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Lo squalo Carlyle divora ancora
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La crisi finanziaria è un’immane crisi del debito e del credito: nessuno compra più le obbligazioni emesse dalle banche e dalle imprese, e i prestiti di denaro per fidi e mutui sono ridotti a un rigagnolo, o rincarati.

Ma c’è qualcuno che sfida il trend: il gruppo Carlyle (il fondo privato di Bush padre & amici suoi, fra cui c’erano i Bin Laden) ha lanciato una emissione da mezzo miliardo di dollari - di obbligazioni «garantite» da prestiti, cosa quasi incredibile in questo momento di generale insolvenza dei debitori - e lo fa allo scopo di comprare, coi soldi che riuscirà a raccogliere, «i debiti ad alto rischio e (perciò) ad alto rendimento che le banche (rovinate) stanno cedendo a prezzi scontati»: lo dice Bloomberg, l’agenzia finanziaria del sindaco di New York. E’ dunque una pura operazione, estrema, di rapina speculativa.

Carlyle compra all’ingrosso debiti di insolventi potenziali e reali, con uno sconto del 40%, perchè sa che fra quel mare di insolventi c’è sempre una buona parte che paga i suoi debiti. L’obbligazione di Carlyle, in sigla CLO (Collateralized Loan Obligation) è emessa con l’assistenza della Deutsche Bank, a cui non basta di essersi rovinata comprando a man bassa obbligazioni sub-prime americane; continua a seguire il «modello USA», anche sull’orlo del precipizio (1).

Come il giocatore rovinato alla roulette, aumenta le puntate sperando di rifarsi delle perdite. Carlyle non è la sola a comprare a prezzi stracciati il debito delle banche in stato pre-fallimentare.

In quest’operazione, simile a quella degli avvoltoi che si buttano sulle carcasse, è stata  preceduta dalla JP Morgan Chase, che ha emesso poche settimane fa un CLO per 450 milioni (la Carlyle per 500 milioni), ed anche dal Blackstone ed Apollon.

Questi fondi privati, private equity firm, «stanno emergendo come compratori in un momento in cui le altre istituzioni finanziarie, come Goldman Sachs e Citigroup, sono disposte a vendere i loro prestiti per 63 centesimi a dollaro (di valore facciale)», scrive Bloomberg. Eppure anche Carlyle è stata arpionata nella crisi dei subprime, e sta perdendo sangue.

A marzo il suo fondo d’investimento speculativo Carlyle Capital, specializzato nei mutui ipotecari, ha ricevuito un avviso  di default per non essere riuscito a reintegrare i margini di garanzia sui suoi derivati. Tanto che la capogruppo Carlyle ha dovuto correre in soccorso con 150 milioni di dollari.

Il fondo della Carlyle, che ha attivi in portafoglio per (teorici) 27 miliardi di dollari, non è riuscito a far fronte ai suoi impegni per 150 milioni. Ora la capogrupo chiede denaro per 500 milioni. E’ il capitalismo terminale che addenta se stesso. Nel gioco ad alto rischio della «controtendenza».

Ma il supergestore della Carlyle, David Rubenstein, è sicuro del fatto suo: i compratori dei suoi titolo accorreranno a frotte. L’obbligazione CLO è del tipo stesso che ha provocato la crisi della super-finanza USA: confeziona prestiti in pacchetti in porzioni variabili di rischio, e li spaccia alla clientela. Le emissioni di tali prodotti (tossici) si sono ridotte praticamente a nulla, dopo lo scoppio della bolla sub-prime.

Nel primo quarto del 2007, le ditte finanziarie avevano emesso CDO (Collateralized Debt Obligation, categoria in cui entra  il CLO) per 165 miliardi di dollari; nel primo quarto del 2008, le emissioni sono scede a 16,7 miliardi (di cui i CLO rappresentano 13,4 miliardi), un calo del 90%. Uno Stato serio e una Banca Centrale seria dovrebbero semplicemente vietare queste emissioni. Invece, gli speculatori continuano a crederci.

«Il mercato dei CLO non è morto, è solo dormiente», assicura Vishwanath Tirupattur (un tamil «avanzato»), analista della Morgan Stanley.

Naturalmente, possono fare operazioni del genere, in un simile momento, «solo gestori con grande esperienza e accesso al capitale». Le banche in agonia hanno ridotto i loro arretrati sui «prestiti leveraged» (di fatto debiti pagati con debiti) dai 245 miliardi di dollari a luglio 2007, agli attuali 95 miliardi. La stessa Deutsche Bank ha sbolognato con grande sconto 5 miliardi di dollari di questa roba (miliardi, non milioni). Citigroup, che ha i due piedi nella fossa, ha sbolognato 8 miliardi di queste confezioni. E chi li compra sono speculatori che hanno «accesso al capitale»: più precisamente, che s’indebitano per comprarli.

La battaglia degli squali continua, anche se il livello dell’acqua nell’acquario si è parecchio abbassato. Evidentemente, c’è ancora chi fa credito a queste operazioni, anche se ha cessato di far credito ai proprietari di case gravate da mutuo.

Eppure, se le banche facessero uno sconto non del 40%, ma del 20% ai piccoli debitori col mutuo, questi potrebbero «servire» il debito e tutta la situazione si risanerebbe. No. Preferiscono fare uno sconto del 40% alle Carlyle.
Qui, le metafore animali finora usate - squali, avvoltoi - devono cedere il passo a un’altra: quella dello scoprione e della rana.

Lo scorpione doveva attraversare uno stagno e chiese alla rana che lo portasse all’altra riva sulle spalle.
«No», disse la rana, «perchè tu mi pungeresti».
«Credi che sia così cretino? Pungerti mentre nuoti con me sulle spalle? Sarebbe contro il mio stesso interesse».

A poco a poco, la rana si fa convincere da questa teoria di Adam Smith applicata alla favola.
Prende lo scoprione sulla schiena e si butta in acqua.
A metà dello stagno, sente un forte dolore: lo scorpione l’ha punta.

«Ma perchè?», esala la rana: «Ora io morirò, ma anche tu affogherai. Perchè?».
E lo scorpione: «Non posso farci niente. E’ la mia natura».




1) Pierre Paulden, «Carlyle, Deutsche Bank Seek to Raise $500 Million CLO», Bloomberg, 21 aprile 2008. The CLO will consist of $383 million of bonds with the highest ratings and $52.5 million of low-rated bonds, the people said. Carlyle will hold the $64.5 million so-called equity portion, which receives income once interest payments on the bonds have been made. JPMorgan arranged Carlyle Credit Partners Financing last month, according to a prospectus. The CLO consists of $332 million of bonds with the highest credit ratings that will pay interest of 0.85 percent more than the three-month London interbank offer rate. The JPMorgan CLO, «enables us to buy senior secured bank loans at attractive prices», Michael Zupon, head of Carlyle’s U.S. leveraged finance team said today in a statement announcing the close of the $450 million fund. Carlyle manages $10.3 billion in leveraged finance assets globally. The bonds were sold at 97.13 cents on the dollar according to the prospectus. JPMorgan sold shares in the $58 million riskiest portion at 66.6 cents on the dollar».


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