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Riscaldamento globale?
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L’ultimo Stato ad essere alluvionato, in queste ore, è l’Arkansas (1). Ampie zone dell’Ohio, il sud dell’Illinois e grandi spazi del Missouri sono già sott’acqua da una settimana. Detroit è sepolta sotto la neve, a marzo: non ha visto nevicate così, in questa stagione, dal 1920 (2).

Ora il NOAA, l’ente meteo degli Stati Uniti, lancia l’allarme di possibili imminenti alluvioni lungo il bacino del Mississippi, del fiume Ohio, del basso Missouri, in Pennsylvania e New Jersey, nel New York State, in tutto il New England, e persino in parti dell’arido West, fra cui il desertico Colorado (3). Il motivo?

«Eccezionali nevicate invernali unite alle recenti pesanti piogge» spiegano i comunicati dell’ente meteo: «Lo strato nevoso in aree dello Stato di New York e New England è di oltre 30 centimetri superiore al normale per questo periodo dell’anno; su certe montagne del Colorado e dell’Idaho
la coltre nevosa contiene il 150-200% di acqua in più della media», che, sul punto di sciogliersi, «porta ad una possibilità di alluvioni superiore al normale
».

Anche nel West «le nevicate sono state superiori al normale quest’inverno», anche se là la condizione di aridità diminuisce il rischio di alluvioni disastrose; «la portata dei fiumi migliorerà parecchio rispetto all’anno scorso». Stavamo parlando di riscaldamento globale causato dalle emissioni industriali?

Al contrario: «Se si prende il 1998 come punto di partenza, c’è stato un raffreddamento della terra. Se si prende come punto di partenza il 2002, il clima è in un plateau. Non è certo ciò che ci si doveva aspettare se è il CO2 a cambiare le temperature, perché i livelli di CO2 hanno continuato a crescere, ma le temperature di fatto sono scese negli ultimi dieci anni». Lo ha detto Jennifer Marohashi, biologa australiana, senior fellow dell’Institute of Public Affairs di Montreal, in una interessante intervista alla ABC Radio Nationa (4).

Da dieci anni la temperature scende, mentre le emissioni carboniose di origine umana salgono. «Su questo non ci sono vedute contrastanti fra gli scienziati», ha aggiunto la biologa. «Di fatto l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate change) ha riconosciuto la cosa: ha ammesso che negli ultimi otto anni, in questo secolo, la temperatura è ‘piatta’, nonostante i livelli di CO2 siano continuamente crescenti. Ciò che dovrebbe far salire le temperature. E’ qualcosa di inatteso, ma non viene discusso».

Ci sono solo delle ipotesi su questo fenomeno imprevisto dai modelli matematici: «Il capo dell’IPCC ipotizza che siano in gioco fattori naturali che compensano l’effetto-serra prodotto dal CO2, che è quello che dicono da sempre gli scettici dell’effetto-serra». Nell’ambiente scientifico «si è parlato molto dell’influenza del Sole, se andiamo verso un periodo di meno intensa attività solare, e se questo contribuisca all’attuale raffreddamento». Attuale raffreddamento, non riscaldamento.

I dati più sorprendenti vengono dal satellite «Aqua», lanciato dalla NASA soltanto nel 2002, che raccoglie dati non solo sulle temperature terrestri, ma sulla formazioni nuvolose e il vapor d’acqua. «I modelli che usiamo attualmente», spiega la Marohasy, «sono basati sull’idea che quando il CO2 crescente produce l’effetto-serra, aumenta anche il vapor acqueo nell’atmosfera, intensificando il riscaldamento. I dati del satellite ‘Aqua’ mostrano che avviene l’esatto contrario, ossia che quando (l’effetto serra) produce un aumento del riscaldamento, l’aumento del vapor d’acqua di fatto limitano l’effetto serra, lo compensano, con l’effetto di contrastare il riscaldamento anziché intensificarlo».

«Queste scoperte (del satellite Aqua) non sono messe in discussione dai meteorologi; solo, fanno fatica a ‘digerirle’. Penso che presto riconosceranno che i modelli su cui si basano hanno bisogno di una completa revisione, e che i nuovi modelli mostreranno un minore influsso dell’anidride carbonica nel riscaldamento». Secondo la biologa, la comunità metereologica mondiale cambierà i suoi paradigmi entro sei mesi.

Intervista istruttiva per molti versi. Mostra come la «comunità scientifica» si basi oggi totalitariamente su modelli computerizzati di previsione e proiezione elaborati da essa stessa e sia renitente a revisionarli quando fatti e scoperte nuove li smentiscono. Perché su quei modelli (e non sui fatti reali scientificamente accertati) gli scienziati e i tecnocrati politici hanno fondato una sorta di «ortodossia», che hanno imposto ideologicamente all’opinione pubblica. Questo è molti tipico della nostra epoca virtualistica.

Anche la speculazione nelle Borse si basa su «modelli matematici» che pretendono di prevedere i movimenti dei mercati e che - come abbiamo visto nel collasso dei subprime - non riescono a coglierne le «irregolarità», e gli imprevisti. Anche le guerre americane sono tutte basate su una totale fiducia nei computer e nei modelli previsionali, che pretendono di prevenire le mosse del nemico, ossia gli atti più imprevedibili che siano mai stati. Ossia che un tempo era riconosciuto come il campo dell’incerto per essenza, affidato all’intuizione dei grandi strateghi o alla loro fortuna.

Come sceglie i suoi generali?, fu chiesto a Napoleone, e lui: «Fortunati». Oggi, si presume che i computer - che possono solo tracciare «regolarità» - siano in grado di sostituire Napoleone o azzerare gli incerti della sorte, azzerando l’improbabile. Tutto ciò non ha ovviamente a che fare con la scienza di tipo galileiano, di cui gli scienziati si proclamano seguaci (l’abbiamo visto quando hanno negato a Ratzinger l’accesso alla Sapienza), bensì con una nuova specie di oscurantismo ultra-scientifico, alimentato da modelli matematici e dalla cieca fiducia nei computer.

E le decisioni politiche che vengono prese e imposte sono fantasticamente, fantascientificamente oscurantiste: dai macchinosamente irrealizzabili protocolli di Kyoto ai costosi progetti per «catturare il CO» dalle centrali a carbone e petrolio e dalle fabbriche, e iniettarlo nel sottosuolo onde non contribuisca all’effetto-serra, fino alle angosce paranoico-ambientaliste. E’ tutto un nuovo sistema di credenze scientiste che in qualche modo incitano le ansie apocalittiche,  che ha sostituito la fede d’un tempo - quella che riconosceva l’imprevedibilità come un dato ineliminabile del vivere, e per questo volgeva preghiere all’Onnipotente.

Il movente più o meno conscio di queste credenze instaurate è appunto di eliminare, con le irregolarità, Dio stesso o almeno il bisogno di Lui. La nuova ortodossia è causa ed effetto della totale secolarizzazione, e la causa di un arretramento persino scientifico dell’umanità? Certo essa viene nutrita di sogni che non sono i miti delle età religiose, ma menzogne.

Un editoriale del giornale The Australian, nel commentare le scoperte del satellite Aqua, ha commentato: «Ogni evento climatico che possa rafforzare l’ortodossia del riscaldamento globale viene gridato in prima pagina. Ma un fatto come questo, ossia che il riscaldamento globale s’è fermato da dieci anni, non viene mai riportato. Il che, diciamolo, è straordinario».



 
1) Jon Gambrell, «Forecasters warn of flooding in Arkansas», Associated Press, 24 marzo 2008.
2) «Whitest Easter in Detroit in decades»,  Associated Press, 22 marzo 2008.
3) «Current major flooding in US a sign of things to come, says NOAA», Science Daily, 23 marzo 2008.
4) Christopher Pearson, «Climate facts to warm to», The Australian, 22 marzo 2008.
 

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