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Dov’e’ Eliot Spitzer ora che abbiamo bisogno di lui? (parte II)
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Ecco una parte di quell’editoriale scritto da Spitzer:

“Non solo l’amministrazione Bush non ha fatto alcunché per proteggere i consumatori, essa si è anche imbarcata in una campagna dall’aggressività senza paragoni contro quegli Stati che tentavano di proteggere i loro cittadini da quelle gravi problematiche nei confronti delle quali il governo federale stava chiudendo un occhio…

Nel 2003, all’apice del fenomeno del prestito predatorio, l’Ufficio per il Controllo della Valuta (Office of the Comptroller of the Currency) invocò una clausola del National Bank Act del 1863 per formulare parere formale volto ad arrogarsi la facoltà di giudicare in merito alle leggi statali contro il finanziamento rapace, in modo da renderle inefficaci. Tale Ufficio promulgò anche nuove normative allo scopo di impedire ai singoli Stati di rafforzare la protezione dei cittadini nei confronti delle banche nazionali. Le iniziative del governo federale furono così straordinarie e inusuali che tutti e 50 i procuratori di stato, e tutti e 50 i sovrintendenti di stato, combatterono con decisione le nuove normative.

Ma l’opposizione unanime dei 50 Stati non fermò, né rallentò, l’amministrazione Bush nel suo intento di proteggere le banche. Infatti, quando il mio ufficio aprì un’inchiesta su possibili episodi di discriminazione  da parte di un certo numero di banche, l’OCC aprì un processo federale per bloccare l’inchiesta.

Nel corso di tutte le nostre battaglie contro l’OCC e le banche, il mantra ripetuto da queste ultime e dei loro difensori era che ostacolare quei finanziamenti avrebbe negato l’accesso al credito proprio a quei cittadini che gli Stati cercavano di proteggere. Gli ostacoli che cercavamo di porre… avrebbero avuto l’effetto di fermare il flagello delle pratiche di finanziamento rapace, che ha portato migliaia e migliaia di cittadini a perdere la loro abitazione e a rendere così precaria la nostra situazione economica.

Quando la storia racconterà la crisi dei mutui subprime coi suoi devastanti effetti sulla vita di così tanti proprietari innocenti, l’amministrazione Bush non sarà giudicata favorevolmente. Il racconto non è a tutt’oggi completo, ma quando tutta la polvere si sarà posata, essa sarà ritenuta complice volenterosa degli speculatori che non si sono risparmiati niente nella loro rincorsa al profitto. Talmente volenterosa da usare il potere federale per un assalto senza precedenti alla legislatura degli Stati, e contro i procuratori e chiunque si schierasse dalla parte dei cittadini”. (Eliot Spitzer, “Predator Lenders’ Partner in Crime”, Washington Post).

Se le accuse sono vere, allora l’amministrazione Bush era direttamente e dolosamente coinvolta nell’imbrogliare migliaia, se non milioni, di mutuatari in buona fede attraverso i mutui fraudolenti.

Spitzer ha fornito i suoi nemici di tutte le munizioni necessarie per metterlo definitivamente fuori gioco, e loro hanno saputo approfittarne. Ma nessuno si aspettava che rispuntasse fuori un anno dopo.

Domenica scorsa, Spitzer è stato intervistato da Fareed Zakaria nel corso del suo programma Global Public Square. L’ex Governatore ha mostrato sui particolari della situazione finanziaria una competenza maggiore di quella di ciascuno dei 535 membri del Congresso. Spitzer capisce il problema e sa cosa serve per porvi rimedio. Ecco una breve parte dell’intervista:

Fareed Zakaria: Cosa le ha fatto guardare all’AIG e pensare che c’era qualcosa che non andava?

Eliot Spitzer: Ad essere sbagliato era il loro sostanziale profilo strutturale, e quando li abbiamo perseguiti abbiamo costruito il processo sul dato che essi avevano appositamente confezionato contratti di riassicurazione creati ad arte per far apparire sui libri contabili un capitale che non c’era, e si trattava di un sistema programmato ed orchestrato proprio dai piani alti della società.

F. Zakaria: Dunque falsavano i conti in modo da far sembrare il loro bilancio più sano di quanto non fosse in realtà?

E. Spitzer: Precisamente. E’ corretto. Lo sforzo sottostante era quello di creare l’illusione di una forza finanziaria che non c’era. E più eravamo intenti a scavare nelle profondità del sistema e dell’organizzazione su cui si reggeva la società, più capivamo che c’era un problema. Vennero condannate 4 persone, ed il precedente amministratore delegato venne dichiarato dal pubblico ministero parte della cospirazione criminale, pur senza decidere di accusarlo esplicitamente sulla base di quanto da lui detto fuori del tribunale (procedura eccezionale dell’unindicted co-conspirator, ndt). In conclusione, eravamo di fronte  ad un tentativo di alterare i fatti e raggirare il pubblico”.

F. Zakaria: Perciò lei ritiene che le difficoltà che l’AIG ha incontrato successivamente siano sorte da alcune delle pratiche che lei aveva individuato?

E. Spitzer: Sono sorte dal determinato intento di generare profitti sempre e in qualunque modo possibile, spingendosi al limite in un modo da raggranellare ricavi praticamente senza considerazione dei rischi. Allora, dissi alle persone che l’AIG erano al centro della trama. I tentacoli finanziari di questa società raggiungono tutte le maggiori banche di investimento. L’intrigo tra AIG e Goldam Sachs è qualcosa che andrebbe indagato. E, come ho scritto…

Fermiamoci a considerare quello che Spitzer sta dicendo; che l’AIG, gigante dalla caduta fragorosa, è il centro pulsante della gigantesca frode dei derivati, che ha preso trilioni di dollari di polizze di assicurazione (Credit Default Swaps) sottocapitalizzate e le ha vendute come assicurazioni ad una miriade di altre istituzioni finanziarie, aiutandole a mantenere artificialmente alte la valutazione di obbligazioni complesse il cui reale valore era sempre stato dubbio, dal momento che l’attivo soggiacente dipendeva da mutuatari che non potevano permettersi un mutuo e destinati ad un probabile fallimento o pignoramento. Questi CDS rappresentano la rivendicazione cartacea di ricchezza fittizia che ha gonfiato enormemente la più grande bolla speculativa mondiale. Questo flusso di derivati non regolato è il tessuto capace di tenere insieme l’agonizzante sistema bancario che sia Geithner che Bernanke sono stati chiamati a preservare. Spitzer sa come funziona questo sistema e cosa serve per porlo sotto controllo. Già questo soltanto lo metterebbe in cima alla lista dei candidati per la direzione della SEC.

Se Obama era serio, quando diceva di voler difendere i piccoli e di restituire fiducia ai mercati, allora alla guida della SEC deve tornare un vero bulldog. Ma dal momento che il vero obiettivo sembra quello di voler mantenere in piedi a tutti i costi il medesimo sistema di potere, l’assetto resterà quello attuale. Uno dei segnali inconfondibili del declino di un impero è l’incapacità di decidere cambiamenti drastici nel momento in cui il futuro del Paese dipende da essi.

(fine)

• Parte Prima



Mike Whitne
y, vive a New York. Può essere contattato a fergiewhitney@msn.com

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Milena Spigaglia

Fonte >
Counterpunch | 30 marzo


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