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False flag come tecnica di vendita
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Doveva essere la nuova versione migliorata del «mutanda-bomber», lo sventato (finto) attentato del 2009. Il 7 maggio, viene comunicato ufficialmente, con gran clamore, che «La CIA e colleghi di un’alleata agenzia di spionaggio straniera hanno sventato un tentativo di Al Qaeda di far esplodere un aereo passeggeri usando un ordigno esplosivo avanzato». Tale ordigno avanzato, che il terrorista suicida arabo era pronto a nascondersi sotto i testicoli per superare i palpeggiamenti degli addetti alla sicurezza negli aeroporti americani, era «un tipo particolare di bomba senza parti metalliche, molto difficile da scoprire con i metal-detector»: così spiegava immediatamente la senatrice Dianne Feinstein, (ovviamente J) presidente della Commissione senatoriale sull’Intelligence.

Dianne Feinstein
  Dianne Feinstein
Già i grandi network avevano cominciato a mostrare vedute prese da lontano di un aereo passeggeri fermo ai margini estremi di non so quale aeroporto (facendo intendere che su quell’aereo era stato intercettato all’ultimo istante il kamikaze dai genitali esplosivi), e a organizzare di fretta i talk-show sul pericolo estremo che il pubblico americano aveva schivato. L’attentato-mutanda, spiegavano, è opera di AQAP, Al Qaeda in Arabian Peninsula. Allarme, abbiate paura, «America sotto attacco» e tutto il resto del noto armamentario.

Poche ore dopo, più di una soffiata dagli ambienti dell’intelligence, riportata dal britannico Guardian, smontava la versione ufficiale. Il «terrorista suicida» era un agente operativo dei servizi sauditi, che aveva agito fin da principio in accordo con la CIA. L’agente era andato in Yemen e s’era infiltrato in non si sa quali gruppi estremisti, presentandosi come aspirante suicida. Una volta ottenuta la fiducia dei jihadisti, fattosi consegnare l’ordigno sofisticatissimo, invece che sistemarselo sotto il cavallo dei pantaloni, era partito in volo per consegnarlo agli agenti americani.

Persino il Washington Post era costretto a titolare così: «La CIA ha sventato lattentato alla bomba dall’interno». E spiegare che s’era trattato di «una elaborata operazione di spionaggio in cui la CIA ha seguito i movimenti dellordigno per settimane», più precisamente da aprile.

Tutta l’operazione era stata organizzata di sana pianta dalla CIA e dai sauditi: il loro agente provocatore, più che aver infiltrato il gruppo terroristico yemenita, pare averlo formato andandosi a cercare teste calde locali; non è chiaro quale genio yemenita abbia messo insieme la sofisticatissima bomba destinata ad ingannare i metal detector, e c’è un qualche sospetto che anche la bomba sia stata fornita dal finto kamikaze; non lo sapremo mai perchè, l’agenzia «ha eliminato i sospetti cospiratori con un attacco al drone».

L’ordigno si trova ora a Quantico, sede dell’FBI, dove è «esaminato da esperti». Certo è, ha ammesso il Washington Post, che «il coinvolgimento della CIA è andato ben oltre il semplice seguire lo svolgimento del piano». Ha selezionato dei dilettanti arabi, li ha trasformati in cellula terrorista, ha montato l’operazione e poi li ha eliminati. «Abbiamo avuto sempre l’ordigno sotto il nostro controllo» nei suoi numerosi spostamenti, spiegava il portavoce dell’Agenzia. Niente aereo bloccato in extremis e relegato in una zona lontana di un non identificato aeroporto, come aveva mandato in onda le CNN.

La CNN aveva dovuto rincorrere la rivelazione, e citare una sua «fonte addentro all’operazione nell’area medio-orientale» (leggi: un agente della CIA che ha spifferato): il finto kamikaze, «siamo stati noi a gestirlo dal principio». (Sources: Saudi counterterrorism work broke up new AQAP plane plot)

Peter King
  Peter King
Ancor più rivelatore lo scoppio di rabbia – in diretta CNN – del deputato Peter King, che presiede la Commissione Sicurezza della Patria (Homeland Security) della Camera bassa: « È gravissimo che la storia sia saltata fuori, perchè può interferire con le nostre operazioni allestero», ed ha promesso minaccioso «una grossa indagine interna» per trovare gli spifferatori. Della CIA, o della National Security o dell’FBI che siano. Ma anche dopo il crollo della versione ufficiale e l’ammissione a denti stretti che l’attentato non era mai stato un attentato, è continuata l’insistenza dei media sul pericolo rappresentato dall’ordigno «che sfugge ai metal detector». Molto strana.



«I comuni body scanner negli aeroporti sono spaventosamente inadeguati», assicurava un altro servizio della CNN: lo assicurano «gli esperti». (Body scanning 'woefully inadequate' abroad, experts say)

Gli «esperti» sentiti dalla CNN sono uno solo: Rafi Ron (J), già capo della sicurezza aeroportuale di Israele (dunque Mossad o Shin Beth), e adesso fortunato imprenditore, fondatore e capo di una ditta privata che vende sicurezza, «New Age Security Solutions»; la sicurezza è una specialità israeliana, maturata nell’esperienza della persecuzione dei palestinesi, dei posti di blocco, degli interrogatori senza presenza dei legali, del Muro con sensori elettronici e corrente elettrica. Il rinomato know-how repressivo (1).

Ecco il testo della CNN: «Lo sventato complotto per far passare una bomba attraverso i controlli degli aeroporti richiama l’attenzione sulle lacune nelle misure di screening prese dagli aeroporti all’estero». Gli aeroporti americani, si spiega, sono da poco forniti di ben 700 nuovi detector molto sofisticati che usano una tecnologia di «advanced imaging» – detti anche «nude body scanner» perchè consentono agli addetti di vedere l’intero corpo nudo dei passeggeri. Le nuove macchine sono pericolose per la salute perchè usano onde corte e raggi X potenziati con una «backscatter technology» (qualunque cosa ciò significhi) per ottenere immagini ad alta risoluzione. (100 Naked Citizens: 100 Leaked Body Scans)


Backscatter x-ray machine, Los Angeles International Airport


La loro installazione ha dunque suscitato proteste da parte dei gruppi a difesa del consumatore; e la polemica si è inquadrata nella crescente protesta dei passeggeri – e soprattutto delle passeggere – che si lamentano degli «intensi controlli fisici» del personale della TSA (Trasport Security Administration): lavoratori malpagati e avventizi, spesso recenti immigrati, che volentieri si consentono insistenti palpeggiamenti nelle zone delicate del corpo femminile, perchè sanno che proprio le loro curve e rientranze si prestano ai terroristi arabi per celarvi avanzatissimi ordigni... diavoli di AQAP, Al Qaeda in Arabian Peninsula.

Il fatto è che il Dipartimento della Homeland Security – fondato da Bush jr. dopo l’11 Settembre e da lui affidato a suo tempo ad un israeliano con doppia cittadinanza, Michael Chertoff – ha già speso 90 milioni di dollari del contribuente USA per 700 di questi nuovi discutibili – e costosissimi – body scanner. Un buon affare per il gruppo di ditte (ebraiche) che li producono. Ma l’affare può essere migliorato, se solo i governi esteri li adottassero anche loro, magari su pressione statunitense preoccupato per la sicurezzza dei voli diretti in USA. Ed anche le critiche sarebbero messe a tacere, se le ragioni di sicurezza giustificano la loro adozione.

Così diventa molto più chiaro quel che Rafi Ron, l’ex direttore della sicurezza aerea israeliana ed oggi imprenditore nel settore, dichiara alla CNN: «Dal momento che molti di questi aeroporti stranieri non usano la tecnologia di avanzato body scanning, nemmeno per i voli diretti in America, c’è una lacuna che i terroristi e il fabbricatore della bomba puntavano a sfruttare».

E ancor più illumina un’altra dichiarazione raccolta dalla CNN: «L’uso della tecnologia avanzata di imaging è spaventosamente inadeguata», dice Chad Sweet. E chi è? Chad Sweet, spiega la CNN, è «un ex funzionario della CIA e del Dipartimento della Homeland Security, oggi co-fondatore del Chertoff Group, una ditta di sicurezza che fabbrica apparati di advanced imaging».

Michael Chertoff
  Michael Chertoff
Così il cerchio è chiuso. Apprendiamo che Michael Chertoff, già capo della Homeland Security, s’è messo in proprio ed ha creato il suo Chertoff Group, che fabbrica le discusse macchine ed ha bisogno di venderle (o imporle) ai mercati esteri. Questo Chertoff è nato nel New Jersey dal rabbino Gerson Baruch Chertoff e da Livia Eisen: mamma diventata famosa in Israele perchè, hostess della El Al, tanti anni fa sventò un tentato dirottamento da parte dei palestinesi. Il figlio Michael Chertoff l’11 settembre 2001, per pura coincidenza ricopriva la carica di procuratore a New York nei giorni del mega-attentato. In questa veste, si rese utile espellendo «per visto scaduto» il gruppo di traslocatori israeliani arrestati dalla Polizia di New York perchè notati mentre festeggiavano gli incendi e il crollo delle Twin Towers. Il gruppetto di giovanottoni passato alla cronaca come i famosi «israeliani danzanti» che si fotografavano a vicenda, alzando le dita con il segno «V» (for Victory), sullo sfondo delle Towers in fiamme. Adesso, compiuta la sua missione per il Mossad, Chertoff continua la sua missione per Sion da capo della ditta Chertoff, che ha fondato nel 2009.

Sembra insomma che si sia arrivati a questo: attentati false flag a scopi commerciali, come promozione di macchinari da installare negli aeroporti. Esiste una lobby dei fabbricanti dei body scanner, per lo più ebraici... Tutto ciò è spiegato ai seguenti links: Why Is Michael Chertoff So Excited About Full-Body Scanners? | Full Body Scanner Lobby: Michael Chertoff and Rapiscan

Una nuova tecnica di vendita: fai del terrorista il tuo piazzista. O anche: fai del tuo piazzista il terrorista.





1
) Come noto, molto importanti aeroporti d’Europa, fra cui Fiumicino, Skyphol e il Charles De Gaulle di Parigi, sono controllati da agenzie di sicurezza israeliane composte da (ex?) agenti dello Shin Beth. Recentemente la Danimarca e la Svezia hanno però bandito la compagnia aerea israeliana Arkia perchè ha un suo personale di sicurezza che, per i voli diretti a Tel Aviv, adotta «i metodi israeliani di ispezione e interrogatorio» dei passeggeri, fra cui il profiling di potenziali sospetti basato sull’aspetto razziale. Questi metodi costituiscono una violazione flagrante delle leggi e usanze dei Paesi nordici.


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