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Al Qaeda scagiona Israele sull’11 settembre!
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E’ una registrazione audio di due ore. In essa, Al Zawahiri, noto alla grande stampa come «il vice di bin Laden», accusa l’Iran di screditare la rete sunnita di Al Qaeda... diffondendo la teoria complottista secondo cui Israele (e non bin Laden) sarebbe dietro il mega-attentato dell’11 settembre (1). Al-Zawahiri-solo-audio accusa Al Manar, la TV di Hezbollah in Libano, di diffondere la voce calunniosa contro Israele.

«Lo scopo di questa menzogna è chiaro», tuona il cosiddetto numero due di Al Qaeda, «insinuare che non ci sono eroi fra i sunniti, capaci di colpire l’America come nessun altro è riuscito a fare nella storia. I media iraniani hanno ripreso questa menzogna e l’hanno ripetuta». Ahmadinejad ha infatti espresso dubbi, nei giorni scorsi, sui lati oscuri dell’attentato alla Twin Towers e al Pentagono.

«La mira dell’Iran è parimenti chiara: coprire il suo coinvolgimento con l’America nell’invadere le patrie dei musulmani in Afghanistan ed Iraq», ha aggiunto il Numero Due.

Effettivamente Teheran non era amica dei Talebani, e non s’è affatto dispiaciuta che gli USA abbiano fatto fuori il regime di Saddam Hussein. Il presunto Al Zawahiri, insinuando che l’Iran collabora con gli occupanti, fa del suo meglio per eccitare l’odio sunnita contro gli sciiti (Hezbollah e Iran), esattamente come auspicato dalla rivista ebraica «Kivunim» (organo ufficiale dell’Organizzazione Sionista mondiale) fin dal 1982 (2).

Il numero due di Al Qaeda ha aggiunto che lo scopo di «al Qaeda in Iraq», da lui rinominata per l’occasione «lo Stato islamico in Iraq», è «la forza primaria che si oppone ai crociati e alle ambizioni iraniane» sull’Iraq stesso. E pensare che era il generale Petraeus, coi suoi marines, a credersi la forza solitaria che contrasta le ambizioni iraniane sull’Iraq. Ora ha un alleato.

L’audio di due ore è una serie di risposte a domande che sono state postate, dice la Associated Press, su «siti islamici militanti» (mai che siano più precisi, su questi siti) per bin Laden. Al Zawahiri chiacchiera un po’ su tutto, anche sul riscaldamento globale, che secondo lui dimostra «quanto avido e brutale sia il crociato occidentale, con l’America alla guida», e il cui effetto sarebbe di «rendere il mondo simpatizzante per il jihad».

Alla domanda se ci sono donne in Al Qaeda, il Due ha risposto: «No. Le donne dei mujaheddin hanno il ruolo eroico di curare le case e i figli». Ha risposto anche che un musulmano non deve abitare in permanenza in terre di «Crociati», «per non soggiacere alla legge degli infedeli».

Alla domanda: se Al Qaeda non ha altri piani per attentati in Paesi occidentali che hanno partecipato all’invasione dell’Iraq (effettivamente, dopo l’11 settembre il gruppo terrorista non ha fatto più nulla di clamoroso, a parte qualche strage di sciiti in Iraq, e i militanti islamici stanno perdendo la fede) Al Zawahiri: «La mia risposta è sì! Ogni Paese che s’è unito all’aggressione contro i musulmani deve essere dissuaso».

Anche il Giappone?, ha chiesto qualcuno (la domanda veniva dall’agenzia Kyodo, secondo il terrorista). «Il Giappone ha dato aiuto sotto la bandiera della coalizione crociata, ha partecipato alla crociata contro la terra dell’Islam», ha risposto Due. Eccetera eccetera. Un vero e proprio question-time all’americana.

Va notato che, stavolta, la minacciosa registrazione non esce dalla pregiata ditta Rita Katz, fertile scopritrice di messaggi qaedici che sfuggono alla CIA e alle altre 16 agenzie d’intelligence USA. Questa porta il logo di Al-Shahab, «il braccio ufficiale di Al Qaeda per i media», come assicura Associated Press.

Al-Shahab è stato affidato (da bin Laden?) alle competenti cure di Abu Suhayb Al-Amriki, noto anche come Adam Gadahn, e popolarmente detto, nel mileiu terrorista, «Azzam l’Americano»: il quale altri non è che Adam Pearlman, un giovanotto statunitense, nipote di un celebre urologo ebreo di Orange County California, il defunto Carl Pearlman (3). Costui era un direttore della Anti-Defamation League.

Il padre, Phil Pearlman, pare essersi convertito a qualche cristianesimo americano. Il nipote, dopo varie peripezie e un passato di anti-islamico fanatico, si è convertito all’Islam ed è subito stato arruolato da «Al Qaeda» come traduttore dei video di bin Laden prima, e come produttore-regista-doppiatore di Al-Shahab e Al-Zawahiri oggi.

Questa è la versione ufficiale. L’FBI lo ricerca, ma - come al solito - senza successo.




1) Maggie Michael, «Al-Qaida No. 2 says 9/11 theory propagated by Iran». Associated Press, 22 aprile 2008. As he often does in his messages, al-Zawahri denounced the «Crusader invasion» of Iraq, but in Tuesday’s tape he paired it with a mention of «Iranian complicity» or «Iranian agents». Esattamente I sospetti del generale Petraeus. Del resto, Ayman Al-Zawahiri, in altri tempi, ha combattuto in Bosnia coi soldi della CIA. E suo figlio in Kossovo, sempre per lo stesso datore di lavoro.
2) Oded Yinon, «A Strategy for Israel in the nineteen eighties», Kivunim,  febbraio 1982. L’autore, Oded Yinon, è un uomo dei servizi israeliani. Nell’articolo promuove l’idea di smembrare ogni Stato musulmano - a cominciare dall’Iraq - aizzandone le minoranze etnico-religiose (kurdi e sciiti in Iraq, da incitare contro i sunniti). Fu l’israeliano Israel Shahak a rendere noto in Occidente, e a tradurre in inglese dall’originale ebraico, questo articolo importantissimo, in quanto prefigurava con esattezza
la linea poi seguita dall’occupazione americana (e da «al Qaeda in Iraq»). La traduzione di Shahak si può leggere qui:    http://cosmos.ucc.ie/cs1064/jabowen/IPSC/articles/article0005345.html.
3) Si può vedere la scheda segnaletica da ricercato («Most wanted») del Pearlman alias Azzam Al-Amriki sul sito dell’FBI: http://www.fbi.gov/wanted/terrorists/gadahn_a.htm. C’è una taglia di 1 milione di dollari per chi lo trova. Ma non lo trova mai nessuno.


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