1) Cajetanus,
In quatuor Evangelia, Lione, 1556; Juan Maldonado,
Commentarius in quatuor Evangelia, Magonza, 1840; Alfonso Salmeròn,
Opera, voll. 7-8; Cornelius A Lapide, Ed. Vivès, voll. XV-XVI; L. Fillion,
Les Saints Evangiles, Parigi, 1903, vol. VII; Juan Leal,
La Sagrada Escritura, Nuevo Testamento, Ev. Lucas, Madrid, Bac, 1961.
2) Cfr. J. Bonsirven, Textes rabbiniques, Roma, Gregoriana, 1955.
3) Commentato magnificamente da S. Gregorio Magno nei Moralia e da S. Tommaso d’Aquino Commento su Giobbe.
4) Gli esegeti spiegano come S. Luca si serva della escatologia ebraico/farisaica per farci capire meglio la mentalità di Epulone. Infatti nell’Antico Testamento lo sheol è il mondo dei morti e consiste in un luogo sotterraneo che raccoglie tutti i defunti, sia i buoni che i cattivi, nel quale non si soffrono pene né si fruiscono gioie. La permanenza nello sheol non è definitiva, dopo la risurrezione i malvagi (tranne gli israeliti) passeranno dallo sheol alla geenna, che è l’inferno, e verranno separati definitivamente dai buoni.
5) Sulla geenna cfr. J. Bonsirven, Le judaisme palestineien, Parigi, 1934, 2 voll., vol. I, pp. 529-545.
6) Dal latino epulo/epulonis: crapulone, che deriva dal verbo epulor/epulari: banchettare o gozzovigliare. Nel Vangelo non si trova tale nome, ma esso è stato dato comunemente dagli interpreti al ricco per determinare quale fosse il suo vizio principale.
7) F. Spadafora, Dizionario biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, p. 563-564, voce “She’ol”.
8) Cfr. F. Spadafora,
Dizionario biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, p. 262, voce “
Geenna”, Id.,
La Sacra Bibbia, sotto la direzione di S. Garofalo, II ed., Torino, Marietti, 1951,
Ezechiele, pp. 129 ss. e 164-167.