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Il futuro del panorama politico italiota
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Un lettore, di professione panettiere, scrive a Blondet:

«Intanto ringrazio tutta la direzione dell
informazione che continuate a dare; nel contempo colgo loccasione, sempre se vi è possibile, di chiedervi alcuni chiarimenti a proposito della situazione politica italiana, quale strato sociale tende a salvaguardare, in che modo e su quali principi, che rapporto hanno il lodo Alfanoe la legge sull’‘indulto’, come mai Berlusconi viene etichettato come il salame’, perché è buono da mangiare, oppure perché si fa con la carne di maiale, nonostante Prodi non sia meglio della trippa? Grazie per lattenzione; spero di avere vostre risposte al più presto e nello stesso tempo spero che il mio contributo a sostegno della redazione sia proficuo. Sentitamente ringrazio.
Andrea»



Ogni giorno, di fronte alle cronache italiote, mi propongo di scrivere un commento, e non ci riesco: mi viene  la nausea alla sola idea di esercitare una fatica intellettutale su una situazione che, di per sè, è sub-intelligente. I lettori però mi sollecitano continuamente. Che cosa c’è da dire, da capire?

E’ evidente che Gianfranco Fini il kippà si comporta come Veronica Lario: fa ripicche e dispetti, fa il malmostoso e lo scontento, perchè vuole l’eredità. Ma quale eredità? I voti, lui, non li ha. E dovrebbe sapere che il PDL, che è quel partito che ora non sopporta, è sempre stato un vorticoso nulla appiattito sul leader quasi settantreenne e velinaro. Ma allora, perchè ci ha disciolto il MSI, pardon AN? Le idee che esprime (idee è una parola grossa) coincidono con quelle del partito radicale su immigrati, laicismo, testamento biologico, eccetera; sono idee (parola grossa) in contrasto diretto con quelle del PDL; ma allora perchè resta lì? Pretende di cambiare il PDL? E’ lui che se ne deve andare.

Mi spiace di non aver conservato un mio vecchio articolo degli anni ‘90: vi dicevo, più o meno, che AN era fuori posto nella coalizione di «destra», e doveva sistemarsi a «sinistra». Ciò perchè AN rappresenta socialmente i piccoli statati centro-meridionali (specie gli impiegati ministeriali di Roma), ed è la «sinistra»  che protegge e difende le caste pubbliche inadempienti, sia quelle miliardarie (grand commis tipo Padoa Schioppa, Draghi e Prodi), quelle milionarie (magistrati) e quelle miserabili (insegnanti).

Questo è ancor più vero oggi, quando AN ha gettato definitamente alle ortiche la camcia nera, ossia la sua foglia di fico ideologica e residuo di memoria storica.

Alemanno kippà ha detto recentemente: «Io? Mai stato fascista, semmai missino». E I lettori vorrebbero che riuscissi a scriverne senza vomitare?

Ma resta il fatto: le ideologie sono finite, e allora restano i nudi e crudi corpi d’interesse, o gli interessi privati di quelli che fanno finta di fare politica pubblica, essenzialmente la loro permanenza nell’area degli emolumenti da 20 mila euro mensili. Questo è il fine. Fini e AN rappresentano i burocrati statali. Basta vedere come Fini stesso esercita il suo compito di presidente della Camera: non da politico, ma da funzionario statale.

Detto questo, Berlusconi, se avesse ancora un cervello, dovrebbe chiedersi seriamente come mai gli nascono attorno così tante Veroniche Lario. Fini, Casini, persino il Guzzanti, da lui portato in Parlamento perchè cantava inni deliranti a Berlusconi dalle pagine de Il Giornale, di cui era stato fatto direttore «ad delirium», dopo un po’ si trasformano in Veroniche Lario, lo sputtanano più che possono.

Ci dev’essere qualcosa in Berlusconi che «crea» le Veroniche Lario, che delude e indispettisce e fa venir voglia di fargliela pagare... Cos’é?

So che potrei dirlo, con qualche sforzo, ma non ho voglia di analizzare. Mi fa venire nausea, mi scusi. La mia delusione verso Berlusconi è per la sua pochezza invincibile, quella bassezza furba e falsamente cordialona, quel livello «Emilio Fede» e Lele Mora da cui non sa alzarsi. Gli rimprovero che avrebbe potuto fare moltissimo per cambiare l’Italia, sgominare le caste d’impeto, perchè mai nessuno ha avuto tanto seguito popolare, ed ha sprecato l’occasione. Non l’ha fatto non perchè non aveva la forza, e nemmeno perchè gli manca il coraggio (che gli manca: è un cacasotto), ma per un motivo peggiore: non ha la capacità intellettuale di concepire un progetto di grande respiro.

Non è un imprenditore, ma un impresario di spettacolo; non riesce a rinunciare al suo potere (illusorio) sulle TV, che gli viene rimproverato ed è una delle sue palle al piede. E’ sempre Mediaset, e non altro che Mediaset e il Milan. Non ha mai fatto veramente politica, perchè non ha saputo scegliere fra l’una e l’altra attività. Ora non può fare più niente, perchè il suo disturbo caratteriale (psichiatricamente si chiama «mania», con venature istrioniche) è aggravato al punto da rendersi una macchietta imbarazzante.

A fianco di ospiti internazionali (ultimamente Zapatero) non può trattenersi dal parlare delle sue veline, e dal dire: «Non ho mai pagato una donna per avere  un rapporto sessuale», come se fosse questa la questione, per poi spiegare «io amo la conquista, e dunque» ... ridicolo.

Insomma, si rende ridicolo, ed appena apre bocca indebolisce e discredita se stesso, la sua posizione internazionale, e il suo governo. Il che mi spiace, perchè il governo è migliore di lui. Ha persone decenti, serie, deteminate: Tremonti, Brunetta, Gelmini, alcuni ex-craxiani.

Di fatto Berlusconi sabota il governo coi suoi deliri istrionici di auto-compiacimento, e il governo non può fare a meno di lui, perchè lui solo porta i voti di massa.

Ma presto o tardi, probabilmente presto, dovrà uscire di scena, farsi da parte: o per scandali, o per i processi di mafia che gli stanno architettando i giudici (non sono proprio sicuro che sia innocente), o per qualche coccolone. Dopo tutto ha quasi 73 anni, e soffre di torcicollo.

Questo è uno dei pochi misteri: il torcicollo, come malattia cronica, non esiste. Ciascuno di noi ha avuto qualche volta il torcicollo, ma il mattino gli era già passato. Come mai il Salame ha il torcicollo continuo, atroce, tanto da dover saltare visite, e farsi curare al centro Messeguè?

Sospetto che una contrattura permanente di certi muscoli, anomala e patologica, sia uno dei sintomi della sua malattia psichica: è sempre «in erezione» anche lì. Sospetto che sia lo stesso motivo per cui gli nascono attorno tante Veroniche Lario, che lo disprezzano e vogliono far sapere al mondo quanto lo disprezzano.

Ma torniamo al dopo. Presto Berlusconi cadrà. E il PDL, che esiste solo per lui, si spaccherà in correnti di pretendenti senza numeri, che si dilanieranno e lo ridurranno a cenere. Già Fini ha dato il segnale, vedrà nei prossimi mesi che zuffe di cani senza collare... Il che, s’intende, mi dispiace, perchè il governo Berlusconi è meglio di Berlusconi, ed è sicuramente, infinitamente meglio, di un governo qualsiasi della «sinistra».

Ma no, non temo che caduto il Salame e polverizzato il PDL, arrivi un governo di «sinistra»  (sempre tra virgolette: la dittatura delle caste pubbliche inadempienti, assenteiste e mangia-soldi). No, gli italiani non voteranno mai più per la «sinistra»  sino a darle la maggioranza.

L’esito finale, temo, sarà una ulteriore liquefazione del panorama politico, un pullulare di micro-partiti e di poteri semi-forti, che però non hanno bisogno della legittimazione popolare e succhiano miliardi pubblici, quindi sono più forti della «politica»: i sindacati, la CEI, Bankitalia, la magistratura di parte...

Un disastro ridicolo, un caos che non sarà possibile ricostruire in una forma «politica» qualunque, ossia uno straccio di progetto comune, di accordo comune su come si vuol trasformare questo Paese perchè si regga con dignità nel mondo. Sarà peggio di oggi, e forse rimpiangerò il Salame.



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