«La porta più vicina ad Allah è la porta del ringraziare (shukr), e in questi tempi chi non entra attraverso di essa, non entra (affatto)».
Sono le parole di Ahmad Tijani, uno shayk vissuto tra Marocco e Algeria nel’700, che un lettore mi ha fatto scoprire.
Scopro così che la «via del ringraziare» esiste anche nell’Islam (1).
Non vi scandalizzate, cattolici tradizionalisti: dopotutto, quello dei dieci lebbrosi che tornò a ringraziare per la guarigione era un samaritano, uno «straniero».
Per quel poco che ho conosciuto i palestinesi, so che oggi sarebbe un musulmano a buttarsi ai Suoi piedi.
Per questo shayk Tijani e per la confraternita che ha fondato tre secoli fa (Tariqa Muhammadiyya), il render grazie o esser grato è addirittura la sola «porta» rimastaci per salvarci in questi tempi ultimi.
«Chi non entra in questi tempi attraverso di essa, non entra», dice: ciò perché «Gli ’io’ (nafs) sono …