13 Maggio 2011
Parto da un fatto che forse non tutti conoscono: il modo in cui i 15 membri della Corte Costituzionale si ritagliano privilegi indebiti. Quando uno di loro si avvicina alla scadenza del suo mandato, gli altri colleghi, in modo cordialmente bipartisan, lo nominano presidente della medesima Corte. Lo scopo è di farlo andare in pensione con il massimo dello stipendio (500 mila euro annui anzichè i 416 mila dei membri comuni) e quindi della pensione, più liquidazione astronomica (1), più gli infiniti altri privilegi che spettano ai presidenti emeriti, fra cui l’autoblù a vita con due autisti, cellulare pagato senza limiti, computer, telefono gratis anche nell’abitazione privata, tessera per circolare gratis in autostrada e sui treni, eccetera, eccetera. Di solito un neo-presidente della Corte Costituzionale resta in carica 4-6 mesi, poi esce carico di tesori lasciando il posto al prossimo. Il giro è piuttosto vorticoso, tant’è vero che abbiamo in giro almeno una quindicina di presidenti emeriti, arricchiti a nostre spese finchè campano, e dotati di deplorevole tendenza alla longevità.
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