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Addetti della Croce Rossa Internazionale, riusciti ad entrare nel quartiere di Zaytun a Gaza con quattro ambulanze della Mezzaluna Rossa, hanno trovato quattro bambini, troppo deboli per stare in piedi, accanto al cadavere della loro madre, in una casa che conteneva 12 corpi.

Lo afferma un comunicato ufficiale dell’International Committee della Croce Rossa, che chiede formalmente a Israele di consentire l’immediato accesso a Gaza della Croce Rossa stessa, date le scene «traumatiche» di cui i suoi addetti hanno testimoniato (1).

In altre case vicine il personale della ICRC ha visto altri feriti ed altri tre cadaveri. I soldati israeliani posizionati nei pressi della casa hanno ingiunto al gruppo di soccorritori di abbandonare la zona: ordine a cui il gruppo ha rifiutato di obbedire.

Invece, i soccorritori hanno preso i  bambini e altri feriti nelle ambulanze; hanno dovuto portarceli però su un carretto, perchè le muraglie di terra erette dalla truppa israeliana rendevano impossibile alle ambulanze di avvcinarsi.

«E’ un incidente da shock», ha detto Pierre Wettach, il capo dell’International Committee della Croce Rossa per Israele e i territori palestinesi: «Le forze armate israeliane devono per forza essersi accorte della situazione, ma non hanno dato assistenza ai feriti; e nemmeno ci hanno reso possibile, a noi o alla Mezzaluna Rossa, di soccorrerli».

Alcuni palestinesi hanno detto ai soccorritori che c’erano altri feriti nel vicinato, e la Croce Rossa ha formalmente chiesto a Israele che garantisca l’immediato accesso e il salvacondotto per cercarli.

Un portavoce dei militari è caduto dalle nuvole, ed ha assicurato a Christiane Amanpour della CNN che «facciamo ogni sforzo, e i nostri soldati mettono a rischio le loro vite», per aiutare i civili feriti.


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Vale la pena di ricordare che la Croce Rossa ebbe accesso anche ai campi di concentramento del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.

Questo fatto è avvenuto mercoledì. Il giorno dopo, giovedì, durante la tregua di tre ore concessa da Sion, un convoglio umanitario dell’ONU che passava il valico di Eretz coi rifornimenti d’emergenza è stato fatto segno di un attacco israeliano. Un camionista palestinese, ingaggiato dall’ONU allo scopo, è stato ucciso, ed altri due feriti.

I convogli «hanno concordato i loro movimenti con gli israeliani, come si fa sempre, solo per trovarsi presi di mira dal fuoco di truppe di terra», ha dichiarato John Ging, il capo dell’agenzia ONU in Gaza.

«Ciò ha provocato la morte di una persona e il ferimento di altre due» (2).

DanChurchAid, la principale organizzazione non-governativa danese, ha dal canto suo denunciato che «tre sue cliniche mobili, chiaramente segnalate da una croce rossa, e parcheggiate nel cortile di un’organizzazione medica, sono state distrutte dall’aviazione israeliana la notte del 5 gennaio».

Il segretario generale dell’ONG, Henrik Stubkjaer, ha aggiunto: «Siamo stati in grado di assistere i feriti fino ad oggi perchè i nostri veicoli erano all’interno di Gaza. Questa capacità di assistenza d’urgenza è ora distrutta. Siamo profondamente sorpresi dei bombardamenti israeliani che impediscono lo sforzo umanitario».



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«85 FERITI SU 100 SONO DONNE E BAMBINI»

Queste proteste ufficiali di rispettati enti sovrannazionali sono della massima importanza: documentano crimini di guerra e atrocità commesse da Tsahal. Tutto materiale per un futuro processo di Norimberga?

Fatto significativo, anche i media anglo-americani stanno sollevando il velo della censura sulle notizie. La BBC ha mandato in onda la telefonata con il dottor Mads Gilbert, l’eroico chirurgo norvegese che, con due colleghi, continua ad operare a Gaza in ospedale sotto le bombe incessanti (dopo la tregua di tre ore, nella notte Sion ha lanciato ben 60 bombardamenti successivi sulla Striscia, lunga 40 chilometri e larga 13).

Israele sostiene che prende di mira Hamas; come vede lei la cosa?, domanda il giornalista britannico.

Gilbert: «Direi che è un’affermazione assolutamente stupida. Noi sappiamo che tra le centinaia (di vittime) che noi abbiamo fino ad ora, c’erano due combattenti. Le statistiche sono chiare: tra i 2.400-2.500 feriti, l’85% sono donne e bambini, ed anche uomini che sono dei civili. La gran maggioranza, uomini, donne e bambini, sono civili. Fra i morti il 25% sono donne e bambini. Stamattina, (la cifra) era di 801 bambini uccisi o feriti. Queste cifre contraddicono quanto afferma Israele».

Avete abbastanza materiali in ospedale per trattare tante vittime?


«No, proprio no. Io chiedo: dov’è la comunità internazionale? Dove sono la grandi organizzazioni che arrivano in caso di disastro? Siamo due dottori occidentali. Dove sono gli altri? Non possono entrare perchè gli israeliani dicono che non c’è catastrofe. Come lo sanno? Non sono mica venuti qui. Non hanno visto niente. Se ne infischiano. E’ il più grande disastro dovuto all’uomo di cui ho memoria».

Per quanto tempo l’ospedale può continuare senza medicamenti?

«Non molto. Adesso la gente muore per mancanza di forniture sanitarie. Tutte le camere operatorie sono piene. Ieri abbiamo operato due pazienti in una sola sala chirurgica. I pazienti devono aspettare molto tempo per l’intervento, e muoiono in attesa di essere operati. E’ un disastro totale».

Il giorno precedente, il dottore norvegese è stato contattato dalla rete CBS: «Poco più di un’ora fa gli israeliani hanno bombardato il mercato ortofrutticolo centrale e abbiamo avuto un afflusso di massa, circa 50 feriti, e tra 10 e 15 uccisi; contemporaneamente hanno bombardato un palazzo di appartamenti con bambini che giocavano sulla terrazza, e abbiamo avuto qui anche una quantità di bambini».

«...Facciamo operazioni continue. Ho appena parlato con un collega nell’Unità Intensiva, non dorme da tre giorni e l’ospedale è affollato da cima a fondo... Ci arrivano bambini con l’addome squarciato e le gambe recise; abbiamo appena avuto un bambino a cui abbiamo dovuto amputare entrambe le gambe e un braccio... non dimenticate che l’età media a Gaza è 17 anni, è una popolazione molto giovane, e l’80% vive sotto il livello di povertà; e non sanno assolutamente dove scappare, come fanno altre popolazioni in guerra, perchè sono in una gabbia; stanno bombardando 1,5 milioni di persone chiuse in una gabbia...» (3).

Il Times ha le prove: fosforo

«Emergono prove fotografiche del fatto che Israele usa bombe al fosforo a Gaza, nonostante la smentita ufficiale dell’Israeli Defense Forces», scrive su Times di Londra Michael Evans, ‘defese editor’ del giornale. E pubblica la foto qui sotto:



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«Il Times ha identificato quantità di proiettili al fosforo bianco (WP) dalle immagini ad alta risoluzione di unità d’artiglieria dell’IDF al confine tra Israele e Gaza. Sui proiettili da 155 millimetri di colore azzurro pallido si legge chiaramente «M825A1», che è una munizione al forforo bianco di fabbricazione americama. L’uso di WP contro popolazioni civili e vietato dal diritto internazionale» (4).

Il giornale sente Neil Gibson, consulente della rivista Jane’s Missiles and Rockets, che conferma la circostanza; e Marc Galasco, di Human Right Watch che aggiunge: Israele lancia i proiettili WP (ufficialmente a scopo fumogeno) a bassa altezza, «apparentemente per massimizzare il loro effetto incendiario».

«Sospendere gli accordi EU-Israele»

Un folto gruppo di organizzazioni non-governative europee ha lanciato un appello pubblico ai ministri degli Esteri della UE perchè «sospendano immediatamente il rafforzamento delle relazioni con Israele finchè il governo israeliano non accetta un cessate-il-fuoco completo e non permette il libero accesso umanitario a Gaza» (5).

Il «rafforzamento» delle relazioni con Israele (come si chiama nella lingua di legno eurocratica) – è stato approvato alla chetichella il giugno scorso, su richiesta d’Israele, e poi riconfermato (potenza della lobby, mai sicura della propria esistenza) anche nel dicembre 2008. Esso dovrà essere finalizzato nel corso del 2009, sotto la presidenza ceka, filo-israeliana.

Questo trattato semi-segreto fa di Sion un membro di fatto della UE, con tutti i vantaggi economici del caso (ma nessuno degli obblighi imposti agli altri europei goym).

Le ONG che protestano – mettendo allo scoperto quest’accordo, che nelle intenzioni doveva restare ignoto ai cittadini europei comuni – fanno osservare che l’articolo 2 dell’Accordo d’Associazione UE-Israele obbliga il contraente al «rispetto dei diritti umani e dei principii democratici».

Ora, Israele ha appena «rigettato gli sforzi diplomatici della UE» per una tregua «e la delegazione europea torna a mani vuote: è inconcepibile estendere i benefici del partenariato europeo a un Paese che infrange il diritto internazionale umanitario, rifiuta i negoziati e favorisce una continua violenza».

La coalizione di ONG avverte per l’ennesima volta che «il conflitto militare sta facendo cadere la striscia di Gaza in una grave crisi umanitaria, quando la situazione era già drammatica dopo 18 mesi di blocco».

L’appello è firmato dalle seguenti organizzazioni non-governative:

Avaaz, Broederlijk Delen (Belgique), CAFOD (Grande-Bretagne), CCFD – Terre solidaire  (France), Christian Aid (Grande-Bretagne et Irlande), Danish Church Aid (Danemark), Diakonia (Suède), Euro-Mediterranean Human Rights Network (Danemark), FIDH (France),  Medico International (Allemagne et Suisse), Muslim Aid (Grande-Bretagne), Oxfam International, Rehabilitation and Research Centre for Torture Victims (Danemark), Trócaire (Irlande), United Civilians for Peace (Pays-Bas), World Vision (Grande-Bretagne).

Fatto insolito, Le Monde ha diffuso l’appello, il 7 gennaio.

CNN: E Israele che ha rotto la tregua

Ma il cambiamento più clamoroso viene dalla CNN. Come si sa, la propaganda afferma – e i media occidentali ripetono incessantemente – che «Hamas ha rotto la tregua» durata sei mesi lanciando i primi razzi su Israele. La quale giustifica il mostruoso attacco a Gaza con la necessità di difendersi.

Questa versione è stata ripetuta, ovviamente, anche da CNN. Fino al 6 gennaio. Quando il giornalista Rich Sanchez, dopo aver sentito il deputato palestinese Mustafa Barghouti che sosteneva che era stato Israele a infrangere la tregua, ha promesso agli ascoltatori che avrebbe fatto una ricerca con la redazione internazionale del network, per appurare i fatti.

Ed effettivamente, Rick Sanchez ha detto in trasmissione: Israele ha violato per prima i termini della tregua, e precisamente il 4 novembre, con un attacco dentro il territorio di Gaza che ha ucciso 6 palestinesi (6).

E ha mostrato i giornali di novembre che avevano riportato il fatto.

US News e Worl Report, «La tregua di sei mesi ha cominciato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando israeliano ha ucciso un gruppo di miliziani di Hamas durante un’incursione in un tunnel che sospettavano servisse a rapire soldati israeliani. L’incursione ha provocato lanci di razzi palestinesi...».

The Guardian del 5 novembre 2008: «La tregua è in pericolo da quando truppe israeliane hanno ucciso sei miliziani in un’incursione nel territorio».

Conclude Sanchez: la versione di Israele «è adesso alquanto in questione». E dà la parola ad un ospite filo-israeliano, Joe Clancy, che ammette farfugliando:

«Sì, è verissimo. Ma è anche vero che non è stata Israele la prima a sparare in questo caso... E Israele ha detto: abbiamo ragioni di sicurezza... Non c’è stato mai un vero accordo tra Hamas e Israele. Israele si riservava il diritto di andare dentro a compiere qualunque attacco quando fosse stato in gioco il suo primario interesse di sicurezza. E ha detto: i nostri soldati stavano per essere catturati, abbiamo dovuto agire».

E Sanchez di rimando: «Sì, ma sai... Noi americani vogliamo le cose lineari. Vogliamo vederci chiaro. Costoro dicono che è accaduto questo: hanno ragione? Questi altri dicono che è accaduto quest’altro: hanno ragione? Quando parlate di Medio Oriente, siamo lasciati in mezzo a tali sottigliezze che a volte sono sghiribizzi».

Naturalmente questo conato di verità informativa non ha ancora contagiato i media italiani. Fra cui Radio 24, che il giorno 7 ha intervistato il sottoscritto, ed ora – postata la trasmissione col mio intervento www.radio24.La_Zanzara – ha però voluto dimostrare il suo servilismo al Gran Katz con una riassunto che dice: «... Maurizio Blondet, direttore di EFFEDIEFFE, ha un suo punto di vista ben preciso sul conflitto israelo-palestinese: Hamas è l'unica risposta all'arroganza israeliana».

Ciò è totalmente falso, come può testimoniare chiunque abbia ascoltato la mia voce. Radio 24 ne risponderà davanti alla magistratura: c’è qualche avvocato tra i miei lettori disposto ad aprire la causa? Portiamo via un po’ di soldi a Confindustria.

Anche a questi servi che non esitano a mentire farà bene leggere il comunicato seguente:

Un tribunale per Sion?

«Il premio Nobel per la Pace, Mairead Maguire, ha scritto al Segretario-generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, e al presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel D’Escoto, aggiungendo la propria voce agli appelli di giuristi internazionali, organizzazioni per i diritti umani, individui, ecc., affinché l’Assemblea Generale dell’ONU consideri seriamente la creazione di un Tribunale Criminale internazionale per Israele (ICTI) a seguito delle atrocità israeliane in corso contro il popolo di Gaza e del resto della Palestina.

Il Tribunale Criminale internazionale può essere istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come “organo sussidiario” in ottemperanza all’articolo 22 della Carta dell’ONU. L’Articolo 22 della Carta ONU afferma che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite può stabilire tali organi sussidiari quando lo ritiene necessario per l’espletamento delle sue funzioni. Lo scopo del Tribunale Criminale sarebbe quello di indagare e perseguire sospetti criminali di guerra israeliani per danni contro il popolo palestinese».

Maguire ha affermato:

«Nel novembre 2008 visitai Gaza e rimasi scioccata dalla sofferenza della popolazione di Gaza sotto 'assedio' da oltre due anni. Questa punizione collettiva da parte del governo israeliano ha condotto a una grave crisi umanitaria. La punizione collettiva contro una comunità civili, da parte del governo israeliano, viola la Convenzione di Ginevra, è illegale, è un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità».

«Invece di proteggere la comunità civile di Gaza e alleviare la sua sofferenza sollevando l'assedio, da dieci giorni (la lettera è del 4 gennaio, ndr), l'esercito israeliano esegue bombardamenti di cielo e di mare contro i civili disarmati. Lanciare bombe israeliane contro civili disarmati, molti dei quali donne e bambini, distruggere moschee, ospedali e case, e devastare le infrastrutture di Gaza è illegale e costituisce crimine di guerra. I morti del popolo di Gaza sono ora oltre 600 (680, ndr) con oltre 2.500 feriti (3.100, ndr) molti dei quali donne e bambini. Le infrastrutture di Gaza sono state distrutte e la popolazione è tagliata fuori dal mondo – compresi i giornalisti, gli osservatori e gli attivisti umanitari, tutti chiusi fuori da Gaza e impossibilitati a entrare ad aiutare la popolazione».

«L’ONU deve sostenere il rispetto dei diritti umani e della giustizia nei confronti del popolo palestinese, prendendo in seria considerazione l'istituzione di un Tribunale Criminale internazionale per Israele, così che il governo israeliano sia ritenuto responsabile di crimini di guerra». (Mairead Maguire, Nobel Peace Laureate, www.peacepeople.com, 4 gennaio 2009).

Intendiamoci, la richiesta di Maguire non avrà seguito; il veto USA al Consiglio di sicurezza – se mai la proposta arrivasse fin lì – basterà a neutralizzarla, per ora.

Ma, come si vede, si accumulano accuse, proteste, testimonianze qualificate: si accumulano prove di crimini di guerra, atrocità, crimini contro l’umanità.

Il cardinale Renato Martino ha rotto il silenzio della Chiesa, e parla di Gaza come di un lager a cielo aperto. L’idea di un tribunale per il Reich, bene o male, avanza.

L’Occidente comincia a vergognarsi di assistere in silenzio il carnefice?




1) «Red Cross demands Gaza access, cites shocking discoveries», CNN, 7 gennaio 2009.
2) «Israel 'fires on UN Gaza convoy'», Al-Jazeera, 8 gennaio 2009.
3) Ripreso da ContreInfo, 7 gennaio 2009. In queste ore, il sito francese è stato accecato da ignoti (non tanto però).
4) Michael Evans, «Gaza victims’ burns increase concern over phosphorus», Times, 8 gennaio 2009.
5) «Des ONG demandent à l’UE de suspender ses nouveaux accords avec Israel», Le Monde, 7 gennaio 2009. Vedere anche: http://www.oxfamfrance.org/php/cp_opt_070109_ofai.php
6) Per la trascrizione, si veda http://letgazabeheard.wordpress.com/cnn-rick-sanchez



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