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Pandemia e case farmaceutiche
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Diffuso nell’Antico Egitto, in Mesopotania utilizzato dall’esoterismo ricondotto ad Ermete Trismegisto, il simbolo del Caduceo affonda le sue origini agli albori della civiltà umana. Si compone del resto di figure il cui significato è ampiamente radicato negli archetipi della mente umana.

Il serpente, ambiguità nascosta di potere occulto, che affonda nelle viscere della terra la sua insidia, con le sue prerogative di vita e di morte, dal morso carico di veleni e mutante nell’aspetto, cangiante la pelle che lo riveste; il bastone, vincastro di sicurezza e stabilità, eretto verso l’alto, postura che invita alla trascendenza, allo sguardo oltre le nubi del cielo.

Il caduceo, da non confondere con il bastone di Esculapio, dio della salute (la cui raffigurazione è tuttavia quella non di due serpenti che si guardano avvinghiati intorno ad un bastone bensì di un solo serpente, forse in origine addirittura un verme - il dracunculus medinensis -, un parassita estratto dal corpo umano proprio con la tecnica del bastone), è normalmente considerato simbolo di pace e di concordia, forse in virtù del racconto che vide Hermes pacificatore di due serpenti in lotta, proprio grazie alla verga ricevuta in dono da Apollo.

Oggi è impossibile non accorgersi di esso entrando in una qualunque farmacia; questo perché, evidentemente i due simboli (caduceo e bastone di Esculapio) hanno assunto un unico comune significato terapeutico, velatamente implicito nella stabilità del randello (la salute da perseguire) e la volubilità degli accadimenti esterni (le metamorfosi dei rettili: il cambiamento di pelle).

Tuttavia le scelte di simboli propri da parte di una lobby così potente come quella farmaceutica non è mai casuale - come non è un caso (soltanto esemplificativo, perché molti sono gli esempi che potrebbero citarsi) che l’ADIDAS abbia deciso di avvalersi per alcuni suoi capi di abbigliamento sportivo (di recente, nella fattispecie, mi sono imbattuto in un cappello con visiera) di una stella a cinque punte rovesciata (la testa del caprone) - pertanto l’elezione del caduceo non può non essere in certo modo rivelatore dell’adesione ad un certo «spirito».

In realtà i serpenti del caduceo, così come il riferimento implicito a Mercurio (Ermes) non possono non dirci oltre i significati ufficialmente veicolati dalla propaganda mediatica. Il caduceo, che non a caso la società teosofica vide come simbolo della vita - l’albero della vita su cui si annodano i serpenti della conoscenza, dello spirito e della materia, della realtà e dell’illusione, riproduzione microcosmica della realtà - richiama quindi, è lecito supporlo, un riferimento esoterico, un marchio all’ombra del quale patrocinare la propria attività.

Ma ancor di più. Il riferimento a Mercurio è riferimento al nume protettore dei ladri e dei truffatori, dei mercenari (del resto è la stessa etimologia comune della parola a tradire la finalità sottesa): le case farmaceutiche, potentissime multinazionali, spingono affinché il contagio dell’influenza suina sia visto come una vera e propria pandemia, per poter realizzare niente più che il loro unico scopo primario: guadagnare truffando.

Le notizie di casi diagnosticati, di catastrofiche previsioni e di preoccupanti scenari venturi (con fragili smentite orchestrate ad hoc proprio per rendere più credibile l’emergenza) aumentano di giorno in giorno anche sulle pagine della rete. Obbligheranno a vaccinare inutilmente migliaia di persone per un’influenza che si cura con semplice somministrazione di dosi elevate di vitamina C.

Questo l’inganno; del resto su questo giornale già s’è scritto bene e molto in proposito. Questa è solo una riflessione che vuole ricondurre i nodi al pettine ed invitare a non meravigliarsi, perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

Stefano Maria Chiari



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