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Campania, 13 miliardi di euro di debiti Rapporto-dramma degli 007 del Tesoro
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NAPOLI - «Con mutui e bond la Regione ha violato la Costituzione». È uno dei pesanti rilievi mossi dagli «007» del ministero dell’Economia nel rapporto (i cui contenuti sono stati anticipati dal Mattino il 29 agosto) confluito nella relazione del Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio e inviata a Giulio Tremonti al termine dell’ispezione durata due mesi. Dall’indagine, scattata in seguito allo sforamento del patto di stabilità e sollecitata dal governatore Stefano Caldoro, emerge un quadro drammatico della situazione finanziaria di Palazzo Santa Lucia: l’indebitamento complessivo ha raggiunto i 13 miliardi di euro (il boom, in base a quanto accertato, si è registrato in cinque anni, dal 2004 al 2008), la spesa è fuori controllo e le risorse in cassa scarseggiano.

I ripetuti allarmi lanciati pubblicamente dal presidente della Regione erano dunque fondati. Si lavora, a questo punto, al piano di stabilizzazione che sarà pronto nelle prossime settimane e con cui l’ente punta a superare l’emergenza.

Le operazioni finanziarie
Canzio non ha dubbi: dal 2005 al 2008 si è fatto ricorso all’indebitamento non per finanziare investimenti ma per sostenere la spesa corrente. Qualche esempio? «Le somme ottenute a seguito dell’emissione di bond nel 2006 - scrive l’esperto - sono state in parte utilizzate per concedere contributi in conto interessi in favore di soggetti privati, per pagare le retribuzioni degli operatori forestali e il servizio di antincendio boschivo, per finanziare iniziative di interesse turistico quali fiere, mostre, contributi a case di produzione cinematografica e per opere di manutenzione ordinaria». Nel 2008, poi, i mutui sono stati impiegati per «generici contributi a soggetti esterni e per la copertura di perdite pregresse di società partecipate». Tutte procedure in violazione dell’articolo 119, comma 6, della Costituzione su cui sarà chiamata ad esprimersi la Corte dei Conti.

La cassa
L’ente sta affrontando da mesi una crisi di liquidità senza precedenti. Basti pensare che al 31 dicembre 2009 in cassa c’erano circa 240 milioni, scesi a 50 sei mesi dopo. Il 31 luglio scorso, invece, la Regione aveva a disposizione 80 milioni e, trenta giorni dopo, circa 357 milioni. Ma perché questa sofferenza? Uno dei motivi principali è il continuo ricorso ad anticipazioni di liquidità per garantire il funzionamento della macchina sanitaria e per pagare gli stipendi dei dipendenti. Ciò in quanto le Asl hanno i conti correnti pignorati per complessivi 1,5 miliardi. Proprio il deficit di cassa rappresenta, secondo gli ispettori, «il problema più preoccupante, nel breve periodo, perché rappresenta verosimilmente il versante sul quale si potrebbe manifestare una vera e propria situazione di impossibilità a far fronte agli impegni verso fornitori e finanziatori». Per gli «007», insomma, il bilancio è candidato al default, ovvero al fallimento.

I residui
A fronte di un indebitamento complessivo che raggiunge i 13 miliardi, c’è una parte consistente di residui attivi (crediti non riscossi) che quasi sicuramente non potranno essere recuperati. Ciò rischia di aggravare il già drammatico deficit.

La sanità
Nonostante gli sforzi messi in campo nell’ambito del piano di rientro, il settore «versa tuttora in una situazione di difficoltà, legata ai ritardi nell’attuazione delle prescrizioni» del governo. Nelle ultime settimane, però, la struttura commissariale ha messo in campo uno sprint varando una serie di misure importanti: il piano di razionalizzazione della rete ospedaliera e territoriale; il ticket su farmaci, codici bianchi, visite specialistiche e cure termali; il protocollo d’intesa con i Policlinici. Giovedì prossimo è in programma a Roma il vertice con i tecnici dei ministeri dell’Economia e della Salute per valutare l’entità di questi interventi.

Le società miste
Anche in questo caso le perdite prodotte, avvertono i collaboratori di Tremonti, non vanno sottovalutate. Nel 2008, infatti, le aziende partecipate hanno accumulato un deficit pari a 52 milioni. Peraltro tale comparto è quasi interamente dipendente dalle risorse pubbliche: le società dei trasporti per una quota del 71,75%, mentre tutte le altre addirittura per il 92,99%. Senza i fondi della Regione, dunque, queste aziende non potrebbero sopravvivere.

Il personale
Costa troppo. Per i propri dipendenti, che sono complessivamente 6.500, l’ente spende circa 400 milioni. Una cifra che, in base a quanto scrive il ragioniere dello Stato, dev’essere ridotta.

Gerardo Ausiello

Fonte >
  Il Mattino



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