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Tramonta la superiorità aerea USA?
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Rivelato da foto rubate l’aereo invisibile cinese, J-20. «Scetticismo al Pentagono» titola l’ufficialissima agenzia ANSA: è ufficialissima disinformazione. Più che scetticismo, il sentimento che domina gli ambienti militari-industriali USA è di allarme ed inquietudine.

Il fatto è che alle foto del misterioso caccia (o bombardiere? O entrambi?) cinese J-20, con caratteristiche di furtività che lo rendono un rivale dell'F-22 Raptor di Lockheed Martin (di cui gli USA hanno abbandonato la produzione), si aggiungono numerose cattive notizie arrivate al Pentagono nelle ultime settimane: l’annuncio dello sviluppo del PAK-FA o T-50, un altro caccia invisibile pari al Raptor, che la Russia costruisce con l’India; l’apparizione di una versione avanzata del Sukhoi-35 che sarà operativo già dall’inizio del 2011, e che gli esperti del settore ritengono equivalente ai migliori caccia americani, e soprattutto al costosissimo F-35 o Joint Strike Fighter (JSF), in grave ritardo operativo, che Pentagono e Lockheed Martin vogliono ad ogni costo vendere anche agli alleati (noi) per accollarci le enormi spese. Da ultimo, ma non per importanza, l’imprevista rapidità con cui Pechino sta mettendo in linea il missile Dong Feng 21D, un vettore antinave efficace – la parola è del vice ammiraglio Jack Dorsett – che «è in grado di colpire un bersaglio che sta manovrando», insomma di mettere fine alla superiorità degli USA nel Pacifico, dovuta alle portaerei e alle loro squadre protettive.

«Abbiamo sottovalutato il tempo in cui loro (i cinesi) avrebbero avuto la competenza e capacità di mettere in linea unarma tecnologica di questo tipo» (Navy intel chief: Chinese missile is effective).

L’esperto americano Bill Sweetman, sulla rivista Ares, ha piazzato un’analisi sulla nuova situazione, il cui titolo dice già tutto: «Good morning America! Come ti senti oggi quanto alla tua pianificazione di lungo termine della potenza aerea?». Seguono altre amare e sarcastiche osservazioni (J-20 - Denial Is Not An Option).

Ancor più dura la nota di Australian Air Power, sito australiano di esperti che, essendo australiano, è meno tenuto alla disinformazione ufficiale. Sotto il titolo: «Che cosa significa il nuovo J-20 cinese per lF-35 e i F/A-18E/F Suoper Hornet», l’autore, C.L. Millas, sunteggia così la situazione: il russo PAK-FA e il SU-35 raggiungeranno la prima capacità operativa (IOC, nel gergo del Pentagono) benchè il prototipo abbia volato solo nel febbraio 2008. Al contrario, il Joint Strike Fighter (F-35) ha volato come prototipo dal dicembre 2006, continua a sperimentare difficoltà con la versione vSTOL (decollo corto) e probabilmente, nel 2011, sarà assoggettato ad una notevole modifica progettuale, aggiungendo altri anni e costi ai ritardi già accumulatisi.


Il russo PAK-FA


«Al momento in cui l’F-35 raggiungerà la sua capacità operativa iniziale (IOC), se mai la raggiungerà, sarà bruciato...».

Da dove viene questa calamità rovesciatasi sui progettisti americani di caccia? Forse tutto è dovuto alla famosa frase (dei progettisti ai aerei invisibili): «La manovra non conta; abbiamo i missili che fanno il tonneau...». Certo, aggiunge Mills, quando finalmente l'F-35 sarà operativo, avrà indubbie superiorità sugli avversari. Per esempio «un cockpit digitale squisitamente progettato, che darà ai nostri piloti una visione limpidissima del loro ambiente di combattimento». Sicchè, è l’agghiacciante conclusione dell’esperto, i piloti «conosceranno con precisione senza precedenti il momento esatto in cui moriranno» a causa della «superiorità aerodinamica e cinematica delle loro macchine da guerra volanti».

Secondo il sito Dedefensa da cui traiamo le citazioni, questa analisi mette l’accento sul collasso, anzitutto, intellettuale e tecnologico della superpotenza americana (L’hégémonie au gré de la furtivité…).

E l’Europa ne prenderà atto? No, probabilmente comprerà i superati F-35, obbedendo al semi-secolare riflesso servile. Lo dimostra un fatto poco o nulla notato, avvenuto nei salotti di Bruxelles a fine dicembre: c’è stata una proposta di eliminare l’embargo alla vendita di armi europee – un embargo che data dal 1989, quando avvenne l’eccidio di Piazza Tienanmen – che è stato bocciato dalla Commissione, per ovvia opposizione dei britannici e dei nuovi Paesi-membri dell’Est. L’ambasciatore cinese a Bruxelles, non senza aver fatto notare che gli euopei accettano senza problemi i milioni con cui la Cina compra Buoni del Tesoro spagnoli e greci per sostenere l’euro, ha qualificato la UE come «patetica».

L'F-35


Probabilmente il diplomatico ricorda un precedente di cui Dedefensa dà notizia, e che viene da un’alta fonte. Nel 2003, un dirigente dei Servizi di Sicurezza cinese volle incontrare nella massima riservatezza il presidente francese Chirac, per sondarlo sulla possibilità dell’acquisto, da parte di Pechino, di 250 aerei Rafale, ovviamente in violazione dell’embargo. Era un affare incredibile per l’industria francese; Chirac lasciò però cadere l’offerta, a tal punto temeva la furia americana.

Erano i mesi in cui per ordine della Casa Bianca di Bush le patatine fritte, per gli americani french fries, divennero freedom fries; nei discorsi, Bush trattava Chirac – che aveva rifiutato di partecipare all’invasione irachena – più o meno come Saddam Hussein. Allora, la prudenza era obbligata (e il fatto conferma che sui capi di Stato e di governo europei dovettero essere ventilate dagli USA minacce molto serie).

I cinesi ritengono che dopo un decennio di disastri bellici ed economici, e di perdita di prestigio, l’America non dovrebbe più far tanta paura.



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