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Eurobond, la Germania dice subito no
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"Il problema è rispettare il Patto di stabilità"

ROMA
- L'Eurobond può essere l'arma stabile dell'Europa contro le crisi e per rassicurare i mercati sulla "irreversibilità" della moneta unica. La proposta dei titoli emessi da un'agenzia europea del debito è stata lanciata a quattro mani, con un articolo su Financial Times, dal ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti e dal premier del Lussemburgo, nonché presidente dell'eurogruppo, Jean Claude Juncker. L'ipotesi eurobond è arrivata a movimentare l'immediata vigilia del vertice di Bruxelles, in programma oggi e domani, dove i ministri economici discuteranno di misure e strumenti anticrisi.

Secondo Tremonti e Juncker, il consiglio europeo potrebbe istituire già in questo mese l'agenzia che gradualmente inizierebbe a emettere titoli fino a circa il 40% del pil dell'area euro. "Sarebbe una quantità sufficiente - scrivono - per diventare il più importante mercato dei bond in europa e progressivamente potrà raggiungere un livello di liquidità comparabile a quello dei titoli di stato americani". Tremonti e Juncker sottolineano che la loro proposta rappresenta una risposta "credibile" alla crisi del debito sovrano nell'area euro, una solida infrastruttura per affrontare le difficoltà attuali e contribuire a prevenire future crisi, sostenendo l'economia e rafforzando l'integrazione europea.

La proposta è stata giudicata positivamente dai rappresentanti italiani (di entrambi gli schieramenti) in Europa, ma ha ricevuto uno stop quasi immediato dalla Germania. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, parlando di misure di "difesa" ha detto di ritenere non necessario l'incremento del fondo europeo anticrisi, che ammonta attualmente a 750 miliardi di euro e aggiunto che il trattato europeo vigente non consente l'emissione di eurobond. Merkel insiste invece sul rigore e chiede l'applicazione puntuale delle proposte che rendano automatiche le sanzioni per coloro che sforano il Patto di stabilità.

Per Wolfgang Schauble, ministro tedesco dell'Economia, l'introduzione degli E-bond richiederebbe "cambiamenti fondamentali nei trattati europei" e anche se c'è "bisogno di nuove forme di governance internazionali, globale ed europea", "per costruire l'integrazione europea non si deve necessariamente armonizzare tutto". Se i mercati non capiscono l'euro, ha detto Schauble al Financial Times, è perché dentro l'unione monetaria non c'è un'unica politica di bilancio.

Curiosamente, nel giorno in cui ospita un suo intervento, il Financial Times pone il ministro Tremonti al 14° posto (su 19) nella classifica dei ministri delle finanze europei per il 2010. Il migliore è stato giudicato il tedesco Wolfgang Schauble. La classifica, spiega il quotidiano britannico, tiene conto della combinazione di tre elementi: l'abilità politica, i risultati economici e la credibilità sui mercati. Al secondo posto, fra i ministri delle 19 maggiori economie dell'Ue, si colloca il polacco Jacek Rostowski, al terzo la francese Christine Lagarde.

Da segnalare l'ottavo posto del ministro greco George Papacostantinou, mentre a Tremonti il quotidiano britannico ritorce contro una sua dichiarazione: "Il miglior successo di quest'anno è stato che l'Italia sta 'meno male' di quanto si sarebbe potuto temere". Ultimo in classifica, preceduto a pari merito dalla spagnola Elena Salgado e dall'ungherese Gyorgy Matolcsy, l'irlandese Brian Lenihan, "costretto ad accettare a fine novembre un piano di aiuti da 85 miliardi di euro".

Fonte >  La Repubblica


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