>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Un velenoso triangolo: il liberalismo, la libertà inquinata, la giustizia servile
Stampa
  Text size
Qualunque fautore della maldicenza giornalistica, intesa come strumento della giustizia, dovrebbe rammentare che l’astratto codice della comunicazione, oggi condiviso dalla maggioranza dei pubblicisti, ha lontana origine dall’agnosticismo illuminato dell’inglese John Locke, un filosofo che contemplava la tolleranza di tutte le religioni eccetto la cattolica.

Il moralismo su carta stampata discende dalla libertà liberale, una virtù inglese, inquinata dall’ipocrisia, dalla furfanteria e dall’avversione al Cattolicesimo. Convinto sostenitore d’un regno dedito alla pirateria, iniziato ai misteri dell’usura e favorevole allo sfruttamento delle classi inferiori, Locke elevò a rispettabile sistema filosofico la consolidata alleanza della libertà  inglese con la feroce persecuzione dei cattolici.

Flagello dei prepotenti
e fonte di una dottrina sociale che condannava risolutamente l’errore dei protestanti e le imprese degli usurai e degli sfruttatori, la Chiesa cattolica costituiva, infatti, un ostacolo all’immoralità promossa dalla mitologia liberale intorno alla mano magica del piratesco mercato (inglese). Di qui il sistema della disinformazione, sistema fondato sulla libertà concessa specialmente ai pensieri e alle chiacchiere rivolte contro il grande nemico cattolico. Come dichiarerà un devoto discepolo dei filosofi inglesi, Voltaire, alla libertà è assegnato il compito di abbattere l’odiata Chiesa cattolica: écrasez linfame.

La politica conforme ai princìpi della libertà liberale approva, senza difficoltà, il funzionamento del tritacarne laicista altrimenti detto ghigliottina mediatica, attivato da scrittori cialtroni e giornalisti cannibali, megafoni impegnati a diffondere, in luogo di idee e notizie vere, filosofemi, leggende nere, pettegolezzi e gratuite offese alla dignità dell’istituzione, che ostacola l’attività del potere finanziario e contesta il pensiero del salotto buono. La non scritta legge degli informatori-diffamatori di scuola liberale & illuminista esclude solamente la pubblicazione delle notizie che potrebbero ledere l’onorabilità di persone al lavoro intorno alle macchine dell’empietà, dell’usura, della corruzione e del parassitismo.

Il ventre del liberalismo nutre il feto di un KGB soffice, elegante e rispettabile. Associato alla giustizia invocata dai poteri forti e dalla canaglia, il giornalismo di stampo liberal-giustizialista infligge la morte civile ai nemici del popolo.  Ai giornalisti allineati la legge liberale non vieta nemmeno la diffusione di notizie furtivamente estratte dai fascicoli della magistratura, dagli archivi di Stato secretati o addirittura da lettere e documenti sottratti dalla scrivania del Papa.

È evidente che il giornalismo sguinzagliato, intende deprimere e disarmare i moderati, ossia le persone normalmente refrattarie alle sentenze e ai sofismi applauditi dal vasto pubblico dei fannulloni politicanti, dei sapienti da bar, dei pensatori da trivio e delle calzettaie gongolanti al cospetto della ghigliottina ideale e perpetua. Nel cuore segreto della libertà liberale pulsa una feroce intenzione persecutoria. Nel sapiente dosaggio delle notizie sulla pedofilia, ad esempio. Statistiche inoppugnabili testimoniano che il disgraziato vizio è praticato in tutti gli ambienti religiosi e/o laici, secondo una graduatoria che pone l’ambiente cattolico all’ultimo posto. Se non che i media di scuola liberale capovolgono la verità descrivendo la pedofilia come un male prevalentemente o addirittura esclusivamente cattolico.

Un altro inquietante segnale è l’offensiva della stampa contro gli inalienabili diritti della persona umana. Dai pulpiti del giornalismo liberale predicatori obituari capovolgono l’elementare concetto di umanità e accusano di immoralità i medici e gli infermieri che rifiutano di eseguire l’infame pratica dell’aborto. Travestito da sacrosanta indignazione, lo scandalismo è infine un’arma rivolta dai media contro la onorabilità delle persone non allineate.

Ad esempio: la Polizia di Stato intercetta la conversazione telefonica di un uomo politico sgradito, il quale vanta la relazione in corso con la moglie di un ignaro galantuomo. È chiaro che la (illecita) diffusione a mezzo stampa di una tale chiacchiera devasta l’incolpevole marito di colei che è oggetto della vanteria mentre ferisce l’autorità dell’intercettato. Per diffamare l’avversario politico in qualche modo colpevole di condivisione dei princìpi cattolici (la sacralità della vita di Eluana Englaro, ad esempio) si getta fango su cittadini estranei e del tutto incolpevoli.

La sacra libertà di stampa tollera che l’innocente sia offeso ed esposto alla laida risata dei lettori di massa, per effetto di indiscrezioni diffuse da funzionari statali, che dovrebbero tutelare l’onorabilità di tutti. L’indagine poliziesca indirizzata alla ricerca del falso da dare i pasto alla pubblicistica, oltre che demenziale è delittuosa. Delittuosa è specialmente l’idea di una libertà funzionante a corrente alternata: clemente con il potere amico, feroce con gli oppositori. È lecito definire anarco-giustizialisti i magistrati liberali che, in violazione del segreto istruttorio, comunicano alle redazione dei giornali amici notizie propalate da vanesi in cerca di visibilità?

Si pongono quindi le seguenti domande: i magistrati laici e di scuola liberale, oltre che di sentimento giustizialista conoscono e rispettano il confine che separa l’indagine dalla raccolta di pettegolezzi e squallide vanterie? Sanno la differenza che corre tra la sete di giustizia e il furore dei potenti di turno? Conoscono la storia degli orrori commessi dal servilismo giudicante? Rammentano lo svolgimento grottesco del bestiale processo che si concluse con l’omicidio sacrificale di San Tommaso Moro? Sanno che Enrico VIII fu il vero precursore della giustizia liberale a senso unico? Hanno coscienza della bestialità dei tribunali che hanno assassinato per il bene della rivoluzione Luigi XVI e Imre Nagy? Hanno ricevuto la surreale notizia dell’olocausto giustizialista dei kulaki? Conoscono le curiose storie dei tre innocenti portatori di barba alla Terruzzi, fucilati nella primavera del 1945, a seguito di sentenze di tribunali rivoluzionari che non ignoravano la tranquilla residenza del vero Terruzzi in Argentina? È irricevibile la proposta di consigliare ai giudici la frequentazione di un corso di storia degli orrori causati dal giustizialismo deragliante? È sovversiva, infine, la richiesta di rivedere i canoni della libertà liberale?

Piero Vassallo



L'associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE, diffida dal copiare su altri siti, blog, forum e mailing list i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright.   


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità