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Come salvare le teste di pietra?
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«Egregio Direttore, vorrei sapere: cosa ne pensa del complotto plutocratico per far fuori Bossi, che invece coraggiosamente ha giurato che continuerà a lottare fino alla liberazione della Padania?
Max R».



Flebilmente, voglio sperare che questa mail sia uno scherzo, una battuta umoristica. Altrimenti, per me è il momento di gettar via la penna: tutto inutile. Meglio andare a passeggiare, viaggiare, leggere per piacere invece che per dovere. Da dove viene questo lettore, dopo anni che cerco di spiegare la complessità delle cose? Come mai vuole – proprio da me la – conferma della microscopica convinzione che ha messo nella sua testa di pietra?

Non lo scuotono i ragionamenti, e nemmeno i fatti: ossia che proprio Bossi ha fatto il complotto contro il suo partito e i suoi elettori, usando i loro voti per far campare come signorini viziati i suoi figli fannulloni e corrotti, ingrassare la sua furba moglie e il suo cerchio magico di adulatori e profittatori: qualcosa di simile alla corte ottomana in sedicesimo, altro che «nordismo».

Non scuote costui il fatto che la Lega abbia perso, anzi stia per scomparire, per il semplice fatto che non ha attuato la politica che proclamava. D’altra parte, la fede del lettore (quanti ce ne sono come lui?) induce a riflessioni tristi sull’uomo-massa contemporaneo, ermeticamente chiuso alla realtà e alla comprensione, patologicamente diffidente e pronto a vedere complotti dovunque, eppure apertissimo a qualunque illusionismo ideologico, anche deteriore.

Mi vien da pensare che se questo lettore avesse in Gesù Cristo un decimo della fede che ha in Umberto Bossi, sarebbe un santo, farebbe miracoli e salverebbe l’anima sua nella felicità eterna. Pensate da questo come viene sprecata, oggigiorno, la fede. Aveva ragione Chesterton: da quando ha smesso di credere in Dio, l’uomo d’oggi non è che non creda più in nulla; al contrario, crede in qualunque cosa.

Perchè continuare a faticare per illuminare i fatti e la complessità del reale? Ogni giorno di più apprezzo la saggezza e la carità della Chiesa di un tempo, quando ridusse il Catechismo cattolico in formule a domanda e risposta da imparare a memoria. «Chi è Dio? Risposta: Dio è l’essere perfettissimo creatore del cielo e della terra». «Dov’è Dio? Risposta: Dio è in cielo in terra e in ogni luogo», eccetera. Un tempo ciò mi pareva segno di una fede infantile. Ora vedo che la Chiesa, nella sua infinita carità, vuol salvare anche le teste di sasso impenetrabili alle finezze e alle sfumature della ragione, e si preoccupa di ficcar in quelle pietre alcuni fermi paletti, alcune semplici certezze, per il bene delle loro anime semplici; non faceva appello al pensiero (inesistente), ma alla fede e alla tecnica mnemonica.

Purtroppo, devo parlare al passato: la Chiesa «si preoccupava». Poi ha voluto «andare incontro all’uomo moderno», lo ha creduto illuministicamente «adulto e pensante», e il neo-catechismo è diventato un volumone di sfumature da teologi, che semina più dubbi che certezze. Le masse hanno perso la fede, si sentono liberate, e invece hanno solo sostituito il vecchio Catechismo con altri, infinitamente più infantili ma molto più maligni.

Tipo quello che pappagalleggia il lettore: «C’è stato un complotto plutocratico per far fuori Bossi, che invece coraggiosamente ha giurato che continuerà a lottare fino alla liberazione della Padania».



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