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La sinistra perde anche barando
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«Caro direttore,

quandè che ci occupiamo di problemi locali? Da quando è scomparso RAInews sono sintonizzato su RAI3. Ieri in una trasmissione di intrattenimento, cera una campagna terrorizante sugli effetti della legge sulle intercettazioni, se venisse approvata. E normale unopposizione che anziché dire se cè un problema, quale sia se cé, e come si può risolvere, va avanti con affermazioni categoriche, con sentenze di condanna, con la criminalizzazione dellavversario, cancellando il dibattito e forzando la fiducia? Alla fine così avremo leggi peggiori. Ad esempio, secondo me, il problema delle intercettazioni, dando per acquisito che non si possano fare a strascico, è quello dellassenza di normativa riguardo la loro non manipolazione, la necessità di rapportarle ad un contesto, la consapevolezza che devono avere i giudici nel considerarle come possibili trappole costruite per depistaggi, ecc. Invece lopposizione dà per scontato che Berlusconi sia un criminale che agisce unicamente in favore di se stesso e degli altri criminali. Però se questo è il suo unico argomento e tutte le vie di comunicazione dellopposizione sono occupate da questo, sempre con lapporto di testimonial che ne sanno più di noi, e che confermano questa tesi, le critiche di chi ragiona attraverso quale canale si possono esprimere?».


Vorrei accontentarla, caro lettore, e dire la mia  sulla «legge bavaglio» e sulla «lotta» scatenata contro tale legge dalle sinistre italiote in significativa alleanza con due poteri forti, la grande editoria e la magistratura inadempiente, intercettante e passante (i dossier ai giornali). Vorrei ma non posso.

Anzitutto perchè ha già detto lei quel che c’era da dire. Poi perchè la mia opinione non cambierà una virgola degli eventi, non potendo usare io la TV pubblica come fanno le sinistre. E infine, perchè non riesco ad  indignarmi.

Eppure dovrei, lo so. Vedere quella RaiNews – che sostiene la campagna della Nirenstein per censurare i siti che spiacciono alla Nirenstein e ai suoi referenti israeliani – partecipare alla campagna sulla «libertà di intercettare» (come se fosse un diritto e non un espediente poliziesco) dei magistrati, dovrebbe farmi fumare le cose. Sorbirsi quasi ogni sera i miliardari Rai che rispondono ai nomi di Fazio e di Santoro, le Dandini e il tizio di Ballarò uniti ai grandi editori e direttori di Corriere, Repubblica, 24Ore e Stampa (cioè tutto il panorama del potere economico  nazionale) in questa «lotta» per il «diritto di indagare», dovrebbe far girare le suddette cose. Anzi dovrebbe allarmarmi, perchè questi promuovono uno Stato poliziesco e dipietresco, manettaro e carcerario,  dove «chi non ha niente da nascondere non ha nulla da temere a farsi intercettare», che è esattamente quel che dicevano la Stasi e il KGB. E riescono pure ad atteggiarsi a difensori delle libertà civili.

Dovrebbe indignarmi il modo truffaldino con cui la campagna (anzi, «assalto frontale contro la legge bavaglio», come recita un sito dedicato alla «lotta») viene condotta. Si terrorizza la gente  spiegando che non si potranno più colpire i delitti di mafia – mentre  i sospetti di mafia potranno essere intercettati esattamente come prima, potendosi intercettare in tutti i reati punibili con più di cinque anni.

Gherardo Colombo
   Gherardo Colombo

La Repubblica di De Benedetti intervista i magistrati antimafia che «si sentono disarmati: follia solo tre giorni di microspie», perchè vogliono il «diritto» di mettere le famose microspie in case private e in luoghi pubblici anche senza indizi serii di reato. Poveri magistrati, la stampa amica tace che resta loro la facoltà di intercettare per 75 giorni, diconsi settantacinque; se  costoro si stracciano le vesti, dunque, dimostrano solo la loro incapacità inquisitoriale, oltre che la loro voglia di farsi agenti della Stasi (se avete visto «Le vite degli altri», capite). Del resto proprio un ex pm di Mani Pulite, Gherardo Colombo, ha ammesso (al programma della Gruber, un’altra gallina sinistrese) che le intercettazioni sono un mezzo per investigatori pigri e incapaci; incapaci persino (parole del manettaro) di «sintetizzare senza riportare pedissequamente i contenuti delle intercettazioni».

La difesa del diritto al pedissequo, all’incapacità di sintesi: insomma, il diritto a non usare l’intelligenza, la discrezione che sempre deve accompagnarsi a un potere che fruga nelle vite altrui, il senso di responsabilità, e rispetto del cittadino che è innocente fino a prova contraria. Ciò a cui punta la magistratura, alleata alla grande stampa, è infatti proprio questo: abolire la presunzione d’innocenza. Considerare ogni cittadino per principio colpevole rende più facile il «lavoro»: basterà cercare di «che cosa» è colpevole con intercettazioni 24 ore su 24 per anni, e far pesare su di lui l’onere di provare la sua innocenza.

La realtà è che questa magistratura lascia impuniti il 98% dei furti, l’88% degli omicidi, e in complesso il 93% dei reati, e si occupa con vero entusiasmo solo delle «indagini» che appaiono bene sui giornali amici, a cui passano i brogliacci: ossia essenzialmente i processi al Salame e ai suoi compari. Una pizzeria che bruciasse il 93% delle pizze sarebbe da tempo fallita. La  magistratura continua ad esistere, pagata da noi profumatamente, con carriere automatiche, insindacabile, insomma con tutti i privilegi possibili, e pretende «più mezzi», e più impunità nel diffondere informazioni riservate e coperte dal segreto istruttorio.

Io penso invece che questa magistratura andrebbe abolita e licenziata in massa per inadempienza, senza liquidazione, anzi pagando i danni. I reati impuniti salirebbero al 100% (poco di più, rispetto al 93%), in attesa che la società elegga suoi magistrati di cui si fida – scelti magari fra gli avvocati anziani, dotati di esperienza delle cose della vita, che potrebbero essere impegnati a fornire questo servizio pubblico a fine carriera. Ma questa è utopia, lo so. Ho aperto solo una parentesi.

Torno al punto: la «sinistra» (specie televisiva) e i grandi media dei grandi industriali e finanzieri  non mi allarmano più di tanto. La loro campagna contro la «legge bavaglio» è così isterica, così sopra le righe, così falsa e condotta con così grosse menzogne e plateali  esagerazioni, che si risolverà nell’ennesima sconfitta delle «sinistre» stesse. Il clamore che suscitano dai loro canali e trasmissioni alla TV pubblica ha dato come sempre l’elettroshock al «popolo viola», ai grillini, ai girotondini, ai travaglini, alle loro solite tifoserie che, come sempre, le sinistre  scambiano per «il popolo italiano che insorge». Quando poi si vota, scoprono che quel «popolo» di isterici  è la solita minoranza moralistico-parossistica, litigiosa, divisa, pronta a divorarsi dentro. E vince Berlusconi,  con le sue veline e i suoi Dell’Utri.

E’ la sinistra «libertaria» che «insorge» perchè crede che qualcuno voglia «mettere il bavaglio a Santoro». Che «lotta» perchè ritiene che qualcuno voglia «censurare Saviano», ed esige la censura contro chi critica Saviano. E’ la sinistra che veglia perchè la Dandini e Fazio non siano «censurati», e li dichiara martiri della repressione berlusconiana se vengono spostati di orario (il che non accade). Ma la gente, per quanto vacua e sommaria, vede che le vittime della censura sono lì ogni settimana in TV, e che i «martiri della repressione di Stato» – per esempio nel mondo sovietico e nella Germania Est – non ricevevano emolumenti da 2 milioni di euro annui come Fabio Fazio,  liquidazioni da 17 come Santoro, nè pubblicavano best-seller con la più grande casa editrice del Paese,  come Saviano con la Mondadori di Berlusca.

La conclusione è semplice: io cittadino non sono di sinistra, perchè non me lo posso permettere. Non ho i miliardi che servono per essere difesi dalla sinistra.

Corradino Mineo
   Corradino Mineo

E’ la conclusione a cui arrivo io, con gli altri gestori di siti che saranno chiusi perchè il Mossad lo esige. Fazio, Dandini, Santoro e Saviano non difenderanno la nostri libertà di informazione, di critica e di opinione. Difendono solo dai 2 milioni di reddito annuo in su; e soprattutto, quando non c’è vero rischio. Quando il padrone è pericoloso davvero come il Mossad o la notissima lobby, si uniscono al linciaggio: «Antisemita! Antisemita!». Come Corradino Mineo che dà voce alla Nirenstein e alle sue attività censorie, in ginocchio. Per poi strillare, giorni dopo, che «hanno oscurato RaiNews24» (bastava risintonizzare il decoder). Ora strilla ancor più, con tutta la sua reazione. Sentite il tono della vittima: «Vogliono unificarci con la testata Televideo e anche con Rai International»«Escandaloso che nessuno mi abbia consultato sul futuro dellAll News nella RAI».

Nel  mondo reale dove la censura era reale, i censurati dal regime non potevano pretendere di «essere consultati sul futuro di AllNews», nè venivano «accorpati» mantenendo stipendio, carica e posto. Venivano, se si può dire, accorpati al Gulag. Corradino Mineo e la sua redazione hanno dedicato un giorno a lamentare, sul pubblico schermo, la presunta censura subìta (con la scusa della  risintonizzazione, qualcuno voleva farli tacere) e ad esibire il loro vittimismo; guarda caso, proprio nel giorno in cui avrebbero dovuto dare notizie sulla strage isareliana della nave della pace.

E’ comodo, fare la sinistra. Ma ci dovremo tenere Berlusconi in eterno, finchè c’è questa sinistra.

Sicchè, caro lettore, sopporti  la Dandini che cerca di terrorizzare sulla «legge-bavaglio», sopporti Santoro, Fabio Fazio, e gli altri miliardari-spettacolo: più parlano, più si mostrano alleati della magistratura impunita e di De Benedetti, più inducono a votare Berlusconi; che è quel che è, ma non è almeno come loro, e bisogna accontentarsi.

Quelli sono dei coatti della ripetizione e dell’isteria, gli autori di una «politica» arcaica, impulsiva, irrazionale e in malafede; sono loro il motivo per cui la sinistra non vincerà mai più – e lo sanno, per questo sperano nei  giudici. Nelle intercettazioni. Nelle presunzione di colpevolezza. Nella Stasi prossima ventura, una possibilità contro cui, grazie a loro, Berlusconi può passare per argine.

 

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