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Commento all’Apocalisse di San Giovanni
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Introduzione

L’editore EFFEDIEFFE ha ristampato, nel febbraio del 2016, il testo dell’Apocalisse di San Giovanni (1) commentato ampiamente dal padre domenicano Marco Sales (2).

Il testo italiano è quello classico tradotto dall’Arcivescovo di Firenze monsignor Antonio Martini (3) a partire dalla Volgata di San Girolamo, con delle piccole revisioni e correzioni apportate da padre Sales allo stile della vecchia traduzione martiniana del XVIII secolo.

La prima edizione era stata fatta dalla casa editrice Berruti di Torino nel 1914 e da allora non era stata più ristampata. In Italia mancava, dunque, un commento esteso (verso per verso, ampio e approfondito) alla Bibbia intera, che non fosse inficiato da tendenze razionalistiche e modernistiche.

È un gran merito dell’editore EFFEDIEFFE quello di riproporre al pubblico italiano il testo e il bel commento di padre Sales alla Sacra Scrittura. Sarebbe dovuto uscire, dopo i quattro Vangeli che hanno già visto la luce nel 2015, il tomo contenente gli Atti degli Apostoli e le Epistole di San Paolo, però un problema tecnico ha fatto in modo che uscisse prima l’Apocalisse: “L’uomo propone, ma Dio dispone”. Tra qualche mese, Deo volente, usciranno gli Atti e le Epistole apostoliche.

È intenzione dell’Editore pubblicare, dopo aver portato a termine la pubblicazione di tutto il Nuovo Testamento, anche Genesi, i Profeti e i Salmi del Vecchio Testamento (4). Poi, forse, ma non è certo (l’opera è monumentale: 10 volumi di circa 700 pagine ciascuno), anche il resto del Vecchio Testamento. Dio aiuti l’Editore a portare a compimento ciò che ha lodevolmente iniziato.

Consiglio vivamente i lettori di acquistare e studiare la S. Scrittura seguendo il commento assai ricco di Padre Sales, che si fonda sostanzialmente sui Padri ecclesiastici latini e greci, su San Tommaso d’Aquino e i Dottori scolastici, sui migliori esegeti moderni sino al XX secolo, sulle grandi Encicliche pontificie (5) sulla S. Scrittura e i responsi della Commissione Biblica, senza tralasciare di confutare i commenti dei razionalisti, dei modernisti e dei protestanti, ben conosciuti nella lingua originale dal Sales che ha insegnato per molti anni nella Svizzera tedesca.

Soprattutto in questi tempi di smarrimento dottrinale, in cui il gregge dei fedeli cattolici è lasciato a se stesso senza una direzione sicura (6), occorre conoscere la Rivelazione divina, che è contenuta nella S. Scrittura e nella Tradizione, rettamente interpretata dal Magistero ecclesiastico. Il testo di padre Sales offre al lettore tutto ciò in uno stile conciso, chiaro e semplice. È sommamente pericoloso leggere la Bibbia da soli senza l’ausilio di un buon commento, sarebbe imboccare la strada della sola Scriptura percorsa da Lutero. Il commento del Sales è ottimo e contiene tutta la Scrittura, studiata per circa lunghi 20 anni e annotata verso per verso (dal 1912 al 1934). Di qui la somma utilità di conoscerlo approfonditamente.

Canonicità dell’Apocalisse

Nell’Introduzione padre Sales ci spiega come tutti gli autori cattolici (e anche molti protestanti) ammettono che San Giovanni l’Evangelista è l’Autore dell’Apocalisse. Il Sales cita S. Giustino, Sant’Ireneo, S. Cipriano, Sant’Ippolito, S. Cipriano, S. Clemente d’Alessandria e S. Atanasio. Tuttavia, soggiunge che nel III secolo sorsero alcuni dubbi poiché i Millenaristi cercavano di fondare i loro errori sull’autorità dell’Apocalisse e per debellare più facilmente l’errore millenarista S. Dionigi d’Alessandria mise in dubbio l’origine apostolica dell’Apocalisse. Presso i Padri latini solo S. Girolamo lo ascoltò parzialmente; invece in Oriente (specialmente in Siria e in Palestina) più di qualcuno lo seguì. Per esempio Eusebio di Cesarea, S. Cirillo di Gerusalemme, S. Giovanni Crisostomo. Ciò nonostante la grande maggioranza dei Padri greci rimasero fedeli all’antica tradizione sulla apostolicità, sulla canonicità e sulla divina ispirazione dell’Apocalisse.

Tempo e luogo

San Giovanni scrive di aver ricevuto la rivelazione dell’Apocalisse mentre si trovava nell’isola di Patmos (Ap., I, 9). Gli antichi Padri (S. Ireneo, S. Clemente e Origene) insegnano esplicitamente che San Giovanni fu esiliato a Patmos al tempo dell’imperatore Domiziano (81-96). S. Ireneo (Adversus Haereses, V, 30) aggiunge che le visioni dell’Apocalisse ebbero luogo verso la fine dell’impero di Domiziano, e San Girolamo (De viribus illustris, IX) precisa che ciò avvenne nell’anno 95.

È sorprendente notare, leggendo l’Apocalisse, come appena 60 anni dopo la morte di  Gesù la condizione spirituale delle Chiese o Diocesi dell’Asia è già deteriorata. Infatti l’Apostolo Giovanni scrive che “la fede è diminuita” (Ap., II, 4, 14, 20; III, 1 ss.), le eresie contro le quali avevano scritto nelle loro Epistole San Pietro, San Paolo e San Giuda Taddeo son diventate più audaci, più consistenti, con maggior séguito. Per esempio i Nicolaiti son diventati una setta potente e diffusa in varie diocesi o Chiese particolari dell’Asia, cui San Giovanni indirizza diversi forti rimproveri nella prima parte dell’Apocalisse (II, 4-20). Il fervore del cristianesimo iniziale si era intiepidito. Non dobbiamo, quindi, meravigliarci se durante la lunga storia della Chiesa vi siano ere di splendore ed ere di buio e ciò deve sostenerci nella nostra triste epoca di trionfo dell’eresia modernista. Di più nell’Apocalisse si parla già della Domenica (I, 10) e si constata una organizzazione delle diocesi o Chiese particolari con un Vescovo a capo (nominato da un Apostolo).

I destinatari

Immediatamente l’Apocalisse è destinata e indirizzata a 7 Chiese o diocesi dell’Asia proconsolare. Tuttavia esse rappresentano la Chiesa universale, alla quale è diretta in ultima istanza l’Apocalisse. Naturalmente essa non è destinata solo ai cristiani viventi nel 95, ma ai fedeli di tutti i tempi e specialmente a coloro che dovranno affrontare la più grave delle persecuzioni: quella che scatenerà l’Anticristo finale.

Occasione e fine

Il fine che Gesù si è proposto nel rivelare tanti misteri a San Giovanni affinché li scrivesse nell’Apocalisse lo si trova indicato in parecchi passi del Testo sacro. Se si scrutano attentamente le 7 lettere con cui si apre il Libro profetico di San Giovanni vi si trova costantemente l’invito 1°) a custodire la purezza della fede, senza la quale è impossibile piacere a Dio e 2°) a mantenersi costanti in essa, vivificata dalle buone opere, nonostante le persecuzioni che accompagneranno sempre la vita della Chiesa e dei cristiani, ma verso la fine del mondo (con la Grande Apostasia e il Regno dell’Anticristo) toccheranno l’apice. Dio promette la vita eterna a coloro che avranno perseverato e avranno vinto il mondo, la carne e il demonio.

Padre Marco Sales scrive che nell’Apocalisse “in ultima analisi si annunzia il trionfo finale di Gesù Cristo e della sua Chiesa su tutti i loro nemici sia esterni che interni” (Introduzione, p. 16).

Fra tante persecuzioni il Libro sacro non soltanto annunzia la vittoria di Gesù e la descrive in maniera meravigliosa, ma dà un messaggio di speranza e di incoraggiamento ai fedeli di tutti i tempi ed anche a noi che viviamo in un’epoca di Apostasia generale alla quale molto opportunamente si addicono i consigli, gli incoraggiamenti e i rimproveri dell’Apocalisse.

Inoltre troviamo anche diverse verità dogmatiche enunziate nell’Apocalisse. Per esempio la divinità di Gesù, il suo trionfo finale e totale sulle forze del male, la perennità e l’indefettibilità della Chiesa nonostante le più fiere persecuzioni scatenate dal demonio contro di essa, l’esistenza di angeli buoni e malvagi, l’eternità dell’inferno e del cielo, l’onniscienza divina, la misericordia unita sempre alla giustizia in Dio, che promette premi a chi desidera emendarsi e minaccia castighi a coloro che non vogliono correggersi.

La peculiarità dell’Apocalisse

Apocalisse significa Rivelazione (I, 1) e l’Apostolo Giovanni scrive esplicitamente che essa riguarda cose future, le quali si dovranno verificare nella storia (XXII, 6). Inoltre l’Apostolo chiama il suo Libro sacro “profezia” (I, 3). Padre Sales commenta che “in tutti i tempi l’Apocalisse è sempre stata riguardata dalla Chiesa come un Libro profetico” (Introduzione, p. 17). Per conseguenza l’Apocalisse è uno dei Libri sacri più difficile da interpretarsi. Il cardinal Gaetano non volle commentarlo data la sua intrinseca difficoltà di significato. Su alcuni versi tra i Padri, i Dottori e gli esegeti approvati non c’è unanimità, ma quanto alla sua sostanza “tutti convengono nel riconoscere che il tema principale dell’Apocalisse è la seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. Tutti gli esegeti riconoscono che nell’Apocalisse vi è unità di disegno, e che tutte le varie parti tendono ad uno stesso fine, che è il trionfo di Gesù Cristo e la vittoria finale degli eletti” (ivi).

Le false interpretazione dell’Apocalisse

Padre Sales scrive che occorre “prima di tutto rigettare quei sistemi razionalisti, i quali negano il carattere profetico dell’Apocalisse. […]. Parimenti vanno rigettati tutti quei sistemi nei quali si afferma che l’Apocalisse non racchiude altro che la storia contemporanea narrata sotto forma profetica. L’Apocalisse profetizza ciò che succederà nella storia della Chiesa lungo il corso dei secoli e specialmente ciò che avverrà verso la fine del mondo” (Introduzione, p. 17).

Conclusione

Per finire non posso che raccomandare vivamente lo studio serio dell’Apocalisse con l’aiuto dal bel commento del Sales, che se non ne svelerà tutti i minimi dettagli, ne farà capire al lettore lo spirito, il messaggio e lo scopo.

Buona lettura!

d. Curzio Nitoglia


1) Il libro consta di 88 pagine e costa 12,20 euro. Si può richiedere a www.effedieffeshop.com

2) Padre Marco Sales (Torino 1877-1936), domenicano, professore di teologia dogmatica all’Angelicum di Roma dal 1909 al 1911, poi professore di esegesi e di lingue semitiche all’Università di Friburgo (Svizzera) dal 1912 al 1925, nel 1925 viene nominato Maestro del Sacro Palazzo. Ha commentato la Bibbia: il Nuovo Testamento in due volumi dal 1912 al 1914 e l’Antico Testamento in otto volumi dal 1915 al 1934. Per quanto riguarda l’Apocalisse si è basato sui commenti dei Padri ecclesiastici, dei Dottori scolastici e degli esegeti moderni. Il suo commento si distingue per chiarezza, precisione ed esattezza di termini che gli vengono dalla sua formazione filosofico/teologica di vero discepolo di San Tommaso d’Aquino. Il suo è uno dei migliori commenti in italiano alla S. Scrittura che io conosca.

3) Monsignor Antonio Martini (Prato 20 aprile 1720 – Firenze 31 dicembre 1809) fu nominato Arcivescovo di Firenze da papa Pio VI nel 1781 e vi restò sino alla sua morte dopo 28 anni di ministero episcopale. Si laureò all’Università di Pisa in Lettere classiche nel 1748, e per venire incontro al Breve di papa Benedetto XIV (13 giugno del 1757[3]) sulla liceità delle traduzioni in volgare della Bibbia solo se accompagnate da ampie note esplicative tratte dai Commenti dei Padri ecclesiastici, dei Dottori scolastici e dei Teologi approvati, studiò - a partire dal 1758 - con assiduità il Libro sacro per circa 10 anni e tradusse (tra il 1769 e il 1778) in italiano, a partire dal testo latino della Volgata di San Girolamo, tutta la Bibbia corredandola di numerose note, che son state ampliate, aggiornate e approfondite dal 1912 al 1934 da padre Marco Sales.

4) Padre Marco Sales ha commentato tutta la Bibbia presso l’Editore Berruti di Torino in 10 volumi dal 1912 al 1934. L’Apocalisse corrisponde al 7° volume dell’intera opera.

5) Leone XIII, Providentissimus Deus, 18 novembre 1893; Benedetto XV, Spiritus Paraclitus, 15 settembre 1920.

6) Anche nelle questioni più fondamentali di morale l’Autorità (v. le “Unioni Civili”) si limita a dire: “agite secondo coscienza”, mentre suo compito è proprio quello di illuminare le coscienze tramite il potere di Magistero che Gesù le ha affidato. Per fare un esempio, sarebbe come se un vigile urbano rispondesse a chi gli chiede la strada che deve percorrere per giungere in un certo luogo della città: “guidi secondo la sua coscienza”, senza dire vada a destra o a sinistra. Il vigile provocherebbe un ingorgo enorme e sarebbe giustamente sanzionato.

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