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Rettifico: l’euro forte fa male anche alla Germania
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Nel 2009, le esportazioni tedesche sono calate del 15%, gli acquisti di macchine del 20%; il prodotti interno lordo è calato del -5%. I tedeschi hanno risposto alla crisi da tedeschi, ossia riducendo i consumi. Essenzialmente, comprano meno prodotti italiani, spagnoli, greci, portoghesi.

Essendo i tedeschi i più «ricchi» d’Europa, dovrebbero consumare di più, dice la teoria economica liberista. Per esempio, venire di più in vacanza in Italia e in Grecia o Portogallo. Ma perchè dovrebbero, se i nostri prezzi turistici sono altissimi, anche (benchè non solo) a causa dell’euro forte?

I tedeschi possono andare in Kenya e in Thailandia, dove l’euro forte compra vacanze tropicali a minor costo. Ciò vale specialmente per l’Italia: perchè venire ad alloggiare in alberghi che costano come quelli di Saint Moritz senza averne le qualità, ad ammirare bellezze italiane sepolte fra la rumenta e coperte di graffiti? 

Del resto, non è che i tedeschi siano davvero «ricchi», se non in termini relativi. La disoccupazione ha già toccato l’8,1% della popolazione attiva. La deregulation delle leggi sul lavoro, che rende più facile licenziare, aumenterà la disoccupazione nel 2010. Le misure stesse che hanno reso la Germania più competitiva nell’export, sono quelle che hanno ridotto il potere d’acquisto e la propensione al consumo dei suoi lavoratori.

Qualcuno mi ha accusato di aver scritto un articolo alla Travaglio, perchè ho invocato la seminfermità mentale per Berlusconi. Vuol dire che quel qualcuno è contento, come contribuente, che sotto Berlusconi un solo organo del governo – la presidenza del Consiglio – arrivi a costare 4,3 miliardi di euro l’anno, ed abbia 1.400 dipendenti più dell’organico.

Io ho votato Berlusconi (quando l’ho fatto) con la speranza che mettesse sotto controllo la spesa pubblica, a cominciare dalle più folli; e scopro che invece, lui stesso aumenta la spesa pubblica nel modo più demenziale. 4,3 miiliardi di euro sono 8.600 miliardi di lire, che il seminfermo spende ogni anno per far funzionare i suoi uffici. Soldi nostri. Soldi sottratti ai contribuenti, alle aziende, ai pensionati, ai lavoratori.

Al lettore va bene? Buon pro gli faccia.

Travaglio accusa Berlusconi di delitti passati, veri o immaginari. Io lo accuso – per modo di dire: come si può accusare un seminfermo? – di incapacità di governo nella presente situazione.

Vediamo due cifre: nel 2001 l’indice della produzione industriale italiana, che raggiunse allora un suo massimo storico, era 111,16. A novembre 2009, è di  85,4. Il che vuol dire che, nei dieci anni di governo, Berlusconi ha presieduto un calo della produzione industriale italiana del -30%. Tragico; e ci vorranno decenni per risalire questa china. Decenni di riduzioni di paghe, perchè il lavoratore italiano «riacquisti competitività». E il lavoratore italiano è il meno pagato d’Europa.

Direte: non è colpa sua, la crisi, eccetera. Ma da un premier-imprenditore si ha il diritto di aspettarsi un più attento e precoce esame degli ostacoli alla produzione italiana, ostacoli che consistono essenzialmente nei lacci e lacciuoli burocratici e nella spesa pubblica delle burocrazie inadempienti e strangolatrici.

Sarà la crisi: ma l’Italia ha un debito pubblico che sta arrivando al 120% del PIL, mentre la Spagna (la Spagna!) è all’80%, la Turchia poco sopra il 40%, l’Irlanda meno del 60%. Il solo Paese che ha un debito come il nostro è la Grecia, quella Grecia che tutti dicono disastrata e prossima alla bancarotta.

Bisogna ammettere che, con Berlusconi al comando (si fa per dire) l’Italia ha fatto come la Grecia: grazie all’euro ne ha approfittato per indebitarsi a tassi d’interesse basso – come sa chiunque compri oggi i BOT, ma invece di approfittare del periodo di grazia per risanare le spese pubbliche, ha approfitatto al contrario per aumentarle fuori di ogni controllo –, perchè tanto indebitarsi costava poco. E per cosa? Per imbucare nani e ballerine alla presidenza del Consiglio? Per noleggiare telecamere e computers a 500 euro al giorno?

Oggi, il gioco è finito. In tutto il mondo occidentale la massa monetaria M1 sta restringendosi, e questo significa che ci sono meno soldi in giro per comprare BOT, Bond, Treasury Bills, «gilts» britannici... proprio nel momento in cui tutti i Paesi si lanciano ad emetterne a fiumi.

I tassi saliranno, indebitarsi costerà di più. Berlusconi non è l’uomo per questa stagione.

Il fatto è che non lo sono nemmeno gli altri. Difatti, Bersani non dice «boh» sulle spese folli di Palazzo Chigi. E’ chiaro il perchè: se e quando lui o uno dei suoi andranno a Palazzo Chigi, spenderanno altrettanto. Mai si sono viste le spese diminuire nelle burocrazie pubbliche, figurarsi in una burocrazia pubblica dotata di un fondo autonomo e insindacabile.

Bersani & C. hanno una sola soluzione: più tasse, più finanziarie, più «lotta all’evasione» ossia più persecuzione dei rimasti apparati produttivi ed esportatori privati.

Non è una situazione allegra. E proprio per questo, un ottimista spendaccione avventato, quando ci sono 1 milione di disoccupati che presto cresceranno, e quando le famiglie campano con 1.200 euro al mese mentre ogni parlamentare al mese ne prende 18 mila, comincia a dare sui nervi.



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