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La gente viene uccisa in casa
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Il resoconto di un testimone oculare presente sul campo a Gaza

L'assalto israeliano a Gaza sta richiedendo sacrifici particolarmente crudeli ai bambini che si sono trovati tra due fuochi.


RAFAH, Gaza
: Gli ospedali di Gaza sono giunti ormai al collasso, con le forniture mediche che scarseggiano e il personale paramedico che viene attaccato insieme ai tanti altri. Ai media occidentali finora non è stato permesso entrare a Gaza per testimoniare e documentare la situazione laggiù.

Jerry Linnel è un volontario britannico dell' International Solidarity Movement (ISM), un movimento di resistenza non violento Palestinese, e ha lavorato nella Striscia di Gaza fin dallo scorso Agosto. Da quando è iniziato l'assalto israeliano il 27 Dicembre, Linnel ha lavorato a fianco con i volontari e con il personale medico presente sul territorio per "testimoniare e documentare la devastazione" a Gaza. Ecco la sua testimonianza oculare della situazione sul campo.

Quello che vediamo oggi è un qualcosa che nella Striscia di Gaza non è mai stato visto prima. E l'invasione di terra peggiorerà soltanto le cose.

Sono state attaccate ambulanze, in aggiunta alle già grandissime difficoltà che abbiamo a raggiungere le persone. Ieri cinque paramedici sono stati uccisi mentre erano in servizio, tre da un missile, e agli altri due credo sia stato sparato.

La condizione degli ospedali di Gaza sta diventando sempre più disperata. Almeno 2500 abitanti di Gaza sono stati feriti in questi attacchi. Gli ospedali qui stanno facendo fronte a una tal quantità di gente. E le scorte di medicinali e attrezzature mediche stavano esaurendosi ancor prima degli attacchi.

Il direttore dell'European Gaza Hospital presso Khan Younis, il Dott.Abdullatif el-Haj, mi ha mandato una lista di forniture mediche molto essenziali, forniture che qualsiasi altro ospedale avrebbe in abbondanza. Hanno bisogno di guanti di lattice, garze, bende, siringhe, acqua ossigenata, cerotti, antibiotici. Li stanno finendo perchè c'è tanta gente traumatizzata, e esposta alle infezioni. Sono arrivati al limite.

E ora, il personale delle ambulanze è sotto tiro. Proprio oggi, un missile è piombato sul parcheggio accanto all'ospedale di Al Awda, e l'entrata del pronto soccorso dell'ospedale è danneggiata.

Ci sono state tante perdite. Lo scorso Martedì, il 30 Dicembre, due dei miei colleghi a Beit Hanoun, nell'area nord est di Gaza, hanno visto un missile che ha colpito e ucciso tre bambini. Questi ragazzini erano usciti a buttar via la spazzatura. Avevano paura di uscire da soli, quindi erano usciti insieme. La bambina di 4 anni è morta all'istante, sua sorella di 12 è morta appena giunta all'ospedale e il loro fratellino di 11 anni, che era rimasto ferito, è morto pochi giorni dopo.

Ho visto intere famiglie rimaste uccise. Cinque sorelle uccise a Jabaliya, quando la loro casa è stata colpita da un missile e i loro corpi sono stati tirati fuori dalle macerie; erano tutti abbracciati tra di loro. Conosco un'altra famiglia che ha abbandonato la casa vicino all'aeroporto, perchè erano preoccupati della loro sicurezza. Sono stati uccisi ieri sulla strada mentre si dirigevano a casa di un parente. Nessuno è al sicuro nella Striscia di Gaza.

Lunedì 29 Dicembre, tre ragazzi sono stati uccisi nella loro casa di Rafah da un missile. Avevano 4, 12 e 13 anni. Abbiamo incontrato la loro sorella, che era rimasta ferita e era in uno stato di shock. Sua madre era rimasta seriamente ferita, e anche suo padre era rimasto ferito. Ci sono tantissime storie simili a questa.

Nel villaggio di Al-Garara vicino a Khar Younis, 3 bambini sono stati uccisi, una ragazza di 11 anni e due ragazzi di 9. Sono stati colpiti da un missile lanciato da un aereo senza pilota, un drone. Li vediamo volare continuamente sopra le nostre teste, che monitorano la situazione. Lo zio di questi bambini ci ha detto che non riuscivano più a trovare la testa di uno di questi ragazzini.

Queste sono solo un paio delle storie di qui. La gente viene uccisa in casa, sul letto, mentre sta dormendo.

Qui a Rafah, le frontiere si aprono a intermittenza e per periodi di tempo molto brevi, permettendo solo l'ingresso di pochi aiuti. Se le cose proseguono così, ci sarà una crisi umanitaria a Gaza.

Siamo in attesa. Ci aspettiamo di trovare alcune aree bloccate, come già sta accadendo a nord di Gaza, e quindi i miei colleghi resteranno bloccati in certe zone o non saranno in grado di entrare in altre. Sappiamo che le truppe di israele sono fuori Rafah. Presto anche Rafah potrebbe restare bloccata, e questo impedirà seriamente la nostra mobilità. Possiamo solo aspettare e vedere.

Continueremo a fare del nostro meglio per tutto il tempo che sarà necessario.

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Stefano Brizzi

Fonte >
 
ABC News

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