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> Domenica 01 Giugno 2008
Comunicato stampa Goldman Sachs

Gentile dottore,

trova in allegato il comunicato stampa di Goldman a proposito della cessione dell'indice.

Cordiali saluti,

Andrea Monzani.

Standard & Poor's to Acquire Goldman Sach' GSCI February 6, 2007

S&P to Also Obtain Goldman Sachs Sector Indexes and Goldman Sachs Technology Index

NEW YORK, February 6, 2007 –Standard & Poor's, a division of The McGraw-Hill Companies (NYSE: MHP), will acquire the market leading Goldman Sachs Commodity Index ("GSCI") and two equity index families from the Goldman Sachs Group, Inc. (NYSE: GS), the two companies announced today.
Terms of the transaction were not disclosed.

The GSCI, created in 1991, currently includes 24 commodities and is designed to provide investors with a reliable and publicly available benchmark for investment performance in the commodity markets.

The clear commodity index leader, the GSCI has an estimated $60 billion in institutional investor funds tracking it, the majority of that coming through over-the-counter derivatives transactions.

After a brief transition period, the index will be renamed the S&P GSCI Commodity Index.

"We are excited that the world's most popular commodity index will become part of the world's premier index provider, Standard & Poor's," said Heather Shemilt, global head of Goldman Sachs' commodity index business.
"Goldman Sachs looks forward to continuing to work with institutional investors who want to gain exposure to the commodity asset class through index investing."

"A well-diversified portfolio now routinely includes exposure to commodities, as investors seek ways to reduce risk, preserve capital and generate alpha," says Robert Shakotko, Managing Director at Standard & Poor's. "Standard & Poor's acquisition of GSCI provides investors with additional tools for portfolio and risk management, while adding to the already potent lineup of S&P indices."

Under the terms of the agreement, Standard & Poor's will also acquire the Goldman Sachs Sector Indexes, diversified and broadly representative indexes for healthcare, financial institutions, utilities, consumer companies and cyclical industries; and, the Goldman Sachs Technology Index, a broad composite measure of US traded technology stocks and six technology sub-indexes.

About Goldman Sachs
Goldman Sachs is a leading global investment banking, securities and investment management firm that provides a wide range of services worldwide to a substantial and diversified client base that includes corporations, financial institutions, governments and high net worth individuals. Founded in 1869, it is one of the oldest and largest investment banking firms. The firm is headquartered in New York and maintains offices in London, Frankfurt, Tokyo, Hong Kong and other major financial centers around the world.

About Standard & Poor's
Standard & Poor's, a division of The McGraw-Hill Companies (NYSE: MHP), is the world's foremost provider of financial market intelligence, including independent credit ratings, indices, risk evaluation, investment research and data. With approximately 8,500 employees, including wholly owned affiliates, located in 21 countries, Standard & Poor's is an essential part of the world's financial infrastructure and has played a leading role for more than 140 years in providing investors with the independent benchmarks they need to feel more confident about their investment and financial decisions. For more information, visit the Standard & Poor's Web site.


E' la risposta ad una inesattezza del nostro articolo "Goldman Sach, aggiotaggio sul petrolio". Vi dicevamo che Goldman Sachs gestisce il GSCI, il principale indice delle materie prime. Ora ci comunica la loro agenzia stampa per l'Italia che Goldman ha venduto l'indice GSCI a Standard & Poor's nel 2007. Ne prendiamo atto volentieri. Da settimane ormai i media ripetono la «previsione» emessa da Goldman Sachs: «Il barile arriverà a 200 dollari». E ciò, «inevitabilmente». Quel che non dicono i media è che Goldman Sach gestisce (e manipola) il GSCI, l’indice dei prezzi delle materie prime più usato nel mondo, e nel GSCI il greggio ha un «peso» sproporzionato.

Maurizio Blondet

 
> Domenica 01 Giugno 2008
MUSSULMANA SCOPRE IL MISTERO DI CRISTO INSITO NEL CORANO E SI CONVERTE.

Che ne dice?


Mariam sfidò l'accusa di «apostasia» citando il Corano

Libano
Costretta a difendersi davanti ai magistrati: ha perso il lavoro, ma ha scelto il battesimo.

DI CAMILLE EID

Mariam è l'ultima di quattro figlie di una modesta famiglia musulmana della Bekaa. Quando è nata, 43 anni fa, i suoi erano visibilmente dispiaciuti di non avere avuto il tanto atteso figlio maschio. «Datela allora a me», ha detto loro una signora sterile ricoverata nello stesso ospedale. «È tanto bella come Maria, la madre di Gesù », aggiunse. Quanto è bastato ai suoi genitori per decidere di tenerla e di darle proprio quel nome magico.
A sedici anni, come ogni devota musulmana, Mariam indossa lo hijab e inizia a studiare a memoria il Corano. Desiderava tanto coronare i suoi studi con il pellegrinaggio alla Mecca, ma le condizioni della sua famiglia non potevano permetterglielo.
Fino a quando, a 17 anni, un uomo la ferma all'uscita della moschea e la chiede in sposa per suo figlio, emigra-to in Arabia Saudita. Per lei era l'occasione d'oro per realizzare il suo sogno. Una volta trasferitasi in Arabia, chiede a suo marito di poter proseguire gli studi. In breve si iscrive alla Facoltà di sharia islamica a Medina. I suoi voti sono sempre eccellenti, tanto da meritarle uno sconto sulla costosa retta.
Nello stesso tempo comincia per lei un percorso che le avrebbe cambiato la vita. «Presentivo 'qualcuno' che studiava con me - racconta ad Avvenire - che mi invitava a conoscerlo attraverso i miei libri». Al primo anno di università sceglie come tesina una ricerca su «I profeti nel Corano e Cristo». «Perché - spiegò ai suoi professori - è assurdo includere Cristo nel novero dei profeti». E cita loro le definizioni di Cristo contenute nel Corano: «Parola che viene da Dio», «un Suo Spirito», «un Segno per le creature», «eminente in questo mondo e nell'Altro».
All'esame di Teologia islamica osa addirittura affermare che «Gesù semmai ha due nature, una umana e l'altra angelica, ma è impossibile che sia solo un uomo». Poi aggiunge: «Conclusione: è nato dallo Spirito Santo». Non la bocciano, ma le mettono un trattino sul libretto, accanto alla materia. «Hai fatto delle gravi affermazioni», le confida un professore libanese, membro della giuria. «Non capisco come hanno potuto stare ad ascoltarti».
Giunge per lei il momento di tornare in Libano. Alla scuola dove insegna religione islamica circola presto la voce che ha consigliato ai suoi allievi di leggere il Vangelo perché «non è affatto vero che l'islam ha abrogato le religioni precedenti». Un'accusa di apostasia viene ufficialmente formulata da alcuni zeloti nei suoi confronti ed è presto chiamata a risponderne davanti al tribunale religioso della sua regione. «Quando entrai - racconta - vidi attorno a me dei volti severi, gente che aspettava il verdetto per potermi tacciare di apostata e rendere lecita la mia uccisione. In quel momento mi venne in mente il passo del Vangelo che recita: 'E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire'. Tornai serena. Allo sceicco che mi chiedeva conto delle mie affer-mazioni, risposi con le parole che Allah rivolge a Cristo nel Corano: 'Porrò quelli che ti seguono al di sopra degli infedeli, fino al Giorno della Resurrezione'. Poi aggiunsi: 'Se il Vangelo fosse stato falsificato dai cristiani e quello autentico perduto, come affermate, perché mai il Corano non dice 'fino alla venuta di Maometto' anziché 'fino al Giorno della Resurrezione'?».
Al termine di un'ora e mezza, Mariam è riuscita a smontare tutte le obiezioni. A partire del Corano. Ha perso il lavoro, ma nessuno ha più osato sfidarla o cercare di infastidirla. Da lì a poco tempo ha chiesto e ottenuto il battesimo.

Copyright (c) Avvenire del 28/05/2008


Ne dico bene.

Maurizio Blondet

 
> Sabato 31 Maggio 2008
Emigrare o non emigrare?

Gen.mo signor Blondet,

sono un accanito lettore dei suoi libri da almeno 5 anni.
Sono laureato in lingue e letterature straniere e dottore di ricerca (non raccomandato e dunque senza futuro).
Sto seriamente pensando di emigrare all'estero(Regno unito o Irlanda) per realizzare me stesso.
Qui avrei un posto come insegnnte precario di inglese o di sostegno.
Ho lavorato nella scuola pubblica in Puglia quest'anno e devo dire che la situazione non si è rivelata affatto facile. Mi pare che anche la scuola sia
ormai preda del clima mafioso che è ovunque nella mia regione. I ragazzini di 12-13 anni, in molti casi, sono ingestibili, maleducati e spesso
minacciosi.
Nei quartieri ghetto i valori sono completamente capovolti. I figli dei boss ricevono trattamenti di favore e si comportano loro stessi da boss con i loro compagni, che li riveriscono e ammirano.
Concludo: ho deciso di abbandonare la nave che affonda, il nostro paese, e mi dispiace infinitamente: il mio paese io lo amo, ma ho visto gente
sponsorizzata scavalcarmi sempre nei posti all'università (ma lei queste cose le conosce meglio di me!) e mi ritrovo ora, all'età di 38 anni, a dover accettare il ruolo di precario in un mondo che non funziona affatto e non me la sento sinceramente.
Gradirei un suo parere a tal riguardo.
Grazie per la sua opera illuminante!
Che Dio la benedica.

Michele


Io le dieri di rischiare. Tenga presente che la recessione è già cominciata in Gran Bretagna e Irlanda, e che 38 anni non sono pochi per ricominciare. Ma qui che prospettive ci sono? Valuti lei, conoscendo se stesso.

Maurizio Blondet

 
> Sabato 31 Maggio 2008
Questione di donna

Caro Direttore

in molti suoi articoli ritrovo perfettamente la descrizione di questa italia del post 68 trasformata da società cattolica e contadina in società atomizzata e lobotomizzata del grande fratello, delle veline, del consumismo, delle "donne che vogliono realizzarsi" e che inevitabilmente diventano isteriche a 30 anni....ed è questo argomento che mi piacerebbe (tempo e impegni permettendo) che Lei affrontasse: il ruolo nell'affondamento morale e sociale della popolazione italiane  del femminismo e delle "nuove donne in carriera" ...una domanda personale poi: ma visto le donne che girano in Italia (senza generalizzare ma diciamo circa all'80%) vale la pena cercarne una per "Mettere su famiglia"?

cordiali saluti

Alberto


Le risponderei che no, non vale la pena, con queste donne...ma io ho 65 anni. Tutti quelli che conosco e che hanno messo sù famiglia sono oggi single di ritorno, in media dopo 5 anni....e spesso per colpa di lei che voleva “vivere la sua vita”. Accolgo l’idea, devo rifletterci, di un ritratto dell’italiana post-post: la puttaneggiante con il braccialetto alla caviglia, la tatuata, la manager-in-carriera, la giornalista spocchiosa e oliticamente corretta, la ragazzina che fa la velina a 12 anni e la dà a casaccio...il difficile è da dove cominciare.

Maurizio Blondet


 
> Sabato 31 Maggio 2008
Proteggiamo i selvaggi

Caro Direttore,

le segnalo una notizia che mi ha agghiacciato.


 
Sapevo che esistessero tutt'oggi delle tribù di selvaggi che non hanno contatti con la Storia dell'Uomo... ma che queste tribù fossero protette da un'associazione chiamata Survival International "per permettere loro di avere una propria totale autonomia e per evitare l'arrivo di curiosi o pseudo-ricercatori" mi ha letteralmente fatto ghiacciare il sangue nelle vene.
"Per fortuna quest'ultima testimonianza ci dice che popolazioni ancora mai contattate dalla civiltà industrializzata esistono ancora. E' la speranza che una parte di Amazzonia sopravvive agli interessi dell'uomo industrializzato", ha detto il Direttore di Survival Stephen Corry.
Secondo me le foto di questi uomini rossi parlano da sé, su quanto sia peloso il senso caritatevole dell'uomo contemporaneo.

Saluti,

MB



Temo che abbia torto a indignarsi. I contatti di simili tribù con la civiltà bianca hanno regolarmente portato ad alcolismo, malattie veneree, dipendenza e infine estinzione.

Maurizio Blondet

 
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