Parla il giudice Ballardini: io sotto accusa solo perché rigorosa con gli immigrati
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Sulla vicenda che ha come protagonista il giudice di pace Barbara Ballardini, in servizio da anni a Bologna, ci siamo già soffermati in un articolo di ieri. Avevamo come fonte un pezzo del Corriere, giudicato da noi poco obiettivo e volutamente scandalistico. Avevamo ragione. Barbara Ballardini ha voluto rilasciarci un’intervista e raccontarci la sua storia. Che non è come la racconta Il Corriere, neppure come la raccontano i ricorsi presentati contro di lei. Oltre a esagerazioni in malafede, su Barbara Ballardini sono state diffuse vere e proprie bufale. Ma, come dice lei, dare del razzista a qualcuno oggi è come dare del fascista negli anni ’70. Un buon modo per escludere e gettare fango sugli avversari.

Potrebbe parlarci dei casi che hanno provocato i ricorsi? E’ stata accusata di scarsa imparzialità e pregiudizi, in realtà quali sono stati gli elementi che hanno portato alle sue valutazioni?

Gli esposti sono due, uno del novembre 2012 ed uno del febbraio 2013. Sono stati entrambi fatti da avvocati che orbitano intorno ad Al Sirat. L’esposto di novembre 2012 riguarda un ricorso, discusso nel settembre/ottobre dello stesso anno, di un cittadino ucraino, in Italia da irregolare con moglie e figlia di quattro anni tutti irregolari, che è stato espulso con ordine di allontanamento. Tra la prima e la seconda udienza il suo avvocato ha tentato una “emersione”, pur avendo lo straniero dichiarato di non avere lavoro e di voler fare rientro volontario nel proprio paese. Le due udienze sono state molto tranquille, io ho alla fine rigettato il ricorso, e cioè ho confermato la fondatezza del decreto prefettizio di espulsione, sussistendone i presupposti. Era presente la rappresentante della Prefettura ad entrambe le udienze. L’avvocato Gordini un mese dopo ha preparato l’esposto dicendo che alle udienze era presente lo straniero, che lo avevo offeso e avevo fatto commenti poco edificanti sulle abitudini, sul fatto che i bambini stranieri portano via i posti negli asili a quelli italiani ed altre amenità. Vale la pena aggiungere che la figlia di 4 anni frequenta un asilo privato. La funzionaria della Prefettura, espressamente interrogata dal presidente della corte d’Appello, ha negato tutto quanto era scritto nell’esposto, ma soprattutto la presenza dello straniero, che in quanto inottemperante all’ordine del Questore avrebbe dovuto essere arrestato, quindi era certa che non fosse presente. Il presidente della corte ha creduto alla Gordini che ha portato le testimonianze della figlia e della collega di studio, non presenti all’udienza, che hanno riferito sulla sua prostrazione e tristezza per i fatti avvenuti.
  mai impugnato in Cassazione. L’altro esposto, depositato dopo la testimonianza resa dal vice-prefetto nell’evidente timore che il presidente archiviasse, riguarda un ricorso del 2010 di una cittadina nigeriana condannata per omicidio al suo Paese, e già rimpatriata all’epoca dell’udienza, nonché la convalida e poi la proroga di un cittadino tunisino, mi pare trattenuto al CIE, con molti precedenti penali, che dai verbali risulta essersi lamentato sempre e solo di avere “un ferro in una gamba” e null’altro, e che comunque aveva presentato richiesta d’asilo e quindi era trattenuto per lo svolgimento delle formalità.


Le succede spesso di rifiutare sospensioni di provvedimenti di espulsione a persone che dicono di soffrire di disturbi di personalità? Ha avuto modo di capire che fingono?


Bisogna distinguere: nelle convalide al CIE noi vediamo lo straniero, c’è l’interprete, noi dobbiamo decidere se convalidare il trattenimento ai fini della espulsione oppure no. I motivi della convalida sono meramente formali, cioè documentali, chi è privo di permesso di soggiorno e documento d’identità è soggetto al trattenimento soprattutto se si è più volte sottratto all’espulsione. Non possiamo sospendere nulla perché la convalida deve essere fatta entro 48 ore, altrimenti decade il provvedimento di trattenimento. I motivi medici, se non gravi, non hanno rilevanza, e durante il trattenimento lo straniero è sottoposto a visite ed esami anche presso strutture ospedaliere se v’è necessità, per stabilire la compatibilità delle sue condizioni col trattenimento al CIE. Questa compatibilità non è di mia competenza. Tutti si dicono malati di qualche cosa, spesso lo sono anche, ma non sono patologie rilevanti ai fini del rimpatrio. E per la verità il permesso per cure mediche ha un iter del tutto diverso.


Prostituzione o finte violenze sessuali subite. Sono stratagemmi ricorrenti da parte di chi vuole evitare provvedimenti di espulsione?


Le denunce per qualsiasi motivo sono uno stratagemma, perché l’interessato spera di avere un permesso di soggiorno per fini di giustizia, rilasciato dall’autorità giudiziaria. Se le donne esercitano la prostituzione lo si capisce dalla lettura dell’AFIS, ossia i precedenti rintracci, a volte affermano di voler denunciare il proprio sfruttatore, ma in realtà, quando c’è una vera e seria indagine penale, noi non le vediamo nemmeno. Nel caso della ragazza nigeriana del secondo esposto, aveva denunciato un suo connazionale per violenza, ma all’arrivo dei poliziotti, a terra ferito c’era l’uomo e lei è stata portata in questura. Pensi che ingoiano persino pile o lamette per evitare l’espulsione, oppure chiedono asilo, magari per la terza o quarta volta ed ogni volta vengono rifiutati. La colpa è dei difensori che cercano di prendere tempo nella speranza che ad una proroga successiva qualcosa cambi. Infatti il tunisino di cui si dice fosse matto, è arrivato alla seconda o terza proroga, aveva chiesto asilo, ed aveva presentato solo parecchi mesi dopo della documentazione in arabo, non comprensibile. Rammenti che dopo la convalida, nella quale si esamina tutta la situazione del trattenuto, alle udienze di proroga si esaminano solo i motivi della ulteriore proroga.


Si parla spesso di interferenza nei confronti del lavoro dei magistrati. Si chiede rispetto e soprattutto di evitare intimidazioni e pressioni. Ma come è possibile che un magistrato che fa il suo lavoro possa essere accusato di razzismo solo perché rifiuta di sospendere provvedimenti di espulsione?


Questo è il risultato di almeno tre anni di minacce e intimidazioni, alla fine hanno architettato il trappolone, abbiamo avuto molte udienze combattute, ma non certo per scontri con gli stranieri, bensì coi difensori.


Lei ha letto l’articolo sul Corriere che La riguarda? Cosa ne pensa?


Penso che Rotondi (l’autore dell’artico n.d.r.) sia amico di uno dei dodici firmatari degli esposti e che abbia fatto loro una cortesia. Questi erano preoccupati di non avere raggiunto lo scopo con gli esposti, e cioè la mia destituzione, ed hanno cercato di forzare la situazione e magari precostituire motivi per il CSM in un momento in cui dare del razzista è come era dare del fascista a qualcuno negli anni ’70.


Si è addirittura parlato dei contenuti da Lei pubblicati su facebook. Quanto c’è di vero?


Ho condiviso articoli o fatto commenti, ma non nei confronti degli stranieri, i miei bersagli erano Pisapia, Riccardi ed altri soggetti del genere. Oppure ho condiviso notizie su arresti o reati che avevano per protagonisti stranieri, ma i post incriminati erano circa 10, in 5 anni di attività sul social network ed un migliaio di pagine nelle quali c’è di tutto. Non era il mio argomento preferito. Hanno estrapolato poche pagine, non significative.


Si immaginava di finire in un vortice mediatico?


Sapevo che avrebbero cercato di farmi fuori in qualche modo. Mi sono abituata a non consentire di firmare fogli in bianco ai trattenuti durante le udienze al CIE, ho mandato alla Procura fascicoli coi ricorsi non firmati dagli stranieri, il mio lavoro è prestare attenzione alla veridicità di argomenti e documenti. Difficilmente viene preso di mira un regolare. In ogni caso, qualche anno fa, fu assoggettato ad espulsione un uomo d’affari albanese perfettamente in regola al quale ho accolto il ricorso perché aveva ragione. C’è ancora la lettera di complimenti e ringraziamenti del suo difensore, di Firenze, appesa ad un armadio della cancelleria. Per il resto, si ricordi, gli stranieri sono un grande affare, per loro paga lo Stato, e loro pagano in nero, spacciatori e rom hanno i più nutriti collegi di difesa. E lo Stato paga anche ricorsi del tutto infondati, pretestuosi e malfatti, fatti solo per intascare il gratuito patrocinio.

Riccardo Ghezzi

Fonte > 
Qelsi



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