Putin incontra le più grandi agenzie di stampa del mondo
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Ad una settimana dall’incontro di San Pietroburgo, pubblichiamo il resoconto integrale del meeting di Vladimir Putin con i rappresentati della più importanti agenzie di stampa del mondo. Il contenuto è molto lungo ed abbiamo impiegato più giorni per poterlo presentare ai nostri lettori, ed anche se si è svolto il giorno precedente le elezioni di domenica 25 maggio (pertanto alcuni passaggi sono per forza di cose legati a quelle ore), riteniamo molto istruttiva la sua consultazione per tutti i lettori di EFFEDIEFFE. (La redazione)

VLADIMIR PUTIN

Vi ringrazio per il vostro interesse in merito al lavoro che stiamo svolgendo in Russia, e durante i lavori del Forum Economico di San Pietroburgo. Per inciso, notiamo che tale interesse non solo di anno in anno non diminuisce, ma, al contrario, si accresce.

Quest’anno il numero di pubblicazioni e materiali informativi sulle attività del Forum Economico di San Pietroburgo è maggiore dell’anno scorso e degli anni precedenti. Di questo siamo molto felici. Abbiamo instaurato ottimi contatti con i nostri partner in tutti i settori della produzione e dell’economia. Poco fa ho avuto un incontro molto interessante e informativo con i capi delle grandi aziende internazionali del settore dei combustibili e dell’energia.

Durante le sessioni del forum si sono scambiate opinioni sullo stato di energia mondiale, formulate proposte su come e cosa fare per stabilizzare il mercato energetico globale. Durante il nostro incontro ho domandato altresì di presentare proposte specifiche anche per la Russia. Nel complesso, siamo soddisfatti del lavoro fatto con i nostri partner. Molti di loro lavorano già da anni in Russia, nel nostro mercato, hanno riserve di bilancio sufficientemente grandi, fatto che aumenta la capitalizzazione delle loro imprese, agevolando il loro accesso ai mercati finanziari. Alcuni rappresentanti dell’uditorio russo hanno chiesto un ulteriore miglioramento della legislazione russa in materia fiscale. Ne parleremo presto, ad inizio giugno.

Per quanto riguarda il nostro incontro di oggi, voglio ribadire che siamo molto contenti che dimostriate interesse a lavorare con noi. Voglio congratularmi con il collega Mikhailov. Quest’anno festeggiamo i 110 anni della nostra più grande agenzia di stampa ITAR-TASS. Si tratta di un marchio conosciuto in tutto il mondo. Spero che sotto la sua guida, la ITAR-TASS vada incontro ad un nuovo sviluppo, anche nella reciproca collaborazione con le vostre agenzie.

Quello che ho davanti oggi è un uditorio molto rappresentativo. Attraverso i vostri canali passa circa l’80% del flusso globale delle informazioni. A tal proposito non possiamo ignorare la vostra influenza sull’agenda mondiale delle novità — essa è grande, se non addirittura rappresenta una chiave di volta: tale influenza si diffonde tra i vostri colleghi nei mezzi di informazione e di stampa, elettronici e di internet. Mi auguro che oggi, nel corso dell’incontro, riusciremo a parlare dei problemi e di come costruire relazioni con le strutture ufficiali russe e con i colleghi del mercato russo.

Questo è quanto volevo dire prima di iniziare. Vi ringrazio molto per la vostra attenzione. Suggerisco di dare il via alla libera discussione. Se avete domande, e spero che ce ne siano, possiamo discutere un po’, e cercherò di rispondere ai vostri quesiti.



SERGEI MIKHAILOV


Vladimir Vladimirovich, la ringrazio molto per l’occasione stessa di questa riunione. Penso che sia giusto dare la parola a Florence Biedermann della più antica agenzia francese con quasi due secoli di storia, la Agence France-Presse, l’unica donna a questo tavolo.

FLORENCE BIEDERMANN

Egregio Signor Presidente, lei presto andrà in Francia per il 70 ° anniversario dello sbarco in Normandia. In questa occasione, avrà degli incontri separati con i capi di Stato? E se posso permettermi di farle un’altra domanda, su un altro argomento: riconoscerà lei come legittimo il presidente che verrà eletto in Ucraina?

VLADIMIR PUTIN

Primo. Per quanto riguarda il viaggio in Normandia, esso sarà limitato al tema, per il quale tutti ci riuniremo lì. Sì, il presidente francese ha confermato il suo invito che, naturalmente, è stato accettato con gratitudine. Durante la seconda guerra mondiale il nostro Paese era nelle stesse fila, ha combattuto il nazismo. E come sapete il popolo dell’Unione Sovietica e della Russia ha messo molto sull’altare della vittoria comune, hanno fatto molto per questa vittoria comune sul nazismo, quindi è naturale che tutti noi ci incontreremo in Normandia. Rendiamo omaggio ai nostri alleati di coalizione: agli americani e agli inglesi e ai francesi, siamo memori della partecipazione francese alla Resistenza, e del coinvolgimento diretto sui fronti della seconda guerra mondiale tra cui il leggendario “Normandia – Neman”.

Ci saranno a questo proposito degli incontri? Per quello che ho capito il Presidente della Repubblica francese vorrebbe tenere una riunione separata per discutere le questioni relative alle relazioni bilaterali e all’agenda internazionale. Certo, io sono aperto a qualsiasi trattativa. Se il programma del Presidente francese lo consentirà, lo incontrerò con piacere per parlare di quegli argomenti che sono di interesse reciproco. Questo è il primo punto.

Per la seconda parte della sua domanda, sul riconoscimento delle elezioni in Ucraina, ieri ho risposto in modo molto dettagliato a questa domanda. Uno dei vostri colleghi si è dato molto da fare approdando a questo tema dalle parti più disparate. A mio parere, almeno in forma approssimativa, sarebbe molto più logico eseguire gli accordi che erano stati raggiunti tra il presidente Viktor Yanukovich e l’opposizione il 21 febbraio. Non mettere fin sùbito in dubbio nemmeno una parte di legittimità delle future autorità ucraine, considerando che con la legittimità giuridica dell’attuale presidente dell’Ucraina non si può tenere l’elezione di un altro presidente — è sufficiente aprire la Costituzione dell’Ucraina e vedere cosa c’è scritto.

In base a ciò sarebbe più logico e più fondamentale fare prima un referendum, poi ratificare la costituzione e quindi indire le elezioni. Ma il potere che oggi agisce a Kiev e quelle persone che lo controllano hanno deciso di andare per un’altra strada. Vogliono prima fare le elezioni e poi fare le modifiche. Quali saranno queste modifiche per ora è poco chiaro, si tratta di discuterne e accordarsi nella società.

Ma, sa cosa penso? Le persone che controllano il potere a Kiev ed i principali candidati alla presidenza sono comunque persone diverse. E forse quelli che oggi controllano il potere, non sono interessati al fatto che il neo-eletto presidente sia completamente legittimo. Potrebbe essere. Lì sta avvenendo una seria lotta politica interna. Ma, dopotutto, questo è un affare interno dell’Ucraina. Posso solo ripetere quello che ho detto ieri: noi rispetteremo qualsiasi scelta del popolo ucraino.

FLORENCE BIEDERMANN


Se ho capito bene, il presidente legittimo rimane il presidente Yanukovich? Anche dopo le elezioni? Sto parlando di legittimità.

VLADIMIR PUTIN

Sa, qui siamo tutti capaci di leggere. Allora, apriamo la costituzione e leggiamo quello che è scritto lì. Siamo adulti e sappiamo leggere. Dunque, leggiamo ciò che è scritto nella Costituzione, prendete la costituzione ucraina e leggete. Lì c’è scritto che ci sono quattro modi legali per la rimozione del presidente in carica: morte, incapacità a svolgere attività per motivi di salute, impeachment – e l’impeachment non c’è stato secondo questa Costituzione e questa legge – e la rassegnazione personale, per la quale il presidente deve rivolgersi personalmente in Parlamento. O noi ci atteniamo alle norme costituzionali, oppure le trascuriamo.

Quindi la mia posizione è che bisognava prima risolvere questo problema. Dal momento che le attuali autorità di Kiev hanno deciso di agire diversamente, bene, che allora sia così. In ogni caso siamo interessati a che le condizioni si stabilizzino. Per ora, che cosa dicono? Che poi sarà adottata una nuova Costituzione. E se è così, allora può essere il presidente rieletto una figura di transizione, o viceversa concentrerà nelle sue mani il massimo del potere. Certo o questo o l’altro scenario saranno associati a un’intensificazione della lotta politica nel Paese.

Certamente, l’ho già detto, noi rispettiamo la scelta del popolo ucraino e lavoreremo con le autorità formatesi sulla base di queste elezioni.

SERGEI MIKHAILOV

Prego il collega della Xinhua News Agency, che tradotto in lingua russa significa “Nuova Cina”.

VLADIMIR PUTIN

Chiedo scusa, voglio domandare a Florence: “È soddisfatta della risposta?”.

FLORENCE BIEDERMANN

Si, sono soddisfatta

VLADIMIR PUTIN

Merci beaucoup.

SERGEI MIKHAILOV

Please, Mr. Zhou

ZHOU XISHENG

In primo luogo, voglio congratularmi con lei per il successo dei negoziati con il presidente Xi Jinping. In una dichiarazione congiunta rilasciata alla fine delle trattative è stato detto che le relazioni hanno raggiunto un nuovo livello.

La mia domanda è: in che modo le relazioni russo-cinesi possono svolgere un ruolo importante nella stabilizzazione delle relazioni internazionali e nello sviluppo di ciascuno dei nostri Paesi? La mia seconda domanda è: quale impatto lei pensa avrà l’avvicinarsi del 70° anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale sulla situazione nel mondo e come possiamo celebrare questa data?

VLADIMIR PUTIN

Sicuramente i risultati dei nostri incontri a Shanghai dei giorni scorsi e i documenti firmati parlano di nuova qualità delle relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa. Negli ultimi anni, e anche in quelli precedenti, abbiamo ripetutamente sottolineato l’elevato livello di cooperazione, ma il lavoro negli ultimi giorni a Shanghai con quegli accordi che sono stati raggiunti ci danno ragione di credere che abbiamo fatto un altro passo avanti per migliorare la qualità della nostra fiducia: il dialogo e l’accesso a nuove frontiere di partnership strategica. Ciò è dovuto non solo al contratto sul gas, seppure esso ha un senso chiaramente epocale.

Per noi è paragonabile alla decisione che a suo tempo, nel 1960, fu presa tra la leadership sovietica e la leadership della Repubblica Federale di Germania legata al famoso contratto “gas in cambio di tubi”. Oggi noi stessi produciamo i prodotti necessari, tra cui anche tubi di grande diametro. Per noi questa è l’opportunità di entrare nella regione Asiatico-Pacifica, contando su un consumatore fondamentale. Questo grande contratto ci da una valida opportunità economica per sviluppare la gassificazione di tutto l’Estremo Oriente e della Siberia orientale. Per la Russia questa e la parte più importante del contratto.

Per la Repubblica Popolare Cinese è un’opportunità per ridurre la scarsità di energia. E, ultimo ma non meno importante, ne ho parlato anche ieri, sentiamo, naturalmente, la preoccupazione dei governanti statali cinesi legata alla necessità di migliorare la situazione ambientale nelle grandi città. E come sappiamo il gas naturale è la forma più ecologica di idrocarburi. Naturalmente ci auguriamo che la nostra collaborazione migliorerà la situazione nelle principali città cinesi in termini di ecologia.

Ma è stata anche l’occasione per intraprendere un passo successivo, ovvero stipulare un contratto simile, ma per la cosiddetta “rotta occidentale”. Il primo contratto riguarda la rotta orientale, nella parte orientale della Cina; il secondo è l’occidentale. La prima base di risorse è il campo di Kovykta e di Chayanda, con un totale accertato di riserve utilizzabili pari a tre trilioni di metri cubi, per un progetto di produzione e consegna di 30 anni. In realtà, crediamo ce ne sia di più, e il lavoro sarà impostato per un periodo di 50 anni, non di meno.

Per il percorso occidentale, la base delle risorse è nella Siberia occidentale. L’intero progetto sarà più economico. E poiché le principali problematiche sono legate al calcolo dei prezzi, alla formazione dei prezzi, questo progetto sarà portato avanti da entrambe le parti. Questi meccanismi sono già stati elaborati. Il secondo progetto, se potrà contare su un atteggiamento positivo da parte dei partner cinesi, potrà essere attuato anche più velocemente che quello orientale. Ma questo ovviamente è legato al committente e alle sue esigenze per lo sviluppo delle singole regioni della Repubblica Popolare Cinese ed è oggetto di un discorso a parte.

Ma la questione non si limita solo all’energia o all’energia da idrocarburi. Continuiamo la nostra discussione sull’energia nucleare per le fonti attuali e future di energia, tra cui anche quella alternativa. Noi attribuiamo grande importanza alla cooperazione nei settori ad alta tecnologia: l’aeronautica, lo studio spaziale, la medicina. E sia per la Cina che per la Russia è molto importante la cooperazione in campo monetario. Non è un segreto che la Cina e la Russia siano Paesi con riserve auree di grandi dimensioni. La Cina è al primo posto al mondo per le sue riserve auree. Per noi è molto importante collocare in modo efficiente e sicuro queste risorse, e dobbiamo pensare insieme a come farlo, tenendo conto della situazione molto difficile per l’economia mondiale, dei processi turbolenti che sono in corso. Dobbiamo assicurare e garantire la sicurezza di questi risparmi, l’utilizzo razionale ed efficiente. Poi anche i calcoli nelle valute nazionali, in yuan e in rubli. Abbiamo fatto i primi passi, per ora in modo molto modesto, e continueremo a pensare a come lavorare in questo settore.

Sono molte le altre opportunità di cui abbiamo parlato e discusso e che svilupperemo. Si tratta dell’agricoltura, delle questioni commerciali comuni, della cooperazione regionale. In tutti questi settori abbiamo fatto un significativo passo in avanti. Voglio sottolineare il particolare ruolo svolto nel raggiungimento di tutti questi accordi del presidente cinese sig. Xi Jinping. Solo grazie al suo appoggio diretto abbiamo potuto raggiungere determinati risultati durante la nostra visita.

SERGEI MIKHAILOV

Prossima domanda. L’agenzia DPA è ben nota, detiene il 95% del mercato dell’informazione tedesca, tutti i quotidiani tedeschi sono abbonati DPA. Prego signor Mauder.

ULF MAUDER

Potremmo anche dire il 100%, e noi ne siamo molto orgogliosi. Cercherò di parlare in russo. Grazie per l’opportunità. Naturalmente in Occidente, compresa la Germania, abbondano le domande sulle questioni politiche, sull’affidabilità del partenariato e della fiducia. Ne abbiamo parlato molto al forum. Se vogliamo continuare con l’argomento gas, è ovvio che tra la Germania e la Russia questo è un tema principale. Ci sarà abbastanza gas per l’Occidente dopo questo grosso contratto con la Cina? E potrebbe dirci cosa significherà per gli altri progetti – “South Stream”, le linee del “Nord Stream”? Dovranno… O lei non parla di questi progetti?

E poi c’è la seconda domanda. Abbiamo parlato di Ucraina. Sono molto interessato alla valutazione delle relazioni russo-tedesche. Lei parla molto al telefono con la cancelliera Merkel. Cosa può dire sul comportamento del Governo tedesco in merito al conflitto in Ucraina?

VLADIMIR PUTIN

Cominciamo con l’economia. Per quanto riguarda i nostri rapporti con i partner e gli amici cinesi e per ciò che riguarda i nostri rapporti con i partner europei, tra cui la Germania, dopo la realizzazione del contratto con la Repubblica Popolare Cinese essa diventa un consumatore di gas russo alla pari con la Repubblica Federale di Germania. Il volume è il medesimo: la Germania in un anno consuma circa 40 miliardi del nostro gas, e la Cina ne consumerà circa 40 miliardi.

Ma nel caso del secondo progetto con la Cina – la cosiddetta “rotta occidentale” – la Cina sicuramente prenderà il primo posto. Il primo contratto, quello del “corridoio orientale”, l’ho già detto e lo sottolineo affinché sia chiaro a tutti, non ha alcuna relazione con la fornitura di gas russo verso l’Europa. Si tratta di nuovi sedimenti che si trovano nel sud della Yakutia e della regione di Irkutsk, e che non sono al momento sfruttati. Dovremo aprirli, attrezzarli, costruire stazioni di pompaggio, condutture, forniture elettriche, strade — è un progetto enorme. Questo sarà il più grande progetto di costruzione al mondo, con un investimento complessivo di circa 55 miliardi di dollari solo da parte russa, e anche i partner cinesi investiranno più di 20 miliardi sul proprio territorio. Con l’Europa non esiste nessun legame su questo progetto.

Per il secondo itinerario, che si sta da poco discutendo con i nostri colleghi cinesi, non ci sono contratti di sorta, siamo solo in fase di discussione. Penso che verrà realizzato. La risorsa di base del progetto risiede per l’appunto nella Siberia occidentale, dalla quale tutta l’Europa, compresa la Germania, riceve il nostro gas. Ma qui non c’è da preoccuparsi, perché oggi Gazprom produce circa 440-450 miliardi di metri cubi di gas all’anno ed è in grado di produrne 650 miliardi. Le risorse di base, lì sono pienamente sufficienti. Noi per adesso ancora non lo facciamo, perché non c’è nessun utente interessato a tali volumi, ma la cosa si può fare molto rapidamente e facilmente, il volume di produzione sarà dunque aumentabile.

Per quanto riguarda il volume che abbiamo intenzione di fornire alla Cina attraverso la via occidentale, non è ancora stato concordato, e non sono certo 200 miliardi, come potete capire. L’estrazione supplementare per 200 miliardi sarà garantita dalle esportazioni verso la Cina e dalle crescenti esigenze dei nostri clienti europei, come dalle crescenti esigenze economiche russe. Come ho già detto, la cosa preziosa per noi, non appena avremo realizzato il progetto orientale, è che esso ci darà l’opportunità di collegare la rete delle pipeline di trasporto della Siberia occidentale, della parte europea della Russia, della parte orientale della Federazione Russa e dell’Estremo Oriente, e saremo allora in grado di travasare i flussi del gas da una regione all’altra della Federazione Russa e di fatto tra il consumatore europeo, quello dell’Estremo Oriente e quello dell’area Asiatico-Pacifica. Questo sarà, a mio parere, un fattore essenziale per l’energia globale, e credo che questo risolverà facilmente i problemi economici, senza implicazioni politiche.

Stiamo parlando di affidabilità. Perfino l’Unione Sovietica, anche negli anni più bui della “guerra fredda” non ha mai, e lo sottolineo MAI, voluto interrompere le forniture verso l’Europa, Germania inclusa. La Russia ha agito allo stesso modo. Abbiamo un precedente negativo famoso con la crisi con l’Ucraina nel 2009, quando, e voglio sottolinearlo, sono arrivate alla Federazione Russa pretese illegali e ingiuste per ridurre ai limiti massimi i prezzi per il consumo interno dell’Ucraina, che ha portato, in sostanza, al rifiuto di far transitare il nostro gas verso l’Europa.

Sa, voi potete diffondere le informazioni e potete trattenerle, come spesso avviene, ma tutti sappiamo bene quanto segue: noi siamo interessati a fornire le nostre materie prime ad acquirenti in buona fede e che pagano il prezzo del contratto. Dovremmo forse permetterci d’interrompere le forniture verso l’Europa a nostro danno? Una sciocchezza che equivale al suicidio. Ma se i partner ucraini non permettono il transito, e si prendono il gas dalla pipeline destinata all’esportazione, che cosa avremmo dovuto fare? Fermare le forniture all’Ucraina. Devi pagare per il prodotto che ricevi. Ma vediamo che nonostante il contratto del 2009 che ci è costato molto lavoro, dopo essere stato stipulato ha di nuovo dovuto sopportato molte prove. Ma lì, nel contratto, è scritto tutto, da tempo è stato pubblicato su internet. Bisogna solo prenderlo e leggere ciò che c’è scritto. La Russia non ha violato il presente contratto di una lettera, di una virgola o di un punto.

Ora sentiamo che potrebbero venire arrecati danni alla nostra pipeline, o che non pagheranno più. Che cosa significa “non pagheranno”? Non pagano dal luglio dello scorso anno! È dal luglio dello scorso anno che i partner ucraini hanno smesso i regolari pagamenti. Adesso loro dicono che dobbiamo ridurre il prezzo del gas. Ma perché dovremmo ridurlo? Il contratto non lo prevede. Se vogliamo agire in un normale regime di mercato, è necessario attenersi agli obblighi contrattuali. Noi li osserviamo pienamente.

Io parto dalla realtà delle cose. A suo tempo abbiamo fatto un sconto di $100 per 1000 metri cubi come pagamento per il soggiorno della nostra flotta in Crimea. Supponiamo che qualcuno non riconosca il fatto che la Crimea si è unita alla Federazione russa democraticamente, e che per qualche motivo questo qualcuno si rifiuta di riconoscere il diritto all’autodeterminazione delle persone che vivono in Crimea… ma cerchiamo di non entrare in questa parte del problema.

Cos’è accaduto? Avremmo dovuto pagare per il soggiorno della flotta russa in Crimea dal 2017, perché fino al 2017 valeva l’accordo tra Russia e Ucraina, e noi abbiamo pagato 95 milioni dollari ogni anno per il soggiorno della nostra flotta in Crimea. E, per inciso, abbiamo già pagato questi 95 milioni nel 2014. Ma solo dopo il 2017 avremmo dovuto affrontare la questione del pagamento per il soggiorno della flotta. Avevamo convenuto che avremmo abbassato il prezzo del gas a 100 dollari, e questo sarebbe stato il prezzo per il soggiorno della flotta in Crimea. E avremmo dovuto cominciare a pagare dal 2017, o dal 2018 . Mentre lo abbiamo fatto fin da subito, dal 2010, appena abbiamo stipulato l’accordo.

Perché lo facciamo? Solo perché gli amici ucraini ce lo avevamo domandato come sostegno supplementare all’economia ucraina. E durante questo periodo, cioè 2010, 2011, 2012, 2013 e primo trimestre del 2014 – noi abbiamo pagato per il soggiorno della nostra flotta in Crimea per più di tre anni. Ma se partiamo dal fatto che il pagamento effettivo avrebbe dovuto iniziare dopo il 2017, significa che abbiamo pagato per la nostra flotta in Crimea per il 2018, 2019, 2020 e per il primo trimestre del 2021.

Ma non è ancora tutto. Il contratto stesso, che include questo sconto, è valido fino al 2019, mentre noi abbiamo già pagato fino al 2021. Ma che tipo di pretese si possono avere nei nostri confronti su questo tema? Zero. Abbiamo dimostrato generosità senza precedenti e altissimo senso di collaborazione verso i nostri amici ucraini. Questa è la prima parte.

Punto numero due. Quando l’anno scorso abbiamo visto che la situazione economica in Ucraina si sviluppava male, da luglio, nonostante i nostri ottimi rapporti con il Governo precedente, loro hanno cessato di pagarci regolarmente per l’importo stabilito. In base al contratto, avremmo potuto passare sùbito alla forma di pagamento anticipato. Nel contratto è scritto: “se non è stato effettuato interamente il pagamento del mese precedente, per il successivo possiamo pretendere il pagamento anticipato”. Ovvero loro ci devono pagare in anticipo, e noi forniremo tanto gas quanto hanno pagato. Molto semplice. Ma noi non abbiamo fatto questo. Siamo partiti dal presupposto che bisogna aiutare il cliente anziché perderlo. Abbiamo aspettato agosto, settembre, ottobre e novembre. E non è arrivato nessun pagamento, ma solo piccole parti di esso.

Poi si sono rivolti a noi per avere un ulteriore sostegno. E per prima cosa ci hanno chiesto di farci credito per una prima fase di tre miliardi di dollari per pagare il debito esistente fino al 2013. E hanno detto: per noi è difficile pagare anche il prezzo che paghiamo ora, vi preghiamo di farci ancora uno sconto di 100 dollari, il che significa 268,5 dollari per mille metri cubi — e noi vi assicuriamo che per questo prezzo ancora più basso ve lo pagheremo regolarmente e pienamente.

Gazprom ha concordato con i partner che avrebbe fatto anche questo ulteriore passo, ma solo nel rigoroso rispetto delle condizioni di pagamento regolare del conto con scadenza mensile. Nel mese di gennaio hanno pagato, nel mese di febbraio hanno pagato metà, anzi meno della metà, in marzo nulla, zero. Anche con queste tariffe bassissime e con tutti gli sconti. E allora abbiamo detto – era già arrivato un nuovo Governo: “sentite, ci siamo già messi d’accordo, se non pagate per intero, toglieremo tutti gli sconti”. E lo abbiamo fatto.

E voglio ribadire che qui non si tratta di politica. Non possiamo consegnare le nostre risorse gratuitamente, il nostro prodotto a un Paese con una popolazione di 45 milioni di persone. L’ho già detto ieri in sessione: noi abbiamo già consegnato 9,8 miliardi di metri cubi di gas all’Ucraina gratis. Una fornitura gratuita. È quanto forniamo alla Polonia nell’arco di un anno. Questo è un fatto che semplicemente non ha precedenti.

Oggi i nostri partner ci dicono: non pagheremo finché non ci farete un’altra volta lo sconto. In primo luogo, non hanno alcun diritto farci richieste che il contratto non prevede, e in secondo luogo avevamo un accordo: se voi pagherete correntemente, noi manterremo questi sconti.

Ma adesso vi sorprenderò ancor di più. Abbiamo già detto alle nuove autorità: “Ok, capiamo le vostre difficoltà, siamo pronti a venirvi incontro, siamo pronti a discutere con voi l’eventuale concessione di sconti, ma pagate almeno i debiti, quelli emersi nel periodo in cui questi erano validi fino al 1 aprile di quest’anno. Voi ci chiedete un prezzo basso, ma saldate almeno il debito accumulato nel periodo fino a quando gli sconti erano in vigore”. No, si rifiutano di pagare.

Sapete, c’è un limite a tutto. Vedremo cosa accadrà dopo la formazione del nuovo Governo, dopo le elezioni. Ma quanto al contratto con Gazprom anch’io ho avvertito che nessuno ci accusi di comportarci come rapinatori; ho inviato un’altra lettera a tutti i capi di Stato e di Governo che sono i destinatari del nostro gas, e di recente ha inviato una seconda lettera, avvertendo che in conformità al contratto Gazprom passa alla forma di pagamento anticipato. Alcuni leader europei mi hanno detto “Siate pazienti, siate pazienti ancora un po’. Ora l’Ucraina riceverà la prima tranche dal Fondo monetario internazionale e vi pagherà”. Invece no, non pagano. I nostri soldi, tre miliardi , se li sono “divorati”, non hanno pagato un solo dollaro.

Noi siamo pronti a un dialogo costruttivo, ma da farsi sulla base del civile mercato e non di incomprensibili pretese ed ultimatum.

Ora, per quanto riguarda le nostre relazioni con la Repubblica Federale. Sono in piena regola, e penso che sono molto importanti sia per la Russia e per la Repubblica Federale di Germania. Secondo i calcoli preliminari, grazie alla cooperazione tra l’ economia russa e tedesca sono stati formati 300.000 posti di lavoro. Per non parlare della nostra cooperazione in ambito energetico. Perciò io sono profondamente convinto che dobbiamo conservare tutto ciò con cura e non esporlo a sfide legate all’attuale congiuntura politica. Nessuno ancora sa chi ha ragione in questo dibattito politico. Io ritengo comunque che abbiamo ragione noi.

Per ciò che riguarda gli altri negoziati, i nostri contatti continuano con la cancelliera. Con la signora Merkell finora, in ogni caso, abbiamo ottimi rapporti personali e ufficiali. Siamo sempre riusciti a trovare punti di contatto, di compromesso, anche su questioni controverse. Noi siamo proiettati verso un analogo approccio anche per il futuro. Grazie.

SERGEI MIKHAILOV

Dall’Europa di nuovo all’Asia. I nostri colleghi dell’India: PTI [Press Trust of India] — la più grande agenzia di stampa indiana. Mister Chandra, direttore esecutivo, che un paio di anni fa le ha fatto una intervista. Prego.

VANAKAMBADI SUNDARARAMAN CHANDRASEKAR

Signor Presidente la mia è una domanda breve sull’Ucraina e sull’India.

Il Governo indiano non ha sostenuto le sanzioni contro la Russia. Come ha reagito a questo?

E la seconda domanda. In India è stato eletto il nuovo Governo. So che lei ha fatto le sue congratulazioni al neo eletto leader. E lui ha sottolineato l’importanza della cooperazione con la Russia nel suo messaggio.

E la terza domanda riguarda la centrale nucleare di Kudankulam. Sono stati risolti tutti i punti sul terzo e sul quarto reattore e sulle questioni della responsabilità nucleare? Grazie.

VLADIMIR PUTIN

Per quanto riguarda le sanzioni, conoscete la mia posizione. Io credo che siano del tutto controproducenti. Esse non si basano su un trattamento giusto dei problemi esistenti, e sono motivate dal desiderio di imporre alla Russia uno sviluppo delle relazioni internazionali che non trova corrispondenza né nel diritto internazionale né negli interessi reciproci, e certamente non corrisponde agli interessi russi.

Alcuni degli eventi che hanno avuto luogo in Ucraina minacciano direttamente i nostri interessi, prima di tutto in termini di sicurezza considerando la prospettiva dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Ne potrebbe conseguire non solo l’adesione, ma altresì il dispiegamento sul territorio ucraino di unità di combattimento complesse, anche in Crimea. E se fosse accaduto, ciò avrebbe avuto gravi conseguenze geopolitiche per il nostro Paese: di fatto la Russia sarebbe stata esclusa dal Mar Nero, da una regione per il diritto alla quale ha combattuto per centinaia d’anni. E coloro che hanno provocato il colpo di Stato a Kiev, se sono davvero dei professionisti avrebbero dovuto pensare alle conseguenze delle loro attività illegali.

Spero che questo rappresenti quel precedente che, pur avendo delle conseguenze negative, potrà ripristinare un atteggiamento di coscienza nei confronti del diritto internazionale e della pratica del consenso sulle posizioni e i reciproci interessi legittimi durante il processo di negoziazione, al posto dell’impiego di metodi coercitivi per la soluzione delle questioni controverse. E il sostegno al colpo di Stato anticostituzionale è per l’appunto un modo di usare la forza per risolvere le controversie.

Dopotutto, cos’è successo? L’ho raccontato ieri: noi abbiamo condotto trattative piuttosto costruttive, anche se difficili, ma su un piano assolutamente diplomatico. Sì, abbiamo cercato di convincere i partner europei che la forma proposta per la firma dell’accordo tra l’Ucraina e l’Unione Europea per noi rappresenta una qualche minaccia dei nostri interessi economici. Abbiamo cercato di convincere la parte ucraina e quella europea, ma ci hanno risposto che non è affar nostro, che i terzi non devono partecipare alle relazioni tra Ucraina e Unione Europea.

Abbiamo cercato di dimostrare con le carte in mano che non è così, che l’Ucraina fa parte della zona di libero scambio nella CIS – e questo colpisce i nostri diretti interessi. Ci hanno detto: “no, qui voi non partecipate a questo processo, e noi non parleremo con voi”. E poi, quando siamo riusciti, e sottolineo diplomaticamente, con metodi civili, a convincere la dirigenza ucraina di condurre almeno altri negoziati con Bruxelles, i nostri partner occidentali hanno appoggiato il colpo di Stato anticostituzionale. Questo è il metodo di risoluzione delle controversie con la forza, ed a questo metodo è stata data la risposta adeguata . Il perché l’ho già detto, e qui lo ribadisco: perché questo colpisce gli interessi vitali del popolo russo e dello Stato russo, e le persone che hanno preparato e commesso tali azioni avrebbero dovuto pensarci prima.

Lo ripeto: ci sono molti elementi negativi, ma confido che tutto ciò ci prevenga da più gravi incidenti e conflitti.

Per quanto riguarda la posizione dell’India, siamo certamente grati alla leadership e al popolo indiano per la loro equilibrata posizione e per il fatto che la leadership indiana ha avuto un approccio a questo problema, tenendo conto di tutte le componenti: della storicità e dell’attuale congiuntura politica, ispirandosi a queste considerazioni fondamentali, tra cui il riconoscimento della grande importanza delle relazioni russo-indiane. Siamo grati per questo, e da parte mia l’ho detto anche al Primo Ministro uscente, e l’ho confermato in una conversazione telefonica al neo eletto leader: noi daremo corso a tutti gli accordi precedenti — in campo economico, nella cooperazione umanitaria come nella sfera della cooperazione tecnico-militare. Abbiamo una grande quantità di cooperazione in molti settori. Per il momento, e i rappresentanti del mondo d’affari indiano ieri lo hanno detto, il fatturato è molto modesto e sarà necessario elevarlo con sforzi comuni, ma le prospettive sono molto grandi, sono semplicemente enormi. Faremo di tutto per garantire che tutte queste prospettive si realizzino. Grazie.

SERGEJ MIKHAILOV


Mister Putin, conosce bene il prossimo partecipante a questa riunione: John Daniszewski dell’Associated Press, Stati Uniti. Se non erro, tra due anni l’Associated Press celebrerà il suo 170° compleanno, e John ha lavorato per AP per più di 35 anni. Prego, John.

JOHN DANISZEWSK

Saluti Signor Presidente. Sono passati più di due decadi dalla fine dell’Unione Sovietica, e durante quel tempo molte radici e tentativi di collaborazione e contatto sono cresciuti tra Russia e Stati Uniti. I russi stanno vivendo e facendo affari in America; studi legali, banche e aziende petrolifere americane sono attive qui. Il mondo è cambiato. Ma adesso abbiamo delle divergenze sull’Ucraina. Verso cosa pensa che si stia andando? È questo l’inizio di una nuova guerra fredda? Cosa dobbiamo evitare?

VLADIMIR PUTIN


Non vorrei dover ritenere che questo come l’inizio di una nuova guerra fredda. Non converrebbe a nessuno, e credo che questo non accadrà . La crisi che è sorta in Ucraina si sta ancora sviluppando. Ho appena esposto la mia visione delle cose. Abbiamo davvero accumulato tanti strumenti di interazione con gli Stati Uniti . Capisce John, ad essere onesti, questi strumenti sono buoni solo quando vengono effettivamente applicati. Se abbiamo creato alcune aree di lavoro comune , beh questi spazi non servono per stare insieme seduti a bere tè o caffè. Questi sono luoghi per la ricerca di soluzioni e di compromessi. E se l’unico privilegio per la Russia è che le venga permesso di sedersi ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dire... no, non è questo il ruolo in cui la Russia vuole giocare. Mi sembra che sia legittimo porre la questione in questo modo. Noi prendiamo sempre in considerazione gli interessi dei nostri partner e diciamo praticamente sempre di sì. Ma ci sono alcune linee che non possiamo oltrepassare. E per ciò che concerne l’Ucraina e la Crimea si tratta esattamente di questa linea.

Ho già espresso la mia opinione su questo argomento, ma dal momento che rappresenti una delle maggiori agenzie di stampa al mondo, lo ribadisco: dove risiedono le garanzie che il colpo di Stato ucraino, quest'ennesima rivoluzione colorata, non condurrà all’entrata della NATO in Ucraina ? Nessuno ne ha mai discusso con noi negli ultimi due decenni. Vorrei sottolinearlo: nessuno ha mai condotto con noi alcun dialogo significativo su questo punto. Tutti abbiamo ascoltato sempre la stessa risposta, come un disco rotto: ogni nazione ha il diritto di determinare il sistema di sicurezza sotto cui vuole vivere e questo non ha nulla a che fare con voi. Prendete la questione dei sistemi di difesa antimissile. Abbiamo tentato ed escogitato diverse strade che conducessero ad una reciproca cooperazione! Ma la risposta è stata sempre la stessa, lo stesso disco rotto: questi sistemi non sono intesi contro di voi. Ma non appena cominciamo a dimostrare, documenti alla mano, che questi sistemi sono destinati proprio contro di noi, perché tutti questi sistemi sono distribuiti in precise zone da dove possono raggiungere le rampe di lancio dei nostri missili balistici a terra, il dialogo si ferma. Semplicemente non esiste alcuna discussione in merito. Chi garantirà che un domani alcuni elementi di difesa missilistica non appariranno da qualche parte in Crimea, o non sarebbero apparsi apparsa se la gente di Crimea non avesse votato per l'adesione alla Russia? Semplicemente non esistono garanzie. Quindi hai ben ragione nel sostenere che sono stati sviluppati molti tentativi di collaborazione, molti strumenti per condurre il dialogo e la ricerca di soluzioni. Ma questi strumenti non devono essere utilizzati per perseguire l'agenda di un solo Paese, ma per la ricerca di compromessi che sarebbero accettabili per tutti i partecipanti a questo processo con la dovuta considerazione dei reciproci, legittimi interessi.

DMITRY PESKOV

Domando scusa. Siamo stati in onda per quasi 45 minuti. Si tratta di una trasmissione in diretta .

VLADIMIR PUTIN

Se i nostri colleghi vogliono, possiamo continuare. Andiamo avanti.

DMITRY PESKOV

Live?

VLADIMIR PUTIN

Per l’amor di Dio! Andiamo avanti. In qualunque modo voi vogliate, live o no.

SERGEI MIKHAILOV


Va bene.

VLADIMIR PUTIN

Prego.

SERGEI MIKHAILOV

Ora abbiamo la Spagna e l’agenzia di stampa EFE, che meritatamente può essere considerata la più grande agenzia del mondo di lingua spagnola. Jose Antonio Vera, a lei la parola.

JOSE ANTONIO VERA

Grazie collega. Signor Presidente, a quanto pare, dalle sue parole lei non pensa che le elezioni in Ucraina cambieranno sostanzialmente la situazione. In altre parole, lei sembra nutrire poche speranze che l’elezione possa contribuire a risolvere la situazione. Inoltre, se l’elezione non avviene nelle regioni orientali, siete preoccupati che l’Occidente possa imporre nuove sanzioni. Se questo dovesse accadere, come risponderebbe? Ritiene che la Russia possa andare incontro all’isolamento internazionale? Infine, vede una minaccia per lei, personalmente e per le vostre politiche? Sembra improbabile che l’elezione sarà in grado di capovolgere la situazione. Alcuni credono che questa elezione potrebbe portare a nuove preoccupazioni in Occidente e nuovi disordini in Ucraina orientale. Pensa che la Russia finirà in una sorta di isolamento internazionale? Pensa che questo sia possibile? Siete pronti per possibili misure politiche portare contro la sua persona?

VLADIMIR PUTIN


Io prendo le mie decisioni basandomi su un unico principio, ovvero l’interesse della Russia e del suo popolo. Era nell’interesse del mio Paese e del mio popolo che lo domandava a gran voce, la risposta adeguata che abbiamo dato ai primitivi e non-professionali tentativi di agire contro i nostri interessi usando la forza, e i nostri partner occidentali avrebbero dovuto prendere questo in considerazione prima di agire. Per quanto riguarda l’isolamento: primo, noi pensiamo di essere secondo diritto dalla parte della ragione in questa disputa, sia in termini sostanziali che in termini legali. Ho già citato il precedente del Kosovo come un argomento a favore della nostra posizione. Come sapete, la decisione del Kosovo sull’indipendenza statale fu presa dal suo Parlamento, e in Crimea la decisione sull’indipendenza statale è stata basata nel referendum nazionale che ha domandato al popolo se volesse rimanere una parte dell’Ucraina o aderire alla Federazione Russa. Solo dopo che la vasta maggioranza dei votanti di Crimea – più del 90% – ha detto di voler annettersi alla Federazione Russa, il Parlamento Crimeano ha dichiarato l’indipendenza dello Stato. Mi si lasci far notare altresì che il Parlamento di Crimea che ha preso questa decisione è stato formato sulla base delle leggi Ucraine in tutta legittimità, prima che iniziassero la crisi relativa al cambio di potere in Ucraina e i problemi con la Crimea. I deputati furono eletti prima, e questo era pertanto un corpo legittimo che ha avuto il diritto di prendere una decisione di questo tipo. Certo, si può scegliere di ignorare questi aspetti della faccenda, e fingere di non notare o capire le persone e le circostanze. Ma noi siamo nel giusto, e nessuno mi convincerà che basata com’è su diritti legali, gli interessi delle genti e in accordo con la legge internazionale, noi dovremmo cambiare la nostra posizione i merito a tale questione.

Secondo, io penso che l’isolamento di un Paese come la Russia potrebbe essere più che altro illusorio. Non è fattibile. Lei è nella posizione per poter analizzare chi porta avanti questa visione degli eventi e chi accoglie questa attitudine verso la Russia oggi. Sì, abbiamo molti interessi in Europa e negli USA, molti scambi commerciali. Gli scambi sono minori con gli USA — solo di poco superiori ai 27 miliardi di dollari – ma abbiamo scambi che valgono 440 miliardi di dollari con l’Europa. Siamo pertanto mutualmente dipendenti l’uno dall’altra. Ma chi ha bisogno di queste cose quando sussistono tali difficoltà ora come ora nell’economia globale? La nostra posizione è onesta e la gente in Europa può vederlo. Se voi conduceste un’inchiesta sull’opinione pubblica in Europa non sono del tutto sicuro che la maggioranza delle persone supporterebbe i loro Governi su questo argomento, e ho ragione di credere che molte persone supporterebbero la nostra posizione. Alla fine risiede nel popolo la vera fonte del potere.

Più le conseguenze di questa “politica” si spingono oltre, più saranno negative per tutti e potranno provocare turbolenza in Europa, Russia e nelle economie globali, e questo non è nell’interesse di nessuno. Sì, questo potrebbe causare molto danno, certo, se costoro davvero cominciassero a prendere misure pazze di qualche tipo, ma non vedo nessuna base perché ciò avvenga.

Un pacchetto di sanzioni è stato imposto per le nostre azioni in Crimea. Credo che questo sia ingiustificato e illegale, ma è stato fatto. Ora ci dicono che queste cose dipendono dal fatto che la Russia ha condotto certi passi e per come ha agito riguardo al contesto ucraino. Ma quali passi, quali azioni? Cosa abbiamo fatto in Ucraina per essere ritenuti responsabili di quello che sta avvenendo? Prima ci hanno detto che le nostre forze speciali stavano combattendo laggiù, poi tutti hanno realizzato che questo non era vero. Dopo abbiamo sentito di istruttori russi lì presenti. Poi hanno stabilito che non vi erano nemmeno istruttori russi. Quindi, qual è il problema? Dobbiamo provvedere agli interessi politici e geopolitici degli altri? Non lo faremo. Ma noi vogliamo e siamo disposti alla cooperazione fra pari. Io penso che una larga parte del pubblico europeo e americano condivida anche questo desiderio. Molte persone nelle cerchie di Governo di questi Paesi capiscono la situazione molto bene e di fatto non vogliono alcuno scontro, e non ci sono presupposti per uno scontro. Andiamo avanti.

SERGEJ MIKHAILOV

Arriviamo ora alla più grande agenzia d’informazione d’Italia, l’ANSA, con il suo CEO Giuseppe Cerbone. Giuseppe, prego con la sua domanda.

GIUSEPPE CERBONE

Grazie, signor Presidente, per averci dato la possibilità di incontrarla nuovamente, qui, nella sua città natale. Domani è il giorno delle elezioni nei maggiori Paesi europei. Oggi, con le tendenze nazionaliste e populiste in crescita, io vorrei capire le sue visioni su quale sorta di relazioni tra Russia ed Unione Europea sono possibili, e quale sorta di relazioni, data la crescita di scambio tra Russia e Europa, sarebbero vantaggiose per ambo le parti. Grazie.

VLADIMIR PUTIN

Nazionalismo e Commercio. Le sarei grato se ripetesse la sua domanda.

GIUSEPPE CERBONE

Sì, certo. Quello che volevo chiedere è: pensa che il nazionalismo e populismo montanti in Europa possano influenzare in qualche modo la vostra visione sul commercio con l’Europa in generale e con Paesi individualmente? Spero di aver chiarito la domanda.

VLADIMIR PUTIN

La crescita del nazionalismo e del populismo non sono un nostro problema, lo sapete, ma sono un problema comune. Noi abbiamo queste questioni da risolvere anche in Russia, ma spero non pensiate che la Russia sia da incolpare per il crescente nazionalismo e populismo in alcuni Paesi Europei. Questo è il risultato di errori di politica domestica, errori di politica etnica e politica di relazioni lavorative.

Io dubito vi sia bisogno di ripetere la norma di buonsenso per cui portare lavoratori migranti per risolvere questo o quel problema spesso finisce contro l’opposizione della gente locale che teme di perdere il proprio lavoro, incompatibilità di tradizioni culturali e, per essere franchi, il fallimento dei migranti nell’osservare le tradizioni culturali dei Paesi ospiti. Ma, guidati dalle loro proprie nozioni di giustizia e tolleranza, le autorità di certi Paesi, in molti Paesi, non prendono per tempo doverose misure per trattare queste minacce. Dissi già molti anni fa a molti amici in Europa che se avessero così, senza prendere in considerazione il sentimento pubblico nei vostri Paesi, un’ascesa del nazionalismo sarebbe stata inevitabile. Questo è ciò che sta accadendo ora. Vero, quelle che dissi allora erano parole private, in conversazioni private amichevoli, ma quello che dissi lo stiamo vedendo ora. La Russia rispetto a questo non fa eccezione. Noi stiamo notando problemi simili in Russia e non siamo sempre riusciti a dare in tempo risposte competenti a queste questioni. Per quanto riguarda il fatto che questo possa influenzare le nostre relazioni con i Paesi Europei, specialmente i nostri legami economici, non vedo qui grandi minacce. Ritengo non ci sia pericolo qui.

Se le prende le nostre relaziono con l’Italia ad esempio, abbiamo legami molto solidi, molto buoni, costruiti su un approccio pragmatico. Mi sembra ci sia consenso generale in entrambi i Paesi riguardo alle nostre relazioni. Non importa quale partito sia al potere in Italia, essi cercheranno comunque di sviluppare relazioni con la Russia. Io penso che il popolo italiano veda la Russia allo stesso modo e cerchi di sviluppare legami con il nostro Paese. Questo senza menzionare il lato umanitario delle nostre relazioni. Noi abbiamo un grandissimo rispetto per il patrimonio culturale italiano e per quello che sta accadendo ora in settori umanistici come le arti e l’educazione. Noi abbiamo un grande rispetto e abbiamo interesse in tutto questo, e questa è una tradizione nella vita culturale del nostro Paese. In questo rispetto abbiamo molto in comune. La nostra economia sta mostrano una crescita energetica considerevole e il nostro commercio con l’Italia sta crescendo, il che ci dice molto. In molti settori l’Italia può offrire cose che non troviamo in altri Paesi Europei.

Per esempio, sviluppare piccole e medie imprese è uno dei nostri problemi, ma l’Italia è uno dei Leader europei a riguardo. L’Italia ha dato un grande contributo a questo settore in Russia, e siamo grati per questo e di certo faremo ogni cosa in nostro potere per supportare questo lavoro, così come in altri settori, inclusa l’energia. L’Ulf, prima, aveva domandato riguardo ai progetti infrastrutturali North Stream e il South Stream. L’Italia sta prendendo una parte equivalente a quella della Germania e della Francia nel progetto South Stream. Se incontrassimo altri problemi con il South Stream e Bruxelles continuasse a creare ostacoli al progetto, cercheremo altre possibilità, come ad esempio passare attraverso Paesi che non sono membri della UE. Questo vorrebbe semplicemente dire che l’Unione Europea finirebbe con un altro Paese di transito. Io non capisco perché certe persone a Bruxelles stiano facendo questo. Ma siamo impegnati a realizzare il progetto North Stream e il South Stream, se riusciamo a farlo senza ostacoli. Incidentalmente, abbiamo costruito la pipeline North Stream ma non ci è permesso di sfruttarne il sistema OPAL [la pipeline del Mar Baltico]. Ci è permesso solo un utilizzo di metà della capacità. Perché questo? È solo un nonsense. Noi abbiamo investito miliardi di dollari nella costruzione per portare risorse alla Germania, ma una volta in terra tedesca possiamo solo lavorare a mezza capacità perché ci permettono di entrare nel sistema OPAL solo a queste condizioni e solo come un’eccezione sulla base di una decisione del Governo tedesco. Ma ad essere onesti, questo è nonsense. È molto difficile lavorare in tali condizioni, ma continueremo i nostri sforzi, certo, continueremo a cercare un accordo tra i nostri partner, compresi gli italiani. Grazie.

SERGEI MIKHAILOV

Mister Putin, la leggendaria agenzia Reuter, oggi Thomson Reuter, è l’agenzia più grande al mondo con rappresentanze in 130 Paesi di 19 lingue e una produzione fotografica giornaliera di 1000 scatti. Paul Ingrassia ne è il redattore capo, vincitore del premio Pulitzer, che vorrebbe dare una notizia speciale. Prego.

PAUL INGRASSIA

Grazie signor Presidente per averci riunito qui oggi. Devo precisare che io sono l’amministratore editoriale e non il capo redattore. La mia domanda è: alcuni commentatori in Occidente ritengono che il vostro obiettivo principale sia quello di ripristinare la vostra influenza nello spazio dell’ex Unione Sovietica. Quanto è giusto sostenere questo?

VLADIMIR PUTIN

È lei che ha capito così, o è quello che molti dicono?

PAUL INGRASSIA

Molti lo dicono. Non si può dire che sia la maggioranza, ma sono molti a esprimersi così. Come può commentare tutto ciò.

VLADIMIR PUTIN

Questo è un’idea sbagliata e non corrisponde alla realtà; si tratta di uno strumento da guerra dell’informazione. Tentano di attaccarci l’etichetta che stiamo per ripristinare l’impero, l’Unione Sovietica, e subordinare tutti alla nostra influenza. Questo è assolutamente falso.

L’ho già detto e lo ripeto: ad esempio non ci era mai passato per la testa di annettere la Crimea, non era per niente nei nostri piani. Dico una cosa banale: noi ci troviamo nello spazio post-sovietico, ma le nostre agenzie d’intelligence lì non lavorano. Vede, noi abbiamo una concezione completamente diversa dei rapporti nello spazio post-sovietico. A suo tempo difatti, fu proprio la Russia ad aver dato inizio alla costituzione della CIS, era pienamente d’accordo e ha dato il via all’indipendenza delle repubbliche dell’Unione Sovietica nell’area post-sovietica. Cosa ci sforziamo di fare al contrario? Noi siamo impegnati a costruire dei processi d’integrazione nello spazio post-sovietico, non per ripristinare l’Unione Sovietica, ma per sfruttare i vantaggi competitivi a disposizione di tutti i nostri Stati, oggi indipendenti, basati sul fatto che abbiamo una lingua di comunicazione inter-etnica e inter-statale – la lingua russa–, condividiamo un’infrastruttura comune ereditata dal quello che è stato un Paese unito – i trasporti, l’energia. Abbiamo un livello di cooperazione tra imprese profondo e ottima esperienza nel campo della scienza e dell’istruzione che noi potremmo utilizzare nella competizione del mercato mondiale e per elevare il livello di vita dei nostri cittadini. Fate attenzione al fatto che adesso stiamo costituendo un accordo che nei prossimi giorni sarà firmato per la costituzione dell’Unione economica eurasiatica. Guardate a questo documento senza pregiudizi, analizzatelo. Cosa c’è lì della rigenerazione dell’Impero sovietico? Niente, zero. Ci sono solo cose che riguardano gli sforzi congiunti nel campo dell’economia.

Perché non utilizzare l’eredità delle generazioni precedenti per avere più successo nell’affrontare le sfide moderne? Certamente, lo faremo. Peraltro, l’ostinato rifiuto dei burocrati di Bruxelles di stabilire contatti con l’Unione Doganale e l’emergente Unione Economica Eurasiatica è sorprendente. Non è un segreto che essi sempre si riferiscono a qualche regolamento procedurale e legale dell’Unione Europea quando rifiutano di avere qualcosa a che fare sia con l’Unione Doganale che l’emergente Unione Economica Eurasiatica, perché la Bielorussia e il Kazakhstan non sono ancora membri del WTO. Loro possono tenerli fuori dal WTO per sempre, solo per rifiutare l’accordo con l’Unione Economica Eurasiatica. Credo lo facciano apposta. Perché? Perché, apparentemente, la Commissione Europea a Bruxelles vede questa integrazione come una qualche minaccia alla propria competitività. Io credo che questo approccio sia totalmente sbagliato. Non dovrebbero pensare alle possibili minacce ma ai possibili vantaggi, che sono ovvi nella collaborazione tra la Commissione Europea (la UE) e una nuova entità integrata. Perché credo che vi siano più vantaggi che minacce? Perché l’Unione Economica Eurasiatica è basata sui princìpi del WTO, che aiuta i nostri partners in Europa a lavorare sia con la Bielorussia che con il Kazakhstan.

Inoltre, è un mercato con oltre 170 milioni di persone. È un grande mercato in termini di consumo. Ci sono ancora maggiori vantaggi sulle questioni di energia, perché il Kazakhstan è un produttore di petrolio. Anche la Bielorussia può giocare un ruolo preciso in questo processo, perché si trova nel vero centro d’Europa e ai tempi sovietici era chiamata la fabbrica dell’URSS. Credo che dovremmo allontanarci dagli stereotipi politici ed essere certi che la politica non interferisca con lo sviluppo economico e con le questioni sociali.

SERGEI MIKHAILOV

Ora il nostro college del Paese del Sol Levante. Hiroki Sugita, Kyodo News, Giappone. Prego, la sua domanda

HIROKI SUGITA

Lei ha detto che le relazioni Russo-cinesi hanno raggiunto un nuovo livello. Anche il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe vorrebbe elevare rapporti con la Russia a livello strategico. Che aspetto lei pensa potrebbe avere una rapporto strategico con il Giappone? Dicono, signor Presidente, che nel prossimo future lei si recherà in Giappone. Spero che sia vero, ma quando potrebbe venire e a che scopo?

E, signor Presidente, vorrei fare una domanda sulle quattro isole settentrionali. Lei ha detto che desidera risolvere la questione attraverso “hiki-wake”, ovvero un pareggio in termini judistici. Non è cambiato nulla nella vostra posizione? E vorrei sapere del contenuto di questo “hiki-wake”, ovvero pareggio: per favore spieghi come lo intende in questo momento?

VLADIMIR PUTIN

Lo abbiamo già detto – io e il presidente Xi Jinping: non stringiamo amicizie a danno degli altri. Noi abbiamo le nostre relazioni con il Giappone, e la Cina le sue con voi. Per inciso il vostro collega cinese ha detto che dovremo commemorare il 70° anniversario della fine della seconda Guerra Mondiale. Ciò riguarda tutti i Paesi che in un modo o in un altro sono stati coinvolti in questi tragici fatti. Dobbiamo ricordarci di questa tragedia mondiale e valutarla con obiettività. Ma oggi nulla ci deve disturbare per poter proseguire su questa strada. Penso che sia assolutamente controproducente opporre le nostre relazioni con qualunque Paese, tra cui anche la Cina, con lo sviluppo delle relazioni con Paesi terzi. La assicuro che la Cina, nonostante tutte le difficoltà, sviluppa i suoi rapporti con il Giappone.

Semplicemente non ci è mai successo – né a noi né ai cinesi – di porre certe condizioni l’un l’altro nello sviluppo di relazione bilaterali. Noi non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo ora. Sia noi che gli amici cinesi ci comportiamo esclusivamente come partners. Non costruiremo alcun blocco; stiamo semplicemente aggiornando le nostre relazioni, e questo è tutto. Questo è naturale perché noi ci integriamo l’un altro. Sarebbe per noi altresì naturale espandere le nostre opportunità con il Giappone.

Quando ho parlato della nostra disponibilità a discutere la questione delle isole... Voglio ricordare che a un certo punto, sia la Russia che il Giappone hanno congelato i negoziati. Poi ci siamo tornati su dopo la dichiarazione del 1956, che fu ratificata dal Parlamento giapponese e dal Consiglio Supremo dell’URSS. Ricordo che in questa dichiarazione, mi pare all’articolo 9, si dice che l’URSS è disposta a considerare la cessione al Giappone di due isole. Ma lì non c’è scritto nulla delle condizioni in cui si esplicherà la sovranità, lì si parla solo di “cessione.” Si tratta di un tema, quello delle due isole, oggetto dei nostri colloqui che abbiamo ereditato dal passato e che complica, in effetti, il nostro rapporto.

Sia Giappone che Russia sono sinceramente interessati che questa questione venga risolta. Cosa significa “Hiki-wake” in questo caso? Se conoscessi la risposta, avremmo già firmato tutti i documenti. Per ora non abbiamo una risposta definitiva, risposta che può nascere solo a seguito di un profondo lavoro di squadra. Ma in via di principio questo significa che la soluzione dev’essere tale da non violare i reciproci interessi, che non avvilisca gli interessi dell’uno e dell’altra parte, che sia un compromesso accettabile di fronte al quale nessuna delle due parti possa sentire di aver perso. Non è una risoluzione facile, ma tutto sommato se pensiamo continuamente a come muoverci non c’è nulla di impossibile. Se siamo disposti a negoziare? Sì, siamo pronti, ma abbiamo appreso con stupore che il Giappone ha aderito alle sanzioni. E non riesco a capire bene cosa c’entri il Giappone, che agisce favorendo la sospensione dei negoziati su questo tema... Quindi sì, noi siamo pronti, ma è pronto il Giappone? Personalmente non l’ho capito, lo domando io a lei. Andiamo avanti.

SERGEI MIKHAILOV

I nostri colleghi del Canada, Mister Kirk della Canadian Press National news agency. L’agenzia è stata fondata nel 1917.

MALCOLM KIRK

La ringrazio signor Presidente. Per me è un grande onore prendere parte oggi a questa iniziativa. Vorrei per un minuto prestare la nostra attenzione all’Artico. Nell’Artico, per certe valutazioni, potrebbero trovarsi un quarto delle risorse inutilizzate del pianeta, cioè un territorio molto ricco, altrettanto importante dal punto di vista strategico e militare. Il Governo del Canada ora rivendica il diritto al Polo Nord, e il Primo Ministro ha incaricato il Governo di avanzare le proprie pretese sulle ricchezze minerarie e le riserve off-shore nell’Artico. Anche la Russia vuole lei riserve off-shore nell’Artico e persino, se ho ben capito, ha programmato di impiantare una scatola di titanio sul fondo dell’oceano. Molti Paesi guardano con interesse a quello che accade. Sarei interessato a conoscere la sua opinione in merito alle pretese del Canada.

E ancora una domanda. Il Governo critica attivamente la vostra azione, le azioni della Russia, il vostro approccio alla Crimea, che descrive in termini di “aggressività” e “imperialismo”. Come potrebbe commentare le parole del nostro Primo Ministro? Ha in programma di incontrarsi con lui in Francia per l’anniversario dello sbarco alleato? Grazie.

VLADIMIR PUTIN

Per ciò che concerne conversazioni e incontri, se non ci saranno cambiamenti da parte del padrone di casa Hollande, io verrò e non ho intenzione di sfuggire a nessuno, mi intratterrò volentieri con qualunque dei miei colleghi, compreso il Primo Ministro canadese. Sa, a volte rimango bonariamente sorpreso. Supponiamo che il Governo del Canada critichi la Russia. Dove si trova il Canada?, e dove sono Ucraina e Russia? Ovviamente tutto è possibile per ragioni di carattere planetario, ma credo che anche gli Stati Uniti siano lontanucci dall’Ucraina, e in Ucraina, un tale volume di interessi, di interessi nazionali, non ce l’ha né il Canada né gli Stati Uniti, solo la Russia.

Mi sono già espresso in merito, ma ve lo ripeterò una volta ancora: io penso che i nostri partner negli USA e in Europa abbiano impiegato metodi illegali e brutali in Ucraina inducendo un golpe di Governo e quindi minacciando i nostri fondamentali interessi, in termini di sicurezza così come di economia. Questo golpe anti-costituzionale fu seguito, e lo sappiamo bene, da tentativi di spogliare le minoranze etniche dei loro diritti linguistici al fine di far aderire il Paese alla NATO, il che significa un possibile impiego di truppe NATO, sistemi di attacco balistico e capacità di difesa missilistica. Noi ci saremmo trovati in un’ambiente radicalmente diverso, il che ci ha spinto a certi passi, inclusi quelli volti a supportare le aspirazioni del popolo di Crimea di annettersi alla Russia. Noi crediamo che davanti a tale politica di potere abbiamo mandato una risposta adeguata, secondo le stesse linee di attacco. Io spero che non succederà mai più una cosa simile, in nessun’altra circostanza o luogo. Tuttavia, l’ho già chiarito in risposta ad una domanda posta dal vostro collega spagnolo, e posso ripeterlo: noi sosteniamo apertamente che la posizione della Russia era l’unica opzione possibile e che la Russia ha agito in pieno rispetto della legge internazionale. Se non vado errato, l’articolo 1 paragrafo 2 della Carta dell’ONU recita che lo scopo delle Nazioni Unite è quello di assicurare il diritto delle nazioni all’auto-determinazione. Noi ci opponiamo vigorosamente ai tentativi di “giocatori” internazionali di interpretare le norme internazionali esclusivamente per adattarli alla loro agenda, basandosi sui particolari “interessi” in ogni specifico ambiente globale. In Kosovo hanno sostenuto che riconoscere il diritto di una nazione all’auto-determinazione era il modo giusto di procedere, mentre in Crimea hanno capovolto tutto e iniziato a parlare d’integrità nazionale, che è anche citata nella Carta dell’ONU. Dobbiamo trovare un modo di raggiungere un terreno comune, accordandoci nell’agire, in un modo o nell’altro, onde evitare di dire che bianco è nero e nero è bianco. Noi stiamo chiedendo una restaurazione del primato della legge internazionale negli affari globali.

Per quanto riguarda la posizione del Canada, che è tradizionalmente allineato con quella dell’Amministrazione USA, non siamo sorpresi. Siamo pronti ad una discussione, anche con il Primo Ministro. Abbiamo parlato di tanti problemi con lui in numerose occasioni. Se questa discussione è necessaria e da voi ricercata, siamo pronti.

Per quanto concerne l’Artico, ci sono alcuni meccanismi utilizzati in sede ONU, e con le previste procedure legali abbiamo recentemente ottenuto il riconoscimento dei diritti della Russia di alcune zone off-shore nell’ Estremo Oriente. Noi agiamo con metodi perfettamente legali, e là, nella regione artica, cercheremo di fare lo stesso. Se ha posto attenzione, abbiamo svolto trattative molto lunghe con i nostri partner e amici norvegesi per la spartizione off-shore dei mari del nord, del mare di Barens, per quasi dieci anni. Sono sempre questioni complicate, soprattutto quando si tratta di idrocarburi, e comunque siamo arrivati ad un compromesso che soddisfa mi pare ambo le parti, tanto che in quel caso siamo anche giunti ad una collaborazione economica. Mi pare che questa sia la via migliore da seguire per la soluzione di tutti i problemi nell’Artico. Ci sono molti altri strumenti di tipo squisitamente regionale. Li utilizzeremo per raggiungere consenso e comprensione reciproca.

Per quanto concerne la scatola sul fondo del Mar Glaciale Artico, questa non è un’azione di Governo, ma piuttosto un evento “emotivo”. Non ci vedo nulla di strano, Gli americani, a loro tempo, sono sbarcati sulla luna e sulla luna hanno messo la loro bandierina. Ma noi mica ci arrabbiamo e non sosteniamo che pretendono la luna. Grazie a Dio sviluppiamo la collaborazione nello spazio con gli Stati Uniti.

SERGEI MIKHAILOV

Grazie Vladimir Vladimirovich. Per un ultima domanda, un’agenzia anglo-irlandese con 150 anni di storia, la Press Association, e Clive Marshall, suo direttore. Prego Clive, la sua domanda

CLIVE MARSHALL

Signor Presidente, in questa settimana, a causa di quanto accaduto in Ucraina, i rapporti tra Gran Bretagna e Russia sono notevolmente peggiorati. Cameron ha detto che la Gran Bretagna dovrebbe tenersi pronta per il fatto che le relazioni con la Russia andranno sempre più deteriorandosi. Ha sostenuto le sanzioni, ha spedito aerei da guerra nella regione del Baltico, e il principe Carlo, la scorsa settimana, secondo alcuni informazioni, l’ha paragonata a Hitler. Un suo commento in merito?

VLADIMIR PUTIN

In questi casi mi viene in mente un buon modo di dire: “Ti arrabbi, allora ti sbagli”. Lo dica al Primo Ministro e al principe Carlo. Lui è stato più volte nel nostro Paese. Non ho sentito questa espressione. Se fosse vera, allora è ovviamente inaccettabile. Lo capirebbe da solo, ha avuto un’educazione. Conosco lui e i membri della famiglia reale. Questo non è un comportamento regale. Ma da qualche anno a questa parte, sono abituato a tutto. E io, nel mio lavoro, mi baso non su quello che dicono di me, ma sugli interessi del popolo russo. Spero che questi nostri colleghi, anche in Gran Bretagna, lo tengano presente, come tengano presente che noi nelle diatribe diamo e daremo primaria importanza alle fondamentali regole del diritto internazionale. Solo basandosi su di esse e comprendendole in forma univoca potremo risolvere i disaccordi.

Per quanto riguarda le questioni pratiche, penso che se i nostri partner nel Regno Unito saranno guidati, come lo sono io, da interessi nazionali, e non da altre considerazioni, tutto questo passerà abbastanza rapidamente, e continueremo a collaborare come prima. E magari potremmo anche pensare a come giungere a nuove frontiere in futuro, per poter collaborare sempre più proficuamente.

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di redazione (dal russo), Lorenzo de Vita e Roberto dal bosco (dall’inglese)

Fonte > 
Cremlino




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