Lettera al presidente del Consiglio
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Signor Direttore,

in questi giorni orribili per l’Italia, sia sotto il profilo politico, sia finanziario, mi viene dal cuore scrivere questa lettera al nostro presidente del Consiglio.

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Politici ed economisti ci propinano mille soluzioni per risolvere il problema.

Si interrogano sesia buona cosa la patrimoniale, l’ICI anche sulla prima casa, la lotta all’evasione fiscale, l’aumento dell’Iva, della benzina, delle sigarette e tasse varie.

Io non sono nè un economista nè un intellettuale, ma un semplice persona che a lavorato 50 anni, ma  anche a mio livello risulta evidente che il problema dello Stato italiano è semplicemente che esso spende e sperpera troppo.

Presidente, pagherò volentieri il bollo di 100 euro sul mio conto corrente bancario se lei mette in cassa integrazione a 1.000 euro mensili la gran parte dei 4.600 dipendenti di Palazzo Chigi che sono molto di più dei 1.337 del Cabinet Office di David Cameron.

Pagherò volentieri l’aumento della benzina se lei eliminerà affitti per 35 milioni di euro l’anno che la Camera paga.

Pagherò volentieri l’aumento del contributo INPS se eliminerà le doppie e triple pensioni sono che sono migliaia e molte per importi di decine di migliaia di euro al mese.

Andrò volentieri in pensione 5 anni più tardi se lei dà una sforbiciata ai dipendenti di Camera e Senato che costano mediamente 137.525 euro. Cioè 19 mila più dello stipendio dei 21 collaboratori stretti di Barack Obama.

Paghero volentieri l’aumento dell’IVA se lei eliminerà le migliaia di enti inutili produttori semplicemente di consigli di amministrazione e di stipendi fuori da ogni logica.

Pagherò volentieri gli l’IMU sulla mia prima casa se lei metterà un tetto di 50.000 euro all’anno per le decine di migliaia di burocrati della pubblica amministrazione, dipendenti senza nessuna responsabilità manageriale o rischio di licenziamento.

Vede presidente, quando Angela Merkel le dice che l’Italia può farcela da sola, intende dire che lei può fare proprio quei tagli che io le suggerisco.

Presidente, non vada con il cappello in mano in giro per l’Europa a chiedere aiuti, non facciamo bella figura e mortifica tutti gli imprenditori che fanno valere nel mondo le proprie genialità e spirito di iniziativa.

Chiedo che il suo governo, prima di decidere nuove tasse, usi la scure e tagli questi sprechi e privilegi, senza raccontarci che non si possono toccare i diritti acquisiti; i privilegi non sono mai acquisiti, sono semplicemente un furto ai danni dei cittadini. Ascolti la voce di quei movimenti siciliani che sono spontanei e disperati, la disperazione e sempra cattiva consigliera.

Presidente, se davvero riuscirà ad ottenere questo risultato ritornerà la fiducia sull’Italia e lo spread verso i Bund si abbasserà immediatamente.

Presidente, ascolti la voce dei milioni di imprenditori che, sebbene abituati a lavorare sodo e a mai lamentarsi, si sentono schiavi di questo castello burocratico che lo Stato si è dato e che pesa come un macigno sulle spalle delle persone che lavorano davvero e che tirano la carretta con enormi sacrifici.

Maggiori tasse risolvono solo momentaneamente il problema, ma non lo eliminano alla radice.

Giuseppe Q.