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Cristo ed il re del mondo (parte II)
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Premessa

Taddeo Zialinsky afferma di aver incontrato grandi difficoltà per potersi fare un’idea esatta della religione nella Grecia antica, o meglio delle concezioni religiose che dovevano avere il cittadino medio o l’élite dominante dell’epoca quando il popolo greco raggiunse l’apogeo della sua grandezza. Una vasta abbondanza di fonti da consultare, necessità di essere padroni di materiali di una vastissima costruzione culturale, ma soprattutto diversità e caratteri contraddittori delle testimonianze storiche che una documentazione considerevole metteva a disposizione, rendevano il compito ancora più arduo. A ciò va aggiunto che presso i greci non esisteva alcun tipo di libro canonico che dettasse, in maniera imperativa, i connotati precisi ed i tratti dominanti della religione. Non c’era nemmeno nessuno che tale religione l’avesse fondata in quanto essa era il frutto di una serie di lasciti ancestrali. Nessun clero non l’aveva mai mantenuta in uno stato di purezza, né l’aveva mai preservata da contaminazioni o da influenze di altri culti venuti da fuori. Ma c’è di più: la stessa idea che potessero sussistere delle regolamentazioni precise in materia era completamente estranea, se non antitetica, allo spirito ellenico. L’eresia, da un punto di vista etimologico, e la libera scelta di ciascuno erano il marchio inalterabile della libertà intellettuale alla quale la Grecia teneva in maniera specifica sopra ogni altra cosa. Si poteva avere qualsiasi tipo di opinione sulla divinità e sulla natura del mondo; ognuno aveva la possibilità ed il gusto di credere vere tutte quelle cose che gli parevano più comprensibili ed accessibili; nessuno si prendeva cura della minaccia di folgori celesti o terrestri che si sarebbero abbattute contro un pensiero o una qualunque credenza che chicchessia avesse potuto autonomamente concepire.

«I pastori dellArcadia frustavano con delle ortiche lidolo di Pan, se la loro speranza di essere ascoltati dal loro dio veniva delusa. Quella era la religione greca? Senza dubbio, in quanto gli abitanti dellArcadia erano greci. Socrate pregava gli dei di mandargli solo del bene, e di non mandargli del male anche se lui in qualche circostanza glielo avesse chiesto esplicitamente. Anche questa era la religione greca? Certamente, in quanto Socrate era un greco. Che bella differenza esisteva tra i due tipi di comportamenti presi in esame! E tra queste due posizioni, quale gamma cera che andava dalle tinte sgargianti, alle gradazioni sfumate nel vasto campo dei sentimenti religiosi. Come è possibile vederci chiaro in un tipo di situazione come questa?».

E come è possibile, per noi, arrivare ad avere una visione ben definita nel labirinto della diversità e di caratteri contraddittori caratteristici dell’occultismo misterico antico, anch’esso completamente privo di un fondatore, di un clero, di uno o più libri canonici? Esso considerava i propri adepti partecipi della vita divina, mentre tutti gli altri erano o dovevano essere considerati o erano praticamente, degli animali appena appena al disopra delle bestie. L’accesso del profano all’iniziazione avveniva attraverso tutta una serie di cerimonie a contenuto più o meno magico, come frequentemente attraverso il battesimo per aspersione del sangue di una vittima, che simboleggiava il dio (taurobolia). C’erano anche cerimonie commemorative della morte e della rinascita del dio; ad alcune rivalità di clan, maggiormente riscontrabili presso i bassi gradi d’iniziazione o nei culti volgari (per esempio quello della dea Syria), si sovrapponeva una tendenza al sincretismo presso gli adepti più illustri che, come Apuleio, cumulavano parecchi tipi diversi di iniziazioni. Una tale tendenza di alleanza dei vari misteri si manifesta in maniera inequivocabile contro il diffondersi del cristianesimo ed essa doveva trovare la manifestazione più perfetta nel tentativo effettuato dall’imperatore Giuliano l’Apostata per contrapporre una religione pagana al cristianesimo trionfante.

Le eresie protestanti diffusesi durante il Rinascimento, partendo dalla pretesa di ritornare al cristianesimo primitivo attraverso la libera lettura ed interpretazione personale delle Sacre Scritture, sebbene manifestassero un’intolleranza feroce le une nei confronti delle altre, tuttavia erano tutte strettamente accomunate da un odio profondo nei confronti del Papato. Le logge massoniche durante la Rivoluzione si presentano davanti al profano come delle istituzioni filosofiche e filantropiche, ma esse, in realtà, provenivano da due ceppi ugualmente antipapisti: la Grande Loggia d’Inghilterra ed il Rosicrucianesimo tedesco. Dalla commistione di questi due elementi nacque in Francia la Libera Massoneria continentale, che si separò dalla Loggia madre inglese ed orientò la sua attività apparente unicamente verso la politica. Essa sola, sembra sopravvivere alla grande tormenta rivoluzionaria, sia che essa abbia assorbito le logge degli Illuminati, sia nell’ipotesi in cui queste fossero sparite, sia, infine, che, invece, avessero costituito delle vere e proprie società segrete (entrando per così dire in clandestinità).

L’epoca contemporanea, infine, ha visto una meravigliosa fioritura di società, di logge, perfino di nuove pseudo religioni, i cui aderenti, proprio come i loro precursori del XVIII secolo, pretendono di occuparsi unicamente di speculazioni gnostiche (1). Codeste società, i cui legami con la Massoneria sono noti, spesso sembrano sbranarsi tra di loro. In effetti, Guénon ha segnalato delle curiose collusioni tra di loro (2). Il loro atteggiamento nei confronti del cattolicesimo oscilla tra un odio viscerale ed una cortesia accondiscendente (3).

Possiamo affermare che tutte presentano, come nota comune, la pretesa di promanare da un unico centro spirituale che dirigerebbe i destini della terra. Tale centro viene da loro situato quasi sempre in Tibet o in India (oppure chi concilia le due opinioni, «sotto la montagna più alta del mondo») ed esso sarebbe diretto da un «Grande Istruttore» o «Re del Mondo» (4). Specialmente dopo la fine della Grande Guerra, del resto, la maggior parte di loro spera nella venuta di un emissario, o almeno di una emanazione di costui (5). I dati relativi a tali credenze, già da alcuni anni, sono stati raccolti e collezionati da Guénon (6). Resta poco da spigolare dietro «questo esperto di tutti gli occultismi». Lo stesso fine ultimo di questo lavoro è solo quello di aggiungere alcune riflessioni di carattere personale al suo lavoro piuttosto che discuterne le strane conclusioni. Effettivamente noi pensiamo che ci sia urgenza di farlo, perché non si vedrebbe il motivo per il quale si moltiplicassero i riferimenti al regno di questo preteso Re del Mondo, né il perché esso abbia scelto, per pubblicare il suo manifesto, un occultista così erudito come Guénon. «Certi spiriti timorosi, scrive Guénon, la cui comprensione si trova stranamente limitata da idee preconcette, sono stati spaventati solo dal sentir parlare di Re del Mondo che essi hanno immediatamente paragonato al Princeps huius Mundi di cui si fa menzione nel Vangelo». Noi pensiamo di essere tra questi (7) e crediamo anche di averne delle buone ragioni che stiamo per esporre qui di seguito, dopo aver ricordato dei dati essenziali del soggetto.

Il re del mondo


La prima allusione precisa a questo personaggio (8), che abbiamo potuto reperire in Occidente, si trova nella corrispondenza di Kirchberger con Claude de Saint Martin: «Quanto a Sophia ed al re del Mondo, scrive questultimo, Martinez de Pasquallys non ci ha svelato proprio niente intorno a ciò… ma non sarei sicuro… che non ne sia a conoscenza» (9). È molto interessante poter confrontare questo testo con una lettera scritta da Pasqually a Willermoz che lo invita a pregare «in favore della salute, della tranquillità dellanima e dello spirito di questo supremo capo, che le è sconosciuto, come del resto a tutti gli altri vostri fratelli Rosacroce e su cui debbo mantenere il silenzio fino al momento in cui lui stesso deciderà di farsi conoscere» (10). In verità nel 1852 Gérard de Nerval, maestro della Massoneria, ne faceva l’eroe della sua simbolica Storia di Salomone principe dei geni e di Balkis, regina del Mattino (11) criptata dietro un senso allegorico comprensibile soltanto da parte degli iniziati. Praticamente bisogna aspettare fino al 1910 per trovare nell’opera postuma di Saint Yves d’Alveydre, Mission de lInde, un’esposizione completa di tutta la materia (12). Ma la stravaganza di questo libro, dovuta sia al romanticismo scapigliato di questo occultista, d’altro canto molto esperto a riguardo, sia anche al desiderio che aveva di illuminare non soltanto gli iniziati, faceva in modo di attirare l’attenzione, sulle sue opere, anche del pubblico semplicemente incuriosito dall’occultismo. Anche l’Illuminato tedesco Bô Yin Râ (alias Schneider Franken) si avvicinava a lui nel suo Libro del Dio Vivente del 1919 (in esso troviamo ugualmente una menzione a tutto quello di cui stiamo scrivendo) dicendo di aver parlato troppo presto. Guénon fa anche giustamente osservare che lo stesso Saint Yves non aveva giudicato opportuno pubblicare la sua opera, mentre era ancora in vita, in quanto troppo avanzata e quindi incomprensibile. Poco tempo dopo Ossendowsky, nel raccontare il suo viaggio avventuroso, effettuato tra il 1920 ed il 1921 in Mongolia (13) si dilungava a parlare delle conoscenze che gli indigeni avevano dell’Agartha. Ricordiamo le polemiche suscitate da quest’opera: l’itinerario fu criticato (14), un plagio accertato di quanto scritto da Saint Yves d’Alveydre, in breve questa relazione sarebbe tutta una serie di fantasie. Guénon, dopo diversi frammentari articoli, dimostrò, nel suo Il Re del Mondo, che le similitudini e le differenze proverebbero che i due racconti non potevano che provenire da fonti distinte, l’indù e la tibetana. Vediamo adesso di riassumere quanto questo autore scrive nel suo libro.

Una leggenda molto diffusa in tutta l’Asia centrale, e di cui anche da altre parti si trova l’eco, afferma «lesistenza di un mondo sotterraneo, estendente le sue ramificazioni dappertutto in tutti i continenti ed anche sotto gli oceani e attraverso la quale si rendono possibili invisibili comunicazioni tra tutte le regioni della terra» (15). Questo mondo, l’Agartha, identificabile con il Paradiso terrestre (la sua perdita a causa del peccato originale, dice Guénon, è raffigurato simbolicamente con il fatto che l’Agartha è scomparsa sotto terra) ha il suo centro nevralgico localizzato sotto questa «montagna polare», «montagna del sole», di cui si parla con nomi diversi in tutte le tradizioni del mondo; … noi citeremo… il Meva degli Indù, l’Albios dei Persiani, oltre che il Montsalvat della leggenda del Graal, … la montagna del Naf degli arabi ed anche l’Olimpo dei Greci. I titoli di Re del Mondo e di Sommo Pontefice presi nella sua accezione più vasta e completa: «si attribuiscono a Mann, il legislatore primordiale ed universale il cui nome si ritrova sotto differenti forme presso un gran numero di popoli antichi; ricordiamo solamente il Menes degli Egiziani ed il Minos dei Greci» (16). «Ed esso, allo stesso tempo, è anche lArchetipo dell’Uomo… si può manifestare con un centro spirituale stabilito nel mondo terrestre (pagina 9)… il capo di una tale organizzazione, sotto qualche aspetto rappresentabile con Mann stesso, potrebbe legittimamente portarne il titolo e gli attributi (17)». «Lunione dei due poteri sacerdotale e reale (che in lui sono riuniti) presso i Latini era rappresentata da Giano»; all’origine del Cristianesimo si ritrova rappresentata dai tre Re Magi; nel Medio Evo (durante questo periodo troviamo la credenza di un lontano Prete Gianni che unificava in lui i due poteri) li troviamo ripartiti tra il Papato e l’Impero. «Una tale separazione, afferma Guénon, può essere considerata come il segno di unorganizzazione incompleta verso lalto, in quanto si vede non comparirvi il principio comune da cui procedono e dipendono regolarmente i due poteri; il vero potere supremo deve dunque essere ricercato altrove».

Ma perché non solo in cielo? Non è forse stato Cristo stesso che aveva consegnato nelle mani di Pietro le due chiavi, simbolo, afferma Guénon, del potere spirituale e temporale?

Intorno al nome di Mann o dei suoi rappresentati si effettua simbolicamente la rotazione del mondo; sarà quindi chiamato anche il polo (18) e come simbolo avrà la swastika, questo segno misterioso ed universalmente diffuso. Il capo supremo dell’Agartha ha il titolo di Brahatma; il suo discepolo al quale è in maniera speciale assegnato il potere sacerdotale è il Mahatma (con il quale è in correlazione la casta dei Bramini o dei preti); colui che detiene il potere reale è il Mahanga (o Kshatryas). Egli stesso, vestito di luce, siede contornato di un consiglio di dodici saggi che si possono identificare con la Grande Loggia Bianca. L’identità di fondo ed i differenti dettagli delle diverse tradizioni locali relative all’Agartha sono spiegati da Guénon nel seguente modo: da una parte il centro primordiale si sarebbe trasferito secondo le Yuga (o età della terra); esso sarebbe stato originariamente collocato al polo, poi si sarebbe trasferito nella terra di Thule, probabilmente nella mitica Atlantide (19). Esisterebbero anche dei centri locali «emanazione del supremo ed unico centro» costruiti, in qualche maniera sullo stesso piano: Lassa, Roma, Gerusalemme, le due Tebe, Creta sarebbero state dei camini (spiragli, sfiatatoi) di questo vasto impero sotterraneo. In questo modo si viene a risolvere, o meglio ad essere evitata, la questione della localizzazione materiale dell’Agartha: condividiamo, per quanto riguarda questo argomento, il parere di Guénon, che tutto ciò non è che un punto di secondaria importanza e che si debba ammettere tranquillamente che questa cittadella sia inviolabile; persino i materialisti debbono convenire su questo punto.

Sicuramente è la questione dellumanità del Re del Mondo che cattura di più la nostra attenzione. La cosa sarà capìta ancora meglio se ci ricordiamo che noi lo identifichiamo con l’Anticristo. Tuttavia su questo punto come anche su altre cose Guénon non è assolutamente chiaro e si rischia, volendo fare delle precisazioni, d’incorrere, da parte sua, nell’accusa di aver un cervello da occidentali, del tutto inadatto a concepire la fluida realtà se non attraverso concetti ristretti. Riconosciamo volentieri il fondamento generale di una tale critica, ma, inversamente, la saggezza dei popoli afferma che chi troppo vuole nulla stringe e spesso ci siamo chiesti davanti a certe spiegazioni proteiformi di questo saggio occultista se questa tradizione di cui lui è il rappresentante tra noi, non avesse lasciato, attraverso l’interpretazione degli antenati Vichinghi, la sua impronta nella forma mentis di una delle nostre più ricche province dell’Ovest… Attraverso i soli mezzi che abbiamo a disposizione cerchiamo di penetrare questo mistero (20).

Leggendo diversi testi di occultisti in cui si tratta del Grande Istruttore (21), sembrerebbe che costui sia effettivamente un’entità che talvolta si manifesta materializzandosi in un fantasma come direbbero gli spiriti, o per essere più precisi, produce una tale rappresentazione di se stesso sullo spirito di uno o più persone da lui stesso scelte (22); altre volte appoggia in maniera momentanea la detta rappresentazione su un individuo scelto come supporto (23). Altre volte ancora, il Re del Mondo occupa più o meno definitivamente il corpo di un certo individuo, che durante un periodo della sua vita diventerà la sua incarnazione. Arrivati a questo punto ci si può domandare, in quanto non molto in contraddizione con quanto sembrava essere stato ipotizzato prima (24), se un tale tipo di incarnazione non possa sempre esistere e ad possa essere applicata la lettera citata prima inviata da Pascally a Willermoz.

In effetti sarebbe cosa inconcepibile pregare per l’Entità Re del Mondo, quando sembrerebbe logico di pregare per il suo presupposto (25). Ora, quest’ultimo concetto porta con sé una conseguenza degna di attenzione, per noi cattolici: va cioè diritta nella direzione del Nestorianesimo. Ed è proprio tutto ciò che ci lascerebbe supporre che essa non sia poi così avventata: Guenon effettivamente così si esprime: «È il tempo (il Medio Evo) che si potrebbe affermare che la copertura esteriore del Centro sia formata per una buona parte dai Nestoriani (o ciò che convenzionalmente a torto o a ragione convenzionalmente così si chiama) e dai Sabei» (pagina 14).

Certamente lui non identifica la sua dottrina con l’eresia nestoriana, ma questa identificazione ci sembra la solo logica deduzione delle supposizioni fatte sia da lui stesso che da tutti gli altri seguaci del Re del Mondo (26). Ora partendo dal fatto che noi riteniamo la Religione di Manès ( quello stesso Manès che Guenon considera un grande incompreso) come la più temibile opposizione dogmatica fatta al Cristianesimo, allo stesso modo vediamo nell’eresia nestoriana il tentativo più pernicioso di attacco disgregante alla nostra religione (27).

(continua)
G. Mariani
Traduzione di Luciano Garofoli


Parte I
Parte III
Parte IV





1
) E proprio come il protestantesimo affermava di tornare al Cristianesimo primitivo, anche esse pretendono di ricercare (o anche di aver ritrovato) la Rivelazione Primordiale, base unica ed uguale di tutte le religioni.

2) Le Théosophisme, histoire dune pseudo religion, Paris, N.L.N., 1923.

3) «Avoid Roman Catholics, but with pity», «Si eviti la Chiesa cattolica, ma con pietà», dicono le istruzioni della Golden Dawn.

4) È un dato di fatto che le Società di Illuminati, per quanto opposte possano sembrare le loro tendenze, fanno tutte riferimento ad un centro misterioso o almeno a dei centri secondari da questo promananti; un rapido esame ce ne convincerà:

A) La Massoneria, secondo De Nerval, sarebbe ispirata dai Figli del Fuoco, diretti dai Figli della Vedova, che risiederebbero sotto la montagna Kaf, asse del Mondo.

B) È uno di loro, Ara ben Shems, che troviamo come istruttore della Stella Matutina e del suo ordine interno R.R. e A.C.

C) La Blavatsky pretendeva di essere in contatto con tre Mahatmas e le pubblicazioni della Società Teosofica fanno ancora, di frequente, allusione alla Grande Loggia Bianca o Fraternità del Tibet, alla testa della quale si troverebbe il Grande Istruttore del Mondo. Ora, dice Guénon: «Se i tre Mahatmas sono stati inventati, cosa sulla quale noi non abbiamo alcun dubbio, non solo sono stati creati per fare da paravento alle influenze che agivano effettivamente dietro la Blavatsky, ma anche questa invenzione è stata concepita secondo un modello preesistente».

D) È in questa Grande Loggia Bianca che la Chiesa Liberale Cattolica vede il regno di Dio e nell’unione dei suoi membri la comunione dei Santi…

E) Espressione che riprende parola per parola il tedesco Bô Yin Rà, secondo il quale sull’Himarat, monte più alto del mondo, vivono i Radisi Arciluminari (confronta anche Lumière du Dieu vivant). Il suo discepolo barone Winspeare, riconosce la loro identità con quella delle Logge d’Agartlin (California).

F) Mentre il Sadol Movement si vuol ricollegare ai «saggissimi e potentissimi Radiosi» (confronta Greal Known) la cui residenza anch’essa sarebbe in India.

G) Benché formalmente non abbiamo trovato delle risposte affermative, tuttavia abbiamo modo di pensare che la Società Antroposofica, creatasi da una scissione della Società Teosofica, deve aver avuto la stessa origine, tanto è vero che Max Heindel, diretto fondatore della Antroposofia di Rudolph Steiner, e presidente della Rosicrucian Fellow Ship della California, si richiama altrettanto immediatamente al centro misterioso.

H) Papus, presidente del Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista, dichiara che gli «Ordini degli Illuminati si rifanno sempre al principio invisibile che li dirige» e più avanti citeremo una lettera di Saint Martin, che non permette di dubitare, assolutamente, che tale principio sia sulla terra rappresentato dal Re del Mondo.

I) L’Ordine dei Polari pretende, invece, di essere direttamente ispirato dal centro dell’Agartha, che attraverso l’intermediazione delle Piccole Luci gli invia dei messaggi cifrati (confronta Asia Misteriosa, di Zarp Bolliva).

L) Secondo Guénon, lo stesso movimento spiritista avrebbe avuto l’avallo dell’Hermetic Brotherhood of Luxor (che sicuramente agisce per conto di questa misteriosa potenza).

M) Nei suoi ordinamenti l’Ordo Templi Orientis, un ordine massonico rosicruciano, a cui apparteneva il poco raccomandabile Alister Crowley, leggiamo che «Certe persone sono sufficientemente sviluppate spiritualmente per entrare in comunicazione cosciente con la Grande Fraternità Spirituale (la Grande Loggia Bianca)… società dei figli della Luce che vivono nellilluminazione e da questa hanno tratto limmortalità».

N) Infine terminiamo con l’Ordine degli Iniziati del Tibet. La sua fondatrice avrebbe ricevuto dei messaggi di cui lei avrebbe intuito la provenienza: originariamente scritti in sanscrito, provenienti dal Tibet (ma non da Lasha) essi sarebbero stati inviati a Parigi, dove, dopo essere stati tradotti sarebbero stati diffusi. Cosa molto curiosa in quanto proprio in quell’epoca (1909) un gruppo di 12 + 1 tibetani avrebbero effettivamente tenuto dei consigli a Parigi.

Avvertiamo quei lettori poco pratici della questione, che potrebbero considerare un po’ troppo forzati certi accostamenti, che abbiamo fatto in modo che i loro dubbi saranno dissipati nel corso della lettura di questa nostra relazione. Allora essi non potranno che meravigliarsi di vedere queste società così differenti e spesso in contrapposizione tra loro impiegare tutte quante, quando vanno a citare le loro fonti d’ispirazione, termini assolutamente corrispondenti pur non avendo il minimo sospetto di questa convergenza.

5) Esistono già in circolazione una buona quantità di sedicenti Cristo, San Giovanni, Elia reincarnati, o addirittura di Paracliti; li si incontra comunemente in questa miriade di piccoli gruppi che battono il terreno dello spiritismo e dell’occultismo ed il cui habitat preferito si trova all’Est, nel caso della Francia Parigi o Lione. Sédir dice di averne incontrati cinque; noi potremmo, oltre questi, citarne altri tre. Ma a parte rare eccezioni, di cui una in India, la loro influenza si esercita solo su gruppi tutti numericamente molto limitati. Alcuni occultisti francesi indipendenti (tutti riconducibili a piccole società che si rifanno al rosicrucianesimo) attendono la venuta di un Imperatore della stirpe di Carlo Magno, che dovrebbe salvare il mondo. Ma oltre alle società che abbiamo menzionato nella nota precedente vogliamo ancora ricordare:

- la Società teosofica preparò nella figura di Krishnamurti un tramite per l’avvento di Boddishattwa Maytreya;

- la Stella Matutina si aspetta un’apparizione di Chritian Rosenkreutz tra il 1926 ed i l 1935;

- i Polari sperano in «colui che si aspetta»;

- la Panacea Society situa tra il 1923 ed il 1927 la seconda venuta del Cristo, che, questa volta dovrebbe essere assistito da dodici donne;

- Bô Yin Râ si presenta lui stesso come uno dei fratelli della Grande Loggia Bianca, sullo stesso piano di Lao Tse… o di Gesù Cristo;

- gli Iniziati del Tibet aspettano il quinto grande Istruttore che deve succedere a Rama, Krishna, Budda e Gesù.

6) Le Roi du Monde, Cahier du Portique, Parigi, 1927. I curiosi di tradizioni occulte troveranno in queste 130 pagine una strabiliante quantità di informazioni. Se soltanto dei veri esperti come Guénon e Vuillard scrivessero su tali argomenti, l’occultismo sarebbe senza dubbio preso sul serio, come merita. Ma certamente in questa sede non vogliamo una cosa del genere (Renè Guenon, Il re del Mondo, è edito in lingua italiana nella Piccola Biblioteca, Edizioni Adelphi, ndt).

7) Del resto dovremmo essere in buona compagnia in quanto tale osservazione sembra essere stata suggerita a Guénon da un’osservazione fattagli da Jacques Maritain il filosofo cattolico, come, a buon diritto, lo definisce F. Le Fèvre, che ci ha raccontato un incontro che essi ebbero con Ferdinand Ossendowski (confronta Une heure avec F. Ossendowsky nel numero del 26 marzo 1924 di Nouvelles Littéraires).

8) Per quanto riguarda la montagna sacra ci sono state spesso questioni (Sedir, in Histoire des Rose Croix, cita tre testi antichi provenienti certamente da una stessa fonte e che sono relativi a ciò). Ma gli occultisti moderni dopo che Guénon ha attirato la loro attenzione su questo punto, non possono più sentir parlare di colline o di caverne senza tradire l’Agartha. C’è qui un’esagerazione da evitare.

9) Citato da Papus in Martinisme et Franc Maçonnerie, Paris, 1899.

10) Citazione da P. Roure, Occultisme et Franc Maçonnerie, Etudes, 4 luglio 1930.

11) In Viaggio in Oriente. Confronta anche un nostro articolo, Le Kaïnisme dans la Franc Maçonnerie: un count symbolique di G. D. N., sul numero dedicato, sulla RISS, all’occultismo, del settembre 1930.

12) Guénon ci dice che anche il fantasista Jacoillot, parla del Re del Mondo, ma aggiunge anche che, come era sua abitudine, la cosa poteva essergli arrivata attraverso alcune informazioni che avrebbe potuto aver raccolto in India filtrandole poi attraverso la sua sregolata immaginazione. Ma Jacoillot non era forse massone?

13) Bestie Uomini Dei, edito in Italia dalle Edizioni Mediterranee.

14) Confronta Nouvelles Littéraires del 29 novembre 1924 e numeri seguenti. Sono stati rivolti gli stessi rimproveri al libro Voyages, di P. Huc, che aveva viaggiato per le stesse terre. Tutte le critiche provenivano da esploratori. Costoro, a causa della loro deformazione professionale, sono i meno indicati ad emettere giudizi; ma qual è quel semplice ed onestuomo che avendo percorso a piedi con l’accompagnamento di una guida, la strada da Etoile a Bagattelle, sarebbe stato in grado, due anni più tardi, di rendicontare in maniera precisa il percorso seguìto, il tempo impiegato e perfino l’itinerario seguito? Del resto, se Ossendowki avesse fabbricato il suo racconto, sarebbe stato abbastanza intelligente per aver saputo evitare gli errori che gli si rimproverano.

15) C’è a mala pena bisogno di dire come tutto ciò sembri simbolico, vedi anche quello che riguarda la localizzazione dell’Agartha. Nessun tipo di precisazione viene del resto fornita sulla natura dei popoli dell’Agartha. Non è senz’altro privo di interesse ricordare a tale proposito la decisione del Papa San Zaccaria che condannava l’affermazione che San Bonifacio attribuiva a San Virgilio e secondo la quale sotto terra vivrebbe una razza umana, non discendente da Adamo e che non entrerebbe in alcuna maniera né nella storia del peccato originale né in quella della redenzione (e non l’affermazione secondo la quale ci sarebbero degli antipodi o nostri opposti, come sostenevano i seguaci di Voltaire corrompendo il testo). San Zaccaria, che aveva modo di temere che il giudizio che San Bonifacio si era fatto sul suo collega, non fosse inficiato da qualche partito preso che lo aveva spinto ad una condanna in qualche maniera provvisoria, ordinò un’inchiesta. Purtroppo sfortunatamente non ne conosciamo i risultati, ma ci sono parecchie ragioni di credere che essa fu favorevole all’accusato. Comunque sia se la sovrapposizione di questi tipi di credenze con quelle relative all’Agartha è un po’ avventurosa, il pronunciamento papale che esse causarono  sono soltanto relative ai popoli di questa misteriosa contrada. Vedi Pal. Lat. Mign. LXXXIX. Zaghar. Epist. XI ad Bonifacius.

16) Menzioniamo anche Men identificato anche con il nome Attis; Men: «Antica divinità barbarica adorata in Frigia ed anche nelle regioni vicine… dio lunare si riteneva che regnasse sia sul cielo che sul mondo sotterraneo», F. Cumont, Les Religions Orientales, capitolo 11.

17) Forse può essere in questo senso che bisogna interpretare la lettera di Saint Martin prima citata: Sophia rappresenterebbe l’Entità, Mann ed il Re del Mondo suo rappresentante sulla terra?

18) Nel racconto di G. de Nerval, citato prima, il Figlio della Vedova per eccellenza è identificato con il vero prete Gianni; il Kaf, sotto il quale vivono i suoi antenati, i Figli della Vedova, viene definito Asse del Mondo.

19) Ricordiamo a questo proposito la leggenda molto diffusa delle città sepolte: Shandala dell’Asia centrale ricorda molto da vicino la Henochia di de Nerval che prima del diluvio era abitata dai Figli del Fuoco; ci fa tornare in mente anche la Città d’Ys che sparì prima del Cristianesimo. Segnaliamo anche che la tradizione considera gli Atlantici come i Figli del Sole e che Guénon attribuisce tale caratteristica ai saggi dell’Agartha; abbiamo già segnalato nella nostra prima nota che l’Istruttore della Stella Matutina, membro del Tempio del Deserto si chiama Ava ben Shems che appunto significa Figlio del Sole.

20) Guénon precisa bene (Thèosophisme, pagina 50) che i seguaci del Rosicrucianesimo ed i Superiori Incogniti dell’Alta Massoneria del XVIII secolo erano degli uomini in carne ed ossa. Ma tutt’al più li potrebbero considerare come degli uomini provenienti dai centri secondari: abbiamo potuto aver modo di notare che gli Alti Iniziati sono sempre dodici, riuniti intorno ad una tavola rotonda e che un tredicesimo posto resta sempre vacante riservato a colui che tutti attendono. A tale proposito vedi V. E. Michelet, Le Secret de la Chevalerie, Edizioni Du Portique e la curiosa visione che ebbe luogo il 16 aprile 1916 in una Loggia della Rosae Rubeae et Aureae Crucis il cui resoconto verbale è stato dato in Light bearers of Darkness da Inquire Within, Bosswell, London, 1930). Quest’ultimo, che allora era uno dei capi di questa società, non sembra abbia ben capito la ragione di questo seggio vuoto (vedi anche la Vita di Padre Jandel, Generale dei Domenicani, dove si trova narrata un’analoga esperienza).

21) Eccovi ancora l’opinione di Sédir: «LAnticristo è uno spirito individuale… egli comanda altri spiriti subalterni (i Capi dei Centri Secondari)… Accidentalmente può anche rivestirsi di unapparenza corporea e siamo ben certi che un giorno apparirà sulla terra come un uomo del tutto simile a noi» (Mystique Chrétienne, pagina 215). Il capitolo precedente quello dell’Anticristo, intitolato LEuropa davanti allAsia, contiene ugualmente, delle cose eccellenti. Sfortunatamente questo libro espone anche delle eresie molto particolari: preesistenza delle anime, animismo esuberante.

22) Questo ci richiama alla mente un passo di Bestie Uomini e Dei (pagina 145): «Durante una notte dinverno numerosi cavalieri, mi disse lHutuktu, giunsero al monastero e chiesero che tutti i lama… si riunissero in questa sala. Poi uno degli stranieri salì sul trono si tolse il suo bashlyk, o copricapo a forma di berretto che gli nascondeva anche il volto. Tutti i lama caddero in ginocchio perché avevano riconosciuto luomo che era stato descritto tanto tempo fa, dalle predizioni per il secolo a venire. il Re del Mondo… poi fece delle predizioni… Poi senza una parola il Re del Mondo ed i suoi compagni scomparvero ai nostri occhi. Non lasciò alcuna traccia dietro di sé, salvo le pieghe del drappeggio del trono che si distesero come se nessuno vi fosse stato seduto sopra». E Ossendowski continua: « È meraviglioso e difficile da credere, ma io vidi davvero assisa sul trono la figura forte e muscolosa di un uomo dal volto bruno, lespressione ferma e severa con le labbra e le mascelle serrate… (a causa dell’energia che sprigionava, ma non per la bontà, ci permettiamo di aggiungere noi). Attraverso il suo corpo trasparente, avvolto in un manto bianco, vidi le iscrizioni tibetane sullo schienale del trono. Chiusi gli occhi e li riaprii. Non cera nessuno, ma il drappeggio di seta del trono sembrava muoversi lievemente».

23) Confronta lo Herald of the Star del dicembre 1926. Il reverendo Ch. Hampton cita due casi in cui il Grande Istruttore, si sarebbe manifestato davanti ad una grande folla nella persona di Krishnamurti, sia il 28 dicembre 1911 a Benares, sia il 28 dicembre 1925 ad Adyar. Ci sarebbe stata anche un’altra simile manifestazione anche al campo teosofista di Onumen nel luglio-agosto 1926. Sappiano che Krishnamurti è quell’Indù preparato (in condizioni tali che nel 1911 dette luogo all’istruzione di un’azione processuale) da Ladbeater della Società Teosofica, al ruolo di Messia. Su tutto ciò vedi il già citato ed apprezzabile libro di Guénon Théosophisme.

24) Effettivamente si può con certezza ammettere che il Re del Mondo, usa, a seconda dei casi, un metodo piuttosto che un altro. Allo stesso tempo si possono avere parecchie immagini riflesse, almeno una per ogni centro secondario. È possibile avere uno o più eletti predisposti a tale tipo di possessione, in quanto nelle due ipotesi prese in considerazione ci troviamo di fronte a niente altro che a forme diverse di possessione. Secondo noi tale questione si riaggancia a quella che ha fatto versare fiumi d’inchiostro: l’Anticristo apparirà sotto forma umana? Siamo portati a credere, dopo quanto qui affermato, che ciò si manifesterà sotto forma di possessione piuttosto che di vera e propria incarnazione diabolica. Tale possessione potrebbe derivare dall’origine della concezione stessa dell’Anticristo. Leggiamo, nel Secret de la Salette, Edition de la librairie Sainte Geneviève, Paris, 1905, imprimatur monsignor Salvatore Zola, vescovo di Lecce, data 15 novembre 1879:
«LAnticristo nascerà da una religiosa ebraica, da una falsa vergine che sarà in comunicazione con il Serpente Antico, la madre dellimpurità; suo padre sarà un vescovo; nascendo vomiterà bestemmie, avrà dei denti, in una parola questo sarà un demonio incarnato…». San Girolamo (Jeremiam Prophetam, libro IV, capitolo XXIII, 5,6) da parte sua contrappone l’Emanuele all’Anticristo: «Cui contrarius Antichristus et eius inhabitator diabolus». L’inno delle Laudi del lunedì così canta: «Dentes Retundet Invidi». Augusto Comte, il padre del positivismo, su questo mistero d’iniquità, sembrava aver avuto strane illuminazioni. Per trovare dei testi si rifà a Gougenot des Mousseaux, Gli Alti Fenomeni della Magia, capitolo VI, sesta divisione: Lincubo e la religione positiva. La settima divisione: Figli per mezzo dellincubo; anche questo testo sarebbe da leggere. In una lettera pastorale diretta ai curati della sua diocesi, letta all’assemblea sinodale del 2 febbraio 1863, monsignor Doney, vescovo di Montauban scriveva: «Tre scopi vengono perseguiti dal nemico del genere umano e da quelli che gli servono come strumenti: la distruzione della fede, come conseguenza della distruzione della Chiesa; la formazione di un impero apostata nemico di Dio e di ogni religione; il ristabilimento dellidolatria e del culto del demonio… Tale cospirazione spinge alla distruzione degli imperi e dei regni attraverso i nuovi princìpi che essa proclama e che essa, con tutte le sue forze, lavora per far vincere. Essa ha già creato scompiglio in parecchi; essa ha già fatto scoppiare tumulti e rivoluzioni; vuole crearne ancora con il pretesto che i popoli devono potersi raggruppare seguendo le loro stesse nazionalità. Ma le nazionalità devono ancora essere divise e ciò non è ancora tutto ciò che occorre loro! Ed è proprio per questo che oggi insistono solo su quello che loro chiamano la fraternità o più semplicemente lumanità. E siccome tale carattere di umanità e di fraternità è uguale ovunque e per tutti gli uomini, ne consegue che ununica legge, un solo governo dovrebbero essere chiamati a rispondere dei diritti della fraternità e dellumanità. A proposito è necessario sapere che le società segrete, da più di un secolo operanti in ogni parte dEuropa, o meglio nel mondo intero, con diversi nomi e sotto forme diverse, sono i veri crogiuoli dove fermentano tutti questi progetti detestabili ed i luoghi dai quali parte il movimento, la forza daggressione che attacca sia la Chiesa che le potenze temporali. In terzo luogo, essa spinge, senza averne la coscienza, al ristabilimento della potenza del demonio sulla terra ed in seguito al ristabilimento dellidolatria stessa e dei misteri abominevoli che si celebravano nei tempi pagani. Sappiamo bene che luomo del peccato si farà adorare; ma che tale adorazione sarà concorrenziale con quella di colui di cui sarà il funesto ed infelice strumento. Non insisto su questo ancora di più. Aggiungo solamente che le detestabili pratiche del magnetismo e dello spiritismo, ormai così diffuse, arriveranno a questo scopo se Dio non vi porrà rimedio. Si resta confusi e spaventati quando si leggono alcuni scritti che sgorgano da questa impura fonte e la stessa cosa avviene per certi scritti di filosofi positivisti che spingono la propria audacia e la temerarietà delle loro aspirazioni fino al punto di pretendere di trasformare un giorno i misteri della diffusione della stirpe umana… È più che verosimile che i più giovani tra voi dovranno affrontare dei pericoli e prove più temibili di quelle che presentemente siamo chiamati ad affrontare noi. Fatevi coraggio, o meglio facciamoci tutti coraggio facendoci testimoni dellattaccamento alla fede». Resta da conciliare un tale tipo di possessione, fin dal periodo embrionale, con la libertà umana del supposto adepto di satana. Ma niente impedirebbe a Dio di donare a questo superuomo, in un momento o in un altro della sua esistenza, delle clamorose illuminazioni sul suo caso accompagnate da grazie sufficienti che gli possano consentire di scuotere il giogo a cui lo ha attaccato il Principe di questo Mondo. Nella Vita di Gemma Galgani viene riferito che durante le sue estasi ella vedeva tali soccorsi di natura soprannaturale accordati ai membri delle Società Segrete persino durante le sedute delle loro Logge. Il padre Depierre, della Società delle Missioni Estere di Parigi, durante una conferenza tenuta presso la scuola Fénelon d’Elbeuf, raccontava che tra i pagani dell’estremo oriente che egli aveva evangelizzato, vengono venerati di più gli spiriti maligni da cui ci si può aspettare qualsiasi tipo di male, piuttosto che gli spiriti buoni da cui non si ha niente da temere. In conseguenza di ciò fin dalla loro nascita i bambini vengono consacrati al demonio e gli effetti della possessione e gli effetti derivanti da questa consacrazione si sono manifestati in maniera precisa dal momento del primo arrivo nel Paese del prete cattolico, rappresentante di Gesù Cristo.

25) Questo per quanto riguarda il centro principale (in effetti ciò che dicevano Guenon e Shurawerdi ci stimola a pensarlo) a meno che, in quest’ultimo caso non si tratti, dell’Istruttore Secondario speciale per il mondo mussulmano.

26) Tale assunto è del resto enunciato in maniera chiara da molti occultisti tra cui Schuré. Gli stessi dirigenti della Società Teosofica non hanno mai mancato di ammetterlo; nella loro beata non conoscenza hanno addirittura moltiplicato i personaggi. Tanto che Guenon, nel suo testo Théosophisme, schernisce le distinzioni fatte tra Gesù Cristo, il Cristo Cosmico e tra mistico e mistico: ma certi scherni non riguardano assolutamente Nestorio. Quest’ultimo era nello stesso tempo altrettanto sottile che sapiente, si trincerava dietro le sfumature di linguaggio, tanto che in tempi recenti si è addirittura preteso di riabilitarlo dicendo che in tutto questo non c’era altro che dei bisticci di parole e che alla fine lui era molto ortodosso. La parentesi che Guenon apre, può lasciar credere che condivida questo modo di vedere la cosa. A proposito facciamo notare come Aurelia, questo misterioso scritto frutto delle allucinazioni di Nerval, contenga delle curiose visioni di una Città Eterna della montagna, i cui abitanti rivestiti di luce vivono in strane dimore allo stesso tempo elevate e sotterranee; il racconto, aggiungiamo noi, è pervaso da tutto un senso di nestorianesimo generale esteso a tutti gli uomini.

27) Se dobbiamo credere a certe informazioni, il nestorianesimo non avrebbe ancora detto l’ultima parola: dandogli secondo la moda del momento una veste scientifica, si appresterebbe a far ritrovare ad opera dei sapienti, lo pseudo corpo di Gesù: in tale maniera sarebbe provato che Gesù è sì morto su questa terra e che l’apparente Resurrezione ed Ascensione sarebbero state provocate solo dal fantasma del Cristo. Diamo questa informazione con il beneficio d’inventario, ma dal momento che ci si può permettere di identificare scientificamente i resti del corpo di Gesù dopo venti secoli, ciò non è molto differente dallo scrivere interi capitoli sul suo sistema vasodilatatore come ha fatto il dottor Binet-Sanglé, o di provare la sua inesistenza come ha fatto il suo collega Couchoud.


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