Conciliazione Obbligatoria: fine del diritto
Stampa
  Text size
Una abbonata invia a Blondet le seguenti considerazioni:

Tra le ultime disposizioni di legge promulgate, vi è il Decreto Legislativo sulla Conciliazione Obbligatoria per controversie civili e commerciali del 20 marzo 2010, che investirà in pieno gli ambiti civilistici, tra cui settori economicamente e socialmente cruciali come il Condominio, le locazioni, l’assicurativo, etc., a partire dal marzo 2011.

Decreto dalle conseguenze a ricaduta immense, passato sotto silenzio dalla stampa ufficiale in maniera sorprendente e preoccupante.

Allo stato attuale nessuno impedisce i soggetti coinvolti in una causa di conciliare e mediare e ciò di fatto già si fa, ma è la sua obbligatorietà che preoccupa e soprattutto la penalizzazione del soggetto che pretende giustizia in questi ambiti, che sarà costretto a pagare le spese processuali proprie e dell’avversario, ove non accettasse il verbale di Conciliazione e questo verbale venisse confermato dal giudice.
Questa procedura, a nostro avviso, porterà rapidamente ad un imbarbarimento dei rapporti nei settori civilistici, cioè nella società e nel mondo delle aziende, delle imprese, insomma nella società civile, e favorirà l’impunibilità, con la certezza maggiore dei soggetti che sono responsabili di violazioni di farla franca.

Porterà inoltre, insieme con la distruzione di istituti di diritto millenario, all’indebolimento, se non alla cancellazione dello Stato di diritto.


Ci si chiede perchè una riforma di tale portata sia stata varata con grande fretta dal ministero, senza lasciare il tempo alle Associazioni delle Categorie maggiormente coinvolte di esprimere i loro motivati pareri ed eventualmente le dovute obiezioni.

Ci si chiede inoltre per quale motivo si sia deciso di varare il provvedimento per decreto e non dopo ampio e doveroso dibattito in Parlamento e previa informazione della popolazione tramite canali di informazione.


Ci si chiede infine se sia davvero opportuno disattivare, proprio in un momento in cui un precipitare della situazione economica è considerato un evento non impossibile, persino realistico, la certezza del Diritto ed introdurre una sorta di «condono preventivo», in un momento in cui il «Katekon giuridico» potrebbe essere anche solo come simulacro, come immagine della Giustizia, importante.

C. L.