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Pena sospesa
18 Marzo 2012
Qualche lettore chiede notizie della mia salute. Spero di non annoiarlo troppo. Contrariamente a quel che sostiene qualche amico ottimista, no, non sono guarito. Il cancro polmonare operato un anno fa, al momento dell’ultima TAC, che risale a poche settimane orsono, non s’era ancora manifestato. Ma alcuni sintomi (anemia, forti sudorazioni notturne) fanno pensare che la bestia sia ancora lì. È tenuta a bada, sembra, dal sistema immunitario che in qualche modo funziona. Ho anche smesso di fumare, il che è stato una liberazione e probabilmente aiuta. La mia condizione polmonare è complicata da una sorta di polmonite cronica che è stata identificata come BOOP (sigla americana per «Bronchiolite obliterante-polmonite in organizzazione», qualunque cosa ciò significhi) che cosparge i miei polmoni di noduli mal distinguibili dal tumore per i colossali costosissimi apparati TAC e PET (qualche dubbio sulla loro utilità è lecito).
Ad aprile dell’anno scorso, dopo il cancro operato e l’infarto rappezzato con uno stent, una febbre altissima ribelle agli antibiotici mi ha portato al terzo ricovero: reparto pneumologia. Febbre stroncata infine da dosi massicce, enormi, di antibiotici, i medici hanno finito per diagnosticare la BOOP – che è appunto una forma di infiammazione non batterica né virale; trattabile con qualche successo (non grandissimo) con forti e prolungate dosi di cortisone. Che mi è stato prescritto.
Ma il cortisone è per eccellenza immuno-soppressore, e io ho bisogno che il sistema immunitario resti sveglio; il trattamento che ho scelto in alternativa alla chemio – la vitamina C e anti-ossidanti in vena – mira appunto a rafforzarlo. Che ci riesca o no, è incerto. Ma sicuramente non con il cortisone immunosoppressore. Dunque, uscito dall’ospedale ho smesso il cortisone.
Qualche settimana fa, per un controllo, ho dovuto tornare a farmi vedere dai medici di quel reparto. Un anno dopo. Aspri rimproveri per aver sospeso il cortisone; prescritta una nuova TAC (la PET appena fatta non bastava). Infine, il medico (del resto un simpatico viveur) mi ha prescritto una biopsia polmonare. Per vedre se quei noduli sono da BOOP o da cancro. La biopsia consiste, ovviamente, nell’infilare un ago nei polmoni per aspirare il contenuto di uno dei noduli; tecnica diagnostica invasiva, con un rischio statisticamente non-irrilevante di pneumotorace. Ossia di far collassare il polmone e renderlo inutilizzabile. E a me ne è rimasto solo uno e mezzo, l’uno e l’altro malati. Con l’accordo del mio oncologo dal volto umano finalmente trovato (l’ottimo dottor Rizzi, che mi riceve nell’ambulatorio dei Giornalisti), rifiuto la biopsia. Il simpatico pneumologo s’é offeso ancor peggio che per la mia rinuncia al cortisone; l’ho rabbonito con una bottiglia di Champagne e una lettera in cui – sinceramente – mi scusavo e lo assicuravo della mia gratitudine per la sua professionalità e dedizione. Tanto più che probabilmente avrò ancora bisogno di essere ricoverato nel suo reparto, e allora accetterò la biopsia.
Placato, il dottore s’è concesso ad una breve conversazione con me. Gli ho ricordato (ma non lo sapeva) che un anno fa ho rifiutato la chemio, che l’oncologa di quello stesso ospedale mi aveva ordinato «subito, immediatamente» dopo l’asportazione chirurgica della lesione polmonare. Siccome il mio aspetto è decente – ho anche acquistato peso – gli ho detto: «Mi guardi, dottore: che cosa sarei oggi, se avessi fatto la chemioterapia?». La sua flemmatica risposta: «Effettivamente la chemioterapia, che dà notevoli risultati in molte forme tumorali, nel cancro al polmone è inefficace…». Risposta degna di essere annotata e conservata. Il sistema oncologico ti impone una «cura» consistente nell’iniezione ripetuta in vena di alte dosi di un veleno (nel mio caso era il cisplatino, nefrotossico e cardiotossico – per uno che ha avuto un infarto, proprio quel che ci vuole) quando lo pneumologo al piano di sotto sa perfettamente – ma non lo dice – che non serve a nulla.
L’oncologa di quello stesso ospedale mi ingiungeva di fare «subito, immediatamente», pesanti infusioni endovenose di cisplatino e s’era rifiutata di rispondere alla mia domanda: mi dica, per favore, se ci sono statistiche sulla mortalità dei cancerosi «con» e «senza» il cisplatino, e sui relativi tempi di sopravvivenza «con» e «senza». La sua risposta era stata più o meno: tali statistiche non esistono, perché nessuno rifiuta la chemio. In realtà, ricordo d’aver letto statistiche mediche per il mio tipo di microcitoma: sopravvivenza a cinque anni, meno del 3%. Con o senza chemio, ma più probabilmente dopo la chemio, perché (quasi) «nessuno la rifiuta».
Questi sono i successi di un cosiddetto farmaco anti-cancro, un composto di un metallo pesante (la cui velenosità è nota a qualunque studente di chimica), sicuramente neurotossico e mutageno, che ti fa ammalare in ogni cellula, perdere i capelli e le sopracciglia, assumere il pallore e la consistenza di un verme, e vomitare. «Ma contro il vomito, mescoliamo nell’infusione di cisplatino adeguate dosi di cortisone», m’aveva annunciato la oncologa. Il cortisone è un ormone che andrebbe somministrato con attenzione e moderazione per i suoi gravi effetti collaterali; usato largamente come anti-infiammatorio, anti-rigetto e anti-artritico, per la prima volta ho appreso che viene usato come anti-emetico nei cancerosi, dove è la chemio, non il tumore, a provocare la nausea – e tutto il resto di sintomi che rendono la qualità della vita così miserabile. È chiaro, secondo me, il ragionamento implicito: tanto, questo paziente comunque morirà fra pochi mesi, ben prima che i danni collaterali si manifestino. Dunque, diamoci dentro. È il ragionamento che un paziente legge sulla faccia dei medici che gli danno la diagnosi di cancro. Si sente già un morto che cammina, e ciò non aiuta le difese immunitarie (è noto e documentato l’effetto dello stress negativo sul sistema produttore di anticorpi). (CHEMIO TERAPIA Grave DANNO per il Canceroso)
Perché la medicina ufficiale si ostini con tanto accanimento e ferocia a sostenere la chemioterapia, è ovviamente la domanda ricorrente. Una risposta è il grande lucroso business del cancro, anch’esso ben documentato in tanti siti internet. Io l’ho provato personalmente fin dalla mia prima visita all’Istituto Tumori di Milano, poi confermata dal secondo parere che ho chiesto allo IEO (di Veronesi, per ricchi sfondati): subito mi hanno chiesto se avevo un’assicurazione privata, e consigliato di fare operazione e trattamento da privato, perché così «salta le lunghissime liste d’attesa, e sarò io (dice il Luminare) ad operarla», altrimenti sarà l’anonimo «specialista di turno». Ho l’assicurazione privata dei Giornalisti, e subito li ho visti rallegrarsi. Ma ammettetelo, la domanda è strana: né in cardiologia d’urgenza, dove mi hanno ricoverato per l’infarto, né in pneumologia, né altrove, ti chiedono come prima cosa se puoi pagare privatamente. È il servizio sanitario nazionale che copre tutto, anche l’oncologia; ed effettivamente anche l’Istituto Tumori cura a carico del SSN, non può rifiutarsi.
Anche qui, c’è un «ragionamento» che mi pare di aver indovinato nelle facce: il cancro, noi non lo curiamo. La cura, semplicemente, non esiste. Ma questo paziente è spaventato, implora «dottore mi salvi», e fra poco andrà comunque a spendersi la sua fortuna presso maghi e guaritori o dietro cure come il succo di scorpione cubano (che magari hanno pure qualche risultato); dunque alleggeriamolo dei suoi risparmi prima noi, prima dei guaritori e taumaturghi filippini.
Magari sbaglio, ma mi è parso così. Del resto, casualmente, ho saputo quanto segue da una conoscente che fa l’anestesista in un grande ospedale di Genova: non aveva mai pensato alla questione business- cancro – non è il suo campo – però, «ora che ci penso, ricordo che nel contratto d’assunzione mi hanno fatto firmare una clausola, per cui sono passibile di licenziamento se consiglio terapie del cancro diverse dal protocollo». Davvera strana, una terapia «scientifica» che si tutela in anticipo con tali clausole contrattuali.
Si noti, ormai appaiono anche sui grandi media americani tristi resoconti sulla disfatta nella guerra al cancro, dichiarata 40 anni fa, nel 1971, da Richard Nixon, mettendo a disposizione tutti i mezzi finanziari di una vera guerra, che come sappiamo l’America conduce senza badare a spese. Cercate e troverete articoli del tipo: «Abbiamo dichiarato la guerra al cancro, ed ha vinto lui» (How we declared war on cancer, and it won). Oppure libri intitolati così: The War on Cancer: an Anatomy of failure.(The War on Cancer: An Anatomy of Failure, A Blueprint for the Future)
Apparentemente, viene ufficialmente riconosciuto che il cancro è una malattia centrale – ossia uno squilibrio del sistema neuro-immunitario che non riconosce più come estranee cellule prodotte dal corpo che «sorveglia», e che è governato in ultima analisi dal sistema nervoso centrale, dunque persino dal mondo della psiche e delle emozioni – e tuttavia si continua a trattarlo come una malattia «locale», tagliando, bruciando (con radiazioni) o avvelenando (con costosissimi chemioterapici) le escrescenze localmente appariscenti, o speranzosamente le cellule singole in mutazione. Come ha scritto un mio antico amico ora defunto, il dottor Luigi Oreste Speciani, è la stessa logica con cui nel ‘500 ai malati di sifilide si amputava il pene, perché là comparivano le lesioni luetiche. Ovviamente, i successi sono parziali e locali, e il cancro poi torna, appunto perché è la causa centrale che va afrrontata. I Di Bella padre e figlio (e non solo loro) l’hanno capito, e perseguono la via delle difese immunitarie da suscitare: via ovviamente più complessa.
Per intanto io sono ancora qui, e in un particolare stato d’animo. Dalla diagnosi all’operazione e al seguito patologico, devo una delle più importanti esperienze umane e spirituali, e ringrazio ogni giorno il Signore di avermela donata. L’esperienza della morte prossima. Prima, da sano, dubitavo di come avrei affrontato la morte: con disperazione, scoramento, viltà? Questo dubbio dava un brutto colore anche alla vita – tutte le cose belle, le si dovrà lasciare – e soprattutto, la silenziosa protesta contro questo destino umano, ahimè consapevole dalla sua brevità. Invidiavo gli animali che, almeno, non sanno. Ero cristiano di forma, ma con questa protesta tacita: se siamo messi qui come prova, per soffrire, per portare la croce – perché ci giochiamo una vera vita di cui non sappiamo nulla, se non che comporta il pericolo estremo ed eterno della dannazione – che senso ha? Non è crudeltà pura? Mi astenevo dall’arrivare a questa conclusione: Dio sa. Ma ciò copriva di una cenere di accidia, di una triste indolenza uno come me – che si avvicina ai settanta, alla fine inevitabile.
Invece, nella malattia incurabile, nei ricoveri e nelle chirurgie, ho scoperto che «ce la posso fare», che quando arriva la croce e la sofferenza, «ci si riesce»: non per merito personale, ma per l’aiuto di Cristo che «fa tutto Lui». Anche per un peccatore incallito, in quei momenti è lì, con la Misericordia che non viene meno Lui che ha già vinto, che ha superato il passaggio da cui tutti dobbiamo passare, «fa tutto». Basta aggrapparsi stretti a Lui, stringersi al suo Cuore raggiante, ed Egli opera in noi.
Siatene certi e allegri, accadrà anche a voi, cari lettori. Con Cristo, non c’è sconfitta, non si perde mai – se non si vuole. Il grande progetto di salvazione che consiste nel far passare la nostra animalità, i nostri corpi, nella Vita, richiede la negazione dell’istinto di sopravvivenza biologico – «Non c’è amore più grande di chi dà la propria vita per gli amici», «Pregate per coloro che vi perseguitano», «perdonate», sembrano cose impossibili – e lo sono: ma con Cristo e aggrappati al suo cuore, «si può».
Di quesi giorni ricordo l’intensità della preghiera. I Rosarii sgranati deambulando nei vasti corridoi dell’ospedale, che riempivano le giornate vuote e sgorgavano con facilità. Al sesto piano dov’ero, guardavo giù nel vasto spazio verde attorno all’ospedale. Era primavera. Degli operai stavano peparando una pista per elicotteri con la H in centro. Ma di lato, c’era un boschetto – tre o quattro alberi – che giorno dopo giorno vidi riempirsi di foglioline, di un tenero verde. Quella chioma leggera e trasparente vibrava e fremeva nel vento, la natura sempre ritornante e sempre innocente, incontaminata, in quell’angolo di Milano. Non pensavo più: ecco una cosa bella che dovrò lasciare. Ringraziavo invece per ogni foglia e ogni fremito, contento di vedere un’altra volta il «bel colpo magistrale del Creatore», certo che la Vita che ci attende se vogliamo è ancor meglio, infinitamente meglio – una Vita che è Gloria, che è Vittoria, e dove non ci mancherà nulla di quello che qui è bello.
Le esperienze umane della comune sofferenza nello stanzone ospedaliero, la semplicità e verità dei ricoverati, le loro sofferenze e i racconti delle loro sofferenze, è stata un’altra scoperta. Nella sala d’aspetto c’erano ovviamente i soliti settimanali femminili, con modelle in copertina: non riuscivo più a guardarle tanto mi sembravano false, e tanto veri invece i corpi imbruttiti, piegati, feriti dei miei compagni malati, il cui fiato s’interrompeva spesso di notte – finchè una macchina non gli forzava l’aria in gola. Vorrei aver mantenuto questo stato d’animo: l’occhio capace di vedere la verità.
Invece, col miglioramento, la zoologia riprende il sopravvento. Tornano a sembrarmi vere le modelle da copertina, e malinconico il destino della croce. Salto i Rosarii, la preghiera non sgorga più, né l’amore per il vicino. Ma soprattutto: ero pronto a morire, o almeno così mi pare. Perché Gesù mi ha lasciato qui ancora: devo far meglio? Non ero ancora pronto?
Mi sento un po’ come uno che vive in libertà condizionale, in attesa del processo d’appello. O il condannato di un carcere americano che ha avuto una sospensione della pena capitale. Come dare significato a questo tempo «en sursis», come dicono i francesi?
Per un anno intero il mio vero «lavoro» è stato quello di curarmi. La flebo quotidiana ha condizionato ogni giorno della mia vita, come i pasti vegetali, i medicinali da prendere ad ore fisse. Anche la mente e il cuore erano assorbiti e impegnati. Adesso, d’accordo col mio medico ascorbico (1), interromperò almeno per l’estate. Sono libero. Ma per quanto? E soprattutto, perché?
Scopro che questo atteggiamento è comune frai sopravvissuti. Il National Cancer Institute ha postato anche un opuscolo che dà consigli ai «survivors» su come «tornare in sintonia con se stessi». Ricorda che il cancro, secondo molti che ne sono stati colpiti, è stata «un’opportunità di crescita, un’esperienza che li ha portati a fare cambiamenti importanti nella loro vita. Molti oggi sanno apprezzare ogni nuovo giorno…». (Facing Forward: Life After Cancer Treatment)
Aleksandr Solgenitsin fu sbattuto fuori dal Gulag perché malato terminale di cancro gastrico: «Vai a morire a casa». Lo stesso giorno, in treno, udì la notizia che Stalin era morto. Tornato a casa, cancro e dolori erano scomparsi. Egli ha sempre pensato che Dio gli aveva regalato quegli anni di vita per adempiere ad un compito, rivelare l’innominabile segreto del regime, l’Arcipelago Gulag, la dantesca bolgia piena di anime sofferenti incontrate, e di tutte narrare la storia – per quanto la prodigiosa memoria gli consentiva.
Ma Solgenitsin è stato un titano, pari al compito titanico. Io non trovo, confesso, un compito. Continuare questo, scrivere? Non sono sicuro che sia quello che mi viene richiesto ora. Non ho più molto interesse per ciò che prima mi infiammava alla polemica. Che mi resta da fare, Gesù?
1) Il dottor Ross. di Padova è attualmente sotto processo. Vi è stato trascinato da parenti di un paziente morto dopo il trattamento con acido ascorbico, non certo «a causa» di quello, ma perché c’è il sospetto che abbia sconsigliato la chemio. I malati di cancro muoiono praticamente tutti, ma la giustizia non chiede conto di quelle morti ai medici che seguono «il protocollo». Nessuno chiede a Veronesi come mai tanti muoiono sotto le sue cure strapagate. Per il mio dottore, che di fatto chiede solo quanto basta appena per coprire le spese del medicinale, il procuratore ha chiesto 6 anni di carcere e la radiazione dall’albo. Vi chiederei di pregare per lui.
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Commenti
Giovedì mattina il verdetto, preghiamo per lui.
Le sono vicina in questa sua straordinaria esperienza di vita che passa dalla malattia e, la prego, faccia di tutto per ritrovare forza nella missione culturale e intellettuale che esercita col suo giornale.
Grazie.
Maria Giovanna
Forse glielo avranno già chiesto, ma ha mai letto il libro del dottor Hamer sul cancro?
In sostanza Hamer ritiene che ci sia una relazione precisa tra la comparsa del tumore e un forte stress o choc vissuto precedentemente dal soggetto interessato. Secondo lui infatti la malattia altro non è che la risposta biologica ad uno stato di grave crisi psicologica vissuta dall'individuo, ed ha biologicamente una sua utilità. La sua terapia è anzitutto fatta di indicazioni comportamentali . Per aver documentato tutto ciò è stato incarcerato due volte (adesso vive in Norvegia) poichè la nota lobby (J) voleva accaparrarsi l'esclusiva di tale metodo di cura per applicarlo solo ai suoi pazienti eletti.
Detto questo, mi spiace che lei dica nelle righe finali dell'articolo di non riuscire a trovare un compito, quando a tutti noi il suo compito è assolutamente chiaro, cioè quello di formare degli uomini.
Le scrivo questo perchè la seguo dal primo giorno che esiste questo sito, anzi da prima ancora che esistesse; ebbene devo dirle che leggerLa mi ha fatto crescere moltissimo, mi ha aiutato a comprendere meglio il mondo (anche se spesso la verità è dolorosa) e me stesso.
La sua è un'opera coraggiosissima e assolutamente unica e spero che il Signore le mostri ancora per molto molto tempo quale sia la sua strada.
Con affetto
Daniele
Mentre altri articoli sono opinabili, e vengono in parte contestati, gli articoli come questo non lo sono.
Articoli come questo trasudano Cristo da ogni sillaba.
Chi scrive magari non si rende conto che certi scritti, in maniera del tutto imprevedibile, saranno letti anche in un futuro non prossimo. E nel lungo periodo possono costituire parte di un patrimonio culturale che contribuisce a plasmare un popolo.
Come per esempio è accaduto ad un Collodi: di certo non si immaginava lui di scrivere una favoletta che avrebbe avuto una diffusione pazzesca, una favoletta che lui aveva terminato e alla quale ha dovuto dare un finale diverso per darle un seguito. Una favoletta che ad oggi è il libro col maggior numero di edizioni al mondo, più di qualsiasi altro libro (tranne la Bibbia, che non conta anche perché non è di un solo autore).
Anche la testimonianza dell'esperienza di uno che si era in fondo preparato all'ultimo passaggio, ed ora si sente come un "sopravissuto", una esperienza che probabilmente appartiene a non pochi lettori.
E la testimonianza di questo smarrimento: che devo fare ancora?
Le faccio i miei auguri più sentiti, e spero di continuare a leggerla ancora per molto tempo.
Con la massima stima.
Caro Blondet, grazie di cuore per questa sua meravigliosa pagina di vera umanità e di spiritualità.
Sono un suo affezionato lettore e con l'occasione la ringrazio per il suo splendido lavoro giornalistico ma anche umano; come le ho già scritto, per me lei fa parte degli "Uomini Veraci" cosa molto rara ai nostri giorni.
Caro Blondet anche se non ci conosciamo sento comunque per lei un certo affetto, ed una certa amicizia, ed è per questi sentimenti sinceri che ho nel cuore verso di lei che mi sorge il desiderio di rispondere alla sua domanda 'esistenziale' che sembra quasi un grido che le esce dal cuore con queste parole che seguono con il sincero augurio che le possano essere in qualche modo di aiuto, a Dio piacendo.
Dice Dio: "E non ho creato i jinn e gli uomini se non affinché Mi adorino" (Corano sura 51, vers.56)
Caro Blondet, la sua malattia accettata è già una adorazione a Dio, il suo mettersi al servizio della Verità con i suoi intelligenti, illuminanti e generosi scritti a favore per chi legge è già una adorazione, le sue recitazioni con il rosario sono delle adorazioni, continui perciò queste sue adorazioni ed intensifichi le sue preghiere a Dio e stia in Sua compagnia, il suo cuore ne troverà certamente beneficio.
Che Dio la protegga, gli allevi la malattia e che le dia il Bene di questo mondo ed il Bene dell'altro mondo.
'Siamo di Dio ed a Lui noi ritorniamo'.
Un sincero augurio di guarigione ed un caldo e sincero abbraccio, da cuore a cuore.
dal suo affezionato lettore
Il navigante
Giorgio P.
(arrivato via mail alle 8,43)
Una sola nota stonata: "Ma Solgenitsin è stato un titano, pari al compito titanico. Io non trovo, confesso, un compito". Questo è il suo compito, Direttore. Non ha neanche idea di quanto bene stia facendo a questa società malata.
Dio la conservi (e Vi conservi tutti) ancora a lungo!
Coraggio direttore, tenga duro... e auguri per un pronto ristabilimento, nonostante tutto ed oltretutto...
Tanti affettuosi saluti.
Livio
A momenti mi metto a piangere dalla bellezza di questo articolo, dalla sua testimonianza del periodo di guarigione che ha passato (quando stava male, non dopo) e mi viene a dire, lei, non è importante?
Mi dica è forse poco importante una madre che ama il proprio unico figlio, e che al momento della morte sarà ricordata magari solo dal figlio e da nessun altro, per la grandiosità delle sue (piccole?) opere?!
Le ricordo San Tommaso "vantarsi e una follia" non si paragoni a chi è sembrato un titano (titano sì ma perchè strumentalizzat o dal capitalismo), perchè lei come la madre dell'unico figlio lo è, forse ancor più per noi che troviamo un guida ed emozioni vere nei suoi scritti, schegge di verità in un mondo che è sempre più confuso.
Chi può dirle, se fosse nato in un Paese non asservito al male ora quanto ascolto e quanto sarebbe stata elevata in alto la sua statura?!.
E per nostra fortuna è ancora con noi e a Dio piacendo, lo sarà fino alla fine dei tempi che forse sono vicini.
COMPLIMENTI! IL testo presente è bellisimo. Senza tema di esagerare, Le posso dire che, se in vita sua non avesse scritto altro che le righe di "Pena sospesa", NON SAREBBE VISSUTO INVANO. Il testo merita di essere dffuso, PIù CHE OGNI Altro. Per favore, mettetelo presto fra i Free.
Adesso sono impegnato, ma mi rifarò sentire presto, che Le vorrei dare quialche notizia, che le potrà essere utile.
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LO metteremo nel free domani.
La redazione
"compito".la sua missione è di lanciare frecce in ogni direzione, sperando di colpire più cuori possibile. Il mio l'ha colpito di sicuro e, anche, in parte guarito. Non c'è niente di più importante che fare questo per i nostri simili! Cristina
nel manifestarle tutta la mia vicinanza alla sua vicenda personale, mi chiedo (mi permetta) come sia possibile che una persona cosi saggia ed informata come lei si sia rivolta alla medicina ufficiale.
Ormai è andata ma sono sicuro che può ancora rimediare.
Ha provato con il preparato di ALOE ARBORESCENSe? E' la miglior cura di base.
Da unirsi all'ASCORBASTO di POTASSIO+ Vitamina c Naturale e esame MINERALOGRAMMA.
Sembra molto efficace anche il BICARBONATO di SODIO.
Ho letto 3 mesi fa di un bambino negli USA di 4 anni con tumore al cervello, con già 3 cicli di chemio fatti, 3 Mesi di vita, Guarito in 3 settimane con OLIO di CANNABIS INDICA.
Spero di eserle stato di aiuto.
Un abbraccio
Stefano M.
(Pervenuto via @ mail alle 11,39)
ATTENZIONE!!!
Come già detto altre volte, una volta che sono in corso terapie di tipo "Accademico" per ogni patologia, dalla più "banale" alla più impegnative, un operatore SERIO *NON* chiede mai di interromporla bruscamente. Sarà lo
stesso paziente, quando vedrà il proprio stato di salute migliorare, in specie se i risultati saranno obbiettivati da analisi, che le diminuirà gradualmente.
Circa dieci anni fa (ormai 20, ndr), per le vie di Parigi si assistette ad uno spettacolo curioso. Dall'aeroporto era partito uno strano corteo funebre, tipico dei capi di Stato: un affusto di cannone, trainato da cavalli neri con le zampe
bianche e preceduto da soldati. La bara però aveva una forma curiosa. Nessun giornale aveva parlato di potenti morti a Parigi in quel periodo. In effetti, quel capo di Stato era morto un "po'" di tempo prima. Su quell'affusto di cannone c'era la mummia di Ramsete II. Era stato portato all'istituto di Medicina Legale di Parigi per sottoporla a studi vari. Da tali ricerche si trovò la conferma a ciò che la tradizione
affermava: il suc o di una pianta grassa aveva permesso al gran faraone di resistere agli insulti del tempo: l'aloe.
Narra la leggenda che Alessandro Magno volle conquistare l'isola di Socotra, nell'Oceano Indiano, per acquisire il controllo sulla Patria di tale pianta dall'immenso valore: l'aloe.
Si tratta di una pianta grassa appartenente alla famiglia delle liliacee.
Diffusissima nelle regioni tropicali, si è ben acclimatata anche in Italia.
Ha foglie carnose, dentate e disposte a ciuffo, dal cui centro si alza lo scapo con l'infiorescenza a pannocchia composta di tanti fiori gialli. Se ne conoscono diverse specie. Le principali sono l'Aloe Ferox e l'Aloe Vera
(nelle due varietà Bardadensis e Arborescens). Ricordavamo che il suo uso si perde nella notte dei tempi. Le prime notizie certe risalgono al papiro di Ebres (XV secolo avanti Cristo). La pianta è ricca di sostanze ad alto valore
medicamentoso. I suoi primi usi erano legati soprattutto al campo cosmetico e, come confermato dagli studi sulla mummia di Ramsete, entravano a far parte delle miscele usate per imbalsamare. Il luminare della Medicina Legale, professor Baima Bollone, inoltre, ne ha trovato traccia nel corso
dei suoi studi sulla Sindone. Ne consegue che, certamente, era presente tra i famosi aromi di cui fu cosparso Nostro Signore dopo essere stato deposto dalla Croce. L'applicazione esterna di tal erba, in particolare della
sostanza gelatinosa presente all'interno delle sue foglie, come traspare da queste scarne notizie a carattere storico, è un potentissimo cicatrizzante.
L'uso interno è non meno importante. Il fondamentale principio attivo l'aloina, è un potente lassativo. Tale indicazione non è la sola. Oltre all'aloina contiene settantacinque (dicasi 75!) sostanze dotate di virtù
farmacologicame nte attive. Ricordiamo solo la presenza di praticamente tutte le vitamine e di tanti minerali. Tra questi ultimi sono degni di nota zinco e selenio. Si tratta di sostanze di cui si potrebbe sostenere che aiutano a
rimanere giovani. In ultima analisi, quel processo che noi chiamiamo invecchiamento, altro non è che una lenta reazione di ossidazione.
Immaginate la ruggine o il dilagare di un incendio. Sono tutti fenomeni ossidativi. Zinco e selenio sono agenti anti-ossidanti. La medicina accademica continua a sfruttare le capacità lassative e cosmetiche del succo di aloe, ma non si è mai posta il problema di andare oltre. Alcuni anni fa,
la pianta conosce un nuovo momento di notorietà. Il francescano padre Romano Zago, brasiliano di origine veneta, diffonde una ricetta, a base di aloe, di cui vanta le proprietà anti-cancro. Ne parlammo su queste stesse
pagine nel 1998. Da allora n'è passata di acqua sotto i ponti e, con gran soddisfazione, apprendiamo dal "Mattino di Padova" del 2 giugno 2000, che la locale Università non si è limitata a farne oggetto di studio ma ha addirittura fatto proteggere da brevetto i primi risultati di tali ricerche.
Speriamo, che, in questo caso, possano cadere degli steccati. Il problema, come scrivemmo a suo tempo, su cui tutte le terapie non convenzionali si sono arenate, da Bonifacio a Di Bella, è che, in pratica, quando
sperimentatori di formazione accademica si mettono a studiarle, si realizza una condizione simile a quella dell'arbitro di calcio che volesse, con le regole del calcio, arbitrare un incontro di karatè. Sono proprio gli scopi ad essere differenti. I protocolli dell'oncologia accademica reputano priva di qualunque interesse una terapia che non causi la distruzione, in un tempo
non superiore alle tredici settimane, del 50% della massa tumorale. Le terapie alternative, meno aggressive, pur auspicando un tale risultato, che pure si verifica, mirano a creare tra malato e male un "equilibrio dinamico", per intenderci una situazione simile al rapporto
diabete/insulina. Tutto oro quel che riluce? Onestamente dobbiamo ricordare che le posologie consigliate da padre Zago, da alcune esperienze che abbiamo avuto, ci sembrano imprudenti. Subito parla di dosi dell'entità di cucchiai
da tavola, ottenute da un frullato di foglie intere, private solo delle spine. Abbiamo potuto osservare, in chi ha seguito tali istruzioni alla lettera, diversi casi di reazioni antipatiche: dal prurito intenso a delle
micro-emorragie dell'esofago. Padre Romano parla di preparazioni ottenute da piante provenienti da luoghi non inquinati e, comunque, tutte le piante hanno diverse composizioni, in relazione ai punti di terra dove crescono. In concreto sono in vendita delle preparazioni a base di succo fresco standardizzato, che dovrebbero evitare tali reazioni. Anche in quel caso, consigliamo di non cominciare subito con la posologia ottimale, ma di assumere le dosi cominciando da poche gocce ed aumentare gradualmente il
quantitativo. Ecco la ricetta che padre Romano Zago, ha applicato per ogni tipo di cancro, da quello alla prostata alla leucemia.
Ricetta: (miele + alcool + aloe)
Prendere mezzo chilo di miele d'api integrale, sei cucchiai di distillato (grappa, cognac, whisky), foglie di Aloe (Arborescens) in modo che allineandole raggiungano un metro di lunghezza. Togliere le spine alle foglie, pulirle con uno straccio asciutto, tagliarle a pezzi, mettere tutti
gli ingredienti in frullatore, conservare in frigo in un barattolo scuro.
Prendere un cucchiaio da tavola mezz'ora prima dei tre pasti principali. Il miele serve a raggiungere i più reconditi angoli del corpo; il distillato a dilatare vene e arterie.
Alcune osservazioni: Quelle date sono, prese da Il Mattino di Padova 02/06/2000 (articolo di Anna Sandri), come già detto, le dosi usate da padre Zago. In effetti, le
situazioni in cui si è trovato a vivere ed operare il solerte religioso (Sud America e Palestina) sono caratterizzate da un inquinamento ambientale,
profondamente diverso da quello europeo. In più, non dimentichiamo, che anche la struttura psico-fisica degli abitanti non è la nostra. Da noi, come già detto sopra, l'applicazione di quei dosaggi, ha spesso provocato effetti
collaterali molto fastidiosi: da pruriti intensi, fino ad emorragie, soprattutto all'esofago. Pertanto, esperienza consiglia di iniziare con la seguente posologia: una volta preparato il frullato (o che si è acquistato il succo), scioglierne un bicchierino da liquore in una bottiglia da un
litro e mezzo di acqua minerale. Aggiungere un cucchiaio di liquore secco (grappa o brandy). Tappare bene. Agitare forte (almeno 100 volte) e riporre in frigorifero. Da tale bottiglia assumere per dieci giorni, 25 (VENTICINQUE) gocce tre volte al giorno. Se, in tale periodo, non si presentano i sintomi spiacevoli di cui sopra, aumentare a un cucchiaino da caffè tre volte al giorno, per altri dieci giorni. In caso che l'assenza di tali reazioni continui, passare a due cucchiaini tre volte al giorno. Dopo un'altra settimana, passare ad un cucchiaio tre volte al giorno. Dopo un'altra settimana a due cucchiai, questa volta DUE volte al giorno. Se assunto a scopo preventivo e/o di stimolazione immunitaria pura e semplice, mantenere tale dosaggio per 3 (TRE) Settimane al mese, per 3 (TRE) mesi consecutivi, interrompere un mese e poi ricominciare. Se ci sono già
patologie tumorali, dopo un'altra settimana, passare a tre cucchiai DUE volte al dì. Dopo un'altra settimana ancora, giungere a tre cucchiai per tre volte al giorno e mantenere tale dosaggio a volontà. Si ricorda che tutte le dosi di cui abbiamo fatto cenno, NON si devono MAI (neppure le venticinque gocce iniziali) assumere pure, ma sempre, a loro volta, sciolte in circa mezzo bicchiere d'acqua NON di fontana. Infine, per ottimizzare i risultati, conviene associare all'ALOE uno degli ingredienti della terapia Di Bella: l'Ascorbato di Potassio
Che cos'é l'ascorbato di potassio?
E' un sale derivato dall'acido ascorbico ed un fortissimo antiossidante.
A cosa serve l'ascorbato di potassio?
A prevenire le malattie degenerative.
Come funziona l'ascorbato di potassio?
Agisce come antiossidante all'interno della cellula.
L'ascorbato di potassio è un sale bianco microcristallin o facilmente solubile in acqua alquanto instabile per la sua facile ossidabilità. Si ottiene per salificazione dell'acido ascorbico in soluzione acquosa a freddo. Evaporando sotto vuoto lo si ottiene allo stato puro. La soluzione ha sapore metallico ferroso, non presenta nessuna tossicità e può essere usato per lungo tempo, segue biologicamente il destino dell'acido ascorbico (la vitamina C). Esperimenti su malati di cancro (volontari) la somministrazion e di circa 1 gr di ascorbato di potassio, refratto in tre dosi di grammi 0.33 tre volte al giorno tre quarti d'ora prima dei pasti
principali, ha portato netti miglioramenti: ripresa delle forze, dell'appetito, diminuzione dei dolori, aumento di peso, normalizzazione della formula ematica. In concreto si tratta farsi preparare dal farmacista delle capsule di un terzo di grammo di bicarbonato di potassio e, al momento
della somministrazion e, svuotarla, unitamente ad un compressa di Cebion effervescente, in un mezzo bicchiere di acqua minerale e spremuta di limone (e/o succo d'ananas non zuccherato). Unica precauzione, quando si assume l'ascorbato, è tenere sotto controllo la pressione. In rari casi di forti sbalzi in su o in giù, diradare le somministrazion i. Come immunostimolant e e, quindi, preventivo anche delle virosi, (dalle più "banali" come
raffreddore e influenza all'epatite) è sufficiente una dose a giorni alterni.. "La somministrazion e di Ascorbato di Potassio migliora le condizioni generali di un malato di cancro" (by Rita Fiorilli, dalla rivista "L'ALTRA VOCE", ANNO 2002).
Forse ESATTAMENTE quanto sta facendo?
Un abbraccio in Cristo.
Vi auguro una rapida risoluzione del vostro stato di malato ad uno stato di salute a 360 gradi!
Non lo so.
Forse trovare un "delfino" che continui la sua opera?
Lei è un grande giornalista, è un Uomo giusto, è un indispensabile formatore di coscienze in questo mondo che precipita ogni giorno di più verso la fine!
Lei si è incarnato su questa Terra esattamente per fare quello che sta facendo, niente di più e niente di meno!
Lei è un esempio per tutti, Lei è uno di quei rarissimi Uomini della Provvidenza, come il dottor de Fina e pochi altri, uno che squarcia il buio dell'ignoranza indotta dal Male, un Kathekon che letteralmente pone se stesso come barriera al precipitare dei tempi?
Dopo aver vissuto questa straordinaria esperienza, questa vera e propria Imitazione di Cristo, come può avere dei dubbi sul da farsi?
Lei DEVE impegnarsi ancora più di prima nell'ingrata fatica di gettare luce sul mondo osceno dell'oncologia, lei DEVE illuminare i suoi lettori sulle cure, sui medici, sui protocolli, lei DEVE contribuire a smascherare la mafia medica che approfitta della disperazione umana per fare profitti (infallibile segno della presenza del Maligno), lei DEVE porre il suo indiscutibile magistero e la sua indiscutibile autorità al servizio dei medici umani ed onesti, che cercano di aiutare davvero il prossimo contro la potenza delle multinazionali del farmaco e dei loro tirapiedi!
Io ho vissuto una storia simile alla sua, perchè due anni fa la mia adorata moglie è morta a neanche cinquant'anni per un tumore al seno curato con evidente superficialità: ho vissuto in prima persona l'alternarsi delle speranze e degli scoramenti, la sconfortante banalità del male che alligna nei nostri ospedali, forte soltanto della grande lezione che mia moglie mi ha dato, affrontando il suo destino con una fermezza ed un coraggio che sicuramente io non avrei dimostrato!
Lo faccia anche per lei: continui la sua eroica (nel senso teologico) battaglia, qualunque seppur limitato successo le verrà centuplicato di fronte al Signore!
Sono con Lei, come sempre!
Allora è meglio cercare:
Le cure naturali che il business sanitario ti nasconde
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__vogliono_farti_ammalare.php
In questo saggio, che negli Stati Uniti ha scalato le classifiche di vendita provocando molto clamore, Kevin Trudeau solleva finalmente il coperchio dal vaso di Pandora degli inganni del business farmaceutico e alimentare.
Ma soprattutto, dopo aver spiegato i meccanismi del circolo vizioso che le lobby hanno generato, offre una speranza indicando i grandi risultati ottenuti da diverse cure naturali e pratiche mediche alternative che, senza farmaci e senza chirurgia, permettono di combattere le malattie e i disturbi cronici più frequenti (dall'herpes al mal di testa, dal diabete alle vene varicose, dalla depressione ai tumori, dai problemi cardiaci alle allergie) o di dimagrire (e mantenersi magri per sempre) senza sforzo. Il tutto aiutando il corpo a recuperare il suo stato di salute originario.
I medicinali e la maggior parte di quello che mangiamo ogni giorno ci stanno lentamente avvelenando, mentre i medici e l'industria farmaceutica hanno tutto l'interesse a mantenerci malati e a non farci guarire. È questa la tesi, sconvolgente quanto documentatissim a, dell'autore, che tra l'altro è uno dei più noti difensori dei diritti del consumatore e del cittadino americano.
Magari le sue battaglie con politica, economia, ebrei e caste varie non avranno piú senso per Lei, ma con il dono della scrittura che Dio Le ha dato, sarebbe uno spreco ed un'ingiustizia non continuare a farlo.
Magari potrebbe continuare a parlare di medicine e cure inappropriate e dei business delle malattie.
Veda Lei gli argomenti che piú Le interessano in questo momento, noi lettori non smetteremo di leggere i suoi preziosi scritti! Magari potrebbe scrivere un libro sulla sua malattia e di come é stato consigliato per "guarire", Le comprerei seduta stante una ventina di copie da regalare ad amici e familiari.
Direttore, io e la mia famiglia Le mandiamo un forte abbraccio!
Aiutare me e altre milioni di persone a capire e migliorarsi.
Grazie di cuore per il suo lavoro passato presente e futuro. Sono vicino a Lei con la preghiera.
conti sulla mia preghiera personale.
Un caro saluto
Marco
Le chiedo solo, di tenerci informati o delegare qualcuno, se non sarà nelle Sue corde.
Ovviamente spero anch'io di non perderLa in nessun senso, ma qualsiasi cosa deciderà, previa preghiera, andrà bene così.
Mi raccomando, "faccia pulito!", come si dice nel Veronese...
In cordibus Jesu et Mariae.
Quanto La ringrazio per aver "parlato" con tutti noi...!
E quanto La ringrazio per avermi insegnato in tutti questi anni cose che mai avrei conosciuto e che mi hanno dato il coraggio di scelte importanti per la mia famiglia!!!
Quanto affetto e quanta riconoscenza...
Grazie mon capitain!!!
Le auguro tutto il bene possibile.
Lillamino
Ti avevo già scritto. Anch'io ho avuto problemi in famiglia con mio marito, il quale ha avuto 1 anno fa un aneurisma addominale+infa rto curato con stem. Questa esperienza nella quale è andato vicino a lasciare la vita, lo ha tanto segnato. La paura che continua ad avere è di morire presto. Quando non hai mai provato, fai programmi sul futuro medio-prossimo. Lui invece mi dice, chissà se domani mi sveglio...
Io lo capisco e cerco di dargli ottimismo. Qualche problema è rimasto, però cerco di aiutarlo a guardare il positivo. E' indipendente, mi aiuta dove ho bisogno in casa. Però non vuole più fare viaggi fuori dal nostro circondario perchè ha timore di stare male.
Il prossimo mese avrà la tac di controllo, speriamo che il chirurgo lo trovi bene, in modo da ridargli fiducia.
Ti auguro di cuore che la tua salute migliori, con l'aiuto specialmente di Colui che guida i nostri passi.
Un abbraccio
Anna Maria
Un aneddoto: a giugno 2011 nasce Francesco (mio figlio), e nemmeno due mesi dopo (fine luglio) ricevo a casa la lettera per le vaccinazioni. Seguendo da tanto FdF mi rifiuto categoricamente di far subire questo "trattamento" a mio figlio. Mia moglie all'inizio mi deve aver preso per matto, ma da persona intelligente, ha cercato di convincermi cercando dati scientifici a favore dei vaccini. Con sua sorpresa, convinta di trovare moltissimo materiale favorevole, ne ha trovato invece molto contrario ai vaccini. Abbiamo così deciso di avere un colloquio con il medico vaccinatore, una donna, la quale di fronte alle nostre domande ha solo saputo dire che "ho fatto vaccinare anche io i miei figli" e che "se lo Stato fa le vaccinazioni allora vuole dire che vanno bene". Insomma, due risposte molto poco scientifiche. Inoltre alla nostra richiesta di avere dei dati del ministero della Sanità sulla efficacia dei vaccini ci è stato detto che in breve tempo ce li avrebbe fatti avere. Inutile dire che tali dati non sono mai arrivati. Purtroppo oggigiorno i medici sono solo dei burocrati, la cui scienza si ferma alle nozioni vecchie di decenni imparate senza spirito critico all'università.
Altro aneddoto: mio suocero è malato di tumore. La prima diagnosi - cancro al colon con interessamento del fegato - gli è stata fatta nell'aprile 2009. Subito chemioterapia preparatoria all'intervento al colon (effettuato nel settembre 2009) e successivi cicli di chemio per il fegato (operato a fine 2009). A febbraio 2010 una tac mostra delle macchie ai polmoni; casualmente l'immagine comprende anche una parte dell'anca destra, che presenta dei chiari segni di un tumore in stato avanzato. Possibile che dopo 10 mesi di cure per cancro solo per caso ci si accorga che il tumore si è espanso anche in altre parti del corpo? Ora, dopo due anni, mio suocero sta ancora subendo la chemio, che sopporta con eroismo, senza benefici se non, forse, quello di ritardare lo sviluppo della malattia. Ha cambiato tre ospedali, tutti proponenti la stessa terapia senza senso (questo è evidente dal continuo cambio di dosaggi). Anzi, pochi mesi fa ha rifiutato un trattamento all'anca con difosfonati, che forse avrebbero dato qualche risultato localmente ma che probabilmente gli avrebbero dato una necrosi della mandibola (a lui, cuoco eccellente...).
Da questi due esempi a me molto vicini, e dall'esperienza del direttore e del dottor de Fina, non posso dire altro che oggi in maggioranza i medici non sono più tali, sono solo, intellettualmen te parlando, degli analfabeti di ritorno, dei selvaggi con TAC e PET.
P.S.: a chi fosse interessato ad approfondire la questione vaccini consiglio il libro del dottor Gava "Le vaccinazioni pediatriche", http://www.librisalus.it/libri/le_vaccinazioni_pediatriche.php
umilmente le consiglio dei prodotti che posso dire sinceramente che funzionano avendo visto personalmente delle persone gravemente malate farne uso e adesso la loro salute è ristabilita, perciò prenda nota di questa azienda che si chiama Tiens e produce la medicina tradizionale tibetana sotto forma di integratori alimentari; comunque se desidera avere qualche informazione le darò volentieri una mano, la mia mail è; amilich103
Cordialmente
Alessandro
Si deve fare quello che si deve fare, quello che la coscienza indica come il dovere, perchè non si vive solo per se stessi ma un po' anche per gli altri.
I migliori auguri per una pronta guarigione e un abbraccio.
Pietro G.
Dirò: è in assoluto il più bello.
Lei è il nostro inviato dai confini spirituali e psicologici dell'aldilà, è un giornalista ed è ancora (per fortuna nostra) ancora qua, e ci chiede che deve fare?
Grazie anche alle bellissime lettere dei lettori.
P.S.: Tutto questo è una meravigliosa risposta alla cara lettrice Masello (chissà, forse lontana parente di mia nonna materna, veneta) che parlava nell'ultima lettera di un sito quasi depressivo..
Seppure le vie del Signore mi sembrino strane, insondabili e difficili, e i miei desideri vengano sommersi da un mare di preoccupazioni, la giornata è passata in tristezza e mi ha solo portato dubbi e dolori, devo comunque ricordarmi, che Iddio non commette mai errori.
Quando il Suo pensiero mi sembra irraggiungibile , troppo profondo il pozzo della Sua Grazia, quando tutto vacilla e mi mancano forza e pazienza, quando il mio occhio non trova più un traguardo, nell’attesa impaurita e piena di lacrime,
una scintilla di fede annuncia, che Iddio non commette mai errori.
Allora taci o cuore mio e lascia passare ciò che è terreno e passeggero, nella luce di lassù, scoprirai che le strade che Lui ti indica, sono giuste.
Dovessi perdere la cosa più cara, passare attraverso la notte buia e fredda, tieniti saldo alla certezza che Iddio non commette mai errori.
STALINGRADO 1943
Scritto da un soldato tedesco che era a Stalingrado quando il VI battaglione della Wehrmacht, del quale faceva parte, era ormai distrutto. Probabilmente neppure lui è sopravissuto.
Non ho più molto interesse per ciò che prima mi infiammava alla polemica. Che mi resta da fare, Gesù?
E' un'ottima occasione! Non si scoraggi! Quando la Provvidenza ci colpisce così forte fino a stordirci lo fa proprio per ricordarci che Dio esiste!
Pensi se non le fosse successo: sarebbe in grado di rivolgere le sue preghiere, il suo cuore, la sua mente, verso Dio come fa in questi giorni? No. E' infatti Dio ha scoccato una bella freccia contro di lei per dirle: Ricordati!
E quando lei si rivolge a Lui, ecco che le dona Amore.
E' una situazione eccellente, non la turbi con fughe indietro. In un certo modo, è capitato anche a me, seppur non col cancro. Poi, può continuare a fare ciò che fa ora, ma la continuità, la abitudine, s'è spezzata adesso, continuerà più per inerzia che per vero interesse, che infatti lei non prova più.
Un forte abbraccio. Dio l'ha toccata, non si preoccupi. Il suo compito, ultimo come di tutti noi, è guardare a Dio. C'è chi muore accecato e chi no. Lei ha aperto gli occhi, più di prima. Beh... oggi sono proprio contento per lei, direttore! Come si dice in India, "buone tribolazioni". Grazie a Dio, che ci toglie tutto e ci lascia spogli, soli con lui, e non distratti dalle cose terrene!
Caro direttore, la ricordo nelle mie preghiere, e la ringrazio tanto per i suoi articoli e per l'aiuto spirituale che mi dà.
Carlo
Francesco
A queste Sue conclusioni era pervenuto mio zio, mancato nel 2010 per una forma particolarmente insidiosa di cancro. Era Presidente dell'Ordine dei Medici di Monza e Brianza ed era straconvinto che la soluzione del problema non potesse risiedere nella chemio, o per lo meno SOLO nella chemio.
Comunque, ecco un video che spiega molte cose, ironicamente
http://www.youtube.com/watch?v=7K971jRPMh4
Buona serata
via Diaz 18 San Fermo della Battaglia (CO)
le sono grato di questo e di tantissimi suoi scritti, quindi le chiedo di continuare a farlo; non ho mai smesso di pregare per la sua salute ma anche per la salute di chi mi denigra e mi offende, proprio per le mie preghiere e la mia (imperfetta) Fede.
Sarò un caso ma, io soffro di fortissimi mal di testa che mi procurano nausee, vertigini e debolezza, quando riesco ad impormi di fare dell'altro e non pensare al male: andare nell'orto, andare a correre, fare modellismo statico, il mal di testa o si attenua di molto o mi passa del tutto.
Saluti, auguri e tenga duro.
Piero e famiglia
Anch'io, per un'esperienza analoga, al ritorno dal fronte - e comunque mi accorgo che sul fronte ci siamo sempre - ho dentro la sua stessa domanda.
E vado avanti, ringraziando e offrendo, giorno dopo giorno, istante dopo istante.
Ci sono i 'picchi' e le 'valli', le debolezze e le paure; ma, con la preghiera e il riaggiustare il tiro degli atteggiamenti interiori ancora ballerini, la serenità e la Pace che è La Persona che conosciamo, non tarda a intervenire, perché è Colui che era che è e che viene sempre...
E anch'io sono qui e continuo ad andare avanti colma di Bellezza e di gratitudine. In queste belle mattinate luminose e profumate (c'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico...) mi capita di andare a far la spesa costeggiando qualche oasi di verde ancora intatta, m'inebrio di profumi e dei ricami di rami e cespugli che mi vengono incontro, sentendomi immersa nel sole e forse ancora oltre, muovendo un piede dopo l'altro ben piantati su questa terra splendida e terribile.
Credo che attraverso questi scambi, niente affatto virtuali è come se le nostre anime si accarezzino e sono certa che quella vibrazione di Vita indomita e generosa che ci sostiene raggiunge molte sponde sconosciute che forse non attendevano altro per riprendere senso e direzione.
Il momento che stiamo vivendo è davvero difficile e non esito a dire tremendo per il degrado che ci circonda a tutti i livelli; ma oserei dire che è anche pieno di Grazia indicibile, perché ci costringe ad approfondire, ad andare oltre, a custodire, a continuare a sperare nonostante, a lasciare comunque il testimone. Ed è quello, penso che stiamo facendo, oltre a quanto forse neppure siamo in grado di vedere, adesso.
Coraggio avanti, ancora grazie e un abbraccio fraterno.
In Domino
sono qui con un paio di amici che conosci bene: Angelo e don Francesco! Ci hai commosso e scosso in senso positivo, dando a questa Quaresima una dimensione ancora più vera e bellissima!
Mi permetto di ricordarti che "qualcuno" che tu hai difeso contro "l'oscuro signore", proprio da queste colonne, con lo stesso slancio e lo stesso sentimento dell'articolo di oggi,ti disse: "Stia tranquillo non è niente, Dio ha bisogno di Lei!!!" (Anche di una parte di sofferenza, naturalmente!)
E ti chiedi cosa devi fare? LO SAI BENISSIMO COSA CRISTO VUOLE DA TE!!!
Se solo potessimo, per un istante vedere il mondo INVISIBILE, ma REALE dello spirito: saresti sbalordito nel constatare quanti "DANNI" fai nel campo del MALE con articoli come questo: intere legioni di sconfitti, piani a bizzeffe mandati a pallino con questa testimonianza!
O ho torto?
Stai comunque tranquillo, anche de Fina ha avuto la stessa sentenza: siete una coppia che di "DANNI" ne deve fare ancora tanti: Dio si serve di voi due guastatori!!!
Un abbracco ed a presto!
Luciano Garofoli
Angelo
Don Francesco
Egregi,
la vostra risposta a Blondet mi riempie di allegria!
Me lo vedo bene il Direttore, con la faccia tinta di nerofumo ed in mimetica a portare scompiglio oltre le linee nemiche armato della sua pericolosissima penna!...
De Fina come Gandalf ed i lettori come tenaci e combattivi Hobbit!
Forse il personaggio a cui avete accennato è padre Andrea D'ascanio?
Come vorrei sapere anche io cosa vuole Cristo da me...
Saluti, Angelo
Adesso sta meglio. L'acufene si è "esternalizzato", più o meno da solo (la "plasticità neuronale") e la mia conoscenza posta allegramente, anche polemicamente ma sempre fraternamente, su Effedieffe e Le invia una quantità di auguri inimmaginabile, La abbraccia e prega per Lei.
Cordiali saluti
P.S.:ovviamente mi farebbe molto piacere sentirle dire di aver individuato il primo 'conflitto'.
Termino col dirle che secondo Hamer la guarigione avviene con il superamento del conflitto,quind i 'non abbia più paura'...
Verissimo. Un amica ha fatto questo, dopo un iter così digustoso tra vari medici, aveva deciso di non farsi operare più. Alla fine le fu detto di rivolgersi a un noto chirurgo, nientemeno che un ex allievo di Veronesi, che aveva operato a sua volta una sua amica.
Lei, prima di andarci, pose la condizione di non essere obbligata a fare "nessun tipo di terapia intensiva".
Il chirurgo accettò di operarla, ma dopo l'intervento insistè almeno per la radio.
Lei disse di no, andarono in rotta di collisione, e finì lì.
Consultò un naturopata, seguì la sua dieta, un mese dopo partì per il Sud Africa a visitare dei suoi amici. Lo raccontò a un suo cugino, un famoso ma onesto professore, che tentò di persuaderla a fare almeno una curetta. Niente. Alla fine lui si dovette arrendere e le disse:"Forse hai avuto ragione tu, hai buttato tutto alle spalle, e guardi solo avanti". Quando mi raccontò tutto questo aggiunse:
"Tra la malattia e i medici, il peggio sono stati loro".
Da allora sono passati dodici anni.
domani mattina vado a ritirare i miei esami istologici, dopo un intervento chirurgico.
Che Dio mi aiuti.
Con affetto e stima.
Giuliano
Per questo motivo occorre evitare di ricorrere alla falsa scienza con i suoi tetri, ottusi, ignoranti e spesso in malafede protagonisti in candido camice utile a mascherare le tenebrose opere su cui campano lucrosamente sfruttando le umane sofferenze e la PAURA.
La paura, che sfocia il più delle volte in puro terrore, è lo stato d'animo che getta nelle fauci della bestia quasi tutti. Anche i migliori e "coraggiosi", quelli che, come Lei Direttore, conoscono terapie alternative e valide da molto tempo, mi pare. Ricordo,ad esempio, che sul sito ,anni fa, ripoprtò le disavventure di Hamer con pubblicazione di lettere del rabbino di Parigi.
Pauling, Simoncini, Pantellini e tanti altri, anche non medici ma persone intelligenti, sono i riferimenti della vera scienza curativa. In sintesi la medicina ortomolecolare ossia quella medicina che avendo scoperto il sano metabolismo della cellula si preoccupa di mantenerlo tale fornendo, dove sopraggiunge carenza di fattori, i sani correttivi. Invece i più si offrono, come agnellini impauriti, in pasto alle bestie che tagliano, bruciano, avvelenano.
La diagnostica della medicina ufficiale è la mazza ferrata con cui si pesta senza pietà. Tutti i test sono una fregatura. Quello dell'aids, per esempio,è stato acclarato nel sito anche con un bell'articolo di Maria Missiroli, è una delle patacche più incredibili che ci possano essere. Tac, pet(d'accordo con Milvus e Franco(Pd) e altri acronimi medici servono solo a mandare in bambola i poveri pazienti e iniziare terapie fasulle.
Questo mio scritto potrebbe sembrare un tantino arrogante, forse spavaldo e magari qualcuno potrebbe dire cose tipo: Parli così perchè non ti è ancora capitato niente di serio!.
Al contrario, vicinissimo ai sessanta, è da una buona decina di anni che convivo con tachicardie, arrossamenti in viso per scatti d'ira da paura e arresti cardiaci o quasi. Per non parlare di dolori alle spalle che probabilmente hanno a che fare con i polmoni. Che faccio? Me ne frego! Lavoro un sacco di ore al giorno, assumo integratori e vitamine e affonto la vita sapendo che dovrò morire e dunque non è il caso di temere la morte. Si legga la parte finale del Cantico delle Creature di San Francesco. Non solo: ho coinvolto anche la mia famiglia nelle mie follie e, dopo aver rischiato più volte il divorzio se non peggio, posso dire che i miei tre figli non si ammalano mai, tranne qualche raffreddorino che se lo vanno proprio a cercare, da quando ho interdetto antibiotici e di vaccini manco a parlarne.
La febbre alta fa paura! Caspita se lo fa. E' normale. Ma se uno si concentra sulla teoria che la febbre è lo strumento curativo più efficace che esista, perchè insito nel sistema vita, ecco che la paura "scema". Si lasci che faccia il suo corso aiutandola con vitamine, altro che antibiotici o l'orrida tachipirina. La mia summa: La medicina ufficiale con i suoi rimedi costituisce una indebita interferenza tra il paziente e la guarigione. Anche il cancro, come la febbre è una cura: perchè rompergli le scatole. Lo si lasci in pace e se proprio giunge la nostra ora beh: Laudata si' Sora Morte...
Veronesi et orribile similia non ci allungano la vita. Che la morte ci trovi vivi! (Marcello Marchesi).
Saluti e auguri, direttore e tenga presente che Lei ha da vivere ancora a lungo altrimenti si renderà colpevole di forti crisi di astinenza tra i suoi quattro e più lettori, tra cui il sottoscritto, se dovessero mancare i suoi articoli.
Un caro saluto.
di fronte all'immensità di quello che ha vissuto e che sta vivendo, provo solo un profondo rispetto per qualsiasi cosa deciderà di fare. Peró mi sento di comunicarLe una mia speranza. Se l'attualità, nella sua piccolezza e miseria, non dovesse più infiammarLa, Le chiedo comunque di non abbandonarci. Di continuare a scrivere. Anche su temi diversi da quelli da Lei da sempre trattati. Scriva quello che sente, ma, La prego, continui per noi.
Con permesso, La abbraccio con affetto.
Che fare? Cosa sarà il domani e perché?
La nostra cultura, quella più radicata all'occidentalismo sfrenato, ci considera costantemente eterni. La morte è solo parola vuota, la vita è celebrata giorno dopo giorno e nell'edonismo sfrenato vengono risucchiate le speranze e la vitalità dei nostri pensieri, anche al di là della morte. L'uomo nasce morendo e ogni giorno che passa accorcia la sua vita prossima alla morte. Il bimbo emette un vagito, ma è quello della morte, della fine che lentamente si fagocita tutto l'essere e tutte le speranze della famiglia che l'ha voluto. Triste pensiero!
Eppure nella morte è la vita perché in essa si sublima il nostro creatore nella sua essenza più profonda più intima più universale. Noi siamo, ma apparteniamo e crediamo nell'illusione di un pensiero che è solo nostro di essere eterni, quando invece basta un semplice bacillo per annullare questa presunzione. Ma dove abbiamo preso questo senso immodesto? Chi siamo per poterci ergere a dominio della vita e della morte quando un raffreddore, un colpo di tosse, una semplice botta in testa, una caduta ci possono rovinare anni di inamovibili dogmi? Siamo così deboli, così indifesi, così fragili che ogni appiglio ci è opportuno per salvare il nostro egoismo e non lesiniamo a spendere, se serve per innalzare la salvifica vita che falsamente proteggiamo.
Non è inno alla morte, ma sensazione di morire, credo. E ciò che appare sembra essere che già partiamo: è come un viaggio eterno nel divenire dei nostri pensieri, nelle speranze della nostra famiglia, dei nostri figli che abbiamo e che non abbiamo avuto, e in quelli di molti altri che verranno e che porteranno il seme dell'esistenza. L'uomo non ha imparato nulla in millenni e nella sua morte non ha raccolto la sapienza della vita. Questo è il grande peccato.
Prego quindi per Blondet e per tutti noi che nella follia inumana di ricerca non ci accorgiamo della stilla di vita che sgorga da un filo d'erba appassito. Bellissima la figura retorica della primavera di Blondet: nella finestra scorge quei primi virgulti di verdi e tenerissime foglioline, delicate, fragili, lucide e brillanti. E' l'inizio della vita e non solo dell'uomo, ma della vita. E' la gioia della passione e del sole che sorge è la gioia terrena, quella agreste in cui tutto fluisce, nulla è eterno e in cui tutti siamo partecipi alla costruzione, nessuno escluso.
mi permetto di consigliarLe ancora un'approfondimento della Nuova Medicina Germanica di Hamer. Come già fatto notare dal lettore Cefalu ed altri, le sudorazioni notturne fanno parte del nostro programma biologico quando è in fase di "riparazione", la qual cosa, per chi è a conoscenza della NMG, fa ben sperare per Lei e riconferma per ennesima volta, la fondatezza delle teorie. Ovviamente la risoluzione del conflitto è determinante così come il decorso naturale non deve essere bloccato con trattamenti o terapie varie (chemio/radio).
Il commento di "San" ben rende l'idea del perverso meccanismo della pseudo-medicina moderna. Egli, purtroppo, si trova a pendere dalle labbra dai dotti sapienti in camice bianco per sapere il responso dell'esame istologico. Quindi, psichicamente, si trova in uno stato di pre-panico (sarà maligno? Chissà se guarirò? Come faremo se mi aggraverò? Ecc.). Ora, se gli diranno "stia tranquillo, va tutto bene. Dovrà continuare a fare esami preventivi ogni tot tempo" rimarrà in pre-panico sospeso, mentre in caso contrario, nell'esatto istante in cui, spero di no, gli comunicheranno un'esito nefasto, ecco nato un'altro conflitto psichico (DHS) che aggraverà la situazione.
Davvero credete che la tendenza di questi ultimi anni, nello spingere le persone a fare una miriade di "esami preventivi" (mi ricordano le guerre preventive neocon...) tanto da venirci incontro nei centri commerciali o nelle strade, sia finalizzata alla volontà dei nostri governanti nel volerci tutti sani ed in salute? In un mondo basato sul Dio danaro ed il profitto, davvero credete a questo? A mio parere, questo tipo di esami servono soltanto per incanalare ignari "clienti/pazienti" e così alimentare, la giostra industriale/farmaceutica la quale oltretutto, agli alti livelli, è ben cosciente dell'effetto negativo sull'organismo che produce il panico e la paura delle cosidette malattie.
Ora non lo trovo, ma quanto prima, Le invierò (tramite la Redazione)per mail un file della NMG nel quale in solo 28 pagine sono concentrate in modo chiaro e semplice dallo stesso Hamer nel 2006, le 5 leggi biologiche ed il loro funzionamento. Ritengo utile la loro lettura, prima del testo madre, se c'è ovviamente l'interesse ad approfondire.
Cari auguri Blondet, l'abbracciamo in 4 (io, mia moglie e le mie figlie).
quanti lettori avete avvicinato alla fede cristiana ovvero rafforzato ad essa? Il sottoscritto è uno di quelli ma credo non sia il solo è già questo è immenso. Il suo compito è chiaro: continuare a martellare con i suoi articoli che ci avvicinano alla Verità ed essa ci renderà liberi.
Un caro saluto e grazie
Mauro
In bocca al lupo.
P.S.: ricordi il PICCOLO grande Andrea, il mio bimbo malato e che a due mesi e mezzo è volato in cielo? A lui chiedo settimanalmente , nella mia visita al cimitero di intercedere per la tua guarigione... un abbraccio di vita...
ho pianto di una dolce commozione leggendo le sue parole... Lei ci sta sta insegnando la cosa più importante: affidarci a Gesù Cristo per vivere e per morire. Posso dire che dopo tanti anni le voglio bene? Vorrei abbracciarla, suo fratello in Cristo... Alberto Cremona
Pregherò per te, per il dottore e per l'editore... Che il Signore sia con Voi.
Che il Signore ci conservi Blondet e tutta la redazione a lungo, sono come luce nelle tenebre di questi giorni...
Antonio.
Raccontaci ancora le tue storie, "nonno" Maurizio, così tu sarai la nostra forza e noi la tua.
In questo "mini circolo d'amore" è forse racchiuso il Mistero della Trinità.
Un abbraccio.
Luciano.
Direttore, la voce dell'umanità, della sua sofferenza, e non solo, appaga gli animi, nutre lo spirito, alimenta i pensieri, coinvolgendoci. Spesso, paradossalmente , rallegrandoci. L'allegria che percuote la coscienza. Talvolta, "questa" voce, la dilania. Ho, abbiamo, la necessità di ascoltare "questa" voce.
Blondet, le mie, nostre preghiere, unite a qualche imprecazione, a qualche inevitabile, superbo, paragone, perchè si sostenga. Perchè ci sostenga. Perchè Lei, Maurizio, possa continuare ad insegnare.
Il presente "p.s.", sembra quasi una irrisione, una blasfemia, per questo, chiedo scusa, ma se Il Signore Iddio vuole, spero presti ascolto alle preghiere dedicate al dottor Ross.
Spqr
sanno se a Londra si può comperare direttamente nelle farmacie o erboristerie. Gradirei se possibile una risposta. Siamo prossimi alla Pasqua e spero che in Lei come in altre persone che sono toccate dalla sofferenza, si alimenti la speranza per giorni migliori.
Auguri Direttore, confidiamo nella preghiera, una risorsa infinita...
Un abbraccio
Giovanna.
Integratori, minerali e alcune piante (aloe, semi di papaya, ecc.) assunte vita natural-durante completano aiutano a scascciare definitivamente gli spiriti maligni.
Quando tutto intorno crolla e cresce l'angoscia per la miserabile condizione umana, materiale e terrena, più forte si innalza la Fede Cristiana in un Mondo Ultraterreno Spirituale e Giusto.
La Tua Missione in questo mondo materiale è altissima: smascherare con i tuoi articoli e libri la versione falsa e menzognera del Potere mondialista che ha come simboli principalmente Due Stelle: una a cinque punte e una a sei punte.
Questo sito è un baluardo che si contrappone ai Principi delle Tenebre che vogliono prendere il potere sulle anime delle popolazioni del mondo.
Potrebbe sembrare una forzatura retorica. Magari lo fosse!
Lo Scontro è quello antico tra le forze del Bene e quelle del Male.
Il Direttore, il Fondatore, i collaboratori e tutto lo staff del sito sono come antichi Cavalieri che lottano contro gli emissari del Male, ovvero i Sacerdoti del Denaro e i seguaci del Demonio, che vogliono schiavizzare l'umanità, deliberando le loro decisioni in consessi segreti e ammantandole di ipocrisia.
Cambiano i tempi e gli scenari ma la lotta rimane sempre la stessa: quella tra il Bene e il Male.
I lettori di questo sito sono una nicchia infinitesimale della Opinione pubblica nazionale. Non fanno tendenza. Non fanno Moda. Non possono disporre armate militari sui campi di battaglia. Non protestano in piazza. Sono invisibili sui media (quindi non esistono). Si limitano a digitare opinioni sulle tastiere del computer al "calduccio di casa" ma stanno lì a dimostrare che c'è ancora qualcuno che ha un punto di vista diverso (sicuramente più vicino al reale) di quello del "gregge belante" delle masse rincitrullito dai Media di Regime.
Per tutto questo non possiamo fare a meno di VOI.
Preghiamo anche per la Salute del Fondatore de Fina, autore di recente di un brillante ritratto al curaro della Patria.
Si riguardi, mi raccomando.
Cari saluti
lei non ha certo bisogno che io le ricordi queste cose, ma spero le giunga una piccola consolazione anche da parole di cui è sì facile abusare ad ogni buona occasione, ma che sono anche vere e profondamente sentite. Il titolo del suo articolo è sicuramente d'effetto, ma, mi lasci dire, anche un po' fuorviante. La morte, in verità, non è una pena da scontare, né l'esecuzione di una sentenza. Quanto a quella è già stata scontata una volta per tutte da Nostro Signore. E se siamo morti con lui nel battesimo, la morte non è che la porta del passaggio alla vita vera. E non è neppure da vedere come un passaggio traumatico, o come una discontinuità del prima e del dopo. Questo passaggio è in realtà tenue e semplice come un battito di ciglia. Non c'è nessun muro di separazione tra il tempo e l'eterno. Come diceva don Bosco (mi pare), in fondo morire è facile: si chiudono gli occhi di qua, e si riaprono di là. Coraggio, non disperi, ma colga l'occasione di vivere appieno adesso la speranza dei Figli di Dio. Sempre affezionatissim o
I migliori auguri per una Pasqua serena e per una pronta guarigione, che Dio la benedica.
credo che la sua battaglia con la vita le abbia dato all'interno di questa un posto d'onore. Se non sente più la necessità di sgranare rosari, forse, è perché ha vinto la paura e vuole gustarsi in silenzio la bellezza del Creato. Lei, a suo modo, la malattia l'ha già vinta; timori e disperazione sono domate. Dentro al suo cuore sa benissimo che l'unica cosa che conta per la sua Anima è prepararsi alla contemplazione di Dio (Grazia suprema).
Un leone che muore non ha bisogno di ruggire, rimane tale: il dopo è contemplato dal silenzio-abbandono della Croce.
Le auguro di continuare a vivere con la pace e la serenità che c'è stata donata dalla Redenzione.
Intanto il suo lavoro e i suoi articoli continueranno a graffiare, scoprendo le miserie dell'uomo che non si affida al Regno dei Cieli.
Però cosa causa la debolezza del sistema immunitario? Secondo me è sopratutto la paura di morire, in generale, e la paura di questa malattia in particolare.
La paura non si può curare con la temerarietà, che la nasconde a noi stessi, ma, esponendoci maggiormente a pericoli, l'aumenta nell’inconscio.
La paura si cura con l'entusiasmo e la gioia di vivere, la quale viene dalla consapevolezza che siamo tutti dei poveracci, che anche i più cattivi non lo sono del tutto, e quasi tutti quelli che conosciamo direttamente sono buoni e meritevoli di essere aiutati.
In questo mare di buoni ci sono i nostri famigliari, come anche donne bellissime, o amici ed amiche molto intelligenti coi quali condividere invenzioni, creazioni artistiche e l’amore per la conoscenza.
Il problema principale a livello sociale è costituito da organizzazioni sbagliate tendenti solo al massimo profitto o degenerate al servizio di pochi: anche uno Stato che spreme economicamente i cittadini per pagare interessi esosi, e poi aumenta i controlli immaginando giustamente che una maggior tassazione induca una maggior evasione, e non si oppone alla speculazione, e non riduce i propri sprechi e le proprie inefficienze, è un’organizzazio ne sbagliata che andrebbe rifatta.
Il rifacimento della società e dello Stato sarebbe un altro compito in positivo dove potremmo e dovremmo cimentarci serenamente col contributo delle nostre idee e comportamenti.
Grazie per questa segnalazione.
Cosa le resta da fare direttore? Continuare a lavorare come ha sempre fatto, ricordandosi che lei ha degli obblighi nei confronti di migliaia di lettori, viziati intellettualmen te da una prodigiosa produzione letteraria, che costituisce una perla di obiettività e indipendenza nel grigio panorama della informazione asservita odierna.
Non si lasci confondere dalle mistificazioni della medicina ufficiale, ma si lasci guidare dal cuore e si affidi ai numerosi principi attivi naturali che il buon Dio ci ha donato attraverso il più grande e perfetto laboratorio chimico che esista al mondo.
Ne faccia buon uso, ricordando però che è essenziale la sua completa tranquillità nel corpo e nello spirito, risolvendo eventuali conflitti, i quali generano quella che noi chiamiamo "malattia" ma che ad una attenta analisi, altro non sono che il tentativo dell'organismo di riparare quanto da noi alterato o distrutto.
Continui con la preghiera e la totale fiducia nel Creatore, ricordando che noi tutti siamo strumenti nelle Sue mani divine, e che a ognuno è affidato un progetto da portare a termine. E' evidente che il suo non è ancora finito, quindi si dia da fare senza ulteriori indugi, perchè a lei sono stati consegnati i dieci talenti della parabola evangelica, il che comporta una non piccola responsabilità nei confronti del prossimo e del divino Padrone.
La ringrazio per le straordinarie considerazioni sulla sua attuale vicenda umana e spirituale; saranno di conforto a molti che riprenderanno vigore e determinazione, e che saranno ricambiate da preghiere e benedizioni che avranno un effetto importante sulla crescita umana e spirituale per lei e per coloro che a ogni livello condividono le sue comprensibili angosce e speranze. In alto i cuori.
credo che Lei possa trovare una risposta alla sua domanda solo nella preghiera. Se capisce che quello che le è richiesto non è scrivere ma dedicarsi ad una più raccolta vita spirituale, non ci pensi un attimo e faccia ciò che Chi le vuole bene le chiede. Le dico questo anche se una simile decisione provocherebbe in me e, immagino, in tutti i suoi affezionati lettori un grande dolore e soprattutto un fortissimo senso di smarrimento, dato che ormai i suoi articoli - meglio: le sue riflessioni - sono diventate un appuntamento irrinunciabile e una reale occasione di crescita in primo luogo spirituale.
Mi permetto di aggiungere anche che, in vista di questa scelta, non deve però pensare che continuare a scrivere sia un’opzione, diciamo, di serie B, un ripiego, un non tagliare completamente i ponti col mondo, perché coi suoi scritti lei ha contribuito e contribuisce tuttora ad avvicinare più anime di quanto immagini alla Fede, a dare loro un orgoglio troppo spesso smarrito dell'essere cristiani. Scrivere é un servizio che lei fa a chi è più debole; è, direi, Carità. Lei è un prezioso compagno che percorre la stessa strada di noi lettori, ma ha il grande merito di mostrarci un grande cielo aperto e indicarci Cristo che da quel cielo ci guarda.
Aggiungo un’altra breve riflessione. Leggendo le ultime righe della sua testimonianza mi è venuto in mente il secondo canto dell’Inferno, quello in cui Dante teme di non essere all’altezza del grande compito a cui è stato chiamato in quanto lo ritiene un’impresa superiore alle sue forze: “Io non Enea, io non Paulo sono/me degno a ciò né io né altri ‘l crede. (Inferno II, versi 32-33).
Alla fine Virgilio riesce a convincerlo a proseguire il viaggio, ricordandogli che è voluto da Dio e che a vegliare su di lui ci sono in Cielo ben tre donne (la Madonna, Santa Lucia e Beatrice). Per questo il suo non sarà un “folle volo” come invece quello di Ulisse che ha cercato di indagare le realtà ultime affidandosi unicamente alle sue forze.
Quindi Direttore, non sminuisca l’enorme lavoro che ha fatto fino ad ora, non pensi che proseguire la battaglia di sempre sia un mezzo compromesso, perché la fiducia che mostra nell’affidarsi a Dio non può che dare buoni frutti, sia per lei che per noi.
Detto questo ripeto, si affidi a Nostro Signore Gesù Cristo e cerchi in Lui la risposta.
Nel frattempo ricorderò Lei e l'editore de Fina nella preghiera.
Lei, direttore, fortunato, può dire: ho combattuto la buona battaglia.
Quando in una casa, entra il male, tutte le cose cambiano: per il malato, per i familiari; compare una sorta di velo attorno per cui pian piano si diventa invisibili agli occhi di parenti, amici e conoscenti e non si sa se per paura o per ipocrisia non di parla di malattia.
Parlarne per esprimere il proprio vissuto è un atto di coraggio e liberatorio e di riprendere nelle proprie mani il proprio destino.
Per cui, chapeau!!!
Ho espresso più volte, grazie alla vostra ospitalità, il mio punto di vista di medico che fa questo lavoro da quasi 30anni ma che 17 anni fa ha cominciato ha capire che le cose apprese e applicate in università e in ospedale sono ben diverse da quello che accade nell'ambulatorio di frontiera dove accedono tutte le patologie e così ti accorgi che la medicina "non funziona più" o meglio non funziona più questo modo di ragionare impiegatizio e che spinge a scaricare ogni sorta di repsonsabilità perchè ci sarà sempre qualche parente di qualcuno che, spinto da qualche avvocato rapace, fa causa la signor dottore che tanto ha i soldi per pagare...
Siccome da 18 mesi ho un caso complesso tra le mani e, d'accordo con la paziente, abbiamo deciso un certo tipo di ragionamento per affrontare il problema, spero che la paziente, mia moglie, non mi faccia causa.
Il ragionamento fatto è stato il seguente: posta diagnosi eco ed rx di k mammario (dx, chi conosce Hamer può cercare di comprendere la DHS) la paziente, infermiera abitauta a sale operatorie e a chirugie di alta specialità, ha deciso di rifiutare la biopsia. Ho ancora presente l'espressione degli occhi della collega radiologa che non si aspettava il rifiuto ma che poi ci ha scaricato senza problemi perchè fuori dal protocollo.
Ho avuto delusione nel non poter spiegare le motivazioni della scelta ma ho capito che non fregava nulla a nessuno.
Abbiamo poi deciso di fare terapia con le nostre conoscenze di omeopatia, medicina bioenergetica e quasi tuto lo scibile delle medicine diverse ma soprattutto abbiamo iniziato a fare uso ev di vitamina C e detossificanti del fegato, uso di ascorbato di k e anti ossidanti per os.
Il cardine della terapia è stato un prodotto che, ho scoperto da poco, il venerabile Garattini chiamava "acqua zuccherata" e il venerabile Veronesi ha cercato di bloccare in vari modi (anche il carcere) di fermare, che ha la capacità di RIORDINARE il funzionamento mitocondriale e le cellule cancerose presentano mitocondri, pochi ma li hanno. Questo è il cardine perchè riodinando giorno per giorno la sede del tumore, a distanza di 18 mesi possiamo dire che la paziente gode di buona-ottima salute, il diametro del tumore si è ridotto notevolmente, sono scomparsi 2 linfonodi ascellari con caratteri ecografici di malignità, soprattutto mia moglie è integra e convinta della sua scelta per la vita (e ha trascinato pure me).
Ho chiamato questa MEDICINA MITOCONDRIALE perchè riuscire a far funzionare correttamente il motore cellulare è forse una delle chiavi per cercare di sconfiggere la bestia.
Non c'è questo solo caso ma ne abbiamo altri sparsi in tutta Italia, con umiltà cerchiamo di far capire che la malattia oncologica non accade per caso ma che ci mette di fornte al nostro vissuto per provare a superarlo confidando nell'Amore Misericordioso (il Rosario è arma fondamentale), accade però che alcuni sentendosi meglio non sentano più voglia di lottare e soffrire per guarire (nessuno dice che le terapie "dolci" siano delicate, si soffre) pensando di star bene; il rischio è che la bestia non più sorvegliata può riscatenarsi in ogni momento (è quello che accade ai malati post chemio: finiti i cicli si aspetta la ricaduta per formulare nuovi schemi terapeutici sempre meno efficaci).
Quindi Direttore lotti e risolva, se può gli eventuali conflitti di paura (il polmone è colpito dslla paura o meglio dalla tristezza come ci dice la medicina cinese), se mi permette, scarichi la sua vena polemica che va bene per il lettore ma per Lei ancora in bilico, può essere destabilizzante , liberi il suo fegato dalle scorie e allora sì che sarà sursum corda (sempre per i cinesi il fegato scarica le sue scorie sul cuore e infatti un problema c'è stato... senza scomodare Hamer).
Grazie per quello che fa.
auguri, pregherò per lei, mia moglie morta a settembre del 2011 mi ha lasciato un ricordo eccezionale sulla malattia,vissut a con fede.
Adriano
Mi offro gratuitamente come revisore e curatore. Sarebbe bello poterla pubblicare e provare a diffonderla.
Un caro abbraccio,
Arrigo de Angeli
Strade accidentate certo ma anche panoramiche.
Prego perchè il volere del Signore coincida con il desiderio di tutti i lettori di lasciarla qui con noi, lucido coraggioso e nelle condizioni di salute migliori.
Non molli.
Non molli.
Non molli!
Aldo Mariani
http://www.lyposphericnutrients.it/default.aspx
Un abbraccio a tutti
Giovanna.
Caro Maurizio, mi permetta di chiamarla così in segno di affettuosa e rispettosa vicinanza, la ringrazio di cuore per la testimonianza. Sento che lei, a me come ad altri, sta insegnando qualcosa di importante.
Cercherò di dedicare la mia umile preghiera a tutti, anche a chi non mi è amico, anche a chi persegue il male. Ma la dedicherò soprattutto a lei.
Il Signore la benedica.
Anna Maria.
Riesce sempre a spiazzarmi ed a emozionarmi con le sue parole.
Pregherò per lei e per noi.
La decisione più indovinata.
Ogni rosa ha le sue spine.
I fiori e gli alberi a primavera creano idee migliori
Sono possibile pensieri per la seguente metafora: "Siamo in Cile, o in Argentina, o in un Paese in piena iperinflazione, è primavera, la signora osserva ammirata il rosaio in fiore pieno di boccioli color speciale tra il giallo ed il rosa ai bordi, pallido e delicato. Sono già trent'anni che lo piantò, lo annaffiò, lo potò, controlla che le formiche non lo invadano, e loro, per gratitudine, regalano i fiori. Lo comprò una primavera in un paese immerso dai debiti e da una inflazione da fame nera, mentre andava al mercato a comperare l'insalata, che costava sei pesos! No! troppo cara. In quel momento, si gira, e vede un rosaio fiorito in vendita, a sei pesos, come l'insalata! Che bello! Lo porta a casa, pensando che almeno dura di più! Arrivata a casa l'amato marito, le dice: ma non eri uscita a comperare l'insalata? Sì, ma il rosaio costava uguale e dura di più. Ah! Certo! Ma mica si mangia? Sentenzia l'uomo di casa. Lei: sì, ma ce lo godiamo da sei mesi l'anno, con le sue rose profumate e meravigliose. Sono passati trenta'anni, e lui è ancora lì, allora vuol dire che la signora quel giorno prese la decisione giusta.
caro Milvus
la ringrazio di vero cuore e proverò a fare come dice ma, i miei mal di testa sono di origine nervosa... dovrei "sopprimere" una mia parente e non mi sembrerebbe bello...
saluti e ancora grazie
Piero e famiglia
Grande fortuna la sua averlo capito... se la goda... auguri.
Marcello
Credo di capire che lei vive la situazione del parente-serpente molto male, allora dovrà iniziare a pensare che certe persone,non si devono eliminare, perchè muoiono da sole!
Lei è un padre di famiglia, nessuno ha il diritto di renderle la vita un inferno, giacchè non poteva prevedere che tale relazione parentale si sarebbe rivelata così deleteria per la sua salute, per proteggere sua moglie ed i suoi figli dovrà (di nascosto!) intanto essere indifferente a qualunque provocazione, arma micidiale che ne cancella l'esistenza, poi, secondo me, andare da un legale di sua fiducia e chiedergli di mandare una lettera di diffida, nella quale c'è scritto che se la parente la molesta, dovrà recarsi dal giudice a dire ciò che vorrebbe strisciasse in maniera sotterranea all'interno della sua famiglia. Vedrà che cambierà condotta, e lei continui ad ignorarla, non perda mai il suo carisma in contumelie verbali o litigi, soprattutto per i ragazzi.
Nella vita è importante agire in tempo, e con il magnesio si può trattare l'organismo sotto un profilo metabolico, solo manipolando la sua biochimica. Personalmente lo adopero per i disagi del periodo femminile, ma è determinante anche per l'irritabilità, gli attacchi di panico, la scarsa concentrazione, emicranie, sindromi da fatica cronica,e molto altro. Auguri allora.
grazie Milvus, di vero cuore.
Saluti
Piero e famiglia
Scrivo per ringraziarla del bollettino medico, per felicitarmi che la terapia "alternativa" sia efficace.
Soprattutto scrivo per raccomandarle di continuare questa sua MISSIONE di illuminar le menti di noi poveri umani troppo affacendati con il quotidiano per poter informarsi sulla verità dei fatti!
Non smetta di analizzare la realtà (attraverso tutti gli strumenti e le fonti che ha selezionato in questi anni) e darcene una sintesi chiara, breve e completa.
Sono una persona "rinata" da quando ho conosciuto questo sito e ho potuto leggere i suoi articoli. Ho trovato la spiegazione a tanti fatti che mi parevano "strani" e inverosimili, da come erano presentati dai media del regime.
Mi trovo a possedere una marcia e a riuscire a comprendere meglio come va il mondo, anche nei suoi riflessi locali (dove spesso la gente e i politici sono spesso ciechi ed agiscono guardando poco oltre il proprio naso).
Grazie, grazie, grazie infinite.
Suo fedelissimo lettore
Giorgio
Un abbraccio forte.
Joe Fallisi
Dio NON può NON sentire (e soprattutto NON può NON ascoltare) tutte le nostre preghiere.
Pertanto Lei VIVRA' ANCORA A LUNGO!!! (... e SOPRATTUTTO STANDO SEMPRE MEGLIO!!!).
Un abbraccio caloroso!!!
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