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Nord Dakota, strano miracolo
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Il Nord Dakota: il solo Stato USA che ha una sua banca pubblica, è il solo che abbia avuto una crescita economica l’anno scorso.

La fonte della tabella sottostante è la Federal Reserve di Philadelphia. Il Nord Dakota è uno Stato climaticamente sfavorito, poco popolato (700 mila abitanti), con poche industrie e agricoltori sparsi nel nulla gelato. Eppure, dal 2000, il suo prodotto interno lordo è cresciuto del 56%, il reddito personale del 43%, e i salari del 34%. E lo Stato ha un attivo di bilancio di 1,2 miliardi di dollari.



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Ciò, mentre tutti gli Stati americani, a cominciare dalla ricchissima California, sono in passivo, vicini al fallimento o giù virtualmente in bancarotta, e devono tagliare le più necessarie spese pubbliche, scuola, sanità e trasporti.

Il segreto del Nord Dakota è semplice: dal 1919, ha una sua banca di Stato, creata apposta per liberare  gli agricoltori e le piccole imprese locali dalle unghie dei banchieri provati. Lo Stato deve depositare per legge tutti i suoi fondi nella banca di Stato, e lo Stato garantisce i depositi. La banca è diretta da un governatore che viene eletto dal popolo, dal commissario all’agricoltura e dall’attorney general, anche queste cariche elettive.

La banca del Nord Dakota fa prestiti agli agricoltori, anche in partnership con banche private, oculatamente. E retrocede allo Stato i profitti che consente il trucco della riserva frazionale (per cui, con un dollaro di depositi, il banchiere ne presta 10, esigendo interessi sui 10), quei profitti che i banchieri privati si tengono per sè.

Il risultato è evidente: crescita dell’economia in piena crisi. (Cash-starved states need to play the banking game: North Dakota shows how)

Ma non fatelo sapere a Giavazzi, nè a Ciampi, nè a Draghi.



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