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Mappe genetiche: Big Farma fa ricerca. A spese vostre
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La grande promessa della ricerca sul DNA e sulle cellule staminali - come ci ripetono continuamente i Veronesi e i radicali - è che si possa arrivare alla «medicina su misura» individuale. Non ci siamo ancora. Ma molto, molto presto, ci promettono, basterà farsi mappare il proprio DNA per scoprire, prevenire, e curare le malattie che vi colpiranno sicuramente in base al vostro personale profilo genetico. Vi costruiranno i farmaci su misura, arriva la medicina personalizzata, è la soluzione di malattie incurabili, eccetera, eccetera.

Ciò che non vi dicono, è che il 98% delle patologie e cause di morte non dipende dai vostri geni, ma dai vostri comportamenti, dalla vostra condizione economica e sociale e dall’ambiente (microbi, inquinamento, clima). Il vostro medico potrà prevedere i vostri disturbi se gli dite che fumate 40 sigarette al giorno, o bevete un litro di vino, meglio che la mappa scientifca del vostro DNA. Proprio perchè le malattie sono per lo più ambientali, sociali e comportamentali, la prevenzione è possibile.

La mappa serve solo in alcune, rarissime malattie dette «monogenetiche», quelle in cui una singola variazione genetica porta necessariamente ad una specifica patologia. E in questo caso, farvi mappare il DNA non serve: la patologia si mostra da sè, conclamata, come il mongolismo.

E invece, con enorme grancassa pubblicitaria, sta crescendo in USA un nuovo mercato: centinaia di ditte di bio-ingegneria offrono «direttamente al consumatore» kit per test genetici a pagamento che vi promettono di dirvi tutto - o qualcosa - sulla vostra salute.

Per esempio, la Consumer Genetics vi offre una mappatura semplice che vi dirà in quanto tempo metabolizzate la caffeina. Utilissimo, se già non l’avete scoperto da un’insonnia alle 3 del mattino per aver ceduto a un espresso dopo-cena.

La GeneLink vi offre di mappare il vostro DNA a pagamento per scoprire «la varianza di geni responsabili delle rughe e dell’invecchiamento della pelle»; essenziale se il test davanti allo specchio, poco tecnologico, non vi ha già informato. La GeneLink vi offre anche, dopo, specifici  cosmetici tagliati sulla vostra misura - così sostiene almeno - per un ridicolo migliaio di dollari.

NicoTest è un’altra offerta speciale: una goccia del vostro sangue vi dirà quanto siete dipendenti dal fumo (il vostro tabaccaio lo sa già, e anche la vostra bronchite). Salugen Inc promette la mappa genetica dei geni che sono colpevoli dei «disordini nutrizionali», e vi vende poi un prodotto-miracolo per la perdita di peso, battezzato GenoTrim. La Cygene Direct vi offre la possibilità di sapere il vostro potenziale atletico, che avete iscritto nei geni - e forse già nei muscoli doloranti dopo la partitella «scapoli contro ammogliati».

Come si vede, l’altissima ricerca medico-scientifica che promette (domani, molto presto) di consegnarvi il segreto della salute immacolata e della longevità quasi eterna, tende  per ora a quello che alcuni scienziati hanno chiamato «Genomica Ricreativa»: che non serve a niente, ma è divertente.

La IBM insieme al National Geographic offre di mapparvi il DNA, onde possiate sapere - pagando dollari 99,95 - dove abitavano i vostri antenati 40 mila anni orsono. Un’altra ditta fa il suo marketing per i negri: per 349 dollari, promette di metterli a conoscenza della loro «african ancestry».

Costa alquanto di più il test fai-da-te offerto dalla ScientificMatch.com (lo comprate su internet): dollari 1.995; ma per una mappatura ripetibile a vita, e poi chi non spenderebbe per una vita sessuale felice? La ditta infatti comparerà la vostra mappa genetica con quella del vostro partner del momento, e vi dirà se la coppia «funziona»; inoltre, scannerizzando dei geni responsabili dell’immunità, vi dirà se avrete figli, sani con forte sistema immunitario. Naturalmente non dovete chiedervi come mai, se il partner è geneticamente «giusto», vi fanno pagare per una vita?

Oggi i partner, anche «giusti», si cambiano spesso: malattia socio-ambientale-comportamentale del mondo post-moderno, su cui la genetica può far poco.

I prezzi di questi kit variano da 99,95 ai 2.500, con una media di 600 dollari. Ma c’è gente che spende di più per un telefonino. E infatti, nella pubblicità, la mappatura del vostro personalissimo DNA è magnificata come qualcosa «che dovete essere i primi ad avere», l’ultima moda del consumismo scientifico per chi ha già tutto. E questo I-Pod biologico avanzato viene presentato - secondo uno scientismo riduzionista fra i più rozzi - come la mappa certa del destino, il vostro oroscopo «vero», che vi determina necessariamente.

Uno degli slogan proclama: «I miei geni. La mia salute. La mia vita. La mia guida». Basta con lo psicanalista, la cartomante, o men che meno il confessore: adesso «la mia guida» è il laboratorio determinista Genentech.

La cosa si sta diffondendo tanto che il professor Richard Lifton, presidente del dipartimento di genetica a Yale, si allarma: «Entro vent’anni ognuno avrà la sua mappa del DNA personale, da cui apprenderà che ha  il 5% di rischio di sviluppare dieci malattie, e il 2% di sviluparne altre venti. Tutto questo non migliorerà la salute, ma aumenterà i malati immaginari e le nevrosi».

Il che è un altro modo per dire che la relazione tra la sanità e i geni è così vaga o ancora poco conosciuta, che la mappatura del DNA significa, per l’uomo della strada, pressochè nulla. Ma significa qualcosa per le aziende che propongono i kit.

Lo ha scoperto il gruppo canadese ETC (Action Group on Erosion, Technology and Concentration),  fatto di scienziati che sorvegliano volontariamente le novità scientifiche potenzialmente pericolose (1). Ora che la prima fase degli studi sulla «variazioni genetiche» è quasi completata nel gran mondo degli specialisti, le ditte sono passate alla fase ulteriore: associare determinati profili genetici (genotipi) con determinati «profili sanitari» (fenotipi clinici), sperando di scoprire la relazione - che evidentemente continua a sfuggire - fra caratteristiche di un DNA e certe patologie da, eventualmente, prevenire o almeno scoprire in  fase precoce.  Per poi brevettare il tutto, naturalmente.

Per questo, le ditte hanno bisogno di raccogliere i dati di centinaia di migliaia di persone in carne ed ossa, con la loro storia clinica: proprio perchè una singola mappa genetica dice poco o nulla di significativo, hanno bisogno di milioni di mappe, per elaborarle statisticamente e vedere se ne risulta una «tendenza». Uno screening di massa di tali proporzioni costerebbe un occhio della testa. A volerla fare in modo veramente scientifico, la sequenza genetica completa di una persona costa sui 350 mila dollari (tanto chiede la Knome, una ditta «for-profit» creata congiuntamente da Harvard e dal MIT); e anche più costose sono le difficoltà giuridiche e politiche di una simile impresa, che dovrebbe garantire a milioni una «privacy» sui propri dati, ben lungi dall’essere garantita in ogni caso.

Così, le aziende hanno ripiegato su esami più semplici e sommari, che identificano solo alcune varianti genetiche di ciascuno; e per scaricarsi anche da questa spesa, li hanno messi in commercio. Invece di pagare le loro cavie umane perchè si sottopongano ai test, stanno ottenendo che siano le cavie a chiedere e pagare volontariamente il grande esperimento clinico in corso, e a dare il loro consenso dis-informato al «trattamento dei dati». L’operazione di marketing che ha imposto la moda della mappa genetica dev’essere costata un po’, ma si ripaga da sè e con profitto.

Secondo ETC, se tutti coloro che nel mondo hanno un telefonino ultimo modello si facessero fare la mappa DNA, il «mercato» globale per questo genere di «prodotto» sarebbe di 730 milioni di dollari; e sta crescendo del 20% l’anno. Presto arriverà anche in Italia.

Non è bellissimo? Corriamo a comprare il kit prima che se lo procuri il collega: siamo uomini o consumatori? Cavie, ma lo sapevamo già.




1) «Direct-to-Consumer DNA Testing and the Myth of Personalized Medicine: Spit Kits, SNP Chips and Human Genomics», ETC Group, 3 marzo 2008. La maggior parte dei kit in commercio  richiede un po’ di saliva del cliente o della cavia, da cui il titolo «psit kits» (kits dello sputo).
L’ETC ironizza sulle «grandi aspettative» (great expectations) relative alla medicina genetica, che si traducono per ora in «great expectorations».


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