Il grandioso progetto di Dio
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Come anche ci illustra la Divina Commedia con i suoi gironi, cornici e cieli, l’uomo può scegliere di votarsi al male o al bene secondo diversi gradi o modi. Può votarsi al male ignorando la Volontà di Dio, trascurandoLa, disconoscendoLa, opponendosi ad Essa. Così può votarsi al bene: rassegnandosi alla Volontà di Dio, accettandola semplicemente, conformandosi o unendosi ad Essa. Nel secolo scorso la serva di Dio Luisa Piccarreta ha insegnato un modo nuovo di fare la Volontà di Dio.

Luisa nacque a Corato in provincia di Bari il 23 aprile 1865. Fin dalla più tenera età ebbe visioni e fu tormentata dallo spirito del male e nella solitudine ricorreva alla preghiera ed implorava incessantemente la Vergine Santissima di essere liberata da tali sofferenze. La sua prima infanzia trascorse così, afflitta e malinconica, nemmeno allietata dai semplici ed innocenti giochi che fanno solitamente i bimbi. La Divina Provvidenza la conduceva per tali sentieri misteriosi in modo che Luisa non conobbe nessuna gioia, fuorché Dio e la sua Grazia. Infatti il Signore le dirà un giorno:

«Senti, Io girai e rigirai la terra, guardai una per una tutte le creature per trovare la più piccola fra tutte; fra tanti trovai te, la più piccola fra tutte, la tua piccolezza mi piacque e ti scelsi, ti affidai ai miei angeli affinché ti custodissero, non per farti grande, ma perché custodissero la tua piccolezza, ed ora voglio incominciare la grande opera del compimento della mia Volontà. Né con ciò ti sentirai più grande, anzi la mia Volontà ti farà più piccola e continuerai ad essere la piccola figlia del tuo Gesù, la piccola figlia della mia Volontà» (volume XII, 23 marzo, 1921) (1).

«La voce di Gesù portava Luisa al distacco completo di se stessa da tutti e da tutto; a tale scopo, le diede come modello la vita umile, occulta e silenziosa della Divina Famiglia di Nazareth. A tredici anni Luisa, mentre si trovava in casa, sentì un chiasso enorme che veniva dalla strada, incuriosita si affacciò  al balcone. Una terribile visione si presentò davanti ai suoi occhi: la strada era affollatissima di gente, che inveiva, di soldati armati che, frenando la folla, conducevano tre prigionieri e, tra questi, Luisa riconobbe Gesù, che portava la croce sulle spalle. Afflitta e terrorizzata Luisa contemplava questo triste corteo, ma quando il Divino Condannato fu sotto il suo balcone alzò il capo e disse: ‘Anima, aiutami!A quella scena Luisa lanciò un grido e perdette  i sensi. Fu questo avvenimento straordinario che segnò per Luisa una svolta decisiva nella sua vita perché fu in quel giorno che accettò il suo stato di vittima in espiazione per i peccati degli uomini» (2).

Qualche anno dopo, ancora adolescente, accettò di vivere come vittima del Divino Amore, crocifissa in un letto per oltre sessant’anni, umile e nascosta terziaria domenicana. Ma quello di vittima di espiazione, per riparare con la sua vita e la sua sofferenza i peccati dell’u­manità, efficace e conti­nuo parafulmine presso la divina Giustizia, non fu il suo solo ufficio.

In questo primo ufficio, Luisa si trova in compagnia di molte altre anime. Nel secondo, Luisa ha un compito inedito, unico e irripetibile: ricevere e vivere le meravigliose verità che riguardano la Divina Volontà, per poi trasmetterle alla Chiesa. Con lei inizia una nuova generazione di figli della Luce, i figli della sua Divina Volontà, come le dice Gesù. Con lei incomincia una catena damore, una catena di anime chiamate a vivere nella Divina Volontà.

Gesù stesso le spiegò che, come un’altra sua Umanità, lei aveva i suoi stessi uffici:

«Diletta mia, finora hai occupato presso di Me lufficio che ebbe la mia Umanità in terra. Ora voglio cambiarti lufficio, dandotene un altro più nobile, più vasto: voglio darti lufficio che tenne la mia Volontà nella mia Umanità. Vedi comè più alto, più sublime? La mia Umanità ebbe un principio, la mia Volontà è eterna; la mia Umanità è circoscritta e limitata, la mia Volontà non ha limiti né confini, è immensa. Ufficio più nobile e distinto non potevo darti» (17 marzo 1921).

«Figlia mia, non temere: non ti ricordi che occupi doppi uffici, uno di vittima, e laltro ufficio più grande, di vivere nel mio Volere, per ridarmi la gloria completa di tutta la Creazione?» (20 settembre 1922).

Per questo Gesù le disse: «La tua missione è grande, perché non si tratta della sola santità personale, ma si tratta di abbracciare tutto e tutti e preparare il Regno della mia Volontà alle umane generazioni» (22 agosto 1926).

Il  Santo  Annibale Maria Di Francia scrisse di lei: «Nostro Signore, che di secolo in secolo accresce sempre di più le meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita da ogni istruzione, abbia voluto formare uno strumento adatto per una missione così sublime, che nessunaltra le si possa paragonare, cioè il trionfo della divina volontà sulluniverso orbe, in conformità con quanto è detto nel Pater Noster: fiat voluntas tua, sicut in coelo et in terra».

Gesù stesso le rivela  che lei, la più piccola delle creature, ignorante ed incolta - non aveva terminato la seconda elementare - avrebbe dato inizio ad una nuova spiritualità: vivere  il Volere Divino operante nella creatura ed essa nel Volere di Dio: «In tutte le santità ci sono stati sempre i santi che per primi hanno avuto linizio di una specie di santità; sicché ci fu il santo che iniziò la santità dei penitenti, laltro che iniziò la santità dellubbidienza, un altro quella dellumiltà, e così di tutto il resto delle altre santità. Ora linizio della santità del vivere nel mio volere voglio che sia tu» (Luisa Piccarreta ,volume XII, 27 novembre 1917).

E a Luisa, che protestava: «Amor mio, Gesù, possibile che dopo tanti secoli di vita della Chiesa, che ha messo fuori tanti santi (e molti di questi hanno fatto stupire Cielo e terra con le loro virtù e meraviglie che hanno operato), non dovevano questi operare tutto nel Divino Volere, in modo da formare questo piano divino che Tu dici? Stavi aspettando proprio me, la più inabile, la più cattivella ed ignorante, per fare ciò? Pare proprio incredibile!».

Gesù le replica: «Senti, figlia mia, la mia sapienza ha mezzi e vie che luomo ignora e che è obbligato a piegare la fronte ed adorarla in muto silenzio, e non sta a lui dettarmi legge, chi debbo scegliere e il tempo opportuno che la mia bontà dispone. E poi, dovevo prima formare i santi che dovevano rassomigliarmi e copiare in modo più perfetto, per quanto a loro è possibile, la mia Umanità, e questo lho già fatto. Ora la mia bontà vuole passare oltre e vuol dare in eccessi più grandi damore, e perciò voglio che entrino nella mia Umanità e copino ciò che faceva lanima della mia Umanità nella Divina Volontà. Se i primi hanno cooperato alla mia Redenzione di salvare le anime, di insegnare la legge, di sbandire la colpa, limitandosi nei secoli in cui sono vissuti, i secondi passeranno oltre, copiando ciò che faceva lanima della mia Umanità nella Divina Volontà, abbracceranno tutti i secoli, tutte le creature, ed elevandosi su tutti metteranno in vigore i diritti della Creazione che spettano a Me e che riguardano le creature, portando tutte le cose alla prima origine della Creazione e allo scopo per cui la Creazione uscì. Tutto è ordinato in Me; se la Creazione la misi fuori, deve ritornarmi ordinata, come uscì dalle mie mani. Già il primo piano degli atti umani cambiati in divini nel mio Volere fu fatto da Me. Lo lasciai come sospeso e la creatura nulla seppe, meno che la mia cara e indivisibile Mamma, ed era necessario. Se luomo non sapeva la via, la porta, le stanze della mia Umanità, come poteva entrarvi dentro e copiare ciò che Io facevo? Ora è giunto il tempo che la creatura entri in questo piano e vi faccia anche del suo nel Mio. Che meraviglia è che ho chiamato te per prima? E poi, è tanto vero che ho chiamato te per prima, che a nessunaltra anima, per quanto a Me cara, ho manifestato/il modo di vivere nel mio Volere,/gli effetti di Esso, le meraviglie e i beni che riceve la creatura operante nel Volere Supremo. Riscontra quante vite di santi vuoi, o libri di dottrina: in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella creatura e la creatura operante nel Mio. Al più troverai la rassegnazione, lunione dei voleri, ma il Volere Divino operante in essa ed essa nel Mio, in nessuno lo troverai. Ciò significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun altro. Perciò sii attenta: la mia giustizia lo vuole esigere, il mio amore delira; perciò la mia sapienza dispone tutto per ottenere lintento. Sono i diritti, la gloria della Creazione, ciò che vogliamo da te» (volume XIV, 6 ottobre 1922).

Senza voler anticipare il giudizio della Chiesa, di cui conosciamo però i prodromi, avendola proclamata serva di Dio e avendo dato inizio al processo di canonizzazione, il Padrone di casa non può forse scegliere i modi e i tempi per portare a compimento il piano divino, il proprio piano.

E del resto sono molti i passi delle Scritture, che alla luce degli scritti di Luisa, acquistano in nuovo significato: San Paolo già annunciava «Io vivo, ma non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me. (Galati 2,20) E Gesù nel Vangelo afferma i suoi diritti: «Ed egli disse loro: ‘Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche’» (Matteo 13, 52).

La serva di Dio Luisa non scrisse per amore di scrittura o per amore di protagonismo. Che anzi fu estremamente restìa a dettare o a mettere per iscritto il frutto delle sue prolungate notturne contemplazioni, dei suoi amorosi dialoghi col suo sposo Gesù. Cedette solo all’obbedienza dei suoi confessori, primo tra i quali il sacerdote don Gennaro De Gennaro, delegato dall’arcivescovo di Trani, monsignor De Stefano (1898-1906): questo sacerdote  intuendo il lavorìo interno di Dio su quest’anima, le ordinò categoricamente di mettere per iscritto tutto ciò, che la Grazia Divina operava in lei. Nonostante sapesse appena leggere e scrivere, Luisa Piccarreta cominciò il 28 febbraio 1899 a scrivere il suo diario, che consiste in un manoscritto, raccolto in 36 volumi.

L’ultimo capitolo fu scritto il 28 dicembre 1938, quando le fu ordinato di non scrivere più.

L’ortodossia dei suoi scritti fu vagliata da un santo: padre Annibale Maria Di Francia (Messina,  1890 - 1927), suo confessore, promotore delle prime pubblicazioni e censore de LOrologio della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e dei  primi diciannove volumi del suo diario spirituale. Padre Annibale, proclamato santo nel 2004, diede il Nulla osta per i primi 19 volumi, al quale si aggiunse l’imprimatur dell’arcivescovo monsignor Giuseppe Maria Leo. E proprio in spirito d’obbedienza, come aveva cominciato a scrivere, così  smise.

Nel 1938  tre dei suoi scritti furono messi all’Indice (3); quando seppe della condanna del Sant’Uffizio, Luisa si sottomise subito al giudizio dell’autorità della Chiesa, consegnando all’incaricato romano tutti i diari manoscritti (ed ancora oggi conservati negli archivi vaticani) e riprovando lei stessa gli scritti pubblicati, anche senza saperne i motivi, che non furono mai esplicitati. Le richieste di chiarimenti, per togliere ciò che la Suprema Congregazione del Sant’Uffizio considerasse contrario alla sana dottrina della fede, e così poter continuare le pubblicazioni che tanto bene facevano, non furono accolte, forse perché niente c’era di non conforme alla fede cattolica!

Ma talvolta il diavolo dimentica i coperchi: nel 1991 fu beatificato il padre Annibale Maria di Francia e furono approvati dalla Chiesa i suoi scritti tra cui le prefazioni alle opere di Luisa, che lo stesso santo aveva pubblicato e approvato con il suo Nihil obstat. In questo modo monsignor Giuseppe Carafa poté impostare il processo di beatificazione di Luisa Piccarreta che iniziò ufficialmente il 20 novembre 1994, festa di Cristo Re.

Il 30 gennaio di 1996, dopo 58 anni, furono resi disponibili gli scritti di Luisa. Alcuni tra i membri del Tribunale della Causa di Beatificazione di Luisa Piccarreta ebbero l’autorizzazione dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede di fare copie degli scritti originali che si trovavano negli Archivi Segreti Vaticani, e così  servirsene.

L’arcivescovo monsignor Cassati, ebbe l’autorizzazione dall’allora cardinale Joseph  Ratzinger per ottenere fotocopia dei trentasei quaderni autografi della serva di Dio - ritirati nel 1938 dal suddetto Dicastero - e nominò alcuni insigni teologi per il riesame di tali scritti e per un giudizio sull’ortodossia del pensiero di Luisa, da allegare agli atti processuali. Il 29 ottobre 2005, con una solenne cerimonia nella Chiesa Matrice di Corato, l’arcivescovo di Trani, monsignor Giovanni Battista Pichierri, concluse la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio, trasmettendo gli atti al competente dicastero della Santa Sede per il prosieguo dell’iter canonico.

Nel  ventesimo secolo, saeculus horribilis, gli scritti di  mistiche come santa Faustina Kowalska,  Maria Valtorta e Luisa Piccarreta sono stati posti all’indice, potremmo dire in maniera surrettizia.  Mistiche che hanno sempre dimostrato la loro ubbidienza alla Chiesa in maniera eroica. Gli  scritti della serva di Dio Luisa Piccarreta, di cui ci occupiamo,  vevano già superato il giudizio dell’arcivescovo di Trani e di un censore della levatura di un santo. Ma furono posti all’indice e dimenticati nell’archivio dell’ex Santo Uffizio. Certo le sue meditazioni mettevano troppo in cattiva luce i giudei - basta ad esempio leggere Lorologio della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo» -scritto per ubbidienza a Sant’Annibale - dove, ad esempio, Pilato cerca in ogni modo di salvare Gesù ma poi per debolezza ed ambizione cede alla pertinacia dei Sinedriti (4).

La Divina Provvidenza ha permesso che le sue rivelazioni abbiano continuato a portare frutto: seguono la spiritualità indicata da Luisa tanti suoi figli spirituali. Tanti anelli stanno costruendo la catena d’amore delle anime chiamate a vivere nella Divina Volontà.

Uno di questi, che si firma «un miserabile peccatore», è andato, credo, non  molto lontano dal comprendere  il Grandioso progetto del Padre:

«... vivendo nella Sua Volontà ogni cosa compiuta da Gesù in noi è come se lavessimo veramente compiuta noi, ma ogni Sua azione in noi compiuta ed ogni più piccolo frammento di essa ha valore infinito’, ed accetta queste azioni e questi frammenti di infinito da Lui compiuti in noi, come se noi, e non Lui, fossimo stati capaci di generarevalori infiniti. Questo è il vertice della realizzazione del Grandioso Progetto del Padrenelle sue creature. Ogni azione, così realizzata, è la sola che dà gloria al Padre. Ma la realizzazione di questa opera perfetta può avvenire solo nella consumata comunione col Cristo, perché solo Lui può realizzare questo meraviglioso miracolo damore divino» (5).

Alfonso Marzocco

 


1) Luisa Piccarreta, Diario  autobiografico, 36 Volumi, da Gesù intitolati: «Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Libro di Cielo. Il richiamo della creatura nellordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio».
2)
Bernardino Giuseppe Bucci, Luisa Piccarreta: La Piccola Figlia della Divina Volontà, Trinitapoli, 1980.
3)
Lorologio della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, con aggiunta un Trattato sulla Divina Volontà; Nel Regno della Divina Volontà (era un riassunto dei primi quattro volumi); La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà.
4)
Sedicesima Ora: «Egli (Pilato), nel vederti così malamente ridotto e vestito da pazzo e che neppure Erode Ti ha condannato, resta più indignato contro i giudei e si convince maggiormente della tua innocenza e di non condannarti. Ma volendo pure dare qualche soddisfazione ai giudei, quasi per smorzare lodio, il furore, la rabbia e la sete ardente che hanno del tuo Sangue, Ti propone alla loro scelta insieme con Barabba…».
5)
Il Grandioso progetto del Padre (primo libretto), quarta edizione, www.ilgrandiosoprogettodelpadre.it


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