un palliativo e che molto di più valga l’adesione a Cristo, unico rimedio capace di guarire in profondità l’anima ed il cuore nonché la mente.
Una vita di preghiera e di silenzi meditati, vale molto di più di centinaia di sedute psicoanalitiche o quant’altro.

Stefano Maria Chiari



1) Da www.pnl.info/
2) Da www.autostima.net/raccomanda/programmazione-neuro-linguistica/
3) Da www.neurolinguistic.com/
4) Da http://it.wikipedia.org/wiki/Programmazione_neuro_linguistica


 

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