La raffigurazione grafica prevede un cerchio interno con all’interno una doppia stella di Davide e di colore bianco che il sacro e distintivo dell’autorità spirituale e che in sé racchiude e fonde tutti gli altri colori. Poi in alternanza dal centro, troviamo una corona circolare di colore giallo che invece è il simbolo degli iniziati che sono inviati dall’autorità spirituale a tutti i vari popoli che stanno sulla terra. Dopo questa corona circolare ce n’è una di colore blu che il simbolo del potere economico finanziario. La parte più esterna troviamo l’ultima corona circolare di colore rosso, colore riservato all’autorità amministrativa. Quindi tutto è gerarchicamente e rigidamente subordinato all’autorità spirituale la quale riflette la luce che riceve dal transumano: tale luce non dà ordini precisi, ma piuttosto crea degli stati d’animo (états d’esprit) che poi le altre forze provvederanno a tramutare in progetti e strategie che fanno avanzare il mondo verso la realizzazione della Grande Opera e della Squadratura della Pietra Grezza.
In questa sontuosa ed ermetica rappresentazione dell’universo, notiamo che la politica è la parte più esterna, quella meno rilevante. Essa è soggetta a tutti e diventa una mera attività amministrativa: se riferiamo tali parametri a quello a ciò che oggi succede nel mondo, possiamo tranquillamente dire che da allora, il progetto di Saint-Yves ha fatto passi da gigante ed è arrivato alle battute finali. Lo svelamento o rivelazione attraverso l’intervento dell’autorità spirituale del nuovo ordine religioso mondiale. Esso sarà il trionfo del «Dio Buono», Lucifero ed il suo ritorno al cielo da dove era stato cacciato dal «Dio Cattivo», Adonai, ristabilendo finalmente sulla terra la mitica età dell’oro.
È cosa molto significativa che in questo poderoso ed affascinante mondo dominato dallo spirito puro, non c’è assolutamente più posto per la gente comune, quella « normale» la quale, già con il secolo dei lumi, diventa «Massa» o «Trascurabili» come invece la chiamava più acutamente Arthur Machen. Questi era un alto iniziato appartenente alla esclusivissima società Golden Down, la stessa a cui aderivano anche Edward Alexander (detto Aleister) Crowley ed Aldous Huxley. Machen era convinto che tutto il mondo dovesse essere letto in chiave teologica e che, di conseguenza, erano realtà soltanto i maghi e gli stregoni. (10)
Come siamo lontani da quel povero ed inutile cattolicesimo che sia Saint-Yves, sia l’abate apostata Paul Roca vorrebbero riportare agli splendori delle sue origini destrutturando il clero ed allontanandolo finalmente dalle spire asfissianti del papato romano.
L’ultima opera di Saint-Yves ad essere pubblicata fu Mission de l’Inde en Europe e dell’Europe en Asie, questo il titolo originale ma più comunemente conosciuta come Mission de l’Inde. In verità l’opera non fu mai veramente portato a termine completamente dall’autore. La prima edizione del 1881 fu prima ritirata dalla tipografia e poi distrutta, per misteriosi motivi, dal suo autore stesso e ne sopravvissero solo due copie che hanno permesso di ripubblicarla nel 1910 in maniera postuma. Saint-Yves sosteneva, a ragione, che i contenuti esposti in questo libro non sarebbero stati ben compressi al momento della sua stesura iniziale e che quindi dovesse trascorrere del tempo per essere compreso appieno fino in fondo. Guénon rimase letteralmente affascinato da questo libro e lo considerava senza dubbi, l’opera più rilevante di interessante del suo grande maestro. Ma anche lui era del parere che fosse stato pubblicato troppo presto: secondo la sua visione, essa doveva vedere la luce alla fine degli anni venti.
In questo saggio Saint-Yves descrive un misterioso centro iniziatico che designa con il nome di Agartha. Prima di lui nessuno, in Europa, aveva mai fatto menzione di questo posto misterioso ed affascinante e non era stato fatto nemmeno nessun accenno riguardante il capo di questa Agartha il Brahâtmâ: Guénon nella sua opera il Re del Mondo fa notare che sarebbe più corretto scrivere Brahmâtmâ parola che tradotta significa supporto delle anime nello spirito di Dio.
È necessario precisare che l’autore della Mission de l’Inde fu per lungo tempo in contatto con due sconosciuti misteriosi indiani i quali gli fornirono sicuramente informazioni preziose per la stesura del libro. Esisterebbe, quindi, un mondo sotterraneo, ctonico le cui ramificazioni si estenderebbero dappertutto sotto i continenti, sotto gli oceani ed attraverso il quale verrebbero a crearsi tutta una serie di invisibili comunicazioni tra tutte le regioni della terra. In questo mondo ctonico si sarebbe ritirato, in un’epoca lontanissima, un intero popolo formato da grandissimi saggi i quali non possedevano in sé solo la sapienza e la conoscenza di tutte le cose, ma anche, cosa molto più importante, i segreti dell’iniziazione, dell’esoterismo ed in definitiva della conoscenza delle cose dello spirito e di Dio stesso. Avrebbero quindi posseduto la conoscenza totale di tutto e di tutti: quindi sarebbero i possessori della gnosi, termine derivato dal verbo greco γνοσκο, che appunto significa conoscere. In questo posto sereno, lontano dal caos del mondo questo popolo continuerebbe a guardare, controllare questi segreti occulti ed inimmaginabili dai comuni mortali. Milioni e milioni di libri scritti in una lingua ormai persa, fissati in tavolette di un materiale a noi sconosciuto, conterrebbero tutti questi tesori immensi di intelligenza, di saggezza spirituale e materiale. Ci sarebbero fissati tutto il sapere scientifico, tecnico, morale, filosofico, teologico del passato, del presente ed anche del futuro dell’umanità. Ogni tanto da questo altissimo centro iniziatico, partirebbero in missione dei personaggi i quali uscirebbero, a seconda delle esigenze, da una delle porte di collegamento segrete, per compiere missioni importantissime, influenzando, in positivo, la crescita ed il progresso del genere umano in qualsiasi campo. Ma il resto dei contatti sarebbero tenuti esclusivamente per via telepatica, tra gli alti capi di questo mondo meraviglioso e vari personaggi che vivono sulla terra. Personaggi che verrebbero «ispirati» ed indotti ad agire da questa forza misteriosa e potentissima. Essi sarebbero scienziati, artisti, filosofi, sacerdoti, capi di Stato, alti iniziati o semplici ed incogniti fiduciari.
Quando, nel profondo della terra, in epoche e momenti precisi, ma a noi del tutto sconosciuti, si celebrerebbero i «Misteri Cosmici» chi ad esempio viaggiasse per i deserti o nelle sperdute steppe mongole, o avesse la ventura di trovarsi a passare vicino ad una di quelle misteriose porte di comunicazione tra il nostro e quest’altro mondo, sentirebbe improvvisamente l’impulso di fermarsi e perfino gli animali rimangono silenziosi ed immobilizzati da una forza sovrumana che si sprigiona vincendo tutto.
C’è chi, come Ossendowski (11), sostiene di aver personalmente assistito ad uno di questi momenti di generale raccoglimento. Secondo Saint-Yves esisterebbe anche un’isola oggi scomparsa, dove sarebbero vissuti uomini ed animali straordinari, migliaia di anni fa, e cita a sostegno di questa tesi il riassunto del Periplo di Iambulo scritto da Diodoro Siculo.
Il capo supremo dell’Agartha, secondo Saint-Yves, porta il titolo di Brahâtmâ. Egli ha per coadiutori il Mahâtma o rappresentante dell’anima universale ed il Mahânga simbolo di tutta l’organizzazione materiale del cosmo. I tre termini, ci dice Guénon, in una lingua sanscrita, designano dei principi e non sono applicabili ad essere umani se non in quanto rappresentanti di questi concetti. E qualora ciò dovesse avvenire sono collegati essenzialmente a funzioni e non ad individualità.
Ossendowski aggiunge che il Mahâtma può conoscere gli avvenimenti del futuro, il Mahânga dirige le cause di tali avvenimenti ed il Brahâtmâ può parlare a Dio faccia a faccia.
Al Brahâtmâ appartiene la pienezza dei poteri sacerdotali e regali che sono fusi insieme fin dai primordi e sono allo stato indifferenziato tra loro; ma nel momento in cui questi poteri si devono manifestare si distinguono e quindi il Mahâtma rappresenta il potere sacerdotale, mentre il Mahânga quello regale.
Nella nostra epoca e il Grande Iniziato è nascosto, dice Saint-Yves, ma il suo ritorno imminente.
La Sinarchia
Come abbiamo già avuto di dire, la creazione intellettuale e di sistemazione sociale, portata avanti da Saint-Yves d’Alveydre è proprio la Sinarchia.
Essa ha rappresentato anche la linea di frattura che ha spaccato l’unità di intenti della Massoneria creando due correnti importanti al suo interno: quella rappresentata dallo Scozzismo anglosassone e quella che invece prendeva le mosse dal solco delle teorie rosicruciane nate nel continente europeo.
Il primo filone sosteneva che la forma di governo delle cinque grandi aggregazioni sovranazionali, base del futuro unico Governo Mondiale, dovesse essere il federalismo repubblicano quindi basato su forme di repubblica presidenziale. I vari singoli stati, come avviene negli USA, mantengono una certa forma di autonomia e sovranità limitate ad una serie ben precisa di materie specifiche. Gli altri compiti, quelli che potremmo definire maggiori, sono demandati ad un governo federale le cui decisioni vincolano sempre e senza discussioni, quelle degli stati che gli sono gerarchicamente subordinati.
Il secondo filone, muove invece da presupposti diversi, in quanto diversa era la realtà di secoli di storia europea. La forma che sta alla base è il confederalismo. In questo ambito gli stati nazionali mantengono un grado di autonomia più marcato e restano comunque investiti di un potere ed un’autorità molto maggiori. Il modello di riferimento di questo schema era sicuramente il Sacro Romano Impero Germanico. I vari prìncipi sovrani si riunivano periodicamente nella Dieta di Francoforte all’interno della quale eleggevano il primus inter pares cioè l’Imperatore e siccome la nazione di maggior peso politico, militare e storico era l’Austria, il titolo di Imperatore spettava sempre all’Arciduca d’Austria, Re di Boemia ed Ungheria.
Il vincolo che teneva uniti i vari stati era molto più blando, spesso le grandi questioni politiche creavano spontaneamente un accordo tra i vari membri e la delega data all’Imperatore era accettato come naturale sbocco di questa rappresentanza, i membri della Dieta avevano Diritto di Veto.
Quando l’elettore del Brandeburgo, cioè il Re di Prussia, sostituì alla guida dell’aggregato sovranazionale, l’Arciduca d’Austria, nel 1867, dopo la sconfitta di Sadowa, la creazione di un soggetto nazionale unico, la Germania, richiese un tempo abbastanza lungo, la realizzazione di una nuova Zollverein (unione doganale) creò una situazione più vincolante e di maggior impegno, essendo venuto meno il Diritto di Veto che prima i vari stati, in quanto autonomi, avevano. Essa introdusse una nuova moneta comune, il Marco, che, naturalmente, rese immediatamente impossibile un governo dei singoli stati membri è l’unificazione di essi sotto una sola corona.
Ma la creazione degli Stati Uniti d’America avvenuta con concetti fondanti ed impostazioni esclusivamente massonici, l’enunciazione della dottrina di Monroe che sanciva il definitivo svincolamento del nuovo stato dalla vecchia Europa, crearono le condizioni per imporre il modello americano come prototipo dei vari nascenti cinque superstati base del Governo Mondiale. Ciò creò una frattura tra le Massonerie scozzesi anglosassoni e quelle rosicruciane europee abbastanza profonda, che fu un po’congelata in attesa di risolvere del tutto il problema al momento della creazione del super Governo Mondiale. Ognuno andò per la sua strada: gli europei si coagularono intorno all’asse delle Massonerie franco tedesche e portarono avanti il progetto Sinarchico; lo Scozzismo proseguì con il progetto federativo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la vittoria degli USA ed il ridimensionamento dell’Inghilterra, oltre che la sconfitta delle nazioni europee, il modello divenne soltanto quello federale che gli USA incarnano.
De Gaulle cercò di imporre il progetto sinarchico rosicruciano con l’Europa delle Patrie, ma il risultato ottenuto fu un solo riavvicinamento e rafforzamento, in Europa, dell’asse Parigi Berlino come perno dominante della costituenda Unione Europea.
Saint-Yves nel suo modo di interpretare il Governo Mondiale vede ognuno dei cinque agglomerati sovranazionali retti al loro interno da tre consigli, quindi, per l’Europa:
- Consiglio europeo delle chiese nazionali
- Consiglio europeo degli stati nazionali
- Consiglio europeo dei comuni nazionali.
Nella Mission des Souverains afferma:
«Il primo consiglio deve rappresentare la vita religiosa ed intellettuale vale a dire la saggezza e la scienza. Il secondo consiglio deve rappresentare la vita politica e giuridica vale a dire l’equità e la giustizia. Il terzo consiglio deve rappresentare la vita economica vale a dire la civiltà ed il lavoro» (12).
Il piano concepito da Comenius verso la metà del diciassettesimo secolo diventa più «tecnocratico»: secondo la visione di Saint-Yves l’autorità promana da un unico consiglio che riunisce e che fonde sia la cultura che la religione (Comenius prevedeva invece riguardo due ordini separati il Consiglio della Luce e quello della Chiesa Universale) mentre il governo politico diventa trinitario con l’introduzione di un consiglio economico sociale e tecnocratico come l’economia impone.
Saint-Yves inverte anche l’ordine di importanza gerarchica dei tre consigli: alla base della piramide l’economia, poi la politica , le due insieme formano (l’area del potere), al vertice della piramide pone il potere religioso (area dell’autorità).
Si riaffermava il principio di una società basata sul materialismo che racchiude l’uomo nello stato della produttività da ottenere ad ogni costo con ogni mezzo di sfruttamento globale dell’individuo, ma nello stesso tempo è un valore in quanto materializza e rappresenta solo i propri bisogni allontanando definitivamente l’uomo creatura dal suo creatore. Su tali basi economico, materialistiche, politiche è molto più facile costruire un’unità reale del continente europeo: se guardiamo quello che oggi è l’Europa che burocrati di Bruxelles stanno costruendo non ci pare molto distante da questa « divina Sinarchia». Sempre nella Missione dei Sovrani il grande iniziato chiarisce meglio il concetto: precisiamo che con il termine «comuni» egli intendeva parlare delle capitali dei vari Stati europei e così scrive:
«sono le capitali: Londra, Parigi, Bruxelles che si tratta di associare in un consiglio europeo prendendo come base la vita economica, unico mezzo per legare alla vita pubblica e restituirle al loro vero ruolo nazionale, come quello universale… Questi interessi economici sono oggi la vera base di ogni società nazionale. Nessuna politica, sia interna che estera, dovrà essere esercitata senza consultarli e ricevere una saggia precisa ponderazione» (13).
Questo, in ultima analisi, sia che si tratti di costituzione europea, o di diametro di miele, o di forma di canottiere o di mutande. A pagina 423 dello stesso testo aggiunge:
«È nella vita economica ed emporiocratica dei vostri popoli che dovete ricercare la base precisa, gli esatti fondamenti dell’edificio europeo che vi invito a costruire nel vostro interesse e quello delle nazioni…».
È chiaro che l’emporiocrazia è la chiave di volta del sistema. Questa parola così aulica e molto elitaria ne sottende un’altra che piano piano la soppianterà: tecnocrazia.
Questo termine sembra sia stato inventato, nel 1919, dall’ingegnere William H. Smyth, ma ha la sua consacrazione nella stesura del Patto Sinarchico per l’Impero francese del 1935, sono quindi i tecnici che assumono la responsabilità di guidare e condurre le funzioni amministrative politiche di un governo. L’economia soppianta definitivamente la politica che scade al mero ruolo di amministrazione, schiacciata da una autorità gerarchica superiore.
Nonostante la frase sia mascherata da un tono piuttosto paternalistico essa contiene una parte una latente minaccia: questa strada si percorrerà o con il consenso popolare o con la forza. Se guardiamo con attenzione agli avvenimenti degli ultimi tempi posti in essere per la gestione della crisi all’interno dell’area euro il tutto assume una fosca colorazione come se si fosse imboccato un sentiero senza ritorno e che nessuno assolutamente può mettere in discussione.
In questo tipo di sistema non c’è grande spazio per la democrazia, la libertà, l’uguaglianza: tutto si basa su un ferreo ordine gerarchico selettivo verticistica diretto e gestito esclusivamente da una élite d’illuminati. Chi non è un grande iniziato può aspirare soltanto ad un ruolo di gregario ruolo sempre meno importante, man mano che si scende verso i gradi più bassi della gerarchia. Chi non ne fa parte escluso dal «contesto sociale» al massimo, se non mostra segni di ribellione, può far parte di quella «massa indistinta» ed indifferenziata che svolge un lavoro precario, di nessuna soddisfazione, molto pesante e di nessun valore specifico. Il tutto, naturalmente, per un salario appena sufficiente per la sopravvivenza: l’unica cosa che più gli si può concedere è fruire liberamente, a tempo pieno, dei programmi emessi dalle varie emittenti televisive e dai vari media. In questo quadro nessuna garanzia può essere assicurata per quanto riguarda i famosi servizi sociali: malattia, maternità, congedi matrimoniali, riposi settimanali, ferie. Chi si ammala deve civicamente non pesare sulla collettività. Il riposo settimanale sarà allungato uno ogni 10, forse 15 giorni; congedi matrimoniali aboliti; maternità ridotta al minimo indispensabile massimo 10, 15 giorni, ferie ristrutturate e ridotte ad un punto minimo di una decina di giorni.
Anche per quanto riguarda la religione ci vogliono novità radicali: innanzitutto essa viene considerata allo stesso livello della cultura, della scienza e tutte le varie credenze si devono fondere in un’unica «vera nuova realtà religiosa» che comprenda e le unifichi tutte per permettere all’uomo, come diceva Comenius, di poter arrivare alla «Vera Luce ed al Vero Cristo».
Il Consiglio degli Stati è la forma di aggregazione che Saint-Yves ritiene più idonea per la dimensione sovranazionale europea. Tale forma aggregativa sovranazionale seguirà «de facto» la creazione della comunità economica del vecchio continente.
«La via economica vi darà la base, ma su di essa dovete elevare il Consiglio degli Stati Europei… Per “stato” intendo l’organismo gerarchico ed impersonale dei poteri pubblici in ciascuna nazione…» (14),
compito precipuo del Consiglio degli Stati è sostanzialmente quello di occuparsi ed indirizzare in maniera univoca certe aree di interesse comuni come la politica estera internazionale, creare un diritto comune con leggi di carattere generale valide per tutti gli stati membri. Vengono così create anche corti di giustizia sovranazionali, che obblighino gli Stati al rispetto delle normative comuni che sono recepite automaticamente il diritto dei singoli Stati, senza più l’approvazione dei singoli parlamentari nazionali. Quello che oggi stiamo costatando con leggi come il mandato di cattura europeo, o quelli sulla legalizzazione dei matrimoni tra omologhi di sesso sono soltanto l’avanguardia di tutta una serie di altre leggi che praticamente andranno a sovrapporsi, pena il riferimento all’alta corte di giustizia lo Stato inadempiente, miranti ad annullare le normative vigenti nei singoli Stati membri dell’unione. Questa è la realtà che, senza alcun avallo da parte dei popoli, viene imposta alla costituenda nuova aggregazione sovranazionale europea. Una piccola cerchia di burocrati ed eurocrati, non eletti, non nominati, ma solo assegnati a posti di responsabilità altissima stanno dirigendo i destini del continente europeo.
Consiglio delle chiese: chiariamo subito quali sono le chiese nazionali lasciando parlare in prima persona Saint-Yves:
«Con questa parola intendo: chiese nazionali, la totalità dei corpi insegnanti della nazione senza distinzione di corpi, di scienze, né di arte, dalle università laiciste, le accademie, gli istituti e le scuole speciali, fino alle istituzioni di tutti i culti riconosciuti dalle leggi nazionali, alla Massoneria nel suo duplice aspetto di culto e di scuola umanitaria, dalle scienze naturali, dalla geologia, dall’astronomia ed altre scienze umane, dall’antropologia alla filologia comparata, fino alle scienze divine, dalla ontologia alla cosmologia. Tale totalità dei corpi insegnanti di ciascuna nazione e ciò che si chiama la Chiesa nazionale…».
Dunque Chiesa, università, scienze umane, scienze teologiche, Massoneria sono tutte sullo stesso piano ed hanno la stessa valenza culturale. Così prosegue:
«in effetti al di fuori di questa concordanza gerarchica delle scienze e di questa pace sociale delle scuole, non possono esistere che settarismo, o elementi di divisione politica senza virtù di ortodossia, senza realtà di cattolicesimo senza autorità, come senza potenza creatrice di religione sociale».
Che per caso volesse mettersi al di fuori di questo sincretismo che mette sullo stesso piano scienza, università, teologia, religione automaticamente, per definizione, diventa un settario ed una sociale: uno che si mette ai margini della società sabotandone alla sua base l’ordine sociale: in parole semplici è un criminale.
Ma per non lasciare minimamente adito ad interpretazioni distorte Saint-Yves è ancora più esplicito:
«È questa la costituzione interiore delle chiese nazionali, in cui l’episcopato investito del potere degli apostoli non avrà che da consacrare la somma degli interessi veramente religiosi di ciascuna nazione senza discuterli. Sostengo che il papato sarà felice di prendere l’iniziativa di consigliare questa costituzione a tutte le nazioni europee del Cristo. Ma poiché il papato a Roma è posto sul piano etico di predominio clericale latino, risulta radicalmente impossibile che esso sia libero di esercitare ancora, in tal senso, il Sovrano Pontificato. Tutto ciò che si può sperare è che la maestà della tiara coronerà un giorno questo governo generale delle cristianità, il vertice della Chiesa universale posto a fondamento di tutte le chiese nazionali, questo edificio cattolico e ortodosso, quando sarà innalzato» (15).
Il brano è, come al solito, un po’ scuro per chi è un «profano» e risulta alquanto ampolloso e ridondante. Ma chi sa comprende! Il significato del messaggio che si vuol far passare, è però chiaro: la pietra d’inciampo per la realizzazione di questa «Grande Opera» resta sempre la figura del Cristo, la Chiesa sua sposa ed il primato che Gesù affida a Pietro nel momento della creazione della Chiesa stessa.
La figura di Cristo che qui viene abbozzata è quella massonica del «Cristo Umanità» o della Umanità che promanando da Cristo, viene divinizzata, tutto ciò molto lontano dal vero spirito evangelico e dalla predicazione che nostro Signore fece per la nostra salvezza».
Quando Saint-Yves parla di cattolicesimo non fa altro che prendere semplicemente in prestito la terminologia, per confondere le idee ai « profani», in realtà dà alla parola il significato di un sincretismo adogmatico e, potremmo dire, ecumenico che unisce tutte le forme religiose conferendo loro pari dignità. È quanto la Massoneria predica in materia. Ciò viene definita « ortodossia» cioè, in greco, othus doxé: fede diretta, vera fede. Il primato di Pietro è sostituito con la figura di un Papa che diventa il primus inter pares, in una specie di unione universale delle varie credenze religiose e sottomesso alle scelte degli altri consigli visti precedentemente.
Quindi tutto «Malgré Rome,contre Rome» come affermava l’apostata Roca. Per far trionfare la Sinarchia è necessario distruggere la Chiesa facendone implodere dal suo interno, infiltrando le idee di una nuova chiesa più aderente alle sue origini, più « aperta» alle istanze della società in grande perenne trasformazione. Via i vecchi riti, le anacronistiche e formalistiche manifestazioni esteriori, anche il rito della Santa messa deve subire sostanziali trasformazioni ed aggiornamenti.
Soprattutto basta con il proselitismo con la pretesa di considerare quella cattolica la sola unica vera fede.
Nel 1891 Roca scriveva:
«Ed ora quello che voi dovete perseguire è la penetrazione nel clero stesso delle vostre speranze»,
ed il 17 aprile 1907 San Pio X aggiungeva:
«E troppo ribelli non sono quelli che professano e ripetono, sotto forme insidiose e sottili, errori mostruosi sulla rivoluzione del dogma, sul ritorno alla purezza del Vangelo. Cioè al Vangelo depurato, come essi dicono, dalle spiegazioni teologiche, dalle definizioni dei concili ecumenici, dalle massime dell’ascetismo. Sulla emancipazione della Chiesa, secondo loro nuova, senza rivoltarsi contro di essa per non essere cacciati, senza però nemmeno sottomissioni per non rinunciare alle proprie convinzioni. Infine sul modo di adattarsi ai tempi presenti in tutto, nella maniera di parlare, di scrivere e di predicare una carità senza fede, molto indulgente nei confronti dei miscredenti, ma che spiana a tutti la strada della rovina eterna».
Il pericolo era ed è incombente minaccioso e le parole pronunciate nel 1953 dal cardinale Feltin cadono come macigni sulle nostre addormentate menti:
«… Si servono dei preti dotati di una forte santità di spirito, i quali non dimentichino mai che i nemici della Chiesa sono sempre in piedi ed all’erta, anche se momentaneamente tacciono. Non devono mai dimenticare che la Massoneria continua a lavorare ed a prepararsi per lanciare contro la Chiesa sempre nuove e più violente offensive».
Il grande ed ai più, il più sconosciuto Saint-Yves d’Alveydre muore il cinque febbraio 1909 a Pau ed il suo nome compare nell’enciclopedia delle sette di Christian Plume e Xavier Pasquini come una delle figure di maggior rilievo dell’esoterismo del XIX secolo: inutile è ricordare, ancora una volta, che fu il padre spirituale di personaggi come René Guénon, Rudolf Steiner e Schwaller de Lubicz, Roca, oltre che al suo discepolo più fedele e prediletto Gerard Encausse detto Papus.
Egli oggi, può essere soddisfatto guardandolo stato avanzato a cui la sua costruzione teorica è arrivata. Quasi tutto è stato realizzato, mancano ancora alcuni traguardi da conseguire, ma la realizzazione della «Grande Opera» ha sempre richiesto tempi lunghi e grande pazienza. Ma agli epigoni e seguaci del grande settario, così sicuri e pieni della loro tronfia e superba sicurezza, sta sfuggendo una cosa: Dio, Padrone e Signore della storia sta imponendo una formidabile accelerazione temporale agli avvenimenti ed alla fine l’ultima parola sarà sempre la sua. Quindi il male non avrà a sua disposizione ancora tanto tempo ed alla fine le parole di speranza e di sicurezza di Cristo troveranno il loro compimento e «Portas Inferi non praevalebunt».
(fine)
Luciano Garofoli
• Parte I
1) Pierre Virion: op. cit. pag 31.
2) La citazione è di Henri-Charles Peuch, evidenziata a pag. 157 di Epiphanius: Massoneria e Sette Segrete, op. cit. pag. 157.
3) Le stesse identiche tecniche verranno usate dalla propaganda socialista, comunista ed anarchica con gli stessi identici fini: si deve far sognare la gente, coinvolgerla con la potenza sognante di un idealismo iperbolico, che fa da vernicetta coprente gli orrori e le nefandezze più spietate poste in essere dai regimi del “socialismo reale”.
4) Sembra quasi che sia un medium a parlare, o un invasato che presta se stesso ad uno spirito superiore. O meglio è forse un pontifex tra questo spirito divino e la “ profana” umanità negletta.
5) Epiphanius: Op. Cit., pag. 163.
6) Louis Daménie: La Tecnocrazia. Ed. Il Falco, Milano, 1985, pag. 66.
7) Pierre Mariel: Les Francs-Maçons en France, Ed Marabout, 1969, pag. 82.
8) Ricordiamo che uno dei riti massonici più antico è proprio quello dell’Ark Royal o Arco Reale.
9) Per Guénon, da un punto di vista spirituale, il popolo non esiste. Del resto il concetto stesso di popolo è in contraddizione con l’elitarismo iniziatico predicato dal cantore francese della tradizione.
10) Pauwels e Bergier: Il mattino dei maghi, pag. 281.
11) Ferdynand Ossendowski (Ludza, 27 maggio 1876 – Żółwin, 3 gennaio 1945) è stato uno scrittore, giornalista, esploratore, attivista politico polacco, membro dell'Accademia di Francia. Ingegnere minerario al servizio dello zar, sfuggì alla cattura da parte dell’Armata Rossa. Compii un lunghissimo viaggio che lo portò a toccare India, Mongolia, Tibet e Cina. Si unì all’Armata Bianca comandata dal barone Roman von Ungern-Sternberg con il quale visitò molti monasteri lamisti, ed assistette a grandi fenomeni paranormali. Dopo infinite peripezie riuscì ad imbarcarsi per gli Stati Uniti e da qui ritornare in Europa. Fu autore di vari testi tra cui il famosissimo Uomini, Bestie, Dei che ispirò a Guénon il suo Il Re del Mondo, nel quale racconta le strabilianti avventure e gli avvenimenti prodigiosi di cui fu spettatore.
12) Mission des Souverains pagg. :417 e seguenti.
13) Missione dei Sovrani: pag 418.
14) Missione dei Sovrani: pag. 425.
15) Missione dei Sovrani: pagg. 433, 434.