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«Boicottiamo nel nostro piccolo il sistema»
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La vittoria della coalizione di sinistra-centro grazie a vergognosi brogli elettorali (ricordiamo ancora, per soli 24.000 voti di differenza) la successiva totale occupazione del Paese da parte di un regime stile Albania anni '70, col relativo saccheggio di ogni risorsa della parte produttiva della nazione a favore dei satrapi ulivisti e della clientela nullafacente che li sostiene, il vergognoso appoggio al governo da parte dei cosiddetti senatori a vita, da nessuno votati e in parte già sottoposti ad indagini giudiziarie (vedi, per esempio, i casi Scalfaro/SISDE e Colombo/cocaina) la totale passività ed acquiescenza della opposizione, hanno prodotto uno stato di profondo sconforto e di disillusione nella popolazione, anche in settori di quella che ha votato per l'Ulivo.

Una opposizione così squallida di certo non motiva alla lotta, o perlomeno alla resistenza, le vittime.

Forza Italia è solo Berlusconi; tutto quello che c'è attorno a Berlusconi è solo sfruttamento delle sue possibilità economiche e relazionali; la classe dirigente del partito ha creato inoltre un cordone sanitario che lo isola per non far penetrare nuovi potenziali concorrenti con cui spartire la mangiatoia.

Berlusconi potrebbe ancora essere il capo riconosciuto dell'opposizione; è l'unico che fa politica per una missione e non per arraffare (può permetterselo e non è un ladro); se non avesse avuto ideali gli sarebbe stato sufficiente, dopo Tangentopoli, appoggiare l'Ulivo (come la totalità dell'imprenditoria italiana) invece che contrastarlo, e avrebbe addirittura accresciuto il suo business.

Il compito di Berlusconi è però improbabile: dovrebbe liberarsi di buona parte di Forza Italia e di quasi tutti quelli che fanno parte, nel suo impero, del settore della comunicazione e che sono una fabbrica collaudata di voti per i suoi avversari (vedi Mediaset e Mondadori). Potrebbe invece individuare ancora ottime risorse umane in Publitalia, nel settore bancario-finanziario-assicurativo ed addirittura in quello sportivo.

Alleanza Nazionale presto farà "circoncidere" i pochi iscritti rimasti [quelli cioè che lucrano affari o potere dalla politica o che sperano venga, in un improbabile turn over, il loro turno].

Penso alla tristezza di generazioni di militanti missini che, credendo di lottare per la rinascita del Paese, hanno messo in pericolo la loro vita (quando non l'hanno persa), quella delle loro famiglie, i loro studi, il loro lavoro, hanno vissuto come degli appestati ai margini di una società che intanto progrediva; il tutto per arrivare, dopo sessant'anni, ad ammirare una Santanchè che balla in Sardegna con Briatore ed Emilio Fede.

La Lega ha lottato più di vent'anni per avere il «federalismo» [il principale mezzo per distruggere gli Stati nazionali - dopo che questi erano stati il principale mezzo per distruggere gli imperi cristiani - ed imporre il Nuovo Ordine Mondiale]; ottenutolo, hanno tesaurizzato tale «conquista» Formigoni ed i suoi accoliti, che hanno fatto della Lombardia, regione dalla quale scappare, la copia della Romania di Ceaucescu o della Bielorussia di Lukashenko; è stato molto bravo Formigoni, che se va bene conta sui circa 60.000 voti che può portare CL [ma ci risulta che neanche questi siano in una cassaforte se non obbedisce a Vittadini, Cesana e &] a far credere a Berlusconi che i milioni di voti dati a Forza Italia siano voti dati al presidente della Regione.

L'UDC, non resistendo al richiamo della foresta dell'eterno tradimento democristiano, si è distaccata dal Polo, che è come dire, visti gli esigui margini tra i due schieramenti, essere passata dall'altra parte.

Aspetta segnali chi ancora resiste, almeno parzialmente, alle centrali della corruzione morale che ha devastato il Paese, ha una famiglia normale e dei figli privi di avvenire, non divorzia, lavora duramente, non si droga, non prende tranquillanti o eccitanti, non è in cura dallo psicanalista, non ruba, non vive per il sesso, i consumi, la musica, il calcio, non è plagiato da modelli di comportamento di settari cretini d'oltreoceano, ha raccapriccio per l'omosessualità, considera l'aborto omicidio di un essere innocente ed indifeso, non vuole una società multirazziale squilibrata e nella quale soccomberà, è vittima della delinquenza comune e di Stato (vedi rapina fiscale e tutte le prevaricazioni del «pubblico»).

Aspetta un leader che faccia gli interessi del popolo, che promuova l'emissione di una moneta nazionale (la ormai nota sovranità monetaria), garantendone con l'autorevolezza di uno Stato la circolazione, che nazionalizzi le imprese strategiche creando nuovi posti di lavoro qualificati, che rimetta in moto la costruzione di infrastrutture ed opere pubbliche, che crei una Banca Nazionale (vera, non alla Draghi o alla Padoa Schioppa) per erogare mutui, a tasso zero, agli italiani che non hanno ancora una casa e prestiti personali, a tasso zero, agli italiani indigenti o a chi voglia iniziare, o voglia potenziare, attività imprenditoriali che creino lavoro e ricchezze, che imponga tasse al massimo del 10% del reddito ai privati e del 20% alle aziende [quanti sarebbero gli evasori in simili circostanze? Ben diverso dal lavorare come oggi, per oltre metà anno per lo Stato e per il resto del tempo per sé e per la propria famiglia].

Ci è stata inculcata la visione falsa della tassazione feroce perché c'è l'evasione fiscale; di ciò abbiamo già scritto (vedi «La questione fiscale», 22/12/2004); è come se ci fosse un racket delinquenziale in una zona che ci dicesse, con accento mafioso: «Questa zona ci deve rendere XY; arrangiatevi tra voi sottoposti su come farci arrivare i soldi».

All'orizzonte al momento non si vedono simili capi; possiamo però in qualche modo ostacolare, come società civile, questo regime, che più va avanti - è come un tumore maligno - più rende impossibile la guarigione del corpo sociale.

Il mezzo principe è non fare arrivar loro risorse (qui la signora Mastella si suiciderebbe: come portare in viaggio, dopo New York una seconda volta, 200 «clientes» della Regione Campania?).

Lo sciopero fiscale è improponibile perché chiunque avrebbe paura di  promuoverlo o di cominciare per primo a farlo.
Si può però, con mezzi legali, inaridire le fonti che alimentano la mangiatoia pubblica.

Usare l'auto il meno possibile (il costo vero del carburante è sì e no il 10% di quello che paghiamo; il resto sono tasse); fumare il meno possibile, non fare nessun gioco di Stato (Lotto, Superenalotto, Totocalcio, etc.; vince uno, perdono milioni) e proseguendo via via eliminare le possibili spese che comportano una tangente per lo Stato; quindi ciò che è connesso a banche, assicurazioni, Fiat, Telecom, Tim, Pirelli, aziende legate alla moda frivola e depravata, etc.

Questo non significa il blocco dei consumi, che distruggerebbe la nostra società: vanno colpite le grandi imprese (complici del potere e criminali) ed aiutate le piccole (se oneste).

Un discorso a parte merita il sistema bancario, oltretutto principale colonna portante del sistema politico. La concentrazione in pochi gruppi, tutti più o meno controllati dall'attuale classe politica dominante, ad eccezione del Gruppo Mediolanum, cresciuto autonomamente grazie ad una incredibile capacità commerciale e sul quale non esprimiamo giudizi perché ci mancano le conoscenze, ha fatto in modo che si ricreasse un cartello a danno degli utenti.

Provate a depositare una somma anche modica sul conto corrente, non toccatela e lavorate normalmente con la banca; vedrete che dopo qualche mese, tra spese fisse di gestione, spese variabili di gestione, altre spese, etc. il vostro capitale iniziale non ci sarà più.

Ma ciò è niente al confronto de «la frode primaria su cui si basa il potere usurario, il credito frazionario» (vedi, di Maurizio Blondet, «Tornare alla moneta di Stato», del 14/7/2007). Come credete che un Passera (Intesa San Paolo) si sia potuto prendere decine di milioni di euro di stock option, nel marzo 2007, ed a cascata i suoi dirigenti cifre minori, ma pur sempre cifre folli?

Posto che non esiste oggi un modo proficuo, ed esente da rischio, di investire i risparmi per il normale risparmiatore (se non nell'acquisto della casa in cui vive o nella propria attività lavorativa) e i risparmi lasciati sul conto corrente non rendono niente e possono essere aggrediti da un momento all'altro dallo Stato, la soluzione è, in attesa di tempi migliori, prosciugare i conti correnti e mettere i contanti nel «materasso» (meno sicuro) o nella cassetta di sicurezza di una banca (più sicuro).

Levando i risparmi dalle banche, a parte impedire i gravi danni all'economia da queste provocati secondo quanto esposto nel citato articolo di Blondet, si darebbe una bella punizione ai nostri «banchieri», che finanziano con migliaia di miliardi i Tronchetti Provera e i Tanzi (a seguito della telefonata del politico complice) e lesinano i 1.000 euro all'artigiano, al commerciante o al piccolo imprenditore (ovviamente gli stessi incentivano il lavoratore dipendente ad indebitarsi oltre ogni possibilità di sopravvivenza; tanto si rifanno sullo stipendio).

La gran parte dei giochi bancari si sono svolti in Lombardia; pensate allo spessore dei leader locali del Polo, che governano da 5 legislature, che si sono occupati (spesso male) di chiudere i buchi nelle strade e che hanno visto passare sopra le loro teste tutte le incorporazioni, fusioni, etc. del mondo bancario senza chiedere conto di niente!!!

Come ha fatto Bazoli, partendo da una banca scassata come il Nuovo Banco Ambrosiano, a comprare prima la molto più ricca Cariplo, e poi Comit, molto più ricca di Nuovo Banco Ambrosiano e di Cariplo assieme? Forse con i soldi del Credit Agricole? E dove erano i vari Formentini, Albertini, De Corato, etc.?

Opponiamoci anche spegnendo le televisioni, non andando al cinema, non comprando nessun giornale o rivista, desertificando il cosiddetto «mondo dello spettacolo». Se quest'ultimo esiste è colpa nostra perché ci occupiamo della vita privata idiota di idioti, peraltro diventati milionari grazie al nostro interessamento.

Vogliono ridurci dei miserabili e degli schiavi, che rinnegano la religione dei loro padri.

Volete veramente essere anticonformisti, «boicottare il sistema», soprattutto voi giovani?

Diventate o tornate cattolici ferventi, vivete secondo il Vangelo, andate a Messa più spesso che potete, confessandovi e comunicandovi: se c'è in Chiesa un infiltrato progressista, anche appartenente al clero, prendetelo "a calci"; sposatevi e fate figli, cercate di assomigliare, nel decoro, compatibilmente con le possibilità economiche e non sotto il profilo morale, a Carlo d'Inghilterra invece che ad Elton John o ad un rap delle periferie americane.

Riprendendo la frase iniziale, «fare qualcosa», noi stiamo facendo qualcosa; siamo certi che un po' di pulviscolo nell'ingranaggio della macchina-regime sia rappresentato dalla casa editrice, non supportata mediaticamente da nessuno, dal sito diretto da Blondet, tra gli anticonformisti il più grande scrittore/giornalista italiano, dalla libreria on-line (EFFEDIEFFESHOP.com) e dalla libreria Ritorno al reale; la nostra iniziativa vive con la vendita dei libri, prodotti poveri, con un ricavo medio attorno al 30% del prezzo di copertina escluse le spese di gestione (vedi il nostro pezzo «Una casa senza libri è come una fortezza senza armi», del 3/1/2007); questa attività ci permette di andare avanti e di sostenere anche altri editori di cui condividiamo la produzione [citiamo ad esempio il caso del libro «Due secoli insieme»; la vendita di centinaia di copie del primo volume da parte nostra ha sicuramente contribuito alla stampa del secondo volume]; cercheremo di moltiplicare il nostro impegno.
«Costruiremo ancora cattedrali…».

Fabio de Fina

(pubblicato il 6 agosto 2007)



Associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE


 
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