La Russia blocca la vendita dei missili S-300 all'Iran
Il Sole 24 Ore
23 Settembre 2010
La svolta russa in Iran è scritta ora nero su bianco, e ha la firma di Dmitrij Medvedev: il presidente ha approvato un decreto che proibisce la vendita all'Iran dei potenti sistemi anti-missile S-300 nel nome delle sanzioni decise dall'Onu in giugno. Un ukaz intitolato "Misure di attuazione della risoluzione 1929 del Consiglio di Sicurezza del 9 giugno 2010".
Gli S-300 ma non solo: in particolare, spiega il servizio stampa del Cremlino, «è proibito il transito attraverso il territorio russo – compreso il sorvolo – e l'invio dal territorio russo verso l'Iran e la trasmissione all'Iran dal territorio russo con l'utilizzo di navi o aerei battenti bandiera russa di carri armati, blindati, sistemi di artiglieria pesante, elicotteri e navi da guerra, missili o sistemi missilistici». Un passo senza precedenti, che Medvedev non può aver compiuto da solo: la sospensione del contratto stretto con Teheran, del resto, era stata confermata poche ore prima dal generale Nikolaj Makarov, capo di stato maggiore russo.
L'accordo di vendita era stato annunciato dagli iraniani nel 2007, e poi utilizzato dai russi come leva diplomatica con l'Occidente, di fatto sospeso: la fornitura dei sistemi missilistici terra-aria – un affare da 800 milioni di dollari - avrebbe permesso all'Iran di proteggersi da eventuali attacchi aerei contro i propri siti nucleari, annullando le pressioni su Teheran da parte di Stati Uniti e Israele.
Ora però a Mosca interessa la tecnologia occidentale per realizzare il programma divenuto la priorità per Medvedev: la modernizzazione del paese, a partire dalle sue forze armate. Il che non toglie che si cercherà di tenere aperte diverse porte: con gli stessi iraniani, a cui i russi hanno fornito chiavi in mano la centrale nucleare di Bushehr, e con la Siria.
Su questo fronte, nessun ripensamento, lo ha chiarito il ministro russo della Difesa Anatolij Serdjukov: i contratti di vendita a Damasco di missili terra-mare, difficili da intercettare e considerati un grande rischio per la Marina israeliana, verranno rispettati.
Fonte > Il Sole 24 Ore