Teodori risarcisce il danno
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Durante il Costanzo Show del 23 ottobre 2007, dove si parlava dell’11 settembre, il radicale Massimo Teodori di punto in bianco chiamò in causa me (non invitato alla trasmissione, dunque non in grado di ribattere) dicendo che chi non aderiva alla versione ufficiale era «uno pseudo-giornalista, nazista, razzista, antisemita e negazionista dellolocausto come Maurizio Blondet».

Ciascuno di questi aggettivi avrebbe meritato una querela per diffamazione; «negazionismo dellolocausto» per di più è diffamazione su un fatto determinato, di cui si può provare facilmente la falsità dato che è un tema che non ho mai trattato. Dunque ho querelato.

La causa, con le consuete lungaggini, s’è trascinata al tribunale di Viterbo. Teodori aveva presentato come testimoni a sua difesa Fiamma Nirenstein, Riccardo Pacifici, David Meghnaghi, il che la dice lunga sul progetto di trasformare il processo al diffamatore in un processo al diffamato.
Io, dovendo indicare testimoni a mio favore, ho citato fra altri il professor Franco Cardini, che era ospite alla trasmissione di Costanzo.

Nella penultima udienza, il professor Cardini si è effettivamente presentato a Viterbo – con un sacrificio personale di cui non cesserò di ringraziarlo – e, di colpo, il legale del Teodori ha offerto di arrivare a una transazione extra-giudiziaria, per evitare una condanna del suo cliente.

Qualche giorno fa, 10 ottobre 2010, il Teodori ha concretizzato la sua richiesta di accordo, consegnandomi a modo di risarcimento 6 mila euro. Di cui metà sono andati al mio avvocato.

E’ una cifra piccola, ma non ho voluto infierire per spirito cristiano, per l’età del Teodori (è nato nel 1938) e perchè la lentezza della giustizia italiana e l’assurdità delle leggi vigenti non consentono comunque di ottenere giustizia adeguata: ho scoperto, ad esempio, che quando diffamazione e calunnia avvengono in TV, non valgono le leggi sulla stampa – che chiamano in causa il direttore del giornale su cui è scritto l’articolo diffamatorio, per mancato controllo – ma vale un codicillo della legge Mammì che salva il conduttore (nel caso Maurizio Costanzo, giornalista professionista, direttore ed autore-editore in toto della trasmissione) da quel che possono dire i suoi ospiti, ancorchè la trasmissione fosse registrata e in differita. Gli avvocati di Costanzo, evidentemente abituati a questo genere di cause, hanno sfilato il loro cliente. Risulta dunque che chi è diffamato in TV, un mezzo tanto più potente e diffusivo, è meno tutelato di chi viene diffamato da un giornale. E che i Costanzo hanno una legge apposta per tutelare la loro irresponsabilità. Non restava in causa che il povero Teodori.

Dò notizia della richiesta di Teodori, da me accettata, tanto per avvertire coloro che hanno evidente intenzione di montare campagne diffamatorie dello stesso tono e tipo contro di me e questo sito.

Maurizio Blondet



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