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Antisemiti in Grecia. Indovinate chi
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Sabato 17 gennaio, un gruppo di antisemiti ha dato alle fiamme l’antica sinagoga di Hania, nel’isola di Creta. Migliaia di libri, molti rari incunaboli, sono andati perduti. E’ la seconda volta in tre settimane che la sinagoga viene presa di mira. Il primo attentato avvenne il 5 gennaio.

Ne dà notizia Haaretz : e la notizia finisce qui per il giornale israeliano. Nemmeno una parola sull’identità degli incendiari antisemiti. Per questo bisognerebbe saper leggere il greco moderno e sfogliare il quotidiano «To Ethnos» del 25 gennaio.

Da qui, una traduzione automatica basta a far capire che la polizia ellenica ha identificato i colpevoli che Haaretz tace: sono «due americani della base USA situata a Souda, due britannici della base NATO qui situata, e un greco che rifornisce la base NATO di carburante. Come dimostrato dalle telecamere di sorveglianza che si trovano nella stessa strada dove sorge la sinagoga, il colpevole del primo dei due incendi è uno dei due americani con altri quattro complici, mentre il secondo colpevole (dell’ultimo incendio) è il più anziano dei due britannici, di 33 anni mentre i primo ne ha 23, e quest’ultimo faceva da palo».

Il greco, seconda a sinistra, e un americano,
   Il greco e un americano
«I due americani – continua il giornale greco – sono stati probabilmente portati fuori dalla Grecia, e l’ambasciata USA ha immediatamente inviato del suo personale ad Hania per insabbiare e silenziare ogni riferimento ai due americani nei media ellenici (...). La base USA ha rifiutato di dare i nomi dei due colpevoli. Il capo della polizia locale ha alzato le braccia e ha passato la pratica, politicamente esplosiva, direttamente al ministero dell’Interno. Qualcosa del genere è accaduto per quanto riguarda i due britannici... secondo le prime notizie essi sono due addestratori della unità di Naval Deterrence della NATO, ma nelle ultime 24 ore si è tentato di descriverli come due addetti di un bar».

Non basta. Tò Ethnos continua: «Il lato più divertente della faccenda è che nell’identificazione dei colpevoli è stato essenziale il ruolo del gruppo del Mossad, il servizio israeliano, che ha una stazione permanente a Creta: ha fatto irruzione negli uffici della ELAS (la polizia greca) ad Hania ed ha preteso di visionare le registrazioni delle telecamere, che comprovano la colpevolezza degli americani e degli inglesi. Naturalmente gli agenti israeliani si staranno strappando i capelli».

Costantino Mitsotakis
   Costantino Mitsotakis
E ancora: «L’identità dei perpetratori è trapelata proprio mentre il Dipartimento di Stato si affrettava a diramare un comunicato che allertava i cittadini USA dell’antisemitismo in Grecia! La stessa calunnia è stata diffusa del Wall Street Journal, che giovedì pubblicava un deplorevole articolo dal titolo ‘La vergogna della Grecia moderna’, in cui si legge: ‘La Grecia d’oggi manca di leader morali, sociali e politici capaci di denunciare l’attuale ondata di antisemitismo, con la notevole eccezione dell’ex primo ministro conservatore Costantino Mitsotakis’. Il giornale americano indicava come prova dell’antisemitismo ‘l’usuale paragone di Israele con i nazisti che appare sui media greci’. Ciò dimostra che tutto questo rumore serve tra l’altro a spingere i giornali greci a tacere di fronte ai crimini commessi dalle selvagge truppe israeliane contro i civili palestinesi (...)».

Sempre Tò Ethnos: «Tutto ciò evoca una gravissima questione politica. I britannici e gli americani hanno incendiato due volte l’edificio per odio personale contro gli ebrei, o hanno agito su ordine dei servizi segreti dei loro Paesi? Siamo di fronte ad un atto di cretinismo antisemita di due americani e due inglesi, oppure di fronte ad una provocazione politica di agenti stranieri per diffamare la Grecia agli occhi di ebrei che ricoprono posizioni di vertice nel sistema bancario mondiale, proprio mentre il nostro Paese è nella difficile situazione finanziaria che conosciamo, e quindi ha bisogno dell’aiuto delle banche estere?».

Forse. Forse è proprio questo il motivo dell’ennesimo false flag «antisemita». Forse si tratta di bollare il governo socialista per riportare al potere i conservatori di Mitsotakis, il solo non-antisemita greco secondo il Wall Street Journal.

Theodoros Pangalos
   Theodoros Pangalos
Certo non ha aiutato il nobile comportamento del vice-primo ministro greco Theodoros Pangalos, fresco di carica dopo le elezioni che hanno visto la vittoria dei socialisti del PASOK. Per il Natale ortodosso, Pangalos ha ricevuto in dono dall’ambasciata israeliana ad Atene tre bottiglie di vino. Constatato che il vino proveniva dalle alture del Golan, il vicepremier ellenico ha riconsegnato le bottiglie al mittente con la seguente lettera:

«Fin da quando ero bambino mi hanno insegnato a non rubare, nè ad accettare i prodotti di un furto, sicchè non posso accettare il vostro regalo. Come sapete, il vostro Paese occupa illegalmente le alture del Golan, che appartengono alla Siria come attestano il diritto internazionale e molti pronunciamenti della comunità internazionale. Azioni come quelle commesse oggi dalle forze armate a Gaza ricordano ai greci gli olocausti di Kalavrita, di Doxo, di Distomo, e ancor più quello del ghetto di Varsavia. Io spero che Israele trovi la sua sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti, e che le azioni terroristiche contro il territorio israeliano compiute da Hamas o da chiunque altro siano rese impossibili, ma spero anche che il vostro governo cesserà di praticare la punizione collettiva, una politica che è stata attuata su larga scala da Hitler e dai suoi eserciti». (GREEK MP RETURNS WINE GIFT TO ISRAELI EMBASSY)

«Timeo Danaos et dona ferentes», dice Laocoonte nell’Eneide virgiliana ai troiani, incuriositi dal famoso cavallo di legno: «Temo i Greci, specie quando portan doni».

In USA e in Israele, qualcuno deve aver pensato: «Timeo Danaos et dona reddentes», Temo i greci soprattutto quando restituiscono i regali. Subito un attentato antisemita!

Proprio in questi giorni Israele sta moltiplicando gli sforzi di lobbying per soffocare il Rapporto Goldstone, che bene o male sta avanzando all’ONU ed è sul tavolo di molte cancellerie. L’ONU chiede che lo Stato ebraico conduca un’inchiesta propria sulle accuse di atrocità elevate da Goldstone. Secondo Haaretz, la risposta di Israele sarà che «rigetta l’accusa fondamentale del rapporto Goldstone, ossia che (Israele) ha volontariamente scatenato una punizione collettiva contro la popolazione civile».

Per sostenere questa campagna, nel Giorno della Memoria sull’Olocausto, il governo Netanyahu ha presentato un rapporto in cui si legge che «il 2009 è stato l’anno in cui si sono registrati più incidenti antisemiti». Dopo l’operazione Piombo Fuso, lamenta la grande vittima, c’è stato un susseguirsi senza precedenti di incendi alle sinagoghe, violazioni di cimiteri ebraici e di memoriali dell’olocausto. Un anno-record.

Secondo detto rapporto, in Francia sono stati commessi nella prima metà del 2009 ben 631 atti di antisemitismo, di cui 113 violenti, contro i 474 atti dello stesso genere commessi nel 2008. In Gran Bretagna, nello stesso periodo, si sono avuti 609 incidenti antisemiti, oltre il doppio dei 276 registrati nel 2008. Non in tutti i casi erano accese telecamere di sorveglianza, come in Grecia.


Yuli Edelstein
   Yuli Edelstein
L’antisemitismo nuovo, ha spiegato il ministro per la Diaspora Yuli Edelstein, tende soprattutto a delegittimare Israele. Netanyahu ha elaborato: l’attuale antisemitismo «è aggravato dalla nuova intenzione di negare ad Israele il diritto all’autodifesa».(Israel says 2009 record year for anti-semitism)

Per istruire i popoli a non cadere nell’antisemitismo (e in quello specifico antisemitismo che si maschera da anti-Israelismo), Arutz Sheva, l’organo ufficioso dei coloni ebraici negli insediamenti illegali, ha pubblicato un decalogo. L’autore è tale Moshe Phillips. Titolo: «Non puoi essere pro-Israele SE...».

Ecco il testo:

«Non puoi dirti filo-Israele se sostieni la creazione di uno’Stato palestinese’».

«Non puoi chiamarti pro-Israele se pensi che c’è uno «stato finale» per Gerusalemme diverso dalla Capitale Unita ed Eterna dello Stato d’Israele e del popolo ebraico.

«Non sei pro-Israele se non pretendi l’immediato spostamento dell’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme» (avvertimento destinato evidentemente ai cittadini americani).

«Non puoi chiamarti filo-israeliano se pensi che un ritorno di Israele ai confini del 1967 rende Israele più difendibile e in miglior situazione strategica rispetto ad oggi.

«Non dirti pro-Israele se pensi che Israele dovrebbe cominciare negoziati con la Siria e cederle le alture del Golan.

«Non puoi chiamarti filo-israeliano se pensi ancora che vale qualcosa il pezzo di carta che Israele ha ricevuto in cambio della rinuncia alle riserve petrolifere, degli introiti del turismo e della profondità strategica del Sinai, dato il probabile emergere nell’Egitto post-Mubarak di una repubblica islamica alleata all’Iran». Il che significa che Israele rivendica il possesso del Sinai, e un giorno se lo prenderà, con gli introiti turistici di Sharm el-Sheik.

«Non dirti pro-israeliano se pensi che l’ONU è giusto con Israele».

«Non puoi essere pro Israele se pensi che il negazionista dell’olocausto Mahmoud Abbas (il capo di Fatha, ndr) voglia sinceramente  la pace.

«Non  chiamarti filo-israeliano se  pensi che Israele sia tenuto ad un comportamento moralmente superiore a quello delle altre nazioni.

«Non dirti filo-Israele se credi che il cosiddetto conflitto israelo-palestinese può essere ‘risolto’».

«Non hai il diritto di dirti amico di Israele se pensi che la risposta al problema sta nel negoziare.

«E infine: non sei pro-Israele se pensi che il presidente Obama è pro-Israele».

Vedete com’è facile oggi diventare antisemiti. Ha ragione il Papa: bisogna vegliare, perchè ci si casca in ogni momento. Non c’è bisogno di bruciare sinagoghe. A quello pensano loro.

P.S. Attendo con ansia di vedere personalmente il rapporto israeliano sull’antisemitismo-record del 2009, e non solo per constatare se vi è schedato anche il mio nome. Vorrei vedere se ci sono atti di antisemitismo in aumento anche in USA. Perchè ho una mezza convinzione che un giorno o l’altro, proprio da lì – da una società che ha perso salari, pensioni, risparmi nella crisi delle banche – verrà una brutta sorpresa. Il Comune di New York ha presentato il suo bilancio preventivo: che prevede il licenziamentodi 19 mila addetti municipali, fra cui 8.500 professori scolastici, 3.150 poliziotti e 1.050 pompieri. E il comune ha già da oggi chiuso 20 scuole, 500 mense popolari e 15 case di riposo.

In USA circolano barzellette come questa:

«Mi hanno licenziato e non trovo un altro lavoro; mi hanno pignorato la casa perchè non riesco a pagare il mutuo;  il mio fondo-pensione è fallito per il crollo di Borsa... M’è venuta la tentazione di spararmi. Allora ho chiamato “SOS Suicidio”, e mi ha risposto un call-center delocalizzato in Israele. Quando ho detto che volevo uccidermi, quelli si sono entusiasmati e mi hanno chiesto: lo sa guidare un camion?».

A proposito di false flag.



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