Milano, progetto-cemento
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In una situazione difficilissima, in cui aumenta vertiginosamente l’invenduto (sia per le vendite che per le locazioni) e molti palazzi destinati alla locazione, in particolare nel settore commerciale, sono semivuoti, la giunta stabilisce, nell’ambito del PGT un piano di edificazione addirittura strabiliante (secondo dichiarazione dell’assessore Masseroli) sulla base di previsioni di crescita demografica di 700.000 unità in 10 anni, del tutto arbitrari.

Vorremmo sapere sulla base di quali studi, di quali dati, la giunta Moratti preveda la crescita di 1/3 della popolazione in pochissimi anni. Oggi a Milano le realtà economiche si chiudono solo, non si aprono, la popolazione è anziana, e quindi altre migliaia di case si libereranno a breve, aumentando la giacenza dell’invenduto. Chi dovrebbe venire oggi a Milano?

Si sta contraendo anche il lavoro per gli extra-comunitari, che cominciano a chiedere la cassa integrazione e alcuni sono mantenuti a spese della comunità in case popolari o in procinto di ripartire.

Questa iper-edificazione «a prescindere dalla necessità» sta provocando, oltre al consumo del territorio, un aumento delle case sfitte, un crollo del costo delle locazioni, che si trasferirà sul prezzo di vendita delle abitazioni, dei commerciali, con conseguenze a ricaduta sul settore finanziario, con fallimenti e svalutazioni.
 
La situazione può sfuggire di mano. La città di Milano avrebbe bisogno, semmai, di decostruzione, di alleggerimento, di approfittare della crisi immobiliare per edificare in aree abbandonate servizi come parcheggi o aumentare i parchi. La densità di Milano odierna, per capirci, è 7.084 ab/Kmq, tra le città più dense d’Europa, a fronte di Londra ( 4.785 ab/Kmq), Madrid (5.294 ab/Kmq), Berlino 3.846 ab/Kmq), Roma (2.122 ab/Kmq).

Se veramente le previsioni della giunta si avverassero, si arriverebbe ad una densità abitativa di 11.427/Kmq, situazione impossibile, considerando le attuali proiezioni dei più autorevoli studi demografici, densità non accompagnata da infrastrutture, zone a verde e trasporti.
 
A margine di ciò si segnala che in molti casi queste edificazioni vengono fatte a rischio zero per i costruttori, come per la nuova sede della Regione Lombardia, del tutto inutile o per le case pagate dagli Enti Locali e cioè dai cittadini, mentre, quando i rischi vengono trasferiti al mercato, si è andati incontro ai più grandi fallimenti della storia immobiliare italiana (Santa Giulia). Se la giunta è incosciente di tutto ciò, ci troviamo di fronte a persone che ignorano nelle loro torri d’avorio le dinamiche del mercato.

Le conseguenze sui privati cittadini saranno la demolizione della ricchezza diffusa dei privati, che è fondata in maniera precipua a Milano sulla realtà immobiliare e la diminuzione delle riserve delle famiglie in ordine agli immobili detenuti, che con siffatta edificazione varranno molto meno e saranno molto meno liquidi, con le conseguenze a ricaduta che tutti possono comprendere. Il tutto con la beffa di avere pagato con le tasse buona parte di queste edificazioni, insomma di avere pagato la corda alla quale impiccarsi.
 
In particolare, se a Milano restano inascoltati gli appelli per mettere in sicurezza le scuole, i tram o la viabilità, d’altro canto Palazzo Marino si lancia nell’operazione di «social housing», di fatto operazione che punta a regalare agli speculatori e alle banche il mercato delle abitazioni per il ceto medio, prevedendo scandalose sovvenzioni pubbliche per tali soggetti.

Bel bussines per le cooperative di CL, per le COOP, Banca Intesa, Pirelli RE, etc., che toglierebbe a costoro ogni alea di rischio per insolvenze o altro. Rischi che continueranno invece ad esistere per il privato cittadino, reso indifeso dal mercato, dalle Leggi e dal rapido imbarbarimento della società. Ma avremmo dovuto capirlo subito, «quando in politica si comincia a parlare in inglese c’è sempre di mezzo un inganno».

C. L.

http://www.msacerdoti.it/
http://www.chiamamilano.it/notiziario/370/4
http://milanointernazionale.it/2009/10/29/la-bolla-che-deve-ancora-scoppiare-3/



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