Da Blair alle «trattative dirette»: l’elite muta pelle
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L’Islam estremista «è la minaccia più grande per il mondo»: dixit Tony Blair. E così rivela il gioco delle elites internazionali: la guerra di civiltà continua, costi quel che costi.

Chi ha visto The Ghost writer di Roman Polanski, dove Blair è impersonato dall’attore Pierce Brosnan, sa di questo personaggio più di quel che avrebbe appreso da un trattato cospirazionista: Blair è un nulla che mai aveva mostrato interesse per la politica, ma è stato scelto fin dall’università per certe sue qualità inferiori (fotogenia, sfrontatezza, forse bisessualità) allo scopo di trasformare la sinistra laborista britannica in nuova sinistra, omogenea al capitalismo terminale e alle sue guerre terminali. Finito il suo mandato, per un attimo è stato messo sotto accusa dal parlamento (commissione Chilcot) per aver portato il suo Paese alle guerre di Bush sulla base di un dossier falso sulle armi di Saddam; un dossier che per giunta Blair aveva preteso che i servizi segreti rendessero più pepato (sexed up).

David Kelly
   David Kelly
Dietro questa vicenda si erge l’ombra del « suicidio» di David Kelly, il maggiore esperto britannico di armi vietate, ispettore dell’ONU, che probabilmente s’era opposto con onestà e competenza alla pepatura (vedi il nostro La strage dei genetisti).

Blair ha forzato i vertici delle forze armate e dell’intelligence ad entrare in guerra con Bush, è responsabile delle renditions illegali e dei crimini internazionali connessi con l’offensiva (non a caso nel film di Polanski aspetta di essere incriminato all’Aja), e en passant ha distrutto lo storico partito laborista alienandogli forse per sempre gli strati popolari.

Si poteva pensare che la sua carriera fosse finita, almeno come politico. Macchè: ora è passato alla cassa, ha guadagnato 20 milioni di sterline con le sue conferenze (potete immaginare chi lo invita e chi gli paga tanto le sue comparsate) s’è fatto un patrimonio immobiliare miliardario, ha attorno uno staff di 136 persone, fra cui l’ignoto ghost-writer che ha sicuramente scritto il suo ultimo libro – la sua biografia politica. Per il quale l’editore gli ha anticipato 5 milioni di sterline. Appena uscito, del resto, il suo libro, a quanto asseriscono i media in coro, è già un trionfo – decretato da quei centri di potere (provate a immaginare quali) che ordinano tali trionfi a loro volontà (in Italia, pensate ai trionfi più o meno brevi di Magdi Allam, della Fallaci terminale o di Saviano).







Dunque Blair è tornato indenne, e rivela – forse senza volerlo, forse su istruzioni – la nuova fasedecisa dalle elites che lo manovrano, lo salvano e lo fanno ricco. Che è poi la fase vecchia, ma più sfrontata.

L’Islam, ci annuncia, resta « la minaccia più grandissima» (provo a rendere così l’espressione super-iperbolica usata dal ventriloquo: most enormous threat): precisamente la combinazione di «movimenti estremi e il fatto che, se vogliono, possono usare armi nucleari, chimiche e biologiche». Come dimostra, ha ricordato, «l11 settembre».

«Questo estremismo è così profondo (nel mondo islamico) che alla fine dovranno vedere che hanno di fronte una volontà più forte della loro», ha aggiunto.

Di fronte alla domanda se non pensa, magari, che palestinesi, iracheni, afghani e ceceni non stiano semplicemente resistendo ad occupazioni straniere, Blair – che è ancora il capo del Quartetto, il gruppo internazionale di mediazione fra palestinesi e Israele - replica: le politiche occidentali sono state progettate per liquidare l’estremismo islamico perchè «è regressivo, perfido, passatista».

Ecco il grano di verità. Il compito storico (e metastorico) dell’anglo-americanismo è stato quello di eliminare via via tutte le culture altre e civiltà organiche, dai pellerossa ai giappponesi, e ogni tentativo di restaurazione di Stati organici (i fascismi), visti come grumi di resistenza « regressiva e passatista», cosciente o no, alle logiche del capitalismo. Fedi e culti, solidarietà tradizionali, rapporti caldi con l’autorità, perfino confini di Stato ostacolavano oggettivamente la riduzione dell’uomo a consumatore liberato, ossia aperto e soggetto infinitamente alle mode e alla pubblicità dettate dal sistema americano, allo sfruttamento che oggi si chiama indebitamento. Il disincanto del mondo è necessario perchè nessun risparmio resti nel calzino o sotto la mattonella, sottratto alla Banca. La sola autorità sia la Banca.

L’Islam, è l’ultimo rimasto di questi grumi. Lo è nonostante le sue crisi e traditori, perchè ancora si prosterna a un’altra Autorità. Blair annuncia dunque che la guerra cominciata l’11 settembre continua, nonostante la catastrofe che ha indotto nello stesso Occidente: è in atto qui «una volontà più forte». Ai palestinesi, iracheni e afghani non sarà riconosciuta alcuna dignità di combattenti e patrioti. Essi sono compresi nella minaccia «most enormous» che oggi l’Occidente s’è dato, sono il terrorismo islamico e nient’altro. Il che significa, tra l’altro, che dovremo aspettarci molti più attentati islamici, anche in Europa.

Sami Abu Zuhri
   Sami Abu Zuhri
Per intanto un attentato gravissimo quanto insolito è stato messo a segno – quattro morti israeliani, coloni della colonia illegale di Kyriat Arba in Hebron – proprio all’apertura della convocazione a Washington dei negoziati diretti fra Israele e Abu Mazen, per volontà di Obama. L’attentato è stato rivendicato da Sami Abu Zuhri, un membro di Hamas ignoto fino al 10 maggio 2006, quando si fece scoprire con 660 mila euro nella cintura al valico fra Gaza e l’Egitto, provocando il sequestro di quei fondi destinati ad Hamas.

Non sapremo mai se quello di Hebron sia stato un attentato false flag. Ma chi ha visto il tipo di controllo del territorio che gli israeliani esercitano nei territori occupati, e la protezione che danno all’insediamento dei fanatici armatissimi coloni di Kyriat Arba – i loro posti di blocco armati, fili spinati, torrette, strade percorribili solo da ebrei in piena Hebron, città dove vivono sotto oppressione soffocante 80 mila palestinesi – sa che quell’attentato islamico, come minimo, è stato lasciato accadere come preparazione ai colloqui.

Difatti, Nethanyahu, ancor prima di imbarcarsi per Washington, ha sùbito detto: questo attentato significa che « non ci sarà alcun compromesso», nei cosiddetti colloqui, sulle «stringenti richieste di sicurezza di Israele». S’è dato un punto a favore già prima di sedersi al tavolo diretto.

Come se non gli bastasse aver tutte le carte in mano. Meglio di un’analisi politica (già si sprecano), occorrerebbe la penna di un disegnatore satirico per descrivere la natura di questi colloqui alla pari: da una parte del tavolo un drago «most enormous», con la cresta irta di missili nucleari, dall’altro lato un microscopico Abu Mazen, esponente di un popolo che non l’ha scelto nè voluto (i palestinesi hanno votato Hamas, ovviamente escluso dai colloqui), che dipende dal benvolere di Israele anche solo per ottenere il passaporto onde recarsi a Washington.

Il vero mistero piuttosto è come mai Barak Obama, il presidente che non è riuscito ad imporre la sua riforma sanitaria e se l’è vista distorcere dalle lobby assicurative, che non ha nemmeno provato a dare una regola alla finanza scatenata e rovinosa di Wall Street, che non riesce nemmeno ad allacciarsi i lacci delle scarpe, si sia imbarcato a promuovere l’annoso processo di pace fra il drago e la sua vittima: un’impresa disperata in cui hanno consumato il loro prestigio una mezza dozzina di presidenti americani, e per di più nell’imminenza delle elezioni di rinnovo del Congresso, dove rischia di perdere la maggioranza democratica.

Ma spiega il mistero Michele Dunne, una insider del Carnegie Endowment for Democracy, docente di Medio Oriente ad Harvard: «I repubblicani hanno utilizzato Israele contro i democratici ripetendo che Obama non è amico di Israele. Obama ha dunque tutto linteresse a lanciare dei negoziati di pace favorevoli a prioriad Israele, in modo che Netanyahu affermi (prima delle elezioni americane, ndr) che lui e Obama sono sulla stessa lunghezza donda» (da Le Monde, 2 settembre).

Questo si chiama parlar chiaro. I negoziati, Obama li vuole «favorevoli a priori ad Israele», per mendicare i favori della lobby. Il che spiega anche perchè Netanyahu ha accettato baldanzoso di sedersi a quel tavolo disuguale: potrà fare qualche concessione minima ad un presidente che dipende da lui, che a novembre non avrà più la forza di rinfacciargli le violazioni, e che nel 2012, probabilmente, non sarà più alla Casa Bianca.







Spiega la Dunne: « Netanyahu va ai colloqui perchè vuol ripartire da zero, evitando ogni riferimento agli accordi passati (e sistematicamente violati, ndr) specialmente al protocollo di Hebron del 1997, quando dovette cedere una parte del controllo della città di Hebron in Cisgiordania, concessione di cui il primo ministro israeliano sè pentito, tanto più dopo lattentato del 31 agosto che ha ucciso i coloni israeliani ad Hebron».

Mai attentato fu più opportuno. E l’esito dei colloqui è chiaro: Netanyahu si mangerà anche Hebron tutta intera, cosa che in passato non gli era riuscita.

Triste scena, al primo incontro a Washington con il drago, la pulce Abu Mazen era scortata al tavolo (mancavano solo le manette) dal presidente egiziano e dal re di Giordania, i due soli Stati che riconoscono Israele nel mondo islamico, e che dipendono dagli USA per sopravvivere come regimi.







Sembra il primo assaggio della nuova fase annunciata da Tony Blair, ossia dalle elites transazionali che lo muovono e lo pagano: la lotta all’«Islam estremista» continua, senza più ipocrisie.

Si noti, solo pochi giorni prima l’ammiraglio Michael Mullen, presidente degli Stati Maggiori Uniti USA, aveva detto l’esatto contrario di Blair: la minaccia maggiore per la sicurezza nazionale USA non è l’Iran, non è la Corea del Nord, non è nemmeno « quel gruppo maldefinito di fazioni chiamato terrorismo», bensì «il debito nazionale» americano, ingigantito dai salvataggi che il sistema sì è appropriato. Una dichiarazione stupefacente per un militare di così alto grado, segno che il progetto era ancora discusso, e trovava opposizioni fra gli insider.

Ora la decisione è presa, le opposizioni vinte. Non importa se l’America è all’ultimo respiro, la disoccupazione galoppa, la recessione avanza, l’esercito è senza fiato dopo un decennio di due guerre che non riesce a vincere, se la finanza ha aperto un buco incolmabile, se galoppano la miseria e la rivolta sociale.

Non importa se il prestigio dell’America è perso sul piano globale, e se la Cina avanza come potenza mondiale, beneficiaria della globalizzazione che ha creato deserti de-industrializzati in USA ed Europa, ossia nel cuore dell’Occidente. Non importa se Obama è una manifestazione patetica di impotenza, e se il saccheggio delle risorse energetiche su cui si basa il sogno americano e il dominio dell’americanismo nel mondo, ha raggiunto i suoi esiti finali.

Non importa se – come ha scritto il sito Zero Hedge – «Le elites hanno perso il loro diritto di comandare». Le elites lo sanno benissimo, e per questo hanno buttato ogni maschera. Non domineranno più con «il consenso», non faranno più dondolare davanti al mulo consumatore-lavoratore-debitore globale la carota del «sogno americano», ormai tramontato. Domineranno nell’altro modo.

Con quali forze, però, visto che l’America pare al collasso, con l’intero suo sistema di illusioni, tecnologie, superiorità morali posticce?

A provare a rispondere a questa domanda, è in corso un interessante dibattito intellettuale in ambienti vicini alla Difesa nazionale francese: forse, si dicono questi interlocutori, non è vero che il sistema americano è in declino. Forse, il sistema americano sta solo mutando in una più maligna metamorfosi, senza perdere la propria virulenza minacciosa.

Come? Ragionano gli interlocutori: Proprio la perdita di autorità politica, di legittimità e di capacità di imporre leggi dell’ultimo Stato rimasto – l’iperpotenza americana – ha liberato i diversi complessi militari-industriali americani, che ora – privatizzati e fuori da ogni legge e norma – agiscono scatenati in piena libertà sul mondo: siano le industrie dell’armamento come quelle dell’energia, la finanza, la comunicazione, i contractor privati, i Monsanto degli OGM o i Goldman Sachs della finanza senza freni, o siano le industrie culturali, queste formidabili macchine per il controllo dei cervelli, siano le agenzie d’intelligence privatizzate e collegate con le multinazionali – a questo scopo, i francesi additano un esempio di questa metamorfosi nella SAID, Science Application International Corporation, che pare collegare tutte queste entità scatenate. (Le déclin de l'Amérique: réalité ou illusion?)

Questa ditta, ha scritto Réseau Voltaire tempo fa, è considerata « la vetrina dei servizi speciali americani», di cui gestisce in appalto le esigenze industriali in tutto – dalla sicurezza alle comunicazioni, allo spionaggio, alla immagine, ai sistemi di comunicazione coperti per la Casa Bianca, le forze armate, la BP Amoco, eccetera. Nel 1995 la SAIC ha assorbito la Network Solutions Inc., la principale società che gestisce i nomi dei domini su internet, e nel ‘97 ha comprato l’operatore telecom Telecordia; nel 2000 ha acquisito quote di Verisign, altra ditta californiana che opera due dei tredici root nameserver sul Web, controlla SS7 (una delle più grandi reti di segnalazioni telecom in USA, da cui passano le chiamate internazionali e i SMS) nonchè il sistema di tracciamento RFID per EPCGlobal. La SAIC ha come dirigenti 198 tra generali e colonnelli statunitensi, e un buon numero di ex direttori della CIA. La superditta ha una sede europea a Parigi, SAIC Europe, di cui è direttore Alain Bauer, che dal 2000 è anche presidente del Grande Oriente di Francia. Questo Bauer ha promosso l’epurazione dei servizi d’intelligence francese, rimasti gaullisti e dunque ostili a Sarkozy, e la SAIC stessa pare avere una parte nella promozione del personaggio politico Sarkozy, come probabilmente l’ha avuta nella selezione di Blair (1). (Alain Bauer, de la SAIC au GOdF)

Ecco una ditta-Stato, che non risponde più ad alcuno Stato, non deve sottoporsi al vaglio elettorale perchè non vende politica, e dunque è più infinitamente libera di prima di attuare il progetto enunciato dal suo ventriloquo Blair.

E’ il modello del comando futuro, il comando che può fare a meno della legittimità, così come i miliardari USA (quell’1% che si accaparra l’80% del reddito nazionale prodotto) si credono ormai autosufficienti e non hanno bisogno di popolo nazionale.

Del resto, come ha spiegato l’economista e demografo Pierre Sarton du Jonchay,

«Ormai non soltanto i debiti pubblici occidentali sono largamente finanziati dallestero (speculazione), ma il risparmio nazionale è invitato in piena legalità a fuggire allestero. Il risparmio mondializzato sceglie il Diritto (o il non-diritto) che gli offre i migliori rendimenti... la finanza si è emancipata dal Diritto. La finanza è diventata la ragione della Legge mentre lasserzione inversa è scomparsa. La decisione della Legge (dello Stato) è obbligata a sottomettersi alle decisioni della finanza».

Dunque non solo la finanza asservisce la politica, ma « non ha più ragioni di non asservirla». (La finance n’a plus de raison de ne pas asservir la politique, par Pierre Sarton du Jonchay)

Ecco dunque il punto: l’America può essere al collasso, ma le creature mostruose che ha creato sono più vive che mai, irresponsabili e non-regolabili, e nel caos tripudiano.

Già si moltiplicano strani attentati islamici, anzi intra-islamici fra sciiti e sunniti, che paiono avere il solo scopo di allargare la frattura fra Sunni e Scia, la fitna, che è uno dei « Segni dellOra» (2). Ma anche noi cristiani abbiamo la nostra profezia dell’Ora finale. La metamorfosi americana che abbiamo qui tentato di descrivere ricorda fin troppo la multiforme «Bestia risanata» dell’Apocalisse:

«13,1 Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. 2 La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. 3 Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita.

La profezie così prosegue:

Allora la terra intera presa dammirazione, andò dietro alla bestia 4 e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: ‘Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?’. 5Alla bestia fu data una bocca per proferire parole dorgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. 6 Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. 7Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. 8 Ladorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dellAgnello immolato.

9 Chi ha orecchi, ascolti:
10 Colui che deve andare in prigionia,
andrà in prigionia
;
colui che deve essere ucciso di spada
di spada sia ucciso.
In questo sta la costanza e la fede dei santi
.


Eppure, questa Bestia è solo un simulacro, o un ologramma, com’è stato detto di Obama. Esso è gestito da un falso agnello:

11 Vidi poi salire dalla terra unaltra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. 12 Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. 13 Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini.

14 Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. 15 Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 16 e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome».

Maurizio Blondet




1) Se poi non è piaciuto Blair, l’elite darà agli inglesi qualcuno di peggiore: David Miliband sta concorrendo al posto di leader del New Labour. Gilad Atzmon ricorca che Miliband, come ministro degli Esteri, è stato un promotore energico della extraordinary renditions, e - come ha rivelato il Jewsish Chronicle, «ha premuto duro» nel governo per cancellare la giurisdizione universale dei crimini di guerra e contro l’umanità, onde liberare i generali e i politici israeliani dal rischio di essere arrestati e processati una volta atterrati in Gran Bretagna. Gilad Atzmon nota ancora che «David Miliband è stato fino a ieri indicato da un sito israeliano di propaganda come unautore dellhasbara (‘propaganda di Israele’. Fatto interessante, il suo nome è scomparso dal sito il 5 maggio 2010, un giorno prima delle elezioni generali britanniche, quando divenne chiaro che la carriera politica di Gordon Brown (il leader laborista succeduto a Blair) aveva i giorni contati».
Ma una volontà più forte sta tramando per imporre Miliband, e il perchè è chiaro, secondo Atzmon: «Come Tony Blair, anche Miliband sostiene linterventismo morale, come se aver ucciso 1,5 milioni di iracheni in nome della democrazia non fosse abbastanza. Miliband sostiene che diffondere la democrazia resta un grande progetto progressistada attuare combinando il potere soffice e il potere duro’ ». (David Miliband’s murky past)
2) Per una esposizione semplice dei Segni dell’Ora e si può consultare utilmente il sito
www.sufi.it/islam/i_segni_minori.. Qui diamo i segni minori, già molto indicativi, secondo un famoso hadith:
«Il Qiyamah (il Giorno del Giudizio) verrà:
- Quando sarà visto come una vergogna agire seguendo le ingiunzioni del Corano.
- Quando persone indegne di fiducia saranno guardate come degne di fiducia e il fidato sarà riguardato come indegno di fiducia.
- Quando farà caldo in inverno.
- Quando la lunghezza di giorni è tesa, i.e. un viaggio di alcuni giorni è coperto in una questione di ore.
- Quando oratori e conferenzieri mentono apertamente.
- Quando persone disputano su problemi piccoli.
- Quando donne che hanno bambini sono scontente di essere madri, e donne sterili sono felici di non avere alcuna responsabilità familiare.
- Quando oppressione, gelosia e avidità saranno divenute lordine del giorno.
- Quando le persone seguono chiassosamente le loro passioni e capricci.
- Quando le bugie prevalgono sulla verità.
- Quando violenza, spargimento di sangue e anarchia saranno diventati comuni.
- Quando limmoralità raggiunge la spudoratezza e viene perpetrata pubblicamente.
- Quando la legislazione islamica è data in mano agli elementi peggiori dellUmmat: coloro che li accettano e sono soddisfatti delle loro innovazioni non odoreranno la fragranza del Jannat (il Paradiso).
- Quando il discendente diventa una causa di dolore e rabbia (per i loro genitori)».


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