I vescovi e il voto: decidere in base ai valori
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Il segretario Beton: valutare programmi e persone. La Bonino alla Binetti: è a disagio nel Pd, prenda una camomilla

ROMA:
Una richiesta netta al prossimo Parlamento: «cambiare la legge elettorale», accompagnata dal richiamo degli elettori a decidere in riferimento ai «valori» oltre che in risposta alle «emergenze». Infine un lamento sull'«assenza» dal dibattito elettorale del «tema della scuola» e sulla «marginalità a cui è costretto quello della famiglia». Sono le «riflessioni» che il vescovo Giuseppe Betori, segretario della Cei, ha confidato ieri ai giornalisti presentando il «comunicato finale» sui lavori del Consiglio permanente che si era tenuto la scorsa settimana.

Le parole più forti Betori le ha dedicate alla legge elettorale: «Sarebbe veramente auspicabile che il sistema elettorale tornasse a dare più democrazia a questo Paese. Il prossimo Parlamento dovrebbe cambiare la legge elettorale e ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti». Ha detto anche che senza le preferenze «c'è un potere oligarchico di fatto».

La ragione di tanta convinzione il vescovo l'ha chiarita rispondendo a un'altra domanda sul voto dei cattolici, quando ha detto che la loro valutazione «dovrà riguardare sia il programma che viene proposto siale persone presenti nelle liste». Più volte i commentatori cattolici hanno fatto osservare che l'impossibilità per l'elettore di scegliere tra i candidati finisce con il mortificare quel secondo «discernimento». La Chiesa italiana — ha detto ancora Betori richiamando quanto affermato la settimana scorsa dal cardinale Bagnasco, presidente della Cei — non si schiera con nessun partito, ma ricorda agli elettori i «valori irrinunciabili» della difesa della vita, della tutela e del sostegno alla famiglia e dell'impegno per «bene comune».

La richiesta di una revisione della legge elettorale formulata da Betori è stata lodata da molti: da Francesco Storace della Destra che gli riconosce di «dire la verità» ad Antonio Mantovano del Pdl che dice «va preso sul serio», a Mario Baccini della Rosa Bianca che afferma «faccio mio il suo appello», a Massimo Donadi (Idv) che invita a «ricordare chi ha voluto quella legge sciagurata», a Franco Marini presidente del Senato che ha ricordato il «tentativo» che condusse «di modificare la legge prima delle elezioni». Per Pier Ferdinando Casini, Udc, il richiamo di Betori ai «valori» non è un «appoggio» alla sua formazione «perché la Cei è fuori dalla politica» e «non è opportunismo clericale difendere l'identità cristiana del Paese».

La convivenza di radicali e cattolici nel Pd ha provocato alcune vivaci battute della radicale Emma Bonino a Sky Tg24: «Io radicale sono e radicale sarò» e «forse a disagio è la Binetti, ma non so che farci, prenderà una camomilla».

Luigi Accattali

Fonte >
Corriere della Sera


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