Cialis e cilicio, il lieto fine della telenovela Ruby
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Se ci fossero i democristiani di una vol­ta si sarebbe trovato l’accordo, anzi la quadratura del cerchio: Ruby si sposa con il cognato di Fini e va a vivere nella casa di Montecarlo. L’igienista dentale Minetti viene affiancata dall’igienista mentale Binetti per una redenzione di Berlusconi a giorni alternati: tre giorni con il cialis e tre con il cilicio.

Sul piano civile è riconosciuta al Cavaliere la modi­ca quantità di escort - stock di tre la volta -, con diritto al solo palpeggio, più tre barzellette sporche; in cambio contrae matrimonio con Rosi Bindi o la Boccassi­ni, a sua scelta. Casini lascia Azzurra Cal­tagirone e sposa Marina Berlusconi, così ereditando il Regno. Bondi lascia il mini­stero della Cultura a Di Pietro - perché solo chi ne è privo è in grado di apprezza­re la cultura - e va alla direzione del Tg4. A Emilio Fede viene riconosciuta la leg­ge Bacchelli con un vitalizio di 400mila euro in fiches. Il doppio per Lele Mora. A Fini viene mantenuta la presidenza del­la Camera a patto che assuma anche il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in modo che non potrà più fare l’oppositore. A sua volta Letta viene nominato tutore del piccolo Silvio.

Ai magistrati viene offerto il ritiro tota­le della riforma della giustizia, un cospi­cuo aumento di stipendio, multiproprie­tà ad Arcore e Villa Certosa con annessa ricreazione, più un programma di intrat­tenimento in tv, «Toga a Toga», dove esprimere il proprio protagonismo. In cambio intercetteranno telefonate solo per curiosità personale. Santoro è nomi­nato presidente della Rai, Lerner diretto­re generale, Veltroni alla fiction e la suo­cera di Fini alla direzione di Raiuno. Ber­sani va alle Authority e Vendola alle Pari Opportunità. Per non lasciare Napolita­no con lo scuorno, gli è offerto un pac­chetto giovinezza per i 150 anni dell’Ita­lia, con un trapianto di capelli alla Gari­baldi, labbra siliconate alla Veronica e lifting per cancellare ogni neo o residuo di comunismo.

Il Paese torna in pace e le forze politi­che giulive chiedono in coro elezioni po­sticipate. Viva l’Unità, poi ciascuno ag­giunga quel che vuole: d’Italia, della Pa­dania, di Concita De Gregorio.

Marcello Veneziani

Fonte >
  Il Giornale




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