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Tutti agli sportelli. Un po’ in ritardo
21 Maggio 2012
L’argomento è da sempre tabù nei media ufficiali, attenti a non rivelare il trucco fondamentale del business bancario. Sicchè, quando persino Il Sole 24 Ore comincia a lanciare l’allarme sulla «corsa agli sportelli» di correntisti e risparmiatori (1), vuol dire che in realtà lo svuotamento dei depositi bancari non solo è iniziato, ma è già quasi alla fine. Le grandi imprese e le grandi finanziarie hanno già ritirato silenziosamente da mesi, e adesso si muovono i piccoli risparmiatori disperati, quelli che si troveranno col cerino acceso. In Grecia, dopo il doppio annuncio della sospensione dei negoziati con il FMI e la sospensione dei prestiti della BCE alle banche, la corsa agli sportelli s’è accelerata; può da un momento all’altro diventare incontrollabile. In Spagna, 16 banche hanno subìto il degrado del rating – il che significa che dovranno pagare di più il denaro in prestito – ed è in fondo logico, dato che il collasso della bolla immobiliare lascia le banche con tassi di «sofferenze» (debitori che non rimborsano) dell’8,1% in media, e di oltre il 10% in alcuni istituti.
«Il Paese è inchiodato fra una recessione che provoca un livello di disoccupazione storica e una crisi bancaria massiccia», scrive l’economista francese Jacques Sapir, sicchè «un bank run può scatenarsi molto rapidamente».
Peggio. In questo mondo senza compartimenti stagni che la Finanza ha voluto, la crisi spagnola si trasmetterà immediatamente all’Italia (dove i tassi dei titoli di Stato a 10 anni hanno raggiunto quasi il 6%). La Francia vede il suo spread con la Germania salire a 1,42, e sembra un paradiso in confronto al nostro 4,90. Ma se credete che Parigi abbia qualche tempo davanti a sè prima di essere risucchiata nel Maelstrom latino, guardate meglio.
L’intero settore francese dei mutui è precipitato, di botto, giù da una scogliera:

CLICCARE PER INGRANDIRE
Il grafico qui sopra mostra la quotazione dell’obbligazione della Caisse Centrale du Credit Immobilier de France (CCCI), che insieme alla sua consorella CIF Euromortgage è una sussidiaria al 100% del Crédit Immobilier de France Delevopement (CIFD), che l’agenzia di rating (francese) Fitch descive come «lo specialista di mutui immobiliari, che opera esclusivamente in Francia». CIFD è a sua volta proprietà della holding Procivis, che è il secondo fornitore nazionale di mutui-casa (Mortgage Crisis Hits France As Entire Sector Drops Off A Cliff).
Come si vede, la scogliera da cui questo gigante è caduto è molto ripida. Un vero precipizio. Quanto ci mette la Francia a conoscere il suo «bank run», corsa agli sportelli nel panico? L’Europa è ormai al punto, scrive Paul Krugman, in cui «le cose potrebbero collassare ad una velocità stupefacente, in mesi e non in anni, e a costi sia economici che politici enormi». Jacques Sapir è d’accordo: «La questione di un collasso a brevissimo termine della zona euro non può più essere elusa». E ricorda giustamente Che «in Russia, nel 1988, fu un bank run a decidere la fine del sistema economico alla Eltsin. In 5 giorni le banche furono dissanguate e il governo russo costretto a fare fallimento e a lasciar fluttuare il rublo, che alla fine si svalutò del 50%». E qualche milione di vecchi pensionati andò a razzolare nei secchi della spazzatura per trovare da mangiare; molte centinaia di migliaia morirono, e non pochi furono uccisi dalla criminalità organizzata per «liberare» gli alloggi di Stato in cui abitavano. Oddio, una svalutazione dell’euro del 50% sarebbe una benedizione per le imprese esportatrici del Sud Europa, e del resto, quando fu introdotto valeva sugli 0,80 dollari ed oggi 1,2. Il guaio è l’anarchia e il caos in cui questo avverrebbe – o avverrà (Cramer: Financial Anarchy, Bank Runs In Spain, Italy Within Weeks). Le ben note responsabilità del disastro sono dei dirigenti politici di tutto l’Occidente. Dalla impotenza a regolamentare i mercati speculativi (compito che spettava a Washington) fino ai «salvataggi» di banche colossali con denaro pubblico, che ha prodotto il dissesto degli Stati e la crisi dei debiti sovrani. Passando per la terapia di tagli e contrazione fiscale – Berlino voleva dare una lezione di moralità alle cicale – che ha precipitato la Grecia nell’abisso, fino alle dichiarazioni da Berlino e da Barroso che, se Atene non taglierà altri 150 mila statali (con una disoccupazione giovanile già al 54%), può uscire dall’euro e sarà abbandonata al suo destino; con l’aggiunta di scenari terrificanti (2), fatti per terrorizzare gli elettori greci e costringerli a votare «giusto» (ossia per tagli letali, ormai impossibili) in piena malafede.
Per terrificare ancora di più, dalla BCE ci fa sapere che se la Grecia esce dall’euro, verrà espulsa dalla UE: cosa che non si trova affatto nei trattati. Tutta una finta, perchè nè l’eurocrazia lascerà mai che Atene torni alla dracma – sarebbe la fine della UE e delle loro poltrone – nè Washington perderà un membro della NATO. Ma intanto sono riusciti a spandere il panico ben oltre il Peloponneso. E adesso siamo preda di più recessioni in Europa, dettate dalla «austerità», le quali, essendo sincronizzate potenziano i loro effetti. E sta per aggiungersi la ricaduta nella recessione degli Stati Uniti: «Se le crisi di USA ed in Europa si alimentano vicendevolmente», ha detto Ben Bernanke, «la recessione diventa un rischio reale». Eufemismo da banchiere centrale: non è un «rischio», ma la realtà. E non è recessione, ma Depressione. I potenti dell’Occidente si sono riuniti d’urgenza a Camp David, ospiti di Obama, per il G-8, per sbrogliare l’inestricabile matassa. L’agenda non doveva essere fittissima, perchè hanno avuto il tempo di guardare una partita di calcio in TV. Pare che sia stata Angela Merkel a chiedere che si accendesse il televisore, e Cameron è stato subito d’accordo: il Chelsea sfidava il Bayern. Si sono divertiti tutti molto, hanno tifato, acclamato, gridato. Il solo ad apparire a disagio è stato il neo-presidente Hollande; ma lo si può scusare, è nuovo dei vertici.

La foto immortala questo momento. Lo so, l’avete già vista, ha già fatto il giro del mondo. Ma consiglio di ritagliarla e metterla in cornice: coglie un momento storico irripetibile. Quando Nerone suonava la lira dal terrazzo davanti a Roma incendiata, le Nikon mica esistevano.
1) Due recenti titoli del quotidiano confindustriale: «Spagna, paura per Bankia. El Mundo: corsa agli sportelli, ritirato un miliardo. Moody's taglia il rating a 16 istituti» e «Il vero spettro: la fuga dai depositi bancari». Testo: «Quel che spaventa tutti sono gli effetti imponderabili dello shock a catena di un’uscita greca dall’euro. I mercati attaccherebbero subito bersagli più grossi come la Spagna e l’Italia. Spread impazziti, tassi sempre più insostenibili e bond pubblici in pancia alle banche che subirebbero gravi perdite. A cui si aggiungerebbe il film già visto in questi giorni. Una fuga dei correntisti dalle banche con un’emorragia incalcolabile dei depositi bancari. Fuga che al di là delle astuzìe di questi giorni in Spagna si è palesata ormai da mesi. Le banche greche hanno visto scendere i depositi del 20% dall’inizio della crisi e dalle banche spagnole sono usciti 65 miliardi nell’ultimo anno». 2) Pe esempio, Le Monde ha scritto: Pour les Grecs, ce (la sortie de l’euro) serait une tragédie pire encore que celle qu’ils vivent. Ils n’ont guère à attendre du retour à la drachme, qui, même dévaluée de 50%, n’améliorerait pas leurs comptes extérieurs pour une raison simple: la Grèce n’a rien à exporter. Le niveau de vie ne tomberait pas de 10 à 20% comme aujourd’hui, mais de 50%. Le pays a besoin d’investissements pas d’une dévaluation compétitive». Poichè anche giornali e analisti italiani hanno agitato lo stesso spettro, diciamo che sostenere che una svalutazione del 50% della dracma porterebbe ad un calo del potere d’acquisto del 50%, è una scemenza o una falsità in malafede. La svalutazione del 50% della dracma comporterebbe il 50% in meno di potere d’acquisto, se la Grecia importasse il 100% del suo Prodotto Interno Lordo. Invece, secondo i dati ufficiali dell’OCSE, le importazioni elleniche pesano il 20% del PIL. Dunque è vero che il potere d’acquisto calerebbe del 50% sui prodotti importati, ma nella struttura economica complessiva greca, questo rappresenterebbe solo il 10% di perdita del potere d’acquisto. E per quanto la Grecia esporti poco, esporta pur sempre il 10% del Pil; e questo export si rialzerebbe con la svalutazione della dracma. Anche il turismo (16% del PIL) avrebbe notevoli benefici dall’uscita dell’euro. Dunque la componente del PIL che sarebbe avvantaggiata (26%) supera la componente che sarebbe penalizzata (20%) dal ritorno alla moneta nazionale con svalutazione. Lo scenario di Le Monde è solo terrorismo (Grèce: la bêtise effarante du Monde).
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Commenti
Si, ma QUALI?
"même dévaluée de 50%, n’améliorerait pas leurs comptes extérieurs pour une raison simple: la Grèce n’a rien à exporter".
Persino pizza, amore & fantasia,
qui da noi s'è dato tutto via...
la Grecia si direbbe in compagnia.
Detto questo, poveri greci. Non sono votati alle esportazioni, non sono incisivi. Loro devono accogliere: turismo, turismo e ancora turismo. Le greche hanno fatto passi da gigante esteticamente parlando, ma non credo che seguiranno la via delle rumene (peraltro fonte non trascurabile di rimesse dall'estero, le famose "rimesse dal raccordo anulare"), rimarranno delle ragazze serie.
Socrate, Platone & Co. forse non avevano una dieta troppo differente da quella tradizionale di oggi.
E sono venuti su benissimo.
Quante dracme occorebbero per un litro di benzina?
La paura che attanaglia la classe dirigente europea è il contagio ideale, più di quello economico e finanziario. Sul piatto non c'è solo l'euro, c'è l'intero progetto di società che la UE difende con le unghie e con i denti: il liberalismo, l'individualismo, l'"emancipazione", la socetà multiculturale, ecc. Hanno paura di nuove Ungherie, oppure di un socialismo che acquisti i connotati nazionalisti, appunto, un nazional-socialismo.
Speriamo che vada tutto al contrario di ciò che vogliono. Amen.
Tanto più che la Grecia deve competere, in questo campo, con Paesi come la Croazia e la Turchia, che negli ultimi anni hanno sostenuto il proprio turismo con metodiche svalutazioni della moneta nazionale.
Quello che non si riesce a capire dai media, infatti, è il perché la Grecia non abbia ripreso a stampare le Drachme già da un anno a questa parte. Un anno buttato.
Nel senso che Nerone non ha mai incendiato Roma mentre questi che guardano la partita, l´Europa la stanno mandando in fumo.
Ma oltre ad essere degli str..., sono anche degli inetti e dei beoti, ovvero il prototitpo perfetto dei camerieri.
Si potrebbe a questo punto pensare che i padroni di questi camerieri, per quanto criminali siano almeno capaci, invece sono delle pippe emerite anche loro, con l'unica differenza che le foto non le abbiamo (anche se sono convinto che i vari Rothschild, Soros, Rockefeller, Lazard, Morgan, Strauss, etc., etc... erano anche loro a tifare... e se non tutti loro i loro rampolli drogati e pervertiti... di sicuro...).
Saluti alla redazione, al direttore e ai lettori.
E creano il disastro! Il mio dubbio è che non vogliano affatto conquistare il mondo, ma semplicemente DISTRUGGERLO. Altrimenti si sarebbero fermati da tempo su posizioni comode, di pieno potere e controllo ma comunque un minimo rispettose di popoli e individui.
Invece stanno creando il disastro che li annienterà, dopo aver gettato tutti noi in un baratro senza fine.
Sono semplicemente sconvolto!
non pensa che sarebbe abbastanza inutile ritirare soldi dalle banche italiane?
Non troverebbe più saggio convertire i risparmi in Bund?
La banca può fallire, ma i Bund possono essere trasferiti in qualsiasi altra banca (italiana o area euro).
E se si arrivase al patacrac, gli euro italiani verrebbero accettati in una banca dell'area euro?
Il Bund verrebbe comunque convertito in euro o euro di serie A o in marchi.
Oppure, al limite, si potrebbe convertire il capitale in fondi monetari in franchi svizzeri.
Giusto?
Mi ripeterò, ma consiglio di investire il denaro tolto dalle banche in oro, fondi agricoli, pannelli solari (per avere energia gratis per vivere quando il suo prezzo salirà alle stelle) o nel mattone (molto tassato, ma mantiene il valore investito nel tempo).
Diceva più o meno così nell'articolo.
Non è condivisibile questa asserzione, non butatta giù così in maniera così grossolana ed aleatoria.
Leggendo i commenti ho visto almeno un altro lettore chiedersi: ed una volta che li hai ritirati?
Ed io aggiungo: anche li avessi ritirati prima?
L'unica apparente soluzione era portarli all'estero (oggi divenuto impossibile per via dei cyber-controlli) ma un tracollo internazionale fa saltare tranquillamente anche le banche svizzere, senza conatre che sarebbe sempre "grana lontana", difficilmente utilizzabile visti i capricci sempre più maniacali del legislatore che nessuno ha votato...
Compra pure l'oro ed i diamanti (ci si perde moltissimo, specie al momento a rivenderli e sempre che tu non ti sia portato a casa dei falsi) tanto poi il fattorino delle banche dopo l'ennesimo caso di corruzione "decreta autoreferenzial mente" che l'unica moneta avente corso legale è quella elettronica per importi superiori a 999 euro...
Poi per qualsiasi importo varrà solo quella elettronica...
Ma le carte elettroniche si perdono, si clonano, finiscono anch'esse ad alimentare traffici irregolari...
Ve li ricordate *Chip* e Chiop?
gas criminale, le esternazioni del tipo:
"Visto che gli Stati non sono in grado di controllare la crisi, ci vuole un Organismo Mondiale, leggi governo, per risolvere i problemi", Ratzinger dixit, ma non solo lui, la gente avrebbe dovuto aprire gli occhi.
Non so se è un caso, ma proprio due giorni fa ho ricevuto una cartolina con questa dicitura in tedesco di Christian Morgenstern: a volte si vede qualcosa cento o mille volte, prima di vederlo per la prima volta veramente.
Allo spettacolo dell'eclissi solare, il sole nero!, i giapponesi che credono in certi segni hanno detto: "It's a bad omen".
E' probabile che si arrivi a molti disordini, forse una guerra civile, poi entrerà in vigore quel famoso paragrafo del Trattato di Lisbona sulla pena di morte. L'hanno messo apposta in previsone delle reazioni dei popoli al grande inganno: l'EURO.
Inutile dire che i commenti della classe politica sono stati negativi al massimo e che di fronte agli studi dove si svolgeva il talk show c'erano dimostranti con cartelli che chiedevano di negare il diritto di parola a Sarrazin. Inutile anche dire che i sondaggi di opinione sono tutti favorevoli a Sarrazin e che la SPD non ha neanche il coraggio di approvare gli eurobond proprio perchè sa che la gente è contraria e che rivuole il marco. La stessa SPD che non ha avuto il coraggio di espellere Sarrazin quando ha pubblicato il suo libro, arrivato al milione di copie, contro l'immigrazione.
Anzi, aggiungo che tale capacità è anche di alcuni lettori..., a loro modo dei 'Blondet'.
Anche se scrivo poco, leggo molto; un ringraziamento ai commentatori, alla redazione, al direttore e all'editore.
Non può essere altrimenti, dal momento che "IL LORO PADRE E' IL DIAVOLO". E' il Principe di questo mondo, padre della menzogna (Shoah, 11/9, ecc.) e omicida fin dal principio (aborto, genocidi, usura) che odiando il CREATO e le CREATURE, immagini del CREATORE, cerca in tutti i modi di distruggerne l'opera.
Ma... non praevalebunt, magari perderemo tutti i risparmi, ma non importa: NON PRAEVALEBUNT!
Forse sarebbe stato meglio comprare un po’ d’oro e qualche diamante, come consigliava Sammy Varin di RadioPadaniaLib era qualche mese fa. Ora mi sa che sono troppo cari.
Cari saluti,
Invece, se Giulinao Amato ripropone lo stesso dessert di 20 anni or sono (e cioè, un bel prelievo forzoso dai conti correnti) è di certo meglio non avere nulla sul conto corrente.
Un mio amico ebreo ha imparato sin da bambino a suonare il volino; perchè-mi spiega-non essendo raro per loro il doversi trasferire "in tutta fretta" lontano dal luogo di nascita, saper suonare questo meraviglioso stumento può fare la differenza fra il mangiare, ed il non mangia
In che senso...? Gli domando stupito.
"Alla gente piace, il suono struggente del violino; ed è facile che ti lasci una monettina, quando ti sente suonare lungo la strada".
Dunque, se avete figli piccoli fate in modo che imparino l'inglese (ed il cinese) e iniziateli allo studio del violino (o comunque, di srumenti facilmente trasportabili).
Concludo, consigliando di fare apprendere ai fanciulli (oltre al Catechismo della Chiesa cattolica) anche la pratica al commercio dei diamanti, nella quale gli ebrei sono maestri.
Sono più certi delle banconote, e si trasportano più facilmente.
Saluti, e auguri a tutti di buoni investimenti.
Un ebro costretto a suonare come ambulante per mangiare?
Ma sei proprio una macchietta...
Per quanto riguarda i diamanti concordo che una piccola e modestissima cifra possa essere così investita ma guarda che in seguito a qualche cataclisma/carestia/epidemia/tracollo finanziario diamanti, oro o quant'altro diventato baratto come nel famoso "FOOD FOR OIL", come in Iraq per intenderci...
Il franco svizzero già è legato all'euro... il dollaro praticamente anche... lo ywan è legato al dollaro...
La situazione non è assolutamente: "basta tornare alla lira e svalutare".
ASPETTO COLLABORAZIONE.
GRAZIE
Tutti siamo più o meno in ansia per il nostro credito guadagnato con fatica da noi e/o dai nostri antenati però credo che non si dovrebbe esagerare nel chiedere consigli pratici e particolaristic o-economici altrimenti si finirebbe per far diventare questa piattafaorma virtuale un altro "Tempio da cui scacciare i mercanti"...
Come sempre ci sono poi degli ottimi commenti da parte dei lettori i quali sviluppano quanto scritto da Blondet e spesso aggiungono preziose informazioni sull'argomento trattato.
Vorrei però fare una mia personale riflessione sul bank run: se ci fosse un crollo internazionale, a cosa servirebbe aver ritirato tutti o quasi i propri risparmi? Svalutazione a parte, se si verificasse un evento del genere avremmo come effetto immediato un'interruzione delle normali attività lavorative e del normale funzionamento della società così com'è ora; nello specifico, i supermercati non verrebbero più riforniti, la grande distribuzione si fermerebbe o sarebbe comunque drasticamente ridotta, i trasporti idem: in poche parole, con quei soldi non si farebbe più nulla o quasi. Non so se sono drastico o se sto commettendo un errore di concetto, gradirei però un vostro commento sulla mia affermazione.
Un grazie a tutti e alla Redazione e, naturalmente, al nostro Caro Direttore Maurizio
Se invece i soldi (gli euro) li hai in mano i casi sono due:
1) sistema bancario in crack ma mantenimento dell'euro (caso "di scuola" assai improbabile): i tuoi euro continuano a valere e li puoi spendere.
2) Crack del sistema bancario e uscita dall'euro con ritorno alla lira: il governo stabilirà un tasso di conversione nuova lira/vecchi euro, di sicuro sfavorevole, ma non tanto da essere paragonabile al volarilizzarsi dei tuoi risparmi. Poichè per passare da una moneta ad un'altra occorrono molti mesi, il governo non può decretare che i vecchi euro ancorchè ritirati dalle banche, non sono più spendibili, pena il collasso dell'intero Paese e l'anarchia.
e convenientissim o dunque ritirare i soldi dalle banche.
Si parla di risparmi che diverrebbero noccioline in caso di collasso finanziario ma chi invece come me che la banca gli ha messo un cappio al collo per i prossimi trent'anni riguardo un mutuo acquisto casa, cosa dovrebbe aspettarsi? Posso sperare di dover rendere alla banca solo noccioline al posto di centomila euro? Se così fosse non tutti i mali vengono per nuocere. Scusate il mio egoismo ma davvero sono disorientato.
In merito alla tua situazione, poco camnbierebbe da un ritorno alla lira: il tuo guadagno, come il tuo debito, saranno ridenominati in lire. nient'altro. Puoi sperare di ridare alla banca delle noccioline solo in caso di iperinflazione, quando appunto il tasso del mutuo diventa solo una frazione del tasso di inflazione, per cui il tuo reddito aumenta più dell'aumento degli interessi sul debito. Tutto ciò è assai probabile che avvenga, in uno scenario di ritorno alle monete naizonali e svalutazioni competitive a raffica.
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