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La politica e la cultura contro la Coop-Conad
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Notare le firme dei  noachici volonterosi

Rita Levi Montalcini e Luciana Littizzetto chiedano a Coop e NordiConad di "desistere dalla scelta suicida che farebbe più danni agli italiani che a Israele"
. Lo si legge in una lettera aperta e sottoscritta da una quindicina tra parlamentari, personalità della cultura e del giornalismo, rivolta al premio Nobel per la Medicina che "per la sua Fondazione di ricerca accetta fondi della Coop" a all'attrice torinese che "presta il suo volto alla pubblicità della catena di supermercati" che ha deciso di sospendere la commercializzazione dei prodotti israeliani, provenienti dai territori occupati. "La posizione è talmente faziosa -si legge nella lettera- che non merita neppure di essere discussa. Preso tal quale, il provvedimento di Coop e NordiConad dovrebbe piuttosto applicarsi a tutti i Paesi dove non sono rispettati i diritti umani fondamentali, le libertà individuali violate o inesistenti, dove la censura non permette al mondo e neppure alle organizzazioni umanitarie di verificare le condizioni di vita della popolazione, specialmente dei detenuti, dove non c'è libertà di parola, di stampa, di opinione (...) dove la contestazione è repressa nel sangue e i manifestanti torturati, dove i bambini sono costretti a fare i soldati o gli schiavi nelle produzioni low cost e le donne fatte abortire quando portano in grembo una femminuccia".

 

Litizzetto
Littizzetto testimonial della Coop


"Forse Coop e NordiConad -domanando i firmatari dell'appello- rifiutano di approvvigionarsi di prodotti iraniani e cinesi o dei tanti paesi del mondo dove queste violenze sono cronaca quotidiana? Con una distribuzione Israele-free, sembra quasi che Coop e NordiConad vogliano venderci l'ideologia del politicamente corretto un tanto al chilo e con lo sconto soci". L'appello è promosso Vito Kahlun, responsabile politiche giovanili Pri, ed è sottoscritto tra gli altri dai parlamentari del Pdl Maurizio Gasparri, Benedetto Della Vedova e Fiamma Nirenstein, dal deputato dell'Api Gianni Vernetti , e da Peppino Caldarola, giornalista ex deputato del Pd.

Ecco i firmatari

Vito Kahlun, responsabile politiche giovanili Partito Repubblicano Italiano
Maurizio Gasparri, capogruppo PDL al Senato
Benedetto Della Vedova, deputato PDL
Aldo Di Biagio, deputato PDL
Fiamma Nirenstein, deputato PDL
Enzo Raisi, deputato PDL
Andrea Orsini, deputato PDL
Gianni Vernetti, deputato API
Peppino Caldarola, giornalista ex deputato PD
Sergio Rovasio, segretario associazione redicale "Certi Diritti"
Piercamillo Falasca, vice-presidente di Libertiamo
Angelo Moscati, presidente bene berith giovani
Carmelo Palma, direttore di Libertiamo.it
Angelo Pezzana, giornalista
Giuseppe Maria Piperno, presidente Unione dei giovani ebrei italiani
Filippo Rossi, direttore farefuturo webmagazine
Alberto Tancredi, presidente associazione romana amici d'Israele
Sofia Ventura, politologa Università di Bologna

FRATTINI CONTRO COOP E CONAD, INIZIATIVA RAZZISTA

Un'iniziativa "ideologica", "pericolosa" e "razzista", che confonde "l'impegno per la pace con questioni commerciali". Da Washington il ministro degli Esteri Franco Frattini non nasconde la propria irritazione per la decisione della Coop e della Conad di 'sospenderè la vendita di alcuni prodotti provenienti dai Territori occupati da Israele. Una decisione che, secondo Frattini, «introduce nella dinamica del mercato elementi di razzismo estremamente pericolosi», visto che «si sceglie un prodotto sulla base della provenienza e non della qualità». Pericolosi, a maggior ragione, in questo caso in cui, per Frattini, «la questione viene fatta con riferimento a prodotti israeliani perchè sono ebrei». Tutto sbagliato, dunque, secondo il ministro: sbagliato il momento, sbagliato l'obiettivo, perchè «nei Territori occupati lavorano decine di migliaia di palestinesi, quindi questa iniziativa può incidere sull'economia dei Territori, che dà lavoro anche ai palestinesi».

«Non è in atto alcun boicottaggio, il ministro Frattini farebbe bene a indirizzare meglio le sue critiche», replica dall'Italia l'ad di Conad, Camillo de Berardinis. «È tutto un polverone mediatico», le accuse del ministro sono «gratuite e prive di fondamento», gli fa eco la Coop che, dopo un comunicato diffuso lunedì, torna a ribadire: «La sospensione temporanea non è di natura politica».

Ma intanto la polemica, anche politica, non si placa e i deputati Fiamma Nirenstein e Andrea Orsini (Pdl) presentano alla Camera un'interrogazione bipartisan, chiedendo al governo di «prendere posizione». Nell'affrontare la questione israelo-palestinese l'approccio deve essere molto diverso, secondo Frattini, che pone l'accento sulla necessità di «rafforzare l'impegno per la pace». Impegno più che mai urgente, come hanno sottolineato in un lungo colloquio l'inviato di Obama per il Medio Oriente, George Mitchell e il titolare della Farnesina. E come ha spiegato lunedì lo stesso presidente Usa, Barack Obama, durante il suo incontro con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, accompagnato dal capo della diplomazia italiana.

«Sono convinto - ha spiegato Frattini - come detto ieri da Obama, che la finestra di opportunità per i negoziati di pace si può chiudere all'inizio di autunno, perchè a settembre scade il periodo di moratoria degli insediamenti e si apre l'assemblea generale dell'Onu». Per quella data, infatti, secondo il ministro, «se nessun passo concreto sarà stato raggiunto, verosimilmente vi potrebbero essere iniziative per irrigidire le posizioni da parte araba, come per esempio l'autoproclamazione dello Stato palestinese».

I tempi stringono, dunque, ed è «evidente», assicura il ministro, che su alcuni temi, come lo status finale, i negoziati indiretti non possono bastare ma è necessario «che siano le due parti a negoziare direttamente». Dopo aver partecipato assieme a Napolitano all'incontro con lo speaker della Camera, Nancy Pelosi, Frattini ha poi lasciato Washington per raggiungere Caracas, seconda tappa della sua missione americana, che si concluderà a Panama. Stasera stessa (notte in Italia) il ministro potrebbe incontrare il presidente Hugo Chavez, al quale consegnerà una lettera del premier Silvio Berlusconi. I due giorni a Caracas saranno tutti dedicati ai rapporti economici e commerciali e alla folta comunità italiana in Venezuela.

Fonte >  Affari italiani

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