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> Domenica 08 Giugno 2008
Blackwater & Cavalieri di Malta

Buongiorno Direttore,

girovando per internet tra articoli e youtube mi sono
imbattutto in più di un articolo e/o filmato che denuncia una relazione tra la famigerata Blackwater che opera in Iraq e il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di S.Giovanni di Gerusalemme di Rodi di Malta (SMOM).

Ho effettivamente trovato quasi tutte le accuse possibili :

* lo SMOM controlla
il governo americano (magari, visto che i Cavalieri fanno voto d'obbedienza al
Papa)
* il governo americano controlla lo SMOM (gli ultimi 2 Gran Maestri sono anglosassoni ma cattolici)
* lo SMOM aiuta l'esercito USA in operazioni
militari (?!?! a quanto ne so lo SMOM è una sorta di CroceRossa vaticana)
* Il capoccia della Blackwater è un Cavaliere di Malta (?!?! boh, può essere, anche
se forse è più logico pensare ad un cristiano rinato o qualche altro tipo di neocon)
* lo SMOM in realtà è una sorta di governo mondiale infiltrato ovunque (?!)

per non parlare qualche tronfio telepredicatore americano (o aspirante
tale) che accusa l'ordine di infiltrazioni in tutti i livelli della società  americana.
L'unica notizia decente che ho trovato è che pare che la Blackwater compia dei voli "segreti" tra Malta e l'Iraq, ma l'isola-stato è un avamposto britannico in quanto dopo la Restaurazione non è stata resa ai Cavalieri ma "trattenuta" dagli inglesi.

Mi rendo conto che veramente poche rare eccezioni
del marasma della controinformazione (EffeDiEffe è uno di questi) sono da prendere in considerazione, ma mi chiedevo se la condotta dello SMOM fosse in
qualche modo dubbia o se è una forma di cattofobia dei certi ambienti americani (e forse non solo).

Cordialemente,

Giulio G.



Un ordine come i Cavalieri di Malta è un "veicolo" importante, che facilmente viene infiltrato da chi ha interesse a manipolarlo o ad usarne il prestigio. Questi sono spesso servizi, o inviati di servizi.

Maurizio Blondet

 
> Domenica 08 Giugno 2008
Sulla Confessione: un grave errore (mio)
Mi accorgo soltanto ora di una mia grave svista.

Antefatto: una lettrice mi ha chiesto spiegazioni sulla confessione:


«Direttore,

Se lei avesse un po di tempo, gradirei delle spiegazioni sulla confessione, ossia da quando fu adottata dalla Chiesa.
E una questione dogmatica che non riesco adesso a vedere nel suo quadro complesso.
Grazie di cuore per tutto quello che lei dà, a noi suoi lettori.

Brunella Hoyos».

Per errore, come  risposta è apparso un testo non mio.
Un testo che avevo trovato smanettando sul web, che avevo salvato e che ho allegato per sbaglio alla lettera della lettrice Brunella.
Il testo pubblicato è l’esatto contrario di quel che penso.

Immagino che la lettrice, come molti altri, abbia dei dubbi sull’istituzione della confessione come sacramento, dato che Gesù - per quanto sappiamo - non ha mai confessato peccatori come oggi, in modo auricolare. Non sono un esperto del problema. Ma ritengo che la fonte del sacramento sia attestata nel Vangelo di Matteo (18, 15-18) in cui Cristo dice a Pietro, come capo della Chiesa:
«In verità vi dico che qualunque cosa legherete sulla terra, sarà legata anche in cielo; e qualunque cosa scioglierete sulla terra sarà sciolta anche in cielo».
Si capisce che per l’uomo moderno, la confessione auricolare è sgradita.
Colpisce il suo orgoglio, lo umilia.
«Dio sa già i miei peccati, perchè devo dirli al prete?», e così via.
Conosciamo gli argomenti.
Non posso che rispondere ricordando come la pensava il teologo che stimo di più: padre Pio da Pietrelcina.
Ecco qui, alcuni passi tratti da ricordi personali di gente che si è confessata con lui:


«La Confessione impegnava Padre Pio per molte ore della sua giornata. Egli la esercitava con visione introspettiva e non lasciava al penitente adito ad ambiguità. Non era possibile mentire a chi vedeva nell’anima. Spesso, di fronte ai penitenti più emozionati, era lo stesso padre Pio che elencava i peccati commessi dal penitente. Padre Pio invitava alla Confessione, chiedendo di farvi ricorso, al più tardi, una volta alla settimana. Egli diceva: ‘Una stanza, per quanto possa essere rimasta chiusa, necessita di una spolverata, almeno una volta alla settimana’.
In questo Padre Pio era molto esigente, egli esigeva una conversione vera e propria e non transigeva coloro i quali si recavano al confessionale per la sola curiosità di vedere il frate ‘Santo’.
Un confratello raccontava: Un giorno padre Pio negò l’assoluzione ad un penitente e poi gli disse: ‘Se vai a confessarti da un altro, vai all’inferno tu e quell’altro che ti da l’assoluzione’, come a dire, senza proposito di cambiare vita si profana il sacramento e chi lo fa si rende colpevole davanti a Dio.
Spesso infatti Padre Pio trattava i fedeli con ‘apparente durezza’ ma è altrettanto vero che lo stravolgimento spirituale che quel ‘rimprovero’ procurava alle anime dei penitenti, si trasformava in una forza interiore a ritornare da Padre Pio, contriti, per riceverne la definitiva assoluzione.
Un signore, tra il 1954 e il 1955 andò a confessarsi da padre Pio, a San Giovanni Rotondo.
Quando terminò l’accusa dei peccati padre Pio chiese: ‘Hai altro?’ ed egli rispose, ‘No, padre’.
Il padre ripeté la domanda: ‘Hai altro?’. ‘No, padre’. Per la terza volta padre Pio gli chiese: ‘Hai altro?’. Al reiterato diniego si scatenò l’uragano. Con la voce dello Spirito Santo padre Pio urlò: ‘Vattene! Vattene! Perché non sei pentito dei tuoi peccati!’.
L’uomo rimase impietrito anche per la vergogna che provava di fronte a tanta gente.
Quindi cercò di dire qualcosa… ma padre Pio continuò: ‘Stai zitto, chiacchierone, hai parlato abbastanza; ora voglio parlare io. E’ vero o non è vero che frequenti le sale da ballo?’ – ‘ Si, padre’ – ‘E non sai che il ballo è un invito al peccato?’. ‘Stupito non sapevo che dire: nel portafoglio avevo il tesserino di socio di una sala da ballo. Promisi di emendarmi e dopo tanto mi diede l’assoluzione’.
Era evidente in Padre Pio la sua capacità di vedere l’intimo delle anime, illuminato com’era da Dio.
Ciò era abituale in confessione, dove i penitenti si sentivano non di rado ricordare dei peccati non detti.
E se l’omissione era stata involontaria, e si trattava di cose veniali, tutto poi filava liscio.
Ma se era stata fraudolenta e se si trattava di cose gravi i rimproveri di Padre Pio salivano per così dire alle stelle, tanto erano aspri e sferzanti, e il più delle volte il peccatore veniva scacciato in malo modo.
Coram populo, perchè Padre Pio non aveva mezze misure.
L’umiliazione era grande, non tanto per la vergogna di quel ripudio pubblico, che intimoriva anche gli altri che attendevano il loro turno, ma il più delle volte per l’orgoglio ferito.
Come si permetteva quel frate di trattare in quel modo una persona umana?
Con quale diritto?
Con quale autorità?
E c’era chi se ne andava sdegnato, giurando che non avrebbe rimesso più piede in quel posto; salvo poi a ripensarci, anche con l’aiuto di qualche samaritano che spiegava come stavano le cose, e li guidava e assisteva per una nuova confessione, con altri sacerdoti se non con Padre Pio.
Per questi scaccioni in confessione, si vedeva gente piangere dopo.
Un pianto che faceva bene, perchè faceva loro vedere con più chiarezza tutti i loro comportamenti. Ma anche fuori della confessione spesso in Padre Pio si rivelava questo discernimento interiore: quando nel mezzo della folla rimproverava ad alta voce qualcuno, o senza dire nulla ritirava la mano a chi si disponeva a baciarla, o addirittura passava oltre nel fare la comunione ai fedeli. C’erano poi le volte che strapazzava di fronte a tutti una persona, lasciando di stucco gli altri.
E c’era sempre un motivo, che in genere sapeva solo il malcapitato
».

Padre Pio voleva salvare le anime.
Per questo era così duro, per scuotere le coscienze indurite e sorde.
Sapeva che un solo peccato non confessato, o confessato senza pentimento e senza vera volontà di non commetterlo più, bastava a dannare un’anima per sempre.
Vorrei aver potuto confessarmi da lui; certo mi avrebbe scacciato.
Quante confessioni cattive e imperfette, che egli considerava come sacrileghe!
Ma ha ragione lui.


Maurizio Blondet


 
> Domenica 08 Giugno 2008
Padre Livio contro EFFEDIEFFE

Vi segnalo brevemente l'attacco che p. Livio ha portato contro EFFEDIEFFEdurante la catechesi di ieri, venerdì 6 giugno 2008. Per riascoltare e scaricare i 13 mb della trasmissione collegatevi a www.radiomaria.it ; registrandovi potete accedere all'archivio.
Contro il sito a min 29.50, poi da min 51,30 a 55.00 contro tutti ecclesiastici e vescovi che si oppongono all'apparizione.
Si tratta di affermazioni molto gravi in perfetto stile carismatico-secessionista-modernista.

Vi raccomando sempre la Santa Messa quotidiana,

buon lavoro,

Michele

 
> Domenica 08 Giugno 2008
Tempi d'odio anti-Iran
Caro Blondet,

le segnalo questo articolo di Tempi a firma di Rodolfo Casadei :

www.tempi.it/esteri/001474-ahmadinejad-il-nemico-di-tutti

Una premessa necessaria per non essere frainteso : sono contrario alla  pena di morte e non voglio negare nè sostenere che nella politica  interna iraniana vi siano limiti più o meno gravi , come del resto  succede in qualsiasi altra parte del mondo. Voglio solo essere realista  e denunciare i meccanismi perversi con cui i media quotidianamente  indottrinano la gente.

Guardi le fotografie scelte : sono molto significative : trasmettono  un messaggio inequivocabile : soprattutto la seconda (cristiani , presumibilmente orientali, che rappresentano le "vittime" del "mostro"  della prima foto) e la terza (impiccati a volontà , senza neanche il  diritto alla privacy come invece viene concesso agli abbrustoliti sulla  sedia elettrica negli USA). Le foto dicono agli "occidentali", in  particolare ai "cristiani" : questo uomo vi odia. L'articolo va oltre e  dice "Ahmadinejad e la sua repubblica islamica non sono semplicemente  gli antagonisti degli Stati Uniti, ma veri e propri nemici dell’ umanità, dediti alla repressione interna dei non allineati e alla  proliferazione nucleare".
I cristiani perseguitati sono evangelici . Il "metodo" è ormai quello: i settimanali teocons come Tempi mettono in risalto (senza dirlo esplicitamente) come gli evangelicals si diano più da fare dei "vili e tiepidi" cattolici per evangelizzare le terre islamiche. Poi, quando succede che a farne le spese sono i cristiani locali (quelli veri) allora si dice : visto ? E' guerra di civiltà . "Loro" ci odiano.
Solo una considerazione : Tempi è letto e consigliato da tantissimi bravi cattolici , molti miei carissimi amici lo leggono. Gente sulla cui buona fede e generosità metto la mano sul fuoco. Non è loro la responsabilità di questa campagna d'odio. Ne sono le vittime.



Consgilio a tutti di leggere l'ultimo libro di Luigi Copertino, dal titolo "spaghetticon" (ed. Il Cerchio, rimini). Lì, fra i neocon alle vongole, è raccontata la storia della conversione di CL all'anti-islamismo militante. E' triste vedere che sono caduti nella rete neocon tanti "buoni cattolici".

Maurizio Blondet



 
> Domenica 08 Giugno 2008
Hey Dublin, Want Larger Melons? Say Yes to EU
La pubblicità dei partiti favorevoli al sì al trattato di Lisbona (referendum in Irlanda): profondi ragionamenti e razionali spiegazioni...


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