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L’amore per la verità
Edizioni EFFEDIEFFE
Pubblichiamo oggi due testi integralmente tomisti: una Somma Teologica resa accessibile a tutti dalla competenza del padre Fanfani o. p., e unitamente avviamo la ristampa integrale della monumentale opera dogmatica del p. Monsabré o. p.
I nostri Maestri
Edizioni EFFEDIEFFE
Il pensiero da cui nasce questa collana scaturisce dal desiderio sempre più diffuso del pubblico di dotarsi di testi e manuali di teologia e filosofia, sicuri e ben fatti.
Demonio e Santità
Edizioni EFFEDIEFFE
La lettura del Compendio di Vaquié è suggerita per chiunque voglia formarsi una idea chiara, intelligente e coraggiosa delle forze che dominano questo mondo. In aggiunta, Effedieffe pubblica oggi un vero testo su San Francesco d’Assisi, storicamente e teologicamente attendibile.
Massoneria contro Dogma
Edizioni EFFEDIEFFE
Prosegue la pubblicazione dell'opera omnia di Léon de Poncins, con il suo specifico testo contro la Frammassoneria. Lo abbiamo tradotto ed oggi è disponibile per i lettori italiani. La seconda uscita riguarda una conclusione: il 3° volume del Manuale di Dogmatica di Bernard Bartamann, che attaverso il grande tema dei Sacramenti e della Escatologia trova la sua migliore conclusione.
La Chiesa romana e la Filosofia
Edizioni EFFEDIEFFE
Completiamo oggi, con la pubblicazione del II° volume, la grande opera storica di Cretineaux-Joly sulla rivoluzione. Al contempo iniziamo la pubblicazione del celebre corso di filosofia, scritto nel 1952, del p. Berghin-Rosè M. C., che non mancherà di aiutare molto il lettore nel suo studio del vero.
Dio e gli Angeli
Edizioni EFFEDIEFFE
Dio conosciuto in sé stesso non distrugge in alcun modo l’inclinazione verso la bontà creata, ma, al contrario, la eleva. Oggi pertanto presentiamo due testi tradizionali, uno dei quali dedicato interamente al mistero di Dio, l'altro dedicato interamente agli Angeli, i quali riflettono, come uno specchio perfetto, la gloria del Dio invisibile.
La fede conosciuta e vissuta
Edizioni EFFEDIEFFE
Con le chiare spiegazioni in campo apologetico del rev. don Curzio Nitoglia e con le precisazioni in campo teologico di Ad. Tanquerey, si evita ogni pericolo di panteismo e di modernismo, e si può capire in che senso l’uomo possa conoscere la verità e partecipare alla vita divina.

Lettera a mia figlia
Gentilissima redazione,

Domenica 13 u.s. si è tenuto a Terni, presso il museo diocesano, un incontro, organizzato dalla locale sezione della Manif pour tous, dal titolo «Si potrà ancora dire mamma e papà?». L’argomento era quell’obbrobrio giuridico che è il ddl c.d. “Scalfarotto” e, più in generale, l’attacco all’istituzione familiare portato sia dal punto di vista legislativo che da quelli politico ed educativo. Ho recensito, sotto forma di lettera a mia figlia (che ha partecipato con frutto all’incontro), questa conferenza, la sottopongo alla vostra attenzione ed a quella dei lettori di EFFEDIEFFE.


– – – – – – – –

Lettera a mia figlia

«Bea, cosa fai domenica?», è la domanda che generalmente ti rivolgo intorno al giovedì è quella: «Cosa fai domenica? Vabbè, la mattina vieni alla Messa con me, mamma e Cristiano, ma il pomeriggio?». La settimana scorsa, questa domanda non te l’ho fatta perché in realtà l’impegno per te lo avevo trovato io: «... vieni con me ad un convegno della “Manif pour tous”, alle 16:30 al Museo Diocesano di Terni».

Già, ti ho voluto portare perché, nella tua ingenuità di 14enne, non riesci proprio a capire perché io, tanto buono e tollerante, quando accenni al «matrimonio gay» o alla tua amica che vive con due mamme mi inalbero improvvisamente. Perché papà non vuole che due uomini che si vogliono bene possano formare una famiglia? Perché papà si arrabbia quando sente parlare di due donne vogliono adottare un bambino?

Cara Bea, spesso accade le domande più importanti della vita sono talmente semplici da avere già in se le risposte; anche in questo caso è così, e la risposta é: papà. Infatti, la conferenza cui andiamo ad assistere si chiama «Sarà ancora possibile dire mamma e papà?». Ti rendi conto di quanto è terribile questa domanda? Ti rendi conto di qual è il significato implicito, recondito, di questa semplice frase? Ti rendi conto che qualcuno vuole che, quando sarai grande, tuo figlio non potrà chiamare papà tuo marito?

Allora, per farti capire bene, andiamoci insieme a questo convegno, e stai tranquilla se non capirai tutto, quello che non comprendi tienilo a mente e poi chiedilo a me. A papà. Che poi, vedi, più che un convegno sembra quasi una festa tra amici. Vedi quante famiglie intere? Vedi quanti bimbi piccoli? No, stai tranquilla, non disturberanno, primo perché i bambini non disturbano mai – e meno che mai se percorrono l’intera sala sventolando una bandierina e scimmiottando i grandi quando applaudono –,  secondo perché alcuni ragazzi hanno scelto di passare una domenica di servizio allestendo un mini «baby sitting». E pensare che c’è il sole, fuori...

Mettiti seduta Bea, qui accanto a me, anzi prima andiamo a comperare una maglietta, che papà vuole testimoniare il suo pensiero anche con l’abbigliamento: non è più il caso di stare zitti, è venuto il momento di urlare a squarciagola che il mondo che questi pazzi ti stanno preparando è un mondo alla rovescia, in cui bisognerà combattere per affermare la normalità e la voglia di Verità.

Sai, Bea, c’era uno scrittore dell’inizio del 1900, ha un nome un po’ difficile, si chiama Chesterton; era un inglese, e forse questo non deponeva a favore della sua sanità mentale, tanto che entrò in un profondo stato di depressione e si rivolse al mondo degli spiritisti e degli occultisti per trovare quelle risposte che gli attanagliavano il cuore e l’anima. Poi divenne cattolico, e fu talmente contento di diventarlo che poco prima di morire disse di «avere avuto una vita immeritatamente felice». E lo sai che diceva questo tipo? Diceva che «...la grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un dogma... Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate... Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo lerba con uno strano coraggio...» (1). Ecco, piccola Bea, è venuto il momento di combattere. Con coraggio. La strada sarà il fronte. Il nostro cuore l’arma. Luoghi come questo i posti dove ci addestreremo.

Che poi, ma ti sembrano tipi da guerra questi qua? Guarda c’è un medico di Terni, il dottor Alberto Virgolino (2), che ti sta spiegando cose dovrebbero essere lampanti, e cioè che sotto tutti i punti di vista nasciamo «maschi» o «femmine», e che non ci possiamo scegliere il sesso, come non possiamo scegliere se essere umani o cetacei. Ti ricordi, Bea, che papà ti aveva già narrato l’orribile storia che ti sta raccontando ora il dottor Virgolino, quella dei gemelli Reimer? Ma sì, la vicenda di quel bambino (Bruce) che, a causa di un’operazione sbagliata, fu castrato in età precocissimo e che un chirurgo, tale John Money, volle a tutti i costi cercare di trasformare in una bambina, imbottendolo di estrogeni e facendolo vestire come una ragazzina dai genitori, che lo «ribattezzarono» Brenda. Dai che ti ricordi, rammenti come ti dissi che in realtà però Brenda voleva crescere a tutti i costi come un maschio, faceva la pipì in piedi e giocava sempre alla guerra, mentre odiava i trucchi e le bambole? Eppure era stata cresciuta come una femmina, addirittura il dottor Money gli fece incontrare un transessuale per dimostrargli che la sua era una condizione normale, perché si ostinava a comportarsi così? Ricordi che ti dissi che poi Brenda volle tornare ad essere maschio, a chiamarsi David, si fece fare un’operazione per ricostruire il pene, si sottopose ad una mastectomia e volle sposare una donna, con la quale adottò 3 figli? Rammenti poi, piccola Bea, che ti dissi che David di suicidò a 38 anni, con l’anima violentata ed il corpo distrutto da chi pensava e pontificava che il sesso si può scegliere e che per queste idee divenne professore emerito di un’importante università americana? (3)

La telecamera è quella, è con quella che vengono ripresi i relatori... no, non serve per il telegiornale, non andrà sui tg questa conferenza, sono occupati a discutere di quote rose nei consigli di amministrazione di Enel e Poste e dei servizi sociali cui sarà affidato Berlusconi. La telecamera serve per consentire di seguire la conferenza anche a quelli che hanno occupato la sala a fianco, visto che tutti in questa non ci entravamo. Quanti siamo? Beh, penso che un duecento persone ci saranno, il che per Terni rappresenta – penso – un record. Vabbè, dai non mi prendere in considerazione i concerti, pensa che ci sono 200 persone, soprattutto giovani coppie con figli, che stanno qui per informarsi di come evitare che i tuoi figli siano costretti a chiamarti «genitore 1», a festeggiare in segreto la ricorrenza della mamma, a mettere efebi come statuine del presepe (se si farà ancora).

Mi chiedi chi è questo, piccola Bea? Non lo so, aspetto che leggo il cavaliere... si chiama Giacomo Rocchi (4), un Giurista per la Vita... no, non esistono giuristi per la morte o, meglio, non dovrebbero esistere, così come non dovrebbero esistere medici che strappano dalle viscere una vita nascente o farmacisti che ti vendono prodotti per uccidere il bambino che porti in grembo... che poi, tra l’altro, te la vendono come farmaco, ma quella è una sostanza studiata, prodotta, distribuita e venduta esclusivamente per abortire, e allora mi chiedo: ma qual è la malattia che questo farmaco dovrebbe curare? La vita?

Ma non divagare, Bea, ascolta il relatore, è un giudice, anzi un consigliere della Corte di Cassazione, «è uno studiato» (come dicono nelle alti valle del Cadore), lo senti cosa sta dicendo? Ci sta illustrando una legge che, se il Parlamento dovesse approvarla, darebbe il via ad un’inconcepibile limitazione della libertà di espressione... e se è vero che il nome del primo firmatario «Scalfarotto» è quasi comico, in realtà quello che rappresenta è un vero e proprio obbrobrio giuridico, perché agganciandosi ad una norma nata in un preciso periodo storico (che tu fortunatamente non conosci) per fronteggiare un determinato pericolo, vorrà impedirti  di esprimere le tue idee, anche se queste non incitano alla violenza e non sono offensive per nessuno. E vedi dov’è la malafede in questa proposta di legge? Te la fanno passare come una legge contro l’omofobia, senza definire cosa sia l’omofobia, parola composta che – in sostanza – vuol dire «paura dei gay». E chi può non essere contro l’omofobia? Solo che, piccola Bea, in Italia non esiste l’intolleranza contro i gay, tu lo sai che guardi tutti i giorni MTV, che ascolti Tiziano Ferro,  che ti piace tanto Enzo Miccio e che quando ti sintonizzi su Radio Deejay c’è sempre Platinette. E sei piccola per sapere che due Governatori di altrettante Regioni del Sud Italia sono gay dichiarati e conviventi. Ti sembra questo un Paese omofobo ed intollerante?

E poi, Bea, hai ragione: ma se due gay si vogliono sposare e vogliono entrare nelle liste per l’attribuzione di qualche casa popolare, ma ti pare che questo possa costituire un problema? Tanto, aggiungo io, è difficile, anzi sarà quasi impossibile che la ottengono, la casa popolare, perché – a meno che non si inventino strade preferenziali – per tali graduatorie i figli «fanno punteggio» e due gay, sia uomini che donne, per quanto si impegnino, figli non possono farne.

Solo che c’è un problema, ed è che l’approvazione di questa legge è solo il primo step per approvare il matrimonio omossessuale che, a sua volta, costituisce un trampolino di lancio verso la possibilità delle coppie gay di avere bambini. Come, poi, sarà una cosa lasciata alla libera interpretazione del legislatore e delle tecnosofie dalle quali trae sostentamento: adozione, inseminazione eterologa, utero in affitto.. .e poi che ci importa se i bambini che ne nasceranno (rigorosamente belli, sani, alti, senza difetti... di buona qualità, insomma) dovessero chiedere un giorno chi sarà il loro papà e la loro mamma (ovvero, più laicamente, chi saranno i loro «genitore 1» e «genitore 2»)... non avranno mica questa pretesa, vero?

Si, Bea, la battuta non è mia, ma dell’avvocato che sta parlando ora, si chiama Simone Pillon (5), ed è un bresciano che ha la pretesa di spiegarci, in poche parole, da dove viene quell’ideologia che grossolanamente viene definita «teoria del gender». Prima però ci sta illustrando questo libretto che è stato distribuito, all’insaputa dei genitori, anche in alcune scuole materne di Terni (tranquilla, in quella in cui va il tuo fratellino no, papà e mamma hanno controllato subito ed hanno diffidato la dirigenza scolastica dal farlo): si chiama «Qual è il segreto di papà?», e ti spiega che il segreto di papà è il suo nuovo fidanzato Luca, che è per lui che ha lasciato la mamma che nel frattempo si è risposata, e che questa è una situazione bellissima, perché la mamma è felice ed anche papà lo è, perché Luca è un poliziotto, quindi una brava persona, che ti fa fare un giro sulla moto con il lampeggiante… perché gay vuol dire gaio, allegro, e quindi essere gay è bellissimo...

Però è proprio simpatico l’avvocato Pillon, e rende anche gradevole quella lezioncina di filosofia che ci sta facendo; vedi, Bea, la «teoria del gender» viene da lontano, addirittura da Platone ed alla sua teoria della netta divisione tra anima e corpo, che poi è stata ripresa da Cartesio e sviluppata via via da Hegel, Marx ed Engels, fino ad arrivare ai nostri giorni con il femminismo, l’esistenzialismo di Sartre e la teoria della decostruzione di Heidegger, l’indifferentismo femminista ed il «Manifesto  Cyborg» di Donna Haraway… magari quando sei un po’ più grande studiati questo percorso che parte dal padre della filosofia e giunge fino a chi auspica il superamento del sesso per la generazione dei figli... che poi che strano, è proprio Platone ad aver definito «contronatura» l’omosessualità.

Applausi, braccia alzate, domande. Sarei curioso, piccola Bea, di conoscere le tue, di domande, quelle che ti frullano nella mente e che la naturale timidezza dei  tuoi 14 anni non ti fa rivolgere ai relatori. Spero solo che questo incontro, cui ti ho fatto partecipare, ti abbia insegnato che uguaglianza non sempre vuol dire giustizia, e che l’ideologia ha sempre bisogno di leggi speciali che la  impongano, mentre la Verità si leva spontanea dalle bocche dei giusti.

Un bacio.

Papà.

– – – – – – – –


Ringraziandovi per l’immenso lavoro che fate (“una casa senza libri è come una fortezza senza mura”, diceva il grande De Fina) e vi auguro una Santa Pasqua di resurrezione.

Fabrizio Biondini





1) G. K. Chesterton Heretics, 195
2) Alberto dott. Virgolino, ginecologo, presidente del Movimento per la Vita-sezione di Terni
3) John Money (1921-2006), professore emerito di Psicologia Medica e Pediatria presso il John Hopkins University. Le sue ricerche gli hanno valso, tra gli altri, un riconoscimento da parte del National Institute of Child Healt and Human Development. Da esponente di punta del movimento pedofilo americano, disse che “se dovessi incontrare li caso di un ragazzo di 10 o 12 anni fortemente attratto da un uomo sui 20 o 30 anni, e la relazione fosse assolutamente reciproca, il legame completamente e autenticamente reciproco, non lo definirei assolutamente patologico”. (Per approfondimenti)
4) Giacomo Rocchi, giudice, consigliere della Corte di Cassazione,  membro del Giuristi per la Vita.
5) Simone Pillon, avvocato, consigliere del Forum delle Associazioni Familiari e membro della commissione nazionale adozioni internazionali.




 
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